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18/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Valentino Martire <Fiumicello>
Data ultima modifica: 05/02/2015, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Valentino Martire


Altre denominazioni S. Valentino Martire


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)



Notizie storiche  XIII - XIV (preesistenza intero bene)
Una fonte del 1210 cita la pieve di Fiumicello, facendo presupporre quasi con certezza l’esistenza di una chiesa. In un documento risalente al 1346 viene menzionata una chiesa a Fiumicello intitolata ai Santi Canziani, in cura all’abate di Beligna; non vi sono però ulteriori documenti che consentano di identificare l’ubicazione di tale chiesa. Durante il XIV secolo la chiesa dei Santi Canziani doveva avere tre chiese filiali, tra cui la chiesa di San Lorenzo, dove alla fine Quattrocento fu spostata la sede della pieve.
XV - XV (preesistenza intero bene)
Esistenza di una cappella votiva dedicata a San Valentino, in località Roncolon, in seguito scomparsa forse a causa di un’inondazione. Da questa chiesa , secondo la tradizione, proverrebbe la statua del santo patrono attualmente posizionata a sinistra dell’arco santo.
1570 - 1570 (preesistenza intero bene)
Prima fonte scritta in cui è citata la chiesa dei Santi Canziani, associandovi l’intitolazione a San Valentino, contenuta nella relazione della visita apostolica effettuata dall’abate Bartolomeo da Porcia.
1843 - 1877 (costruzione intero bene)
Costruzione ex novo della chiesa di San Valentino, per volontà del parroco Tirindelli – si veda l’iscrizione (successiva) sull’architrave del portale. L’edificazione di una nuova chiesa si rese necessaria già negli anni Trenta dell’Ottocento, ma l’espletazione delle domande e la ricerca dei fondi, spostarono di alcuni decenni l’inizio dei lavori. Tra i svariati progetti redatti ad opera della Imperiale Regia Luogotenenza di Trieste, tutti in stili revival, fu scelto quello a firma dell’ingegnere Luigi Sindelar o Sindelaz. La prima pietra fu benedetta nel 1870 e furono costruiti il presbiterio e le fondazioni delle navate laterali e della facciata. Per mancanza di fondi i lavori furono sospesi ed il neoeretto presbiterio fu unito provvisoriamente alla vecchia chiesa. Nel maggio 1877 si passò alla demolizione della vecchia chiesa, si realizzarono le fondazioni con palificazioni della navata centrale e si proseguì fino alla copertura dell’edificio nell’ottobre dello stesso anno.
1877 - 1877 (demolizione intero bene)
Il 26 ottobre 1877, a lavori conclusi, poco prima dell’apertura della chiesa, a causa del cedimento di una colonna, crollò la parte sinistra della navata, danneggiando in maniera definitiva anche la parte destra.
1877 - 1886 (ricostruzione intero bene)
Ricostruzione ex novo della navata, mentre la porzione di edificio relativa al presbiterio fu rinforzata con contrafforti. I nuovi pilastri furono realizzati in pietra viva anziché in muratura come i precedenti, al fine di garantire una maggiore stabilità. Nel 1880 furono realizzate tutte le opere preliminari alla posa degli infissi, ad opera del capomastro Giuseppe Jasmig di Gorizia; nello stesso periodo fu rifatta anche la copertura del presbiterio. Nel 1881 l’edificio risulta coperto e chiuso, risistemato sia all’interno che all’esterno; nel 1886 mancava solo di intonacare la parte presbiterale, le opere ornamentali e la collocazione degli altari e del pulpito.
1882 - 1899 (costruzione esterno della chiesa)
Erezione della torre campanaria per volontà del parroco don Adamo Zanetti. Il progetto originario lo prevedeva addossato al corpo della chiesa, in corrispondenza della facciata, mentre in corso d’opera si optò per erigerlo in posizione isolata. I lavori furono realizzati dall’impresa Giuseppe Miniussi di Ronchi.
1901 - 1901 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa, impartita dall’arcivescovo di Gorizia, cardinale Giacomo Missia, il 22 settembre 1901 – si veda lapide commemorativa murata nel fianco sinistro dell’ingresso.
1960 - 1970 (decorazione interno della chiesa)
Esecuzione delle pitture che arricchiscono la volta del presbiterio e realizzazione delle vetrate policrome, dapprima quelle dell’abside, poi quelle delle navate laterali.
