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Chiesa dei Santi Canziani Martiri <San Canzian d'Isonzo>
Data ultima modifica: 10/02/2017, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Canziani Martiri


Altre denominazioni Chiesa dei Santi Martiri Canziani


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)



Notizie storiche  I (?) - IV (?) (preesistenza intero bene)
Esistenza di un sito romano; i resti murari rinvenuti si riferiscono ad edifici probabilmente d’uso domestico.
inizio IV - inizio IV (preesistenza intero bene)
Trasformazione dell’area a funzione cimiteriale, dove trovarono sepoltura anche i fratelli martiri Canzio Canziano e Canzianilla, uccisi nel 304; a questa fase è stata fatta risalire un’esedra - di cui è stato scoperto il basamento e parte della pavimentazione in coccio pesto - costruita probabilmente ad esaltare la tomba dei tre fratelli martiri.
IV - IV (preesistenza intero bene)
Costruzione di un primo edificio di culto, ad impianto basilicale, che si sviluppava sulla precedente area di sepoltura, occupando la zona adiacente all’attuale parrocchiale.
550 - 550 (preesistenza intero bene)
Rifacimento del precedente edificio e realizzazione di un nuovo pavimento musivo.
VIII - X (preesistenza intero bene)
Ampliamento della basilica con la costruzione di due bracci laterali e di un ampio vano addossato alla parete orientale dell’edificio; i reperti murari rinvenuti fanno presupporre sul lato meridionale l’esistenza di un corridoio esterno che affiancava l’aula; in quest’epoca fu rifatto il nartece, a cui fu annesso sul fronte, in posizione centrale, una sorta di protiro.
819 - 819 (preesistenza intero bene)
In un diploma di Ludovico il Pio del 17 febbraio 819 è citato un monasterium di Santa Maria costruito in onore dei Santi Canziani.
X - XIV (preesistenza intero bene)
In seguito ai gravi danni riportati in un incendio probabilmente appiccato durante le incursioni degli Ungari, la chiesa fu ricostruita sul medesimo sedime in forme romanico-gotiche, riducendone le dimensioni di circa un metro in larghezza.
XVI - XVI (costruzione intero bene)
Costruzione ex novo dell’attuale chiesa, in seguito alla dismissione dell’edificio paleocristiano avvenuta in epoca tardomedievale; l’edificio probabilmente era composto da un’aula rettangolare disposta trasversalmente con un presbiterio ad abside pentagonale; l’ingresso era posto nel fianco sinistro dell’aula e sul lato opposto era annessa la sacrestia.
1536 - 1536 (consacrazione intero bene)
Prima consacrazione della chiesa avvenuta nel 1536.
1578 - 1578 (ampliamento intero bene)
Ampliamento della chiesa che interessò in particolare la navata che fu circa triplicata nella sua lunghezza.
1593 - 1593 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu consacrata il 13 giugno1593.
1675 - 1675 (ampliamento intero bene)
Ampliamento della chiesa con l’annessione di tre locali lungo il fianco destro della navata, inglobando l’antica sacrestia ed adibendo l’ambiente in corrispondenza della facciata a battistero.
1698 - 1701 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione degli altari laterali della Madonna del Rosario e di Sant’Antonio di Padova; quest’ultimo fu posizionato nella nicchia che si apre lateralmente nella navata, di fronte al quale fu spostato l’altare di San Sebastiano.
1724 - 1735 (ampliamento intero bene)
Rifacimento ed ampliamento della chiesa. Dapprima, nel 1724, fu messo mano al presbiterio, prolungandolo sul retro e concludendolo con una nuova abside. Nel 1735 fu ampliata ulteriormente la navata, allungandola oltre la facciata. Probabilmente in quell’occasione fu realizzata anche la cantoria, la cui scala d’accesso fu collocata in un ambiente annesso al fianco destro della navata, leggermente arretrato rispetto la linea della facciata.
1735 - 1735 (costruzione esterno della chiesa)
Erezione della torre campanaria, addossata al fianco sinistro della navata, leggermente arretrata rispetto la linea della facciata.
