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7/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Sant'Ambrogio <Monfalcone>
Data ultima modifica: 18/01/2017, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Sant'Ambrogio


Altre denominazioni Duomo;S. Ambrogio


Ambito culturale (ruolo)  maestranze goriziane (costruzione edificio)



Notizie storiche  XIV - XIV (preesistenza intero bene)
Fondazione della chiesa, all'interno della cinta murata del nuovo nucleo cittadino.
1315 - 1315 (preesistenza intero bene)
La chiesa fu consacrata il 25 aprile del 1315 da fra’ Enoch, vescovo di Pedena.
1560 - 1560 (preesistenza intero bene)
Elevazione della chiesa a pieve.
1615 - 1615 (preesistenza intero bene)
Restauro della chiesa in seguito ai danni riportati durante l’invasione dei pirati Segnani detti Uscocchi che semi-distrussero l'edificio.
1758 - 1767 (preesistenza intero bene)
Ricostruzione ex novo della chiesa, per volontà del parroco Biagio Pascoli, sul medesimo sito della precedente demolita in quanto non versava in buone condizioni ed era divenuta insufficiente ad accogliere la popolazione aumentata di numero.
1760 - 1786 (preesistenza intero bene)
Erezione del campanile accanto alla chiesa. I lavori iniziarono nel 1760 e portati a termine dopo un’interruzione solamente nel 1786 con l’offerta del signor Filippo Bonavia.
1767 - 1767 (preesistenza interno della chiesa)
Completamento della chiesa con la collocazione degli altari e la realizzazione del pulpito, della cantoria con l'organo e del coro per mano dell’intagliatore Matteo Deganutti di Cividale. L'altare maggiore, donato dal patrizio veneto Pietro Sagredo, era in marmo ed era dotato di ciborio, retto da colonnine esili e pregiate; i quattro altari laterali provenivano da una chiesa veneziana.
1767 - 1767 (preesistenza intero bene)
Consacrazione della chiesa, impartita dall’arcivescovo di Udine monsignor Giovan Girolamo Gradenigo il 14 giugno 1767 - si veda lapide murata in controfacciata nella bussola d'ingresso a sinistra del pronao.
1887 - 1887 (preesistenza facciata)
Esecuzione del nuovo apparato decorativo della facciata, per mano di Marzio Moro, che prima risultava di semplici fattezze.
1887 - 1887 (preesistenza interno della chiesa)
Esecuzione degli affreschi del presbiterio, ad opera del pittore Giuseppe Comuzzi.
1904 - 1904 (preesistenza intero bene)
Ampliamento della chiesa con l'allungamento della navata e il rifacimento della facciata; la chiesa raggiunse le dimensioni massime di 31,40 metri di lunghezza, 14,80 metri di larghezza e 12 di altezza.
1904 - 1904 (preesistenza interno della chiesa)
Rifacimento con sostituzione del pavimento della chiesa.
1915 - 1918 (preesistenza intero bene)
Demolizione del campanile e del duomo, in seguito ad un attacco delle artiglierie austriache in data 9 luglio 1915; i colpi subiti intaccarono il campanile che cadde rovinosamente sulla chiesa danneggiandola profondamente, ad eccezione della facciata.
1921 - 1921 (progetto intero bene)
Redazione di una prima proposta progettuale, di cui non si conosce l'autore, per la ricostruzione del duomo che si sarebbe dovuto realizzare utilizzando i fondi provenienti dall'ufficio per la Ricostruzione dei Danni di Guerra; il progetto prevedeva una chiesa ad impianto basilicale a tre navate, preceduta da un pronao.
1922 - 1929 (costruzione intero bene)
Erezione della nuova chiesa su progetto degli architetti Gino Benigni e Francesco Leoni, scelto in seguito al concorso nazionale di idee per la costruzione di una chiesa, del campanile e di una cappella votiva dedicata ai caduti, bandito dall’Opera di Soccorso per le Chiese rovinate dalla Guerra il 2 maggio 1922. Il progetto era intitolato Italice restitutum. Terminata la costruzione nel 1929 - si veda l'epigrafe murata sulla facciata esterna del muro del pronao -, la chiesa fu inaugurata dal Duca d’Aosta il 9 giugno. Rispetto al progetto furono aperte due nicchie centrali nei fianchi delle navate e non fu realizzato il pulpito previsto su una delle colonne della navata sinistra. Le opere scultoree, come i bassorilievi della facciata, furono eseguite dall'artista locale Giovanni Battista Novelli.