2000 - 2014 (restauro intero bene)
Intervento di restauro di tipo conservativo, su progetto degli architetti Ivo Scagliarini e Ennio Snider, dell’ingegnere Maurizio de Luca e del geologo Paolo Giovagnoli. I lavori, divisi in due lotti, compresero dapprima il consolidamento statico delle strutture, oggetto di cedimenti conseguenti alla insufficienza portanza del suolo; in particolare furono rinforzate le fondazioni con la posa di nuovi pali armati fino a raggiungere lo strato di terreno a giusta resistenza meccanica; furono posati tre tiranti in corrispondenza dell’arco santo, absidale e della cantoria al fine di connettere tutti gli elementi concorrenti al supporto strutturale. I paramenti murari furono restaurati, con la ricucitura delle lesioni, il rifacimento degli intonaci e la pitturazione delle superfici murarie e la pulitura delle superfici lapidee che costituiscono il presbiterio; inoltre fu ripassata la copertura e all’interno, nella navata fu realizzata una controsoffittatura fonoassorbente.
2014 - 2014 (restauro intero bene)
Il secondo lotto di lavori comprese la realizzazione di un servizio igienico e il rifacimento degli impianti elettrico e di riscaldamento, sostituito con una tipologia a pavimento rendendo necessaria la sostituzione dell’originale pavimentazione in riquadri di pietra bianca del Carso e nera del Vallone; fu completata la pitturazione della parte presbiterale, gli infissi esterni furono oggetto di manutenzione e fu realizzata una bussola d’entrata. Il restauro interessò anche il sagrato.



Descrizione  La parrocchiale di San Valentino a Fiumicello, che deve il suo aspetto attuale ad un restauro di tipo conservativo conclusosi nel 2014, presenta un impianto basilicale con navata tripartita da due file di pilastri e presbiterio concluso da abside pentagonale. Eretta alla fine dell’Ottocento, ex novo sul sito della precedente chiesa, si caratterizza per uno stile eclettico, con una parte tipicamente neogotica, secondo una tendenza diffusa dell’epoca di proporre dei revivals, rifacendosi agli stili del passato – neoromanico, neogotico etc. Nel corso del Novecento non subì interventi se non di manutenzione ordinaria, conservando il suo aspetto originale. Gli interni, piuttosto spogli e privi di un vero e proprio apparato decorativo, ospitano tre altari marmorei provenienti dalla precedente chiesa, legati a modelli veneti di epoca barocca. Tipicamente di matrice veneta è la torre campanaria conclusa da una cuspide piramidale.

Preesistenze
La statua San Valentino, attualmente posizionata su una mensola addossata alla parasta sinistra dell’arco santo, è stata fatta risalire al XV secolo e, secondo la tradizione, proverrebbe da un’antica edicola votiva posta sul fiume Tièl al Roncolon, località di Fiumicello. A Fiumicello già nel XIII secolo esisteva, forse sul sito dell’attuale parrocchiale, una chiesa dedicata ai Santi Canziani - è sicura l’esistenza della chiesa, ma non vi sono documenti che ne attestino l’ubicazione - sede pievanale, con tre chiese filiali; sul finire del Quattrocento questo edificio perse il ruolo di chiesa madre, affidato alla chiesa filiale di San Lorenzo, e nel corso dei secoli successivi rimase in posizione marginale. Probabilmente per iniziativa della storica Confraternita di San Valentino, nel corso del Cinquecento, all’originaria intitolazione ai Santi Canziani fu aggiunto il titolo di San Valentino, in un processo di modernizzazione forse anche in memoria dell’antica edicola andata distrutta a causa di un’inondazione. L’intitolazione ai Santi Canziani e San Valentino è citata per la prima volta nella relazione della visita apostolica effettuata dall’abate Bartolomeo da Porcia nel 1570; dall’Ottocento compare invece solo il nome di San Valentino. Le notizie storiche in merito all’evoluzione dell’edificio provengono dalle relazioni delle visite pastorali; sorta probabilmente in loco dell’antica chiesetta di San Canziano, si trattava di una chiesa campestre che rispondeva ad una tradizione ben radicata sul territorio; composta da un piccolo edificio di forma rettangolare con presbiterio e sacrestia annessa, non era molto alta ed aveva la copertura a capriate lignee a vista; era illuminata da piccole finestre, le pareti interne erano affrescate e un arco santo a tutto sesto introduceva allo spazio presbiterale; esternamente la facciata era preceduta da un portico e sopra vi si ergeva il campaniletto a vela; attorno si sviluppava il cimitero chiuso da un muretto di cinta. Nelle mappe ottocentesche non compare più il portico, nei fianchi erano state aperte delle finestre a mezzaluna e all’interno erano ospitati due altari laterali nella navata e l’altare maggiore nel presbiterio. Nel corso dell’Ottocento l’edificio era divenuto insufficiente ad accogliere la popolazione aumentata di numero; inoltre versava in condizioni precarie, con problemi strutturali legati al fatto che sorgeva su un terreno paludoso ed era percorsa su due lati da una roggia; condizioni tali per cui si rese necessaria l’edificazione di una nuova chiesa.