1750 - 1767 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione dell’altare maggiore, inizialmente ad opera dello scultore Paolino Zuliani a cui nel 1765 succedette Carlo Picco.
1778 - 1778 (rifacimento interno della chiesa)
Realizzazione del controsoffitto piano e intonacato a copertura della navata; probabilmente in precedenza la navata mostrava la struttura della copertura a capriate lignee a vista.
1830 - 1830 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione del pulpito ligneo, posto nel fianco destro tra l’altare laterale e la porta d’ingresso alla cappella battesimale.
1905 - 1905 (ampliamento intero bene)
Costruzione della nuova sacrestia, adibita a scuola di catechesi – attualmente ad Antiquarium Cantianense – in posizione simmetrica all’altra sacrestia, tra il presbiterio e l’altare laterale nella nicchia al centro del fianco della navata.
1920 - 1920 (rifacimento intero bene)
In seguito ai gravi danni riportati durante la prima guerra mondiale, soprattutto legati allo scoppio di una bomba, il presbiterio versava in condizioni precarie tali da rendere necessaria una sua demolizione e ricostruzione ex novo; nella riedificazione fu diminuita la sua profondità.
1963 - 1967 (campagna di scavi intero bene)
Realizzazione di tre campagne di scavi, condotte sotto la direzione del prof. Mario Mirabella Roberti, che interessavano l’area a Nord Ovest della parrocchiale. In quest’occasione fu scoperta la basilica paleocristiana e fu rinvenuta la tomba marmorea contenente le reliquie che in base ad approfonditi studi antropologici possono essere attribuite ai Santi Canzio, Canziano e Canzianilla.
2014 - 2014 (rifacimento intero bene)
Intervento di rifacimento che interessò la copertura che versava in condizioni precarie.
2014 - 2016 (restauro interno della chiesa)
Progetto di restauro generale della chiesa redatto dagli architetti Ferigutti e Vecchi. Risanamento delle strutture murarie lungo il basamento deteriorati a causa dell’umidità di risalita; restauro e pulitura degli intonaci, con rimozione parziale delle porzioni staccate dal supporto murario e sostituzione degli stessi, sia al basamento, sia nel soffitto della navata ed in particolare della volta presbiterale, dove la maggior parte della superficie era staccata dalla superficie di ancoraggio; consolidamento e restauro delle modanature e cornici che completano i soffitti. Consolidamento degli intonaci delle spallette delle finestre, danneggiati dalle infiltrazioni d’acqua. Sostituzione della pavimentazione della navata e del presbiterio. Ripitturazione dell’interno. Sostituzione dei serramenti metallici delle finestre e restauro dei serramenti lignei quali il portale d’ingresso e le porte di accesso secondarie. Nell’occasione sono stati rinnovati anche gli impianti tecnologici.
2014 - 2016 (restauro facciata)
Progetto di restauro della facciata principale su progetto degli architetti Ferigutti e Vecchi. Risanamento della fessura in facciata, rinforzando la zona con fibre di carbonio. Pulizia e ritinteggiatura della superficie muraria, invertendo l’originario contrasto di chiari-scuri, che però era da considerarsi migliore come soluzione per valorizzare l’effetto plastico alla facciata.



Descrizione  La parrocchiale di San Canzian d’Isonzo, dedicata ai Santi Canziani e costruita sul loro luogo di sepoltura, si ricollega ad una tipologia di chiese ben radicata sul territorio, ad impianto basilicale secondo una matrice veneta, trasmessa attraverso maestranza friulane. Il suo impianto deriva da una serie di ampliamenti e rifacimenti di un primitivo edificio di epoca cinquecentesca edificato sul sedime delle storica basilica paleocristiana andata in rovina nel corso del XIV secolo e portato al suo aspetto attuale nel corso del Settecento, come molte altre chiese del territorio. Alla stessa epoca risale anche l’erezione della torre campanaria. Anche gli interni sono completati con altari ed arredi liturgici tardo seicenteschi - anche se subirono alcuni rimaneggiamenti nel corso del tempo -, anch’essi caratterizzati da influenze artistiche venete mentre l’altare maggiore presenta forme più ariose tipiche dello stile barocco.

