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Chiesa di San Nicolò all'Arena <Verona>
Data ultima modifica: 24/05/2019, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Nicolò all'Arena


Autore(Ruolo)  Pellesina, Lelio (costruzione)
Barbieri, Giuseppe (completamento facciata)
Valdinoci, Oreste (restauro navata e transetto)
Bogoni, Paola Annamaria (costruzione rampa portatori handicap)
Valdinoci, Massimiliano (restauro pavimentazione interna)



Ambito culturale (ruolo)  romanico (origini e costruzione )
neoclassico (costruzione)
neoclassico (cripta del Redentore)
neoclassico (completamento facciata )
architettura contemporanea (restauro navata e transetto)
architettura contemporanea (costruzione rampa portatori di handicap )
architettura contemporanea (restauro pavimentazione interna )
architettura contemporanea (prospetti esterni e interni, restauro)



Notizie storiche  XII sec. - XII sec. (origini e costruzione intero bene )
Le prime notizie riguardanti la chiesa risalgono al XII sec., ma è presumibile che le origini di San Nicolò siano da collocare ancor più indietro nel tempo. La primitiva chiesa era chiamata S. Nicholai de Buchadarena, a causa di un vicino collegamento sotterraneo con l'Arena, passaggio che fu effettivamente rimesso in luce da alcuni scavi effettuati nell'area. L'orientazione dell'edificio originario, con l'abside rivolta ad oriente, secondo l'antico rituale, non subì variazioni fino all'anno 1627, quando il tempio fu interamente rinnovato, acquisendo la forma e l'orientamento attuale (facciata a levante). Il Biancolini, nella sua opera "Notizie storiche delle chiese dl Verona" (1749-1771), citando alcuni documenti del 1159, sostiene che la chiesa fosse collegiata già da allora. Indica inoltre i nomi di due preti secolari che in essa officiavano, tali Giovanni e Viviano.
1336 - 1336 (erezione in Parrocchia carattere generale)
Il Simeoni, curatore del volume "Verona: guida storico artistica della città e provincia" (1909) ritiene che la chiesa ottenne la giurisdizione parrocchiale già nell'anno 1336.
1519 - 1519 (rinvenimento reliquie carattere generale)
Nel 1519, all'interno della chiesa, vennero scoperte alcune reliquie, in particolare ossa di martiri e santi. Non è possibile determinare il luogo dove le reliquie furono poi deposte. Il Biancolini ritiene che siano tutt'ora conservate all'interno dell'edificio.
1598 - 1603 (concessione costruzione carattere generale)
Nel 1598 i Teatini ottennero la chiesa di San Nicolò all'Arena e parte dell'area circostante, su cui costruire il loro monastero. La ratifica definitiva della concessione giunse da Roma qualche anno più tardi, con la bolla di papa Clemente VIII (1536-1605), datata 18 aprile 1603. Il documento imponeva la costruzione di "monasterio, et casa regolare cum claustro, dormitorio, refettorio et camere".
1603 - 1810 (soppressione della Parrocchia carattere generale)
A partire dal 1603, fino al 1806 (anno in cui, a causa delle soppressioni napoleoniche, i Teatini furono costretti a lasciar la loro chiesa), S. Nicolò cessava di essere Parrocchia e la "cura animorum" veniva divisa tra le vicine Rettorie di S. Pietro Incarnario e S. Quirico. Tornò all'antico status di parrocchiale solo nel 1810.
1627 - 1683 (costruzione intero bene)
I Teatini, una volta insediatisi, decisero di rinnovare la chiesa. Il progetto fu affidato all'arch. Lellio Pellesina (1602-1683). I lavori durarono dal 1627 al 1683. Una relazione compilata intorno al 1650 nel nuovo convento di S. Nicolò, fornisce interessanti informazioni riguardo le prime vicende costruttive: "il dì 21 marzo (1627) fu posta la prima pietra della Chiesa nuova dal Preposito D. Bernardo Negroboni Veronese..la fabbrica andò lentamente proseguendo, poi bisognò totalmente intermettere per causa della peste che successe l'anno 1630." Nello stesso anno, mentre si provvedeva a gettare le fondazioni della crociera della chiesa, si demolì la chiesa romanica, sino ad allora conservata per garantire ai fedeli lo svolgimento delle funzioni religiose. Risultò un edificio con pianta a croce latina, navata unica con cappelle laterali e ampio transetto. Cupola e rivestimento lapideo della facciata, previste dal progetto originario, non vennero portati a termine.