1929 - 1929 (consacrazione intero bene)
Consacrazione del Duomo, impartita dall’arcivescovo di Gorizia Francesco Borgia Sedej il 5 ottobre 1929 - si veda lapide murata nel fianco della navata sinistra.
1935 - 1935 (completamento interno della chiesa)
Collocazione del nuovo organo, inaugurato con solenne benedizione dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Margotti il 21 maggio 1935.
1940 - 1940 (istituzione intero bene)
Elevazione della chiesa al grado di Basilica Minore con Breve Pontificio di Pio XII – si veda lapide commemorativa murata nel fianco della navata destra.
1945 - 1945 (restauro intero bene)
Opere di restauro delle coperture che presentavano delle perdite.
1956 - 1958 (costruzione esterno della chiesa)
Erezione del campanile, su progetto dell’architetto Candus con qualche difformità ed in posizione diversa rispetto al progetto originale che lo prevedeva a lato della navata, in adiacenza all'ingresso laterale. I lavori furono eseguiti dall’impresa di costruzioni edili Nazario Romani. L’8 dicembre 1956 fu posta la prima pietra benedetta dall’arcivescovo di Gorizia Giacinto Ambrosi; l’opera fu portata a termine in due anni e il 24 dicembre 1958 fu benedetta dall’arcivescovo di Gorizia Giacinto Ambrosi.
1997 - 1999 (decorazione esterno della chiesa)
Esecuzione dei mosaici che decorano la facciata, donati dal Lions Club di Monfalcone e realizzati dal laboratorio di Sergio Moruzzi di Toppo di Travesio; la realizzazione fu divisa in due fasi, di cui la prima comprendeva la decorazione degli archi del nartece e dell’ingresso laterale e fu inaugurata il 7 dicembre 1997 alla presenza dell’arcivescovo di Gorizia, Antonio Vitale Bommarco; la seconda che interessava il pannello centrale della facciata dedicato a Sant’Ambrogio fu realizzata nel 1999, su bozzetto di Pietro Russo, vincitore del concorso di idee indetto in merito.
2006 (?) - 2014 (rifacimento interno della chiesa)
Rifacimento della parte presbiterale, ampliandola verso la navata, su progetto dell'architetto locale Rodolfo Boscarol; nell'occasione fu modificato anche l'impianto di riscaldamento e fu sostituito l'apparato liturgico che completa il presbiterio. Fu rifatto anche l'impianto elettrico.
2006 (?) - 2014 (restauro intero bene)
Restauro generale della chiesa, con la pulitura dei mosaici in facciata e degli elementi lapidei che formano il paramento murario esterno; in una fase successiva fu realizzata la ritinteggiatura delle pareti interne e della volta, la pulitura delle colonne, della pavimentazione interna e dei soffitti.
2012 - 2012 (decorazione esterno della chiesa)
Realizzazione di tre lunette decorative in bassorilievo ad opera dell’artista staranzanese Giovanni Pacor, poste a coronamento dei due portali minori in facciata e del portale d’ingresso laterale.