Preesistenze
Nell’area circostante la parrocchiale trovano posto importanti reperti riferibili a svariate epoche che testimoniano l’antichità del luogo, sia dal punto di vista storico sia come luogo di culto cristiano. Le tre campagne di scavi condotte tra il 1963 ed il 1967 portarono infatti in luce una basilica di epoca paleocristiana che si sviluppava a Nord - Ovest dell’attuale chiesa (solo la torre campanaria ne invade una porzione) fino alla canonica, il cui invaso ad oggi è messo in luce nella pavimentazione del sagrato. L’edificio era costituito da un’aula rettangolare senz’abside - sul modello aquileiese - orientata ad Est – Nord Est, piuttosto grande (le dimensioni sono di 16x32 metri), preceduta da nartece. All’interno sono stati rinvenuti lacerti di mosaico su diversi strati, attribuibili ad epoche successive; quelli ad un livello che vanno dai -50 ai -10 cm dal piano di campagna - costituiti da mosaici policromi a motivi geometrici, a stella, cerchi, esagoni e fiori e dal particolare motivo vegetale stilizzato denominato a “chele di granchio” - sono riferibili ad un rifacimento realizzato nel VI secolo, il cui pavimento musivo era costituito da otto tappeti a vari motivi geometrici, costituiti da quattro rettangoli che affiancavano una solea centrale ed una parte presbiterale tripartita con al centro l’altare; nella parte più occidentale dello stesso pavimento furono ritrovate sette epigrafe, lacunose, che riportano i nomi di chi ha contribuito alla realizzazione della basilica. Il mosaico posto al livello inferiore, risalente alla fase originaria della basilica di metà del IV secolo, invece è a tessere bianche nere, verdi e rosse, e presenta un’intelaiatura di rettangoli, esagoni schiacciati e ottagoni. Sotto la pavimentazione, in corrispondenza dell’asse costitutivo della basilica, fu scoperta una tomba, che gli esami antropologici e morfometrici dei resti ossei rinvenuti all’interno hanno permesso di attribuirla ai Santi Canziani. La tomba originariamente era completata da un’esedra, che sorgeva ad Oriente: il manufatto, orientato stranamente ad Occidente, era concepito in maniera assestante e si può collegare ad una funzione commemorativa – si presume inoltre che contenesse un’epigrafe dedicata ai Santi Canziani; altre tre tombe di epoca romana precedente si trovavano nella stessa zona ed una quarta tomba fu trovata all’esterno della basilica. La basilica paleocristiana fu ampliata in epoca carolingia e, distrutta ed incendiata nel X secolo durante le incursioni degli Ungari, fu ricostruita in forme romanico-gotiche, anche se di questa fase non vi sono ulteriori fonte che consentano di stabilirne le caratteristiche. L’origine romana del sito trova inoltre conferma inoltre nelle lapidi iscritte incluse nel muro esterno della chiesa risalenti per la maggior parte al I secolo d.C.- in particolare si ricorda quella di Lucio Canzio Vero, dalla cui famiglia deriva il nome stesso del paese; inoltre nel prato circostante la chiesa sono stati posizionati alcuni sarcofagi di epoca romana, mentre i resti scoperti sul posto sono visibili nell’Antiquarium Cantianense. Sul luogo della tomba dei martiri invece è stato creato un altare commemorativo.