1630 - 1640 (costruzione cappella o Cripta del Redentore)
Il 29 settembre 1630 il popolo di Verona promise di erigere una cappella al Redentore qualora il contagio fosse cessato. Quando la peste cessò il Consiglio Cittadino stabilì di erigere la nuova Cappella nella chiesa di San Nicolò, sotto l'area corrispondente al presbiterio e al coro (questa struttura ipogea fu a lungo ed erroneamente considerata, da larga parte della storiografia, una cripta appartenente alla preesistente fabbrica romanica). Così, il 15 marzo del 1631, con solenne cerimonia, cui presero parte anche il Rettore veneziano ed il Provveditore della città, si procedette alla posa del "primus lapis". I lavori terminarono nel 1640 e a memoria del voto veniva murata un'epigrafe con il seguente testo: "D.O.M. JESU CHRISTO SERVATORI EXTINTA PESTILENTIA ARAM HANC MAXIMAM A FUNDAMENTIS ERIGENDAM VOTU PUBLICO VERONA D. III. KAL OCTOBRIS MDCXXX".
1697 - 1697 (consacrazione carattere generale)
La chiesa di S. Nicolò venne consacrata nel 1697 dal vescovo di Verona mons. Pietro Leoni (1691-1697).
1810 - 1810 (nuovamente parrocchiale carattere generale)
Nel 1810, dopo più di due secoli, S. Nicolò torna ad essere chiesa parrocchiale.
1951 - 1953 (completamento facciata)
Numerosi furono i progetti di completamento della facciata, tutti rimasti sulla carta. Tra il 1951 ed il 1953 si risolse la questione smontando e traslando a San Nicolò i resti della facciata della ex-chiesa di San Sebastiano dei Gesuiti, distrutta dai bombardamenti bellici. Si ignora chi fu l'architetto ideatore, mentre è noto che venne completata nel 1830 dall'arch. veronese Giuseppe Barbieri (1778-1838). Una volta collocato, al prospetto si dovettero apportare alcune modifiche al fine di riadattarlo alle dimensioni maggiori della nuova chiesa. Per tali motivi fu costruito un secondo timpano di raccordo in calcestruzzo.
1998 - 1999 (restauro navata e transetto)
Tra il 1998 ed il 1999 si provvide al restauro della navata e del transetto. Progetto dell'arch. Oreste Valdinoci.
2001 - 2001 (costruzione rampa per portatori d'handicap)
Nel 2001 l'ingresso laterale alla chiesa è stato dotato di una rampa per portatori di handicap. Progetto a cura dell'arch. Paola Bogoni.
2001 - 2002 (restauro pavimentazione interna)
Tra il 2001 ed il 2002 è stato condotto il restauro del pavimento della chiesa di S. Nicolò all'Arena, su progetto dell'arch. Massimiliano Valdinoci.
2012 - 2015 (consolidamento e restauro prospetti esterni e interni)
Tra il 2012 ed il 2015 l'edificio è stato oggetto di un intervento di consolidamento e restauro conservativo che ha interessato le facciate esterne e gli interni, oltre che al rimaneggiamento del manto di copertura. Progetto a cura dell'arch. Giovanni Castiglioni.



Descrizione  La chiesa di S. Nicolò all' Arena deve il suo nome alla vicinanza al famoso anfiteatro romano, situato nel centro cittadino. Le prime notizie in nostro possesso risalgono al XII sec., ma è presumibile che le origini di San Nicolò siano da collocare ancora più indietro nel tempo. Secondo alcuni studiosi già parrocchia nel XII sec., secondo altri non prima del XIV sec. A partire dal 1598 vi si insediò l'ordine dei Teatini, che nel 1627 commissionò all'arch. Lellio Pellesina la costruzione di un nuovo tempio. I lavori si conclusero nel 1683, ma per mancanza di fondi non vennero completati il campanile e la facciata. Consacrata nel 1697. Il prospetto venne completato quasi tre secoli più tardi, tra il 1951 ed il 1953, traslando la facciata barocca della chiesa cittadina di S. Sebastiano, da tempo sconsacrata e parzialmente distrutta dai bombardamenti della II Guerra Mondiale. L'interno, in stile barocco, riproduce lo schema della pianta congregazionale a croce latina, caratterizzata da una navata unica con cappelle laterali, un corto transetto i cui bracci si concludono con una cappella in posizione centrale, e da un profondo presbiterio con abside a fondale piatto. All'interno, nella prima cappella a destra, degna di nota la pala, opera del pittore veronese Antonio Balestra, raffigurante S. Giovanni Battista nel deserto. Interessante anche il dipinto raffigurante l'Annunciazione con S. Giovanni Battista, opera di Alessandro Turchi detto l'Orbetto.