Descrizione  Il Duomo di Sant'Ambrogio fu costruito ex novo nel primo dopoguerra in seguito alla distruzione della precedente chiesa. L’edificio fu eretto in una posizione diversa rispetto al precedente, facendolo avanzare verso la nuova via F.lli Rosselli, parallela a via del Duomo (attuale via Sant'Ambrogio) dove si affacciava la vecchia chiesa e sulla quale l'attuale fabbrica rivolge l'abside; lo spostamento della chiesa comportò la demolizione di resti delle mura medievali, di parte dell’antico palazzo del Comune con la loggia dell’Arengo e del palazzo dei patriarchi. La chiesa, sia nell'impianto sia nella soluzione dell'alzato, si rifà a dei modelli storicistici secondo il gusto diffuso dell'eclettismo ottocentesco, ripreso poi a maggior valore nel processo di ricostruzione del primo dopo guerra, seguendo delle specifiche direttive di ricorrere a degli stili storici nella fattispecie italiani soprattutto nelle terre precedentemente appartenute all'Impero asburgico. In particolare per il Duomo di Monfalcone si prende a riferimento l'architettura paleocristiana - e come modello illustre la basilica della vicina Aquileia - e pre-romanico; di derivazione paleocristiana è l'impianto è di tipo basilicale a tre navate, con l'inserimento del nartece a precedere il corpo della chiesa; la facciata a salienti, caratterizzata dalla forza plastica della superficie muraria in pietra a vista, rinforzata da paraste, si avvicina anch'essa al modello paleocristiano, mentre la trifora che si apre sopra il nartece, le decorazioni a bassorilievo sia in facciata sia sopra i portali e le finestre intarsiate sono di gusto romanico. Anche l'interno mostra una coerenza con l'esterno nella scelta del modello romanico sia nell'articolazione dello spazio e nel ricorso ad arcate a tutto sesto, sia nell'apparato decorativo, a Monfalcone ridotto ai capitelli delle colonne – opere, come le sculture esterne, dell'artista locale Costantino Novelli –, connotati da forme di derivazione classica ma rinnovati con l'inserimento di figure a tema religioso.

Preesistenze
Il vano a sinistra del pronao, nel recente restauro della chiesa, oltre a bussola d'ingresso funge da cappella della memoria, conservando alcune opere appartenenti alle precedenti chiese di Sant'Ambrogio: vi si trova una grande statua marmorea priva di testa e di un braccio raffigurante Sant'Ambrogio e vi è murata la lapide commemorativa della consacrazione della chiesa settecentesca. L'edificio settecentesco fu costruito sul medesimo sito di una primitiva chiesa, di fondazione trecentesca, fin dalle origini dedicata a Sant’Ambrogio, di cui però esistono scarse notizie a causa delle perdita degli archivi durante le invasioni e le guerre. Tale precedente chiesa tuttavia era di dimensioni dignitose se, da come emerge dalla relazione del patriarca Giovanni Delfino del 1660, ospitava anche sei altari - dedicati a Sant’Ambrogio il maggiore, alla Immacolata Concezione di Maria, alla Madonna della Salute, a San Carlo, a San Francesco e alla Madonna del Carmine -, era dotata di organo ed esternamente era completata da un campanile con più campane ed un orologio. Divenuta insufficiente a contenere la popolazione aumentata di numero, a metà del Settecento si decise di costruirne una nuova, utilizzando il materiale di spoglio del precedente edificio. La nuova chiesa si collegava ad una tipologia di edifici ecclesiastici barocchi di matrice veneta, ad un unica navata longitudinale con presbiterio circa quadrato concluso da un'abside semicircolare poco profonda; il riferimento alle chiese venete è riscontrabile sia nelle dimensioni della chiesa - di circa 30 metri di lunghezza e 15 in larghezza, ossia la lunghezza il doppio della larghezza - sia nella modulazione dello spazio interno con le pareti percorse da lesene sopra cui correva una trabeazione modanata; anche la facciata, inizialmente più semplice, fu rifatta ad inizio Novecento rifacendosi allo stesso modello: era scandita verticalmente da lesene binate, impostate su un alto basamento e desinate da capitelli corinzi sopra a cui correva un’alta trabeazione; al centro un alto arco conteneva il portale d'ingresso inquadrato in pietra e sormontato da un timpano semicircolare, mentre nella parte superiore si apriva una nicchia centinata; a coronamento vi era un frontone triangolare con cornice dentellata. All'interno, addossata alla controfacciata, si ergeva la cantoria; lungo il fianco destro della navata si trovavano un confessionale, il fonte battesimale, l'altare della Madonna della Salute, a metà della parete il pulpito, poi un altro confessionale e l’altare di San Francesco d'Assisi ornato nella parte inferiore da un Ecce Homo di scuola veneta; lungo il fianco opposto vi era dapprima l'altare dei Santi Giovanni Battista e Carlo, un confessionale, una porta laterale, l'altare di San Rocco ed un altro confessionale; i quattro altari in marmi policromi, in stile barocco, provenivano da una chiesa di Venezia. Il presbiterio era rialzato dalla navata di tre gradini di marmo nero e separato da una balaustra; possedeva affreschi ad opera del pittore udinese Giuseppe Comuzzi e sullo sfondo era dominato altare maggiore ornato con la pala cinquecentesca proveniente dalla vecchia chiesa ed ai lati statue marmoree Sant’Ambrogio e San Marco, donate dal Senato veneto (attualmente in facciata alla Marcelliana). Esternamente la chiesa era affiancata da una torre campanaria, in linea con la facciata; era piuttosto alta, presentava delle aperture a bifora nella cella e la copertura era di tipo piramidale impostata su un tamburo ottagonale con archetti su tutti i lati; sotto la cella vi era un quadrante dell’orologio. In seguito ai danni riportati durante la prima guerra mondiale rimasero intatti la facciata, il fonte battesimale e gli altari.