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un modesto sagrato con corsia centrale pavimentata in lastre di pietra grigia. L’edificio, orientato ad Est, presenta una configurazione planimetrica molto semplice che si compone di un’aula longitudinale, divisa in tre navate da due file di quattro arcate, e di un presbiterio rettangolare, disposto trasversalmente, concluso sul fondo da un’abside pentagonale; l’ingresso è separato dalla navata vera è propria da una zona filtro: in corrispondenza della navata centrale vi è una sorta di bussola, divisa da tre arcate chiuse da serramenti vetrati, a destra, in linea con la navata laterale, è annessa la sacrestia a pianta rettangolare, a sinistra il vano che contiene le scale per la cantoria - accessibile dalla navata - e la cappella battesimale; ai lati del presbiterio vi sono altri due ambienti rettangolari di cui quello a sinistra è adibito a magazzino, quello a destra, nato come sacrestia, nel recente restauro è stato trasformato in atrio d’ingresso dall’esterno, a cui è annesso un locale tecnico e un servizio igienico. Esternamente, in posizione isolata a destra della chiesa, in linea con la vecchia sacrestia, si erge il campanile. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 36,80 ml; larghezza 16,92 ml; altezza navata 15,19 ml.
Strutture verticali
La chiesa si compone di due parti nettamente distinte: la porzione di edificio relativa al presbiterio, compresi i due ambienti ai suoi lati, in stile neogotico, in blocchi squadrati di pietra a vista, è da attribuire all’edificio tardo ottocentesco, mai utilizzato in seguito al crollo della navata prima della sua inaugurazione e di cui appunto si è salvata solo questa zona; la navata invece, rifatta nel periodo immediatamente successivo, presenta le murature in pietrame intonacate, ritinteggiate nel recente restauro di color crema con le modanature differenziate di color panna. La facciata principale riprende la scansione a tre navate dell’interno, con la parte centrale più alta risolta a capanna, e due corpi più bassi con copertura a paglione in corrispondenza delle navate laterali. La parte centrale è definita lateralmente, fino a due terzi d’altezza, da due paraste concluse da capitello geometrico ed è concepita con una modulazione a fasce orizzontali. Al centro si apre il portale d’ingresso rettangolare inserito in una struttura ad arco strombata, valorizzata da due colonnine composite e, all’interno dell’arco, da una serie a salienti di archetti; la linea d’imposta dell’arco è enfatizzata da una sottile cornice orizzontale in pietra - che prosegue anche sulle paraste - definendo la porzione inferiore di facciata ai lati del portale differenziata da un rivestimento in lastre rettangolari di pietra grigia; l’architrave del portale è arricchito da un’iscrizione scolpita nella pietra in memoria della costruzione della chiesa. Una cornice modanata funge d’imposta per una trifora centinata, leggermente strombata, che occupa l’intera larghezza della facciata, terminando seriormente in linea con le paraste laterali; sopra al centro si apre un rosone circolare tagliato a metà da una semplice cornice; a conclusione un frontone triangolare con cornice modanata e occhio circolare nel timpano. I due corpi laterali sono ciechi, con una semplice cornice a rilievo che inquadra la facciata ed una cornice modanata che corre sotto la linea di gronda proseguendo anche nei fianchi. Le facciate laterali presentano due registri di aperture: nelle navate laterali si aprono quattro finestre ad arco strombato alte e strette ed un portale ad arco sormontato da un occhio circolare in corrispondenza dell’ingresso; nei fianchi della navata centrale vi è una serie di cinque bifore centinate inserite in archi separati tra loro da semplici lesene prive di capitelli. Il presbiterio è concepito in maniera unitaria con gli ambienti annessi, tutti della stessa altezza; presenta gli spigoli rafforzati da paraste in forte aggetto, una cornice modanata corre lungo tutto il perimetro definendo l’imposta di alte monofore centinate strombate che si aprono su ciascun lato; una sottile cornice continua ne valorizza le ghiere degli archi unendo le aperture tra loro; sotto la linea di gronda, una semplice cornice orizzontale, in intonaco, probabilmente rifatta in occasione degli ultimi restauri.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde – tre nella navata centrale, due nelle navatelle e cinque nel presbiterio - con struttura lignea e manto in coppi. All’intradosso nel recente restauro nella navata è stata realizzata una controsoffittatura piana con pannelli fonoassorbenti; il presbiterio invece è sormontato da una volta a crociera costolonata mentre l’abside da un semicatino anch’esso con costoloni a vista.