Pianta
Il tempio presenta un impianto planimetrico che riproduce lo schema della pianta congregazionale a croce latina, caratterizzata da una navata unica con cappelle laterali, un corto transetto i cui bracci si concludono con una cappella in posizione centrale, e da un profondo presbiterio a pianta rettangolare con abside a fondale piatto. Procedendo dall’ingresso verso il transetto, sul fianco sinistro si aprono la cappella del Crocifisso e la cappella di S. Gaetano, mentre sul lato destro si aprono la cappella di S. Giovanni Battista e di S. Giuseppe. L’ampio transetto che incrocia la navata è caratterizzato da brevi bracci laterali, ciascuno dei quali è concluso con una cappella centrale, ospitanti rispettivamente l’altare di S. Gregorio, sul fianco sinistro, e l’altare dell’Assunta sul lato opposto. L’asse longitudinale dell’aula si prolunga oltre il transetto con una stretta campata che introduce l’area del presbiterio sopraelevata di tre gradini rispetto il livello dell’aula, da cui è separata mediante una balaustrata in marmo. Il presbiterio è fiancheggiato e comunicante, sul lato sinistro, con l’ambiente della vecchia sacrestia, dalla quale si accede, superato un piccolo vestibolo, alla nuova sacrestia. Dalla vecchia sacrestia avviene inoltre il collegamento con la cripta. L’ingresso principale si apre al centro della facciata (prospetto nord-est), preceduto da una bassa scalinata esterna a quattro gradini, e dotato all’interno di bussola lignea. Sono presenti inoltre due ingressi laterali lungo il fianco settentrionale, il primo in corrispondenza dell’aula, il secondo del braccio destro del transetto. La torre campanaria si eleva addossata al fianco meridionale del presbiterio, nel punto di collegamento con il braccio sinistro del transetto, inglobato nella porzione inferiore all’interno dei corpi di fabbrica annessi alla chiesa.
Facciata
Facciata neoclassica, proveniente dalla ex-chiesa di S. Sebastiano, ricostruita e collocata a S. Nicolò tra il 1951 ed il 1953. Quattro colonne scanalate di ordine ionico sorreggono il timpano e suddividono il prospetto in tre parti. In quella centrale si apre il portale principale, di forma rettangolare; sopra di esso l'iscrizione D.O.M. IN HONOREM S. NICOLAI EPISCOPI. Nelle due parti laterali, dal basso in alto, si trovano due portali di minori dimensioni, rettangolari anch’essi e sormontati da due piccoli frontoni. Più sopra corrono due fregi a greca aggettanti su cui poggiano due nicchie, ora vuote, sormontate da due piccoli riquadri decorati con un festone d’ispirazione classica.
Strutture di elevazione
Le strutture portanti delle pareti d’ambito del corpo principale della chiesa sono realizzate in mattoni pieni di laterizio alternati a conci lapidei e ciottoli di fiume, contraffortate lateralmente, nella porzione corrispondente alla navata, dai volumi emergenti che contengono le cappelle laterali e dai setti murari che definiscono tali spazi e che si prolungano sino alla linea di gronda, a cui si raccordano con una modanatura a voluta. La porzione basamentale delle strutture murarie ed alcuni elementi angolari delle stesse sono rinforzate con l’inserimento di blocchi lapidei squadrati anche di rilevanti dimensioni.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
I quattro bracci che definisco l’impianto planivolumetrico della chiesa, convergenti nella crociera centrale, sono coperti da volte a botte la cui superficie è riquadrata da costolonature aggettanti a fasce trasversali e longitudinali, la cui scansione ripropone quella del registro architettonico inferiore. La struttura voltata dell’asse maggiore, nel tratto che copre la navata, presenta lunette laterali, due per ciascun fianco e allineate alle cappelle sottostanti, corrispondenti alle finestrature sommitali delle pareti d’ambito; in corrispondenza del presbiterio, invece, la volta presenta tre lunette su ciascun fianco che inquadrano altrettante finestrature. La spazialità della crociera centrale, che secondo il progetto originario doveva essere conclusa superiormente da una cupola con lanterna, è coperta da una controsoffittatura piana su una cornice circolare che si imposta su quattro pennacchi sferici angolari.