Impianto planimetrico
La chiesa insiste in posizione isolata in un lotto quasi rettangolare, definito a sinistra e sul retro da due strade pedonali, a destra da una parzialmente pedonale, oltre le quali nella parte posteriore e sul retro si affacciano degli edifici in linea che costituiscono il tessuto edilizio storico cittadino piuttosto compatto, nella parte anteriore invece vi sono dei giardini pubblici; sul fronte principale l'edificio è arretrato dalla strada, separata da un viale pedonale alberato e dal passaggio per i mezzi pubblici. A precedere l'ingresso in chiesa vi è un ampio sagrato delimitato da paletti in ferro e pavimentato in porfido, con una corsia centrale in lastre rettangolari di pietra ed una fascia in lastre di pietra grigia in prossimità della facciata. L’edificio, orientato a Nord Est, è caratterizzato da un impianto basilicale, composto da un’aula longitudinale a tre navate separate da due file di arcate, con due nicchie absidate al centro dei fianchi, e di un presbiterio a base quadrata, in linea con la navata centrale, concluso sul fondo da un’abside semicircolare all'intradosso e triangolare all'esterno; il presbiterio è fortemente rialzato rispetto alla navata: tredici gradini precedono il presbiterio vero e proprio, di cui una prima serie di quattro gradini portano ad una parte più bassa che avanza nella navata oltre l'arco santo andando ad occupare lo spazio della navata centrale per circa una campata e mezza; le navate minori proseguono fino al fondo del presbiterio - esclusa l'abside, terminando anch'esse ad abside semicircolare all'interno e triangolare all'esterno: in entrambi i lati, prima dell'arco santo, si sviluppano due serie di scalinate di cui una porta al livello del presbiterio, l'altra che scende porta ad un piano seminterrato che funge da cappella confessionale nei due corridoi laterali, mentre lo spazio sottostante il presbiterio, nato come cripta ai caduti della Terza Armata, attualmente è stato adibito a cappella feriale, separata lateralmente da arcate chiuse da vetrate, accessibile anche dall'esterno da una porta al centro dell'abside. Alla facciata principale è addossato una sorta di nartece, a pianta rettangolare disposta trasversalmente, della stessa larghezza della chiesa: lo spazio in corrispondenza della navata centrale, rialzato dal sagrato antistante di tre gradini e delimitato sul fronte da tre arcate, funge da pronao, mentre in corrispondenza delle navate laterali sono stati ricavati due vani chiusi con funzione di bussola d'ingresso per le porte laterali. A sinistra del presbiterio, al medesimo livello, vi è la sacrestia a pianta rettangolare, con accesso sia dal presbiterio, sia dall'esterno tramite una scala che sale e porta ad un disimpegno che precede la sacrestia, dove vi è un servizio igienico e da dove parte una scala che porta ad un soppalco nella sacrestia adibito a magazzino; sotto la sacrestia invece sono stati ricavati due vani tecnici, di cui una è accessibile da una scala interna, il secondo solo dall'esterno. Sempre su questo lato, circa alle spalle della sacrestia, in posizione isolata, si erge la torre campanaria. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 45,50 ml; larghezza 19,96 ml; altezza navata - catena di capriata 16,72 ml; altezza navata - colmo sotto-trave 19,72 ml; altezza navate laterali - catena di capriata 8,52 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame ed esternamente presentano un rivestimento in pietra grigia che interessa l'intero paramento murario, con l'impiego di lastre rettangolari in bugnato rustico per le superfici murarie, mentre le modanature, gli spigoli ed il basamento sono differenziati in bugnato liscio. La facciata è caratterizzata da una struttura a salienti che ripropone la scansione interna, con il profilo della copertura valorizzata da una cornice lievemente modanata e nella parte inferiore è nascosta in tutta la sua larghezza da un corpo in aggetto, più basso, coperto da un'unica falda con pendenza verso il fronte. L'avancorpo nel comparto centrale funge da