Impianto planimetrico
Alle spalle del presbiterio corre la strada pubblica, mentre la chiesa si affaccia su una piazzetta interna che funge da sagrato - con una breve fascia pavimentata in lastre rettangolari in pietra grigia nei pressi dell’ingresso – dove sul lato di fronte sorgono la canonica e le opere parrocchiali. L’edificio orientato ad Est, si caratterizza per una configurazione planimetrica semplice, composta da un’unica navata longitudinale - con due nicchie rettangolari in posizione centrali su entrambi i fianchi e gli spigoli verso il presbiterio smussati a 45° fino raccordarsi all’arco santo – e di un presbiterio a base rettangolare concluso sul fondo da un’abside triangolare - gli spigoli verso la navata sono smussati seguendo una curva concava. A destra della navata sono annessi tre ambienti a pianta rettangolare: quello verso il presbiterio, ed accessibile da questo, è adibito a sacrestia, quello verso la facciata a cappella dell’orazione silenziosa - dove trova posto anche il fonte battesimale -, quello centrale funge da atrio d’ingresso dall’esterno mentre il piano superiore, che si estende anche sopra la cappella è destinato a deposito. In posizione simmetrica alla sacrestia, sul fianco sinistro è annesso un vano longitudinale denominato Antiquarium Canzianese dove sono conservati svariati reperti rinvenuti sul luogo. Sempre sul fianco sinistro, leggermente arretrata rispetto la linea della facciata, si erge la torre campanaria a pianta quadrata; sull’altro lato sporge dal corpo della chiesa l’ambiente in cui sono collocate le scale che portano alla cantoria. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 31,85 ml; larghezza 9,38 ml e altezza navata 9,24 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, intonacate e tinteggiate di color ghiaccio, con le modanature differenziate di bianco, ad eccezione delle lesene della facciata e del fondo del fregio che sono grigi. La facciata principale, a capanna, è scandita verticalmente da quattro lesene, impostate su un basamento in pietra e desinate da capitello dorico, sopra a cui corre un fregio decorato con triglifi e metope raffiguranti nelle fasce laterali un cartiglio e un rametto di palma, simbolo del martirio, e in posizione centrale lo stemma del patriarca di Aquileia e primo arcivescovo di Udine, Daniele Delfino, tra due alabarde probabilmente in memoria dell’antica appartenenza al Vescovado di Trieste. Al centro della facciata si apre il portale d’ingresso, inquadrato in pietra e sormontato da un architrave che sorregge un frontone semicircolare con cornici dentellate, interrotto al centro da una statua raffigurante la Madonna con il Bambino impostata su due volute contrapposte che fungono da piedistallo e protetta seriormente da un baldacchino lapideo; sopra vi è un rosone circolare mentre nelle fasce laterali sono ricavate due nicchie absidate e centinate, attualmente vuote. A conclusione un frontone con geison orizzontali ed obliqui aggettanti e occhio polilobato di piccole dimensioni al centro del timpano. Le facciate laterali presentano delle discontinuità dettate dagli ambienti annessi, una semplice cornice concava percorre l’intero edificio sotto la linea di gronda; su ciascun lato, in corrispondenza della navata, si apre un finestrone rettangolare ed, in posizione centrale, una finestra a mezzaluna mentre le aperture del presbiterio, sempre disposte sui fianchi, sono organizzate su due registri sovrapposti che comprendono una finestra rettangolare sotto ed una mezzaluna sopra. Si differenzia nettamente la soluzione della facciata settentrionale dell’Antiquarium, in stile neorinascimentale, tripartita da tre semicolonne che sorreggono una trabeazione con fregio iscritto con la frase biblica in latino “LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME”; in ciascuna fascia si apre una finestra rettangolare, protetta da una finta balaustra e sormontata da un timpano sostenuto da due colonnine laterali; a conclusione della facciata un frontone triangolare con occhio circolare nel timpano. Nel muro esterno, soprattutto nel fianco sinistro, sono inserite svariate lapidi con iscrizioni di epoca romana e, sopra la porta della sacrestia, è murato un bassorilievo lapideo raffigurante il leone di San Marco.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata, cinque nel presbiterio - con manto in coppi. All’intradosso la navata presenta un controsoffitto piano mentre il presbiterio è sormontato da una volte a botte con due lunette laterali e a cui si intersecano una vela di raccordo all’arco santo e tre vele in corrispondenza dell’abside, di cui la centrale lunettata.