Coperture
La struttura portante della copertura è realizzata con un sistema di capriate lignee cui si sovrappone un’orditura secondaria di tipo tradizionale costituita da arcarecci e travetti lignei; manto sottocoppo in tavelle di cotto; manto di copertura in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata e del transetto è suddivisa in settori in cui si alternano differenti composizione geometriche in marmi policromi (rosso Verona, rosa corallo, ardesia, giallo Mori e bianco della Lessinia). Elemento dominante della composizione pavimentale è certamente il grande disegno della crociera centrale, caratterizzato da un motivo geometrico radiale. Anche la pavimentazione del presbiterio presenta una composizione geometrica policroma; il coro è pavimentato con lastre rettangolari di pietra calcarea bianca della Lessinia.
Prospetti interni
Il maestoso impianto spaziale, scandito dalla travata ritmica dell’ordine corinzio, offre con l’ampia e luminosa volta, un senso monumentale dell’effetto d’insieme. I prospetti interni sono ritmati da una teoria di lesene corinzie a sostegno della trabeazione modanata con cornice a modiglioni che raccorda l’intero perimetro interno, al di sopra della quale si aprono le ampie finestrature che interrompono l’attico sommitale su cui si imposta la struttura voltata. Le cappelle laterali che si aprono lungo i fianchi della navata e dei bracci laterali del transetto sono introdotte da archeggiature a tutto sesto inquadrate dall’ordine. Le superfici interne sono intonacate e presentano una pittura di finitura i cui valori cromatici evidenziano i caratteri architettonici degli elementi in aggetto.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, privi di una significativa aggettivazione architettonico-decorativa, sono caratterizzati dalle emergenze dei volumi annessi al corpo principale (cappelle laterali), al quale si raccordano mediante volute barocche; le superfici presentano specchiature definite da un’intonacatura in cocciopesto, nelle quali si aprono ampie finestre termali. Una cornice sottogronda in muratura modanata conclude le strutture murarie. Le pareti del presbiterio sono ritmate da semplici lesene che si raccordano alla cornice sommitale, definendo campiture intonacate in cocciopesto al centro delle quali si aprono le finestrature che illuminano l’ambiente interno.
Cripta
Ambiente semi-ipogeo, corrispondente in pianta al presbiterio della chiesa superiore, preceduto da una struttura porticata esterna; presenta un impianto planimetrico a tre navate separate da due file di tre arcate a sesto ribassato sostenute da pilastri; le navate sono coperte da volte a botte in muratura, a sesto ribassato in corrispondenza della navata centrale, a tutto sesto le laterali. Le strutture portanti di elevazione sono realizzate in mattoni pieni di laterizio alternati a conci lapidei e ciottoli di fiume. La pavimentazione è realizzata in pianelle di cotto disposte a spina di pesce.
Campanile
Campanile a pianta quadrangolare, a lato della sagrestia. Non visibile dalla facciata, lo si nota solo posteriormente, sul lato dell’Arena. Incompleto, basso e tozzo, nel corso dell’Ottocento vari furono i progetti di completamento, tutti però bocciati a causa della vicinanza con l’anfiteatro romano, che secondo il parere di molti, sarebbe stata intaccata dalla verticalità del campanile. Il fusto è quasi totalmente inserito nella struttura della chiesa. Emerge solo la cella campanaria, interamente in muratura, con un finestrone a tutto sesto per ciascun lato. Copertura a quattro falde con manto in coppi di laterizio.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1966)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto l'introduzione del nuovo altare rivolto verso l’aula collocato al centro della crociera del transetto su ampia predella a pianta circolare, sopraelevata di tre gradini rispetto il livello dell’aula. L'antico presbiterio conserva l'altare maggiore pre-conciliare e le balaustre.
presbiterio - aggiunta arredo (2000)
Rinnovamento dell’area del presbiterio, mantenuta sul piano dell’aula e traslata in pozione prossima all’antico presbiterio, e posizionamento dell’altare e della sede del celebrante su predella lignea a pianta rettangolare rialzata di tre gradini.
altare - aggiunta arredo (1966)
Nuovo altare rivolto verso l’assemblea realizzato in rame sbalzato e argentato opera del maestro Prof. Pino Casarini.
ambone - aggiunta arredo (1966)
Nuovo ambone in tufo collocato sul fianco destro della cattedra.
ambone - aggiunta arredo (2000)
Nuovo ambone ligneo collocato sul piano dell’aula, sul fianco destro della cattedra.
sede - aggiunta arredo (1966)
Nuova sede del celebrante e dei ministri realizzata in tufo con cornici in rame argentato.
sede - aggiunta arredo (2000)
Nuova sede del celebrante e dei ministri costituita da sedili mobili in legno.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo di Verona Centro
Parrocchia di San Nicolò all'Arena

Piazza S. Nicolò - Verona (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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