pronao, separato sul fronte da tre arcate a tutto sesto impostate su due colonne centrali e due semi-paraste esterne: le colonne monolitiche sono desinate da capitelli moderni ornati da foglie d'acanto in cui si inseriscono quattro medaglioni con l'agnello pasquale in rilievo nella colonna a sinistra e l'altorilievo di un angelo in quella a destra; la porzione di muro sopra le arcate è decorata con un mosaico a motivo geometrico. Le fasce laterali, in linea con le navate minori, sono chiuse e sul fronte presentano una finestrella quadrata tamponata da una trama a traforo che circonda un medaglione centrale con in bassorilievo del Battesimo di Gesù nel vano a sinistra e del Buon Pastore a destra. Al centro del pronao si apre il portale rettangolare, con i capitelli dei piedritti lavorati a foglie d'acanto che sorreggono un architrave ornato da girali vegetali con al centro la testa di Cristo: a coronamento vi è una mezzaluna con scolpito l'arcangelo Gabriele; ai lati del portale sono murate due lapidi a memoria della ricostruzione novecentesca. I portali laterali sono disposti ortogonalmente alla facciata, nei fianchi del pronao; anch'essi, sopra al semplice architrave, sono completati con una mezzaluna contente le scene bibliche del trionfo di Maria con il Bambino in trono e della fuga in Egitto in altorilievo. Sopra al nartece due paraste percorrono la facciata in linea con la navata centrale; al centro si apre una trifora tamponata con una lavorazione a traforo e una decorazione a mosaico raffigurante Sant'Ambrogio occupa lo spazio soprastante, seguendo il profilo a capanna della facciata; due finte finestre a losanga completano poi le fasce laterali. I fianchi della chiesa presentano delle sporgenze dettate dalle absidi interne e, nel solo fianco sinistro, dall’annessione della sacrestia in linea con il presbiterio. A precederla sul fronte, vi è un portico quadrato a protezione anche dell'ingresso laterale in chiesa (sormontato dall’altorilievo raffigurante San Giorgio che uccide il drago); sostenuto sull'angolo libero da una colonna con il capitello ornato con la mano benedicente di Dio, è introdotto su entrambi i lati da un arco a tutto sesto decorato nella parte superiore da un mosaico geometrico. La massa muraria dell'edificio sia nella navata centrale sia nelle navate laterali è perforata da una serie nove di finestrelle centinate, con profilo strombato in pietra e lavorazione a traforo, mentre nelle absidiole vi sono due finestrelle poste lateralmente. Le navate laterali, in corrispondenza del presbiterio, emergono in altezza ed hanno una copertura a doppia falda che forma un prospetto a capanna nel fianco nel quale è ripresa la modanatura della facciata con un ampio arco che include una trifora centinata. Il presbiterio è inoltre illuminato da due monofore poste lateralmente nell'abside e da altre quattro disposte nelle absidiole minori a conclusione delle navate laterali. Il retro della chiesa, nella parte absidale presenta un alto rivestimento a bugnato liscio; al centro un protiro a capanna impostato su due piedritti con mensole modanate protegge l'ingresso alla cappella sottostante al presbiterio, ribassato di alcuni gradini rispetto al piano di campagna: nell'arco sopra la porta è impressa l'iscrizione a memoria dei Caduti della III Armata
Coperture
La copertura della chiesa è a spioventi - due falde nella navata centrale fino al presbiterio, singola nelle navate laterali, due falde orientate perpendicolarmente nei vani ai lati del presbiterio, cinque falde nell'abside presbiterale, tre in quelle della navata - con manto esterno in coppi. All’intradosso sia la navata centrale che le navate laterali mostrano la struttura lignea a capriate a costituire nove campate, con travi longitudinali, travetti e tavolato a vista; il presbiterio ed i due ambienti laterali sono sormontati ciascuno da una volta a botte a cui sul fondo si interseca il semicatino absidale; la cappella feriale invece presenta una serie di voltine a crociera impostate sulla maglia di colonne che sostiene il presbiterio.
