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18/5/2024 Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio Martiri <Campagnola Emilia>
Data ultima modifica: 29/11/2017, Data creazione: 9/4/2008


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio Martiri


Altre denominazioni SS.mi Gervasio e Protasio;SS. Gervasio e Protasio mm.


Ambito culturale (ruolo)  maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (ricostruzione)
maestranze emiliane (restauro e risanamento conservativo)



Notizie storiche  1099 - 1099 (notizie storiche preesistenze)
Si ha notizia dell’esistenza nel 1099 di un antico oratorio dedicato ai santi Gervasio e Protasio.
1612 - 1622 (costruzione preesistenze)
Una nuova chiesa parrocchiale viene costruita tra il 1612 e il 1622, nel luogo in cui si trova quella attuale. Aveva tre navate, con sei pilastrate e quattro campate. Le fonti riferiscono che poteva contenere 1.500 persone. Una pianta della chiesa recante la data 1661 mostra che nella parte retrostante vi era un cimitero.
1753 - 1772 (ricostruzione intero bene)
Dopo non molti anni, ragioni di pericolo localizzato soprattutto nella prima campata vicino all’ingresso, suggeriscono la ricostruzione della chiesa. I lavori per il suo rifacimento dalle fondamenta cominciano nel 1753 con il capomastro Giorgio Rossi, ma proseguono a rilento finchè nel 1770 l’architetto milanese Bartolomeo Rocca riceve l’incarico di guidare i lavori. Questi riprendono nel 1771 e alla fine dell’anno successivo erano già completati.
1950 ca. - 1950 ca. (decorazioni interno)
Nel secondo dopoguerra viene attuata una poderosa campagna decorativa all’interno della chiesa. Dagli interventi a stucco nelle volte e nei soffitti ad opera di Enrico Soregaroli di Cremona, all’indoratura dei capitelli delle lesene e di alcuni particolari del fregio della trabeazione; dai dipinti del catino absidale e della cupola, eseguiti dal prof. C. Secchi di Milano, alle figure di minori dimensioni nel presbiterio del correggese Cocquio.
1988 - 1989 (restauro generale intero bene)
Un importante intervento di restauro è stato compiuto alla fine degli anni ’80 del Novecento sotto la direzione dell’arch. Mauro Severi. Sono stati effettuati i seguenti lavori: - deumidificazione delle murature; - rifacimento intonaco a calce nella facciata e suo ritinteggio con tecnica dell’affresco a guazzo con calce e terre colorate; - rifacimento intonaco interno fino ad un’altezza di quattro metri; - rifacimento stucchi delle lesene e dei pilastri ad imitazione del marmo; - pulitura e restauro delle superfici decorate, dei dipinti e degli altari; - consolidamento della copertura, dei cornicioni, delle lattonerie.



Descrizione  La chiesa attuale è il risultato di un rifacimento operato nella seconda metà del XVIII secolo di una precedente chiesa seicentesca della quale è stata mantenuta l’area presbiteriale. L’impianto planimetrico è a croce greca con cupola centrale e due altari nell’asse trasversale. Sull’asse longitudinale la navata maggiore prosegue nel presbiterio e nel coro absidato. Le linee architettoniche dell’interno sono definite dall’impiego di paraste di ordine composito con trabeazione continua su tutto il perimetro della chiesa. Abbondano le decorazioni plastiche. Le più antiche si trovano nel presbiterio e sono realizzate in calce e gesso. Le più recenti, risalenti agli anni ’50 del Novecento. sono realizzate a stucco in tutto il resto della chiesa, in particolare le volte sono state decorate dall’artista cremonese Enrico Soregaroli. Nella cappella del lato sinistro si venerano i santi Francesco e Chiara d’Assisi. L’altare, in legno, proviene dalla chiesa dei Cappuccini di Novellara (sec. XVIII). Il Tabernacolo è realizzato in legno intarsiato ed è decorato con motivi in argento e madreperla. Sul lato opposto l’altare è dedicato ai santi protettori di Campagnola: S. Luigi Gonzaga, S. Sebastiano, S. Gaetano da Thiene, S. Mauro, S. Rocco e i patroni Gervasio e Protasio Martiri. Sono raffigurati in un dipinto contenuto entro una cornice lignea intagliata e laminata in oro. Nella parte inferiore dell’opera è presente una vista prospettica di Campagnola. L’opera è stata eseguita nel 1837 dal pittore modenese Luigi Manzini. Nel presbiterio, l’altare maggiore marmoreo risale al 1843. Il prospetto principale, rivolto a sud, si affaccia sulla piazza principale del paese. Ha tre ingressi, dei quali quello centrale reca l’iscrizione dedicatoria ai santi titolari. Il corpo centrale della facciata aggetta sensibilmente dalle ali laterali grazie ad una doppia coppia di lesene, prive di capitello, semplificate a formare una specchiatura che si ripete al livello superiore.

