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19/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Nicolò Vescovo <Sagrado>
Data ultima modifica: 29/01/2015, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Nicolò Vescovo


Altre denominazioni S. Nicolò Vescovo


Ambito culturale (ruolo)  maestranze goriziane (costruzione edificio)



Notizie storiche  1711 - 1711 (preesistenza intero bene)
Rifacimento ex novo della chiesa, sul medesimo sito della cappella di Sant’Anna - la data era riportata nella nicchia sull’altare della Madonna e fu visibile sino al 1901.
1711 - 1738 (intitolazione intero bene)
All’intitolazione originale di Sant’Anna venne affiancata per un certo periodo quella di San Nicolò di Bari, sostituendo definitivamente la prima dal 1738.
1757 - 1757 (preesistenza interno della chiesa)
In occasione dell’elevazione della chiesa a curazia, dipendente sempre dalla chiesa madre di San Pier d’Isonzo, avvenuta il 14 aprile 1757, l’altare maggiore ligneo fu sostituito con uno nuovo in marmo. Nella chiesa vi erano altri due altari, lignei, dedicati a Sant’Anna e alla Natività della Beata Vergine.
1783 - 1783 (preesistenza esterno della chiesa)
Erezione del campanile, a destra del corpo della navata; nella cella erano ospitate tre campane e sul fusto fu collocato un orologio. La data di costruzione della torre era attestata da un’epigrafe andata persa nella prima guerra mondiale.
1789 - 1789 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa.
1796 - 1798 (preesistenza interno della chiesa)
Collocazione dell’altare laterale di San Rocco, proveniente dall’omonima chiesetta a Gradisca, soppressa in seguito alla riforma attuata da Giuseppe II e dell’altare della Beata Vergine del Carmelo, acquistato dalla chiesa di San Giovanni al Faro di Aquileia, anch’essa soppressa.
1807 - 1807 (completamento esterno della chiesa)
Realizzazione di una scalinata che dalla strada, percorrendo il declivio del colle, conduceva al sagrato della chiesa – la data era attestata da un’iscrizione andata perduta durante la prima guerra mondiale.
1812 - 1812 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa, avvenuta il 1.o marzo 1812 – si veda la scritta incisa nella pavimentazione del sagrato. Questa riconsacrazione avvenne probabilmente in seguito a qualche profanazione da parte dei francesi.
1816 - 1816 (ampliamento intero bene)
Costruzione di due cappelle laterali in prossimità dell’ingresso; la cappella a destra era dedicata alla Madonna Lauretana, con l’altare e la statua del XVI secolo trasportati dalla chiesa di San Giovanni di Duino a quella di Sagrado nel 1816 per volontà di Raimondo IX della Torre; la cappella a sinistra era vuota.
1837 - 1837 (completamento interno della chiesa)
Erezione della cantoria sopra l’ingresso; l’organo fu installato solo nel 1873.
1892 - 1892 (rifacimento con ampliamento intero bene)
La chiesa fu ampliata con la costruzione delle navate laterali, andando ad occupare l’area del cimitero, trasferito in un altro sito nel 1884.
1895 - 1895 (avvicendamenti intero bene)
La chiesa di Sagrado fu elevata a curazia indipendente nel 1786, poi, dal 1789 fu sottoposta alla parrocchia di Gradisca e ritornò ad essere curazia indipendente nel 1895.
1901 - 1901 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu riconsacrata dall’Arcivescovo di Gorizia cardinale Giacomo Missia il 20 ottobre 1901 - si veda la scritta incisa nella pavimentazione del sagrato. Vi era inoltre un’epigrafe posta sul muro della chiesa che testimoniava l’evento ma questa andò perduta nella prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (costruzione intero bene)
Ricostruzione della chiesa, sul loco della precedente, in seguito agli ingenti danni riportati nella prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (decorazione interno della chiesa)
Realizzazione delle pitture della chiesa e dell’affresco nel soffitto della navata eseguiti dal pittore Corrado Zimolo.