Campanile
Il campanile sorge in posizione isolata rispetto al corpo della chiesa, dietro al presbiterio, sulla sinistra, scostandosi dal progetto originale che lo vedeva ubicato a lato della navata, in corrispondenza dell’ingresso laterale, collegato alla chiesa da un passaggio porticato. È costituito da un'alta torre a sezione quadrata con il lato di 6 metri realizzata in calcestruzzo armato, con fondazione su pali di cemento. Esternamente presenta un rivestimento in lastre rettangolari di pietra grigia d’Aurisina disposte a corsi orizzontali; sopra un basamento di tre gradoni, si eleva in il fusto percorso da sei cornici marcapiano appena accennate e ritmato da una serie di feritoie; due cornici modanate definiscono inferiormente e seriormente la cella campanaria in cui su ciascun lato si apre una trifora centinata. All'interno del campanile una scala in c.a. intramezzata a dei ballatoi si sviluppa lungo il perimetro del fusto consentendone la risalita fino alla cella, separata da una soletta in c.a.: vi sono ospitate cinque campane issate su un castello metallico, di cui due a sistema ambrosiano. Sopra la cella un tamburo esagonale con archetti di cui tre ciechi e tre chiusi da finestre, funge d'imposta per la copertura piramidale con rivestimento in rame: sulla sommità si erge la statua in rame sbalzato della Madonna della Salute dello scultore Giulio Piccini. Sotto la cella campanaria, su tutti i lati, sono collocati i quadranti dell’orologio pubblico. Nell'angolo sinistro del basamento è inserita una lapide con impresso l'anno d’inizio dei lavori di costruzione del campanile.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa, con l'alta copertura a travatura a vista, risulta piuttosto spoglio, privato delle opere pittoriche - musive previste nel progetto e mai realizzate, che avrebbero dovuto rivestire le nudi pareti, attualmente semplicemente tinteggiate con colori tenui sui toni del crema. La pavimentazione è realizzata in pietra grigia a riquadri posti in opera in diagonale, sostituita da lastroni a formare una solea centrale valorizzata da una cornice in pietra nera e delle fasce longitudinali in corrispondenza del colonnato. L'ingresso dalle porte laterali è filtrato da due bussole in linea con il pronao, separate dalla chiesa da un alto arco a tutto sesto per parte, chiuso con serramenti vetrati. Lo spazio interno è diviso in tre navate distinte da nove archi a tutto sesto, con il profilo rifinito in pietra, impostate su otto colonne in marmo grigio e due semiparaste agli estremi; particolari i capitelli a paniere, di derivazione classica, ornati da foglie d'acanto su cui si stagliano le raffigurazioni cristologiche in altorilievo, come i simboli degli evangelisti, poste sugli angoli. Nella navata centrale, le pareti sopra le arcate, circa ad un terzo d'altezza, sono percorse da una sottile cornice modanata: nella fascia superiore si apre una serie di nove monofore centinate racchiuse da una semplice cornice dipinta sui toni del grigio; un'altra serie di finestre uguali ed in linea con le precedenti si apre nei fianchi delle navate laterali, dove in posizione centrale vi è un'absidiola per parte che ospita altare. A dominare la chiesa è lo spazio presbiterale, in linea con la navata centrale, notevolmente rialzato ed avanzato nella navata, fino ad oltre la prima campata; nell'attuale risistemazione, una prima scalinata a base curvilinea di quattro gradini porta al presbiterio basso dove trovano posto la sede e l'ambone; una seconda scalinata di nove gradini sale al presbiterio vero e proprio, introdotto dall'arco a tutto sesto e dominato dall'altare con il ciborio; sul fondo un secondo arco, leggermente più stretto, incornicia l'abside completata con l'organo. A conclusione delle navate laterali si dipartono su entrambi i lati due scalinate di cui le esterne salgono e portano al presbiterio, le altre due rampe scendono nella cripta seminterrata; i corridoi laterali, al livello del presbiterio, fungono da