Impianto strutturale
E’ presumibile che la struttura portante della chiesa sia costituita da muratura di mattoni pieni in laterizio.
Pianta
L’impianto planimetrico è a croce greca con cupola centrale e due altari nell’asse trasversale. Sull’asse longitudinale è la navata maggiore. Le navate minori sono originate dalla presenza di spazi posti ai quattro vertici del vano centrale quadrato dell’aula. Il presbiterio è rialzato di due gradini; termina con un’abside semicircolare nella quale è presente l’altare maggiore. Dal presbiterio si accede alla sagrestia. La torre campanaria è posta sul lato nord della chiesa, in adiacenza ad essa.
Interno
Le linee architettoniche dell’interno sono definite dall’impiego di paraste di ordine composito con trabeazione continua su tutto il perimetro della chiesa. Abbondano le decorazioni plastiche. Le più antiche si trovano nel presbiterio e sono realizzate in calce e gesso e denotano un’esecuzione originale e vivace dovuta alla mano dell’artista Matteo Campori (1772). Nelle volte e nei soffitti sono state realizzate nel secondo dopoguerra decorazioni a stucco ad opera dell’artista cremonese Enrico Soregaroli. l cornicione è ornato con frutti e teste di cherubini e i capitelli compositi delle lesene sono eseguiti anch’essi in stucco e sono stati laminati d’oro. Altre decorazioni si trovano anche nelle porte laterali del presbiterio e nelle ancone dell’altare maggiore e dell’altare del Crocifisso. L’apparato decorativo comprende anche l’esecuzione di opere pittoriche. Nella cupola della navata principale è dipinta la “gloria” dei SS. Gervasio e Protasio, mentre negli spicchi sono raffigurati i quattro Evangelisti (opere dell’artista milanese C. Secchi, metà XX secolo). Dello stesso autore è anche l’Esaltazione del Santissimo Sacramento nella volta del presbiterio. Nel catino absidale vi è un grande dipinto raffigurante Gesù, Buon Pastore, e al centro dell’abside è presente l’Ultima Cena, tempera su muro sempre di C. Secchi. Nella volta del presbiterio vi sono altri dipinti di minori dimensioni dell’artista correggese Cocquio: S. Giovanni Bosco, S. Luigi Gonzaga. Nella cappella del lato sinistro della chiesa si venerano i santi Francesco e Chiara d’Assisi. L’altare, in legno, proviene dalla chiesa dei Cappuccini di Novellara (sec. XVIII). Il Tabernacolo è realizzato in legno intarsiato ed è decorato con motivi in argento e madreperla. La pala raffigura i santi con la Madonna e cherubini. Sul lato opposto l’altare è dedicato ai santi protettori di Campagnola: S. Luigi Gonzaga, S. Sebastiano, S. Gaetano da Thiene, S. Mauro, S. Rocco e i patroni Gervasio e Protasio Martiri. Sono raffigurati in un dipinto contenuto entro una cornice lignea intagliata e laminata in oro. Nella parte inferiore dell’opera è presente una vista prospettica di Campagnola. L’opera è stata eseguita nel 1837 dal pittore modenese Luigi Manzini. Nella prima cappella vicino all’ingresso laterale destro è collocato il Fonte Battesimale realizzato in forma di tempietto (1820) con vasca in marmo verde. Nella cappella opposta si venera S. Teresa di Lisieux raffigurata attraverso una statua. Al termine delle navate laterali, prima di salire al presbiterio, vi sono due altari che erano già presenti nella chiesa seicentesca sulla quale si è innestata la nuova chiesa: si tratta dell’altare del Crocefisso (lato est) e quello della Madonna del Rosario (lato ovest). L’altare del Crocefisso ha una decorazione