Campanile
Il campanile è costituito da una struttura assestante a torre che si erge sul lato destro della chiesa, in linea con la vecchia sacrestia, ad una distanza di alcuni metri. Il fusto, a base quadrata, è in pietra intonacata, con gli spigoli esterni messi in evidenza da pietre bugnate a vista sbozzate regolarmente; alla base presenta un alto basamento strombato, definito seriormente da una cornice marcapiano; all’interno è percorso da scale lignee, raccordate a tre solai di piano principali e a pianerottoli nei restanti casi, tranne per l’ultimo piano dove le scale sono in ferro. La cella campanaria in pietra a vista è definita inferiormente e seriormente da due cornici modanate, di cui la superiore aggettante; su ogni lato presenta una bifora centinata, protetta da una ringhiera in ferro; all’interno sono ospitate tre campane sostenute da un’incastellatura metallica ed un campanello. Sopra la cella si eleva un tamburo ottagonale, realizzato in mattoni a vista, con archetti ed occhi su ogni lato, su cui è impostata la copertura a cuspide sempre in mattoni a vista. Sotto la cella, sul fronte principale e sul retro, sono collocati i quadranti dell’orologio pubblico; sul fronte principale, sopra l’ingresso, è murata la lapide commemorativa in ricordo della costruzione della torre nel 1890.
Apparato decorativo
L'interno della chiesa, oggetto di un restauro appena concluso, ha un aspetto sobrio, con le pareti intonacate e tinteggiate - di color crema tenue nella navata, pesca nel presbiterio; la pavimentazione originaria è stata sostituita con riquadri marmorei sui toni del beige e del rosso posti in opera in diagonale, mentre nel presbiterio è in riquadri beige, racchiusi ogni quattro da un profilo in marmo rosso. La chiesa si può scandire in quattro ambienti. In corrispondenza dell’ingresso vi è una zona filtro, separata dalla navata da tre arcate a salienti impostate su due colonne centrali, in pietra, desinate da capitelli ionici ellenistici, e due semilesene esterne: a sinistra si apre la cappella battesimale, chiusa da un cancelletto in ferro traslato dalla posizione originaria, a destra la sacrestia; nello spazio soprastante trova posto la cantoria con l’organo. L’aula è divisa in tre navate da due di quattro arcate impostate su tre paraste centrali e due semiparaste esterne, definite seriormente da un capitello lineare modanato; la stessa scansione in quattro campate è ripresa nelle navate laterali, i cui fianchi sono modulati da lesene appena accennate: una serie di archi, in lieve aggetto rispetto al paramento murario sottostante, le raccorda tra loro ed una seconda serie di archi ritma trasversalmente le navate laterali raccordando le lesene con le paraste centrali. La navata centrale è dominata da un senso d’altezza: una semplice cornice orizzontale segna l’imposta delle bifore e dell’arco che separa la cantoria dalla navata vera e propria; una seconda cornice definisce l’attacco della copertura. Ai piedi delle antiche balaustre, è stato ampliato lo spazio presbiterale, prolungandolo nella navata con la creazione di una pedana rialzata di un gradino dalla quota della navata: qui trovano posto i principali elementi liturgici: l’altare rivolto al popolo, due altari in cornu evangelii ed epistolae - dove è stata spostata la custodia eucaristica -, un leggio e la sede. Due gradini in pietra grigia introducono al presbiterio, attualmente svuotato della sua principale funzione liturgica; è definito dall’arco santo a tutto sesto e da un secondo arco sul fondo, impostati su quattro semicolonne angolari con capitelli lavorati a motivi vegetali; la copertura a crociera, con costoloni a vista, è arricchita in ciascuna vela da un occhio circolare dipinto con il simbolo di ciascun evangelista. Alle sue spalle l’abside, percorsa da costoloni a vista. La chiesa non presenta un apparato decorativo ad eccezione delle vetrate policrome che valorizzano le monofore dell’abside - dove sono rappresentate scene bibliche - e delle navate laterali con le raffigurazioni di santi.