spazi distributivi, conclusi sul retro da un'absidiola di cui quella a sinistra ospita un altare minore, quella a destra è riservata al tabernacolo. I corridoi del seminterrato sono adibiti a cappelle confessionali; lungo i fianchi interni due arcate chiuse da vetrate separano la cripta sottostante il presbiterio: lo spazio è occupato da una serie di colonne lapidee che formano tre campate per lato - a cui si aggiunge la parte absidale - su cui è impostata una serie di voltine a crociera a copertura; anche qui l'ambiente è piuttosto essenziale, con le colonne desinate da capitelli a paniere dal disegno minimale, con impressi dei simboli cristologici, la pavimentazione in lastre di pietra grigia divisa in tappeti racchiusi da una semplice cornice in pietra più scura; l'accesso avviene o dai fianchi o da una porta al centro dell'abside e nell'attuale conversione dello spazio a cappella feriale l'orientamento della stessa è ribaltato rispetto alla chiesa, con l'altare rivolto ad Ovest: ai suoi piedi, al centro della pavimentazione vi è l'iscrizione ai caduti dell’armata invitta ai quali è dedicata la cappella. La chiesa non presenta particolari opere artistiche, eccezione fatta per un bassorilievo in marmo di Carrara che raffigura l’Annunciazione a Maria Vergine dell’Arcangelo Gabriele, opera del maestro Ferruccio Patuna realizzata, come ricorda l'iscrizione, in occasione dell'elevazione della chiesa alla dignità di basilica minore, posta nel muro a destra dell'ingresso principale; ai suoi piedi vi è un'acquasantiera in pietra d’Aurisina con il bordo lavorato a motivi geometrici.
Apparato liturgico
Lo spazio presbiterale è fortemente rialzato rispetto la navata evidenziando il ruolo di fulcro dell'edificio. Nell'attuale risistemazione è stato creato un presbiterio basso, rialzato di quattro gradini rispetto la navata, definito lateralmente da due basamenti in marmo verde pavone che fuoriescono dal piano del presbiterio: sul lato sinistro è collocata la sede, costituita da tre sedute lignee con trono centrale, sul lato opposto vi è l'ambone, a base quadrata leggermente ruotato verso il centro, delimitato sui tre lati da una balaustra piena lavorata a cassettoni, in marmo sui toni del giallo tenue, completata sul fronte, esternamente al parapetto, da due colonnine bianche che sorreggono il leggio, anch'esso in marmo sui toni del grigio screziato. Altri nove gradini portano al presbiterio vero e proprio occupato dall'altare: impostato su un basamento di tre gradini, sempre in marmo verde pavone, si compone di una mensa marmorea modanata, sui toni del giallo tenue, sorretta da un recinto di quattro colonnine per lato in marmo bianco che circondano un basamento centrale che riprende le balaustre dell'ambone, con il disegno di una croce su ciascun lato. L'altare è valorizzato da un prezioso ciborio che vi si innalza sopra; risolto in forme originali dal disegno contemporaneo, si compone di quattro pilastri angolari formati da più elementi scatolari accostati, con un'anima in acciaio rivestita in lastre di marmo bianco, che, assottigliandosi in altezza, conferiscono quasi una valore ascensionale alla struttura; a copertura vi è un velario composto da una maglia in piattine d'acciaio dorato; il ciborio fa anche da cornice al Crocifisso ligneo che scende alle spalle dell'altare, fissato all'arco absidale; un organo a canne posizionato nell'abside completa lo sfondo. Nel lato sinistro dell'abside, nel muro è ricavata la nicchia per la custodia degli olii santi, costituita da un'edicola in pietra grigia locale con il cristogramma dell'alfa e l'omega impressi nella parte inferiore, sotto la porticina. Il tabernacolo è custodito nell'abside minore a destra del presbiterio, su un altare ad esso dedicato: realizzato in pietra d'Aurisina, l'altare si compone di una mensa sostenuta da quattro colonnine angolari e da un basamento centrale completato sul fronte con il cristogramma; il tabernacolo è inserito in un'edicola a capanna che poggia