Apparato decorativo
L’assetto attuale degli spazi interni della chiesa deriva dal rifacimento settecentesco, riproposto senza particolari alterazioni dell’aspetto nell’intervento di ricostruzione del presbiterio e restauro generale dopo la prima guerra mondiale. Gli interni sono intonacati e ritinteggiati nl recente restauro discostandosi dalle precedenti tinte tenui sui toni del beige con le modanature differenziate di grigio: color crema per le pareti, bianco per le modanature, il soffitto della navata rosa al cui centro si colloca una specchiatura longitudinale a sfondo grigio che comprende tre cornici modanate dipinte di celeste, ripreso poi nella volta presbiterale. La navata ha i fianchi modulati da lesene ioniche che la scandiscono in tre semicampate ed altrettante campate; sopra ai capitelli una trabeazione con cornici modanate ed aggettanti, di cui l’inferiore limitata alle sole semicampate, corre lungo tutto il perimetro interno, segnando l’attacco del controsoffitto piano, quasi ad incorniciarlo. Partendo dall’ingresso, la prima semicampata è occupata dalla cantoria lignea sorretta da due colonne lapidee centrali e due semilesene esterne, tutte desinate da capitelli compositi: sotto è stata creata una bussola d’ingresso con serramenti in parte lignei in parte vetrati e addossato al fianco sinistro è stato posizionato il fonte battesimale; nella prima campata all’altezza della cantoria si aprono due finestroni rettangolari con vetri policromi; ai piedi addossati ai fianchi, trovano provvisoriamente posto i sarcofagi dei santi martiri Proto e Crisogono provenienti dalla locale chiesa di San Proto; nella successiva semicampata, nel fianco sinistro, protette da una teca in vetro, sono collocate le lastre originali che formavano la tomba dei Santi Canziani, mentre sull’altro lato vi è la porta che collega alla Cappella dell’Orazione. Nella campata centrale trovano posto due altari laterali contrapposti, inseriti entro una nicchia inquadrata da un arco a tutto sesto, inserita a sua volta entro un portale formato da elementi lievemente modanati, il cui architrave funge da piano d’imposta per la finestra termale soprastante. L’ultima campata prima del presbiterio, rialzata dalla navata mediante due gradini, può considerarsi una propaggine dello spazio presbiterale stesso, fatto avanzare nella navata per poter ospitare il nuovo altare rivolto verso il popolo; è caratterizzata da una forma trapezoidale, con i lati brevi piegati a 45°a raccordarsi con l’arco santo: lateralmente trovano collocazione gli altari laterali incassati entro due nicchie - più basse delle precedenti - inquadrate da un arco a tutto sesto, sopra cui è impostata una cornice modanata che corre lungo l’intero presbiterio, segnando la linea d’imposta per la volta di copertura. L’arco santo a tutto sesto, valorizzato da un profilo modanato, introduce al presbiterio, rialzato di altri due gradini; anche qui le pareti sono modulate da lesene ioniche angolari che valorizzano gli spigoli; a dominare questo spazio l’altare maggiore. Nel recente restauro è stata rifatta anche la pavimentazione proponendo nell’intera chiesa riquadri marmorei neri e grigio chiari alternati, posti in opera in diagonale già presenti nell’ampliamento presbiterale; al centro della navata, ai piedi del presbiterio, è inserita una lastra in pietra a copertura della tomba dei sacerdoti. La chiesa non presenta nessun apparato pittorico, ad eccezione di due tele ottocentesche di Matteo Furlanetto poste sopra gli altari ai lati dell’arco santo; l’unico ornamento è dettato da una fascia decorativa sui toni del grigio che valorizza gli archi della volta del presbiterio, trattata come un cielo stellato con al centro il monogramma di Cristo.