Apparato liturgico
Lo spazio presbiterale, attualmente vuoto, è dominato nella parte absidale dall’altare maggiore. Proveniente dalla precedente chiesa, è realizzato in forme barocche con marmi chiari a cui contrastano intarsi in marmi screziati sui toni del rosso e del viola ed alcuni elementi differenziati in giallo Siena. È costituito da una mensa in pietra grigia impostata su una struttura a parallelepipedo dai profili laterali concavi, rialzato su un basamento di tre gradini: il paliotto è valorizzato da una raffinata decorazione in marmo di Carrara a formare uno scudo a motivi vegetali e foglie d’acanto affiancato da due volute; sopra la mensa vi poggia il tabernacolo, incluso in un tempietto semicircolare composto da colonnine composite che sorreggono una trabeazione completa, interrotta al centro da un arco, e concluso da un cupolino a cipolla impostato su un tamburo nervato da volute fitomorfe; sul fronte, sopra l’arco poggia la statuetta in altorilievo del Padre Eterno; mentre sono state rimosse negli ultimi lavori le due statue un tempo collocate sui piedritti ai lati della mensa. Un tendaggio marmoreo fa da sfondo al tempietto. Nella navata, ai lati dell’arco santo, trovano posto altri due altari marmorei, anch’essi provenienti dalla precedente chiesa. L’altare di sinistra, dedicato alla Madonna del Rosario, in pietra grigia e marmi rossi e viola a contrasto, è di tipo a mensa, con il paliotto definito da due volute laterali e arricchito al centro da un bassorilievo, in marmo bianco di Carrara, raffigurante la Madonna con il Bambino, racchiuso in una cornice mistilinea a motivi vegetali, sorretta da tre testine alate; l’alzata è costituita da due colonne composite affiancate esternamente da lesene, che sorreggono una cornice modanata: al centro, entro una nicchia centinata valorizzata esternamente da formelle in cui sono rappresentati i misteri, trova posto il simulacro della Madonna con il Bambino; a coronamento due ali di timpano e un fastigio centrale a cappello di prete su cui poggiano quattro statue di angioletti. L’altare in cornu epistolae, dedicato alle Anime del Purgatorio, anch’esso con struttura a mensa, si caratterizza per linee più semplici a motivi geometrici; realizzato in pietra grigia su cui spicca il marmo nero dell’alzata, in particolare delle colonne desinate da capitelli finemente scolpiti che sorreggono un timpano semicircolare a cornice dentellata; al centro l’alzata è completata da una pala. Prima dell’ingresso vero e proprio in chiesa, nel fianco sinistro della bussola, si apre la cappella con il fonte battesimale, con coppa in marmo rosa sostenuta da un fusto affusolato in marmo grigio scuro: vi fa da sfondo una monofora con vetri policromi in cui è rappresentato il Battesimo di Gesù.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1970)
È stata smantellata la balaustra marmorea che delimitava il presbiterio; è stato aggiunto un nuovo altare rivolto verso il popolo nel presbitero e la custodia eucaristica è stata spostata nell’altare in cornu epistolae dove è stato realizzato un nuovo tabernacolo. È stata rimossa la sede originaria costituita da stalli lignei.
navata - intervento strutturale (1970)
È stata smantellato il pulpito ligneo che si ergeva in corrispondenza della prima parasta ai piedi del presbiterio a sinistra.
presbiterio - intervento strutturale (2014)
Lo spazio presbiterale è stato prolungato nella navata, oltre l’arco santo, con la creazione di una pedana lignea, conclusa in linea con le pedane degli altari laterali. In questo spazio è stato collocato un nuovo altare rivolto verso il popolo, costituito da una mensa lignea arricchita sul fronte da un pannello sempre ligneo in cui è scolpita la Resurrezione in bassorilievo; alla sua destra vi è un leggio ligneo sostenuto da una struttura in ferro battuto decorata con una spiga di grano e tralci d’uva; dietro all’altare, a sinistra, sono state posizionate tre sedute lignee che costituiscono l’attuale sede.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Aquileia (Fiumicello e Grado)
Parrocchia di San Valentino Martire

Fiumicello (UD)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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