sopra la mensa, al centro di un gradino d'altare ed è sormontato da un tamburo in metallo dorato sormontato da una cuspide circolare: su ciascun lato del tamburo sono raffigurati a sbalzo San Crisogono, Sant'Ambrogio, San Canziano, San Cromazio e Gesù in trono. Nell'abside a sinistra del presbiterio vi è l'altare del Sacro Cuore, con una struttura gemella al precedente, anch'esso dotato di tabernacolo sopra cui si erge la statua lignea del Cristo. Altri due altari minori, simili nella struttura ai precedenti, ma privi di tabernacolo, sono collocati nelle absidi che si aprono lateralmente nella navata: quello di sinistra è dedicato alla Madonna della Salute, quello di destra a Sant’Antonio di Padova; l'altare della Madonna è completato da un polittico ligneo che rappresenta Sant’Ambrogio, Sant’Anna, San Gioacchino e San Giovanni Battista. Il fonte battesimale è quello originale della costruzione post bellica della chiesa ma nel recente restauro è stato spostato nella navata centrale all'ingresso, tra le prime due colonne di sinistra, innalzato su un basamento di un gradino, a base ottagonale, in marmo nero; il fonte, realizzato in pietra chiara, si compone di un catino circolare, dalla forma un po' tozza, valorizzato da una cornice a volute con al centro il Cristogramma, retto da quattro colonnine e sormontato da una cuspide ottagonale in bronzo sbalzato con motivi floreali e la figura di San Giovanni Battista.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (anni '70)
In origine il presbiterio era preceduto da una scalinata di tredici gradini larga quanto la navata centrale; sul fronte era separato dalla navata da una balaustrata posta ai piedi della scalinata costituita da due plutei marmorei con apertura centrale, mentre lateralmente la scalinata era chiusa da due basamenti lapidei che fuoriuscivano dallo spazio presbiterale. Nella parte posteriore del presbiterio, innalzato su un basamento di tre gradini, trovava posto l'altare rivolto a Dio, di tipo a mensa; sui due basamenti laterali invece vi erano gli amboni per la proclamazione delle Letture e del Vangelo. Fu modificata la scalinata realizzando un gradone alto circa un metro - rifinito in lastre di pietra con al centro bassorilievi raffiguranti simboli cristologici - che costituisce il piano su cui poggia l’altare rivolto al popolo collocato al centro e l'ambone posto a sinistra; la scalinata d'accesso fu spostata verso destra e, oltre ad essa, vi è un gradone dove trova posto il tabernacolo. L’altare rivolto al popolo, l’ambone, il tabernacolo erano in granito rosso-marrone. Una seconda scalinata saliva fino allo spazio absidale riservato alla sede costituita da tre troni lignei decorati.
navata - intervento strutturale (anni '70)
Spostamento del fonte battesimale dalla sua posizione originaria, nel vano a sinistra del pronao adibito a cappella battesimale, in un'absidiola minore nella cripta.
presbiterio - intervento strutturale (2014)
Rifacimento dello spazio presbiterale conferendogli la sistemazione attuale, con la scomposizione degli elementi liturgici del presbiterio su un doppio livello: uno basso a metà scalinata con sede ed ambone ed uno alto con la mensa completa di ciborio. Gli intenti di tale scelta probabilmente erano quelli di avvicinare il celebrante ai fedeli ma di fatto ha snaturato l’originaria e funzionale impostazione architettonica del passaggio dalla navata al presbiterio obbligando il celebrante della Messa a scomodi spostamenti e riducendo ad un solo ambone dedicato sia alle Letture che alla proclamazione del Vangelo.
navata - intervento strutturale (2014)
Spostamento del fonte battesimale nella sua posizione attuale all'ingresso in chiesa (comunque non nella nicchia originale, ma nella navata).






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Monfalcone
Parrocchia di Sant'Ambrogio

Piazza Unità d'Italia - Monfalcone (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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