in stucco bianco con parti dorate delimitata lateralmente da due colonne tortili nere; nel timpano vi è il gruppo scultoreo raffigurante l’Esaltazione della Croce. Il Crocifisso è cinquecentesco. Il paliotto in scagliola policroma con ghirlande di fiori, cornucopie, cartigli e uccelli reca al centro il Crocifisso. L’altare della Madonna ha un’iscrizione che ricorda la data dell’erezione: 1757. L’autore fu Giuseppe Casalgrandi di Correggio. La statua della Madonna è opera della scuola dei Graziani di Faenza. E’ stata acquistata nella seconda metà dell’Ottocento. I quadretti dei misteri del Rosario sono stati dipinti ad olio da autore anonimo del XVII secolo. L’altare originario è stato trasferito nella cappella dei santi patroni e ora vi è un altare in cemento dipinto a finto marmo. Nel presbiterio, l’altare maggiore marmoreo risale al 1843. E’ stato realizzato da Giacomo Maggi (che ha eseguito un probabile disegno di Cesare Costa). Nella controfacciata interna, la cantoria è stata rifatta nel 1846. Fino alla metà del secolo scorso ospitava un organo Montesanti. Ora vi è un Crocefisso ligneo proveniente dall’Abbazia della SS. Trinità (XVIII sec.).
Illuminazione
L’illuminazione naturale della chiesa è favorita dalla presenza di sei finestroni nella parte alta e dalle finestre rettangolari dell’abside. L’illuminazione artificiale è garantita sia da fonti indirette puntate sui sistemi voltati che da fonti dirette puntate sulla navata. Altri punti luce sono presenti negli altari laterali. Punti luce privilegiati illuminano l’altare maggiore e il Crocefisso alla base del presbiterio.
Prospetti
La facciata è rivolta a sud. Prospetta sulla piazza principale del paese ed è suddivisa su due piani. Al piano inferiore sono posti tre ingressi, dei quali quello centrale con architrave ad arco, reca l’iscrizione dedicatoria ai santi titolari. Al piano superiore è presente una lunetta cieca e un orologio con quadrante circolare. Il corpo centrale aggetta sensibilmente dalle ali laterali grazie ad una doppia coppia di lesene prive di capitello, stilizzate a formare una specchiatura che si ripete al livello superiore, ma con un ulteriore piano rientrante. La parte sommitale è risolta con un timpano arcuato. La facciata è stata oggetto di risanamento e tinteggio alla fine degli anni ’80 del Novecento con la tecnica dell’affresco a guazzo con calce e terre colorate. Sulla sommità delle ali laterali sono poste due guglie piramidali. I quattro vasi con fiaccole posti sopra il timpano ad arco sono caduti in seguito al sisma del 2012 e sono in attesa di restauro. Su uno di essi è incisa la data 1772. La croce in ferro battuto, restaurata nel 1994, riporta l’incisine “1771 Giuseppe Bianchi fecit”.
Coperture
E’ presumibile che la struttura di sostegno della copertura sia ad elementi lignei. Il manto è in coppi.
Pavimentazioni
La pavimentazione della chiesa è in lastre di marmo bianco e nero posato in diagonale. Nel presbiterio sono state impiegate lastre di marmi color ocra.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1965-75)
Rimozione balaustra.
presbiterio - aggiunta arredo (1965-75)
Collocazione mensa per la celebrazione rivolta verso l’assemblea.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Vicariato di Guastalla
Parrocchia di Santi Gervasio e Protasio Martiri

Piazza Roma - Campagnola Emilia (RE)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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