Apparato liturgico
Lo spazio presbiterale è occupato principalmente dall’altare maggiore, dedicato ai tre fratelli martiri Canziani, realizzato a metà Settecento, dall’altarista-scultore Paolino Zuliani dapprima e completata da Carlo Picco; l’altare è in marmo di Carrara, preceduto da un basamento marmoreo di tre gradini di marmo rosso di Verona; presenta una struttura a mensa ad urna, definita lateralmente da due volute a doppia mossa, sopra a cui poggia un tabernacolo costituito da un piccolo tempietto poligonale con colonnine in marmo giallo che sorreggono una fine trabeazione; l’alzata contempla due coppie di colonne corinzie sormontate da una trabeazione spezzata che sostiene due volute laterali ed un fastigio centrale impreziosito da un bassorilievo della colomba dello Spirito Santo entro una corona di testine alate. La mensa e i piedritti sono decorati con scene in bassorilievo relative alla vita e al martirio dei santi contenute entro eleganti cornici mistilinee con volute; in particolare sui piedritti sono rappresentate la partenza da Roma, l’arrivo ad Aquileia, il cammino ad Aquas Gradatas e la Cattura; sul paliotto della mensa il martirio; al centro dell’alzata è inserito il trittico raffigurante i Santi Canziani, opera tardo cinquecentesca attribuita al pittore Giacomo Secante proveniente dall’originario altare ligneo. In occasione del restauro sono stati recuperati e riposti i due portali marmorei che in origine completavano l’altare lateralmente, rimossi nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso. Nel muro dell’abside, ai lati dell’altare, sono ricavate due nicchie con porticina ottagonale, attorniata da una preziosa cornice marmorea a volute, atte a contenere gli Olii Santi e le Sacre Reliquie. Nella navata vi sono quattro altari: i due altari nella nicchie centrali della navata sono dedicati a San Sebastiano e a Sant’Antonio di Padova, rispettivamente a sinistra e a destra, mentre ai lati dell’arco santo si trovano gli altari della Madonna del Rosario in cornu evangelii e della Sacra Famiglia in cornu epistolae. Sono tutti altari a mensa a parallelepipedo, in pietra grigia con inserti marmorei policromi, che si sviluppano in altezza con una coppia di colonne con capitelli compositi che sostengono un timpano semicircolare con cornici dentellate, ad eccezione dell’altare del Crocifisso dove vi è una cornice orizzontale modanata e dentellata sormontata da un fastigio a volute con una serie di testine alate a coronamento, affiancato lateralmente da due monconi d’arco su cui poggiano due puttini. Gli altari, a coppie, presentano un aspetto più simile con i primi due più elaborati, arricchiti sul paliotto e all’esterno delle colonne in marmo nero dell’alzata, da decorazioni marmoree a volute e motivi vegetali; gli altari ai lati dell’arco santo, più essenziali, sono completati lateralmente da due ali modanate da lesene ed inserti marmorei a motivi geometrici. Al centro dell’alzata gli altari presentano una pala, mentre quello della Madonna è completato con la sua statua. Il fonte battesimale, riposizionato nella navata nei pressi dell’ingresso, è realizzato in pietra grigia, con il fusto a fuso ed il catino circolare con bacellature: sopra il coperchio in metallo dorato si erge la statuetta del Risorto.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1977)
È stata rimossa la balaustrata lapidea settecentesca che delimitava il presbiterio, in seguito donata ad un’altra chiesa; lo spazio presbiterale è stato prolungato oltre l’arco santo fino alla prima campata della navata dove è stato collocato un altare rivolto al popolo in pietra chiara di Orsera, composto da una mensa sostenuta da un basamento centrale a parallelepipedo in cui sono custode le reliquie dei tre fratelli martiri; a sinistra dell’altare è stato posizionato un leggio ligneo sostenuto da un pilastrino sempre in marmo chiaro; lungo i fianchi del presbiterio è stata mantenuta l’antica sede, costituita da stalli lignei.
navata - intervento strutturale (1977)
Il pulpito, che si ergeva nel fianco destro tra i due altari, è stato rimosso; il fonte battesimale fu spostato per un periodo ai piedi del presbiterio, mentre attualmente è stato ricollocato nella sua posizione originale, anche se la cappella battesimale è stata ampliata nelle dimensioni e adibita ora a cappella dell’Orazione Silenziosa.
navata - aggiunta arredo (2016)
Il fonte battesimale è stato posizionato nella navata, a sinistra dell’ingresso.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Ronchi dei Legionari
Parrocchia dei Santi Canziani Martiri

Piazza Santissimi Martiri - San Canzian d'Isonzo (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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