1923 - 1923 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa e dell’altare maggiore, impartita dall’Arcivescovo di Gorizia, Francesco Borgia Sedej, il 24 giugno 1923.
1923 - 1930 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione del pulpito nella navata di destra, a fianco dell’arco santo (1923) e delle nicchie marmoree degli altari laterali ad opera di Novelli, dove furono poste le statue della Madonna del Carmine e del Sacro Cuore (1925); acquisto del nuovo organo dalla ditta Kacin di Gorizia (1926).
1923 - 1930 (costruzione esterno della chiesa)
Ricostruzione della torre campanaria in sostituzione della precedente demolita durante la prima guerra mondiale. La posa della prima pietra fu fatta il 30 maggio 1923 ed i lavori terminarono nel 1924. La torre fu completata negli anni successivi con la collocazione di un orologio sul fusto.
1933 - 1933 (manutenzione straordinaria intero bene)
Riparazione del tetto della chiesa eseguito dall’impresa Marcuzzi.
1935 - 1935 (avvicendamenti intero bene)
La chiesa di Sagrado fu elevata a parrocchia nel 1935, con decreto dell’Arcivescovo di Gorizia Carlo Margotti. Il riconoscimento civile della parrocchia di San Nicolò avvenne nel 1953 con Decreto del Presidente della Repubblica.
1947 - 1947 (rifacimento intero bene)
Rifacimento di parte del soffitto ceduto in seguito allo scoppio di un grosso quantitativo di munizioni nei pressi della vicina stazione ferroviaria, causando la rottura di tre travi, correntini e del manto di copertura.
1950 - 1950 (completamento esterno della chiesa)
Realizzazione della nuova scalinata che dalla strada conduce al sagrato che precede la chiesa.
1964 - 1964 (completamento esterno della chiesa)
Collocazione sul fusto della torre campanaria di un nuovo orologio elettronico, realizzato dalla ditta Solaris di Pesariis. Nello stesso anno furono anche automatizzate le campane.
1966 - 1967 (manutenzione intero bene)
Lavori di riparazione del tetto e sostituzione delle lattonerie; ritinteggiatura degli esterni della chiesa e sistemazione delle modanature della facciata.
ab antiquo - ab antiquo (preesistenza intero bene)
Esistenza di una cappella dedicata a Sant’Anna, circondata dal cimitero.
anni’80 XX - anni’80 XX (restauro intero bene)
Lavori di manutenzione straordinaria che compresero la sistemazione del tetto, la sostituzione delle finestre, la tinteggiatura dell’edificio ed il rifacimento dei marciapiedi esterni e del sagrato. La ritinteggiatura della chiesa fu eseguita dei decoratori della ditta Martinelli di Staranzano nel 1982.
anni’80 XX - anni’80 XX (restauro esterno della chiesa)
Sistemazione della cella campanaria che interessarono il castello delle campane, le campane stesse e l’impianto motore; inoltre furono consolidate alcune parti delle cornici esterne.



Descrizione  La chiesa attuale di San Nicolò è frutto della ricostruzione effettuata negli anni Venti del Novecento a seguito degli ingenti danni riportati dall’edificio durante la prima guerra mondiale. La nuova chiesa fu eretta sul medesimo sito della precedente, riproponendo lo stesso disegno sia in pianta che in alzato. Il suo aspetto propone uno stile eclettico di fine Ottocento, con riferimenti al romanico e al neoclassico. L’interno è sobrio e non si segnalano elementi che denotino dei pregi artistici, né per l’apparato decorativo opera di un artista locale, né per l’apparato liturgico. Come per l’esterno, l’assetto si rifà a quello della precedente chiesa ed anche alcuni elementi, come l’altar maggiore, parzialmente distrutto durante la Grande Guerra, furono ricostruiti su modello dei precedenti.

Preesistenze
La statua di San Nicolò di Bari che dal 1942 trova posto nella nicchia in facciata proviene dalla precedente chiesa di San Nicolò dov’era collocata sull’altare maggiore. La chiesa di Sagrado in origine è sorta come cappella cimiteriale - da questa anche la dedicazione a Sant’Anna – in quanto vi venivano sepolti principalmente coloro che trovavano la morte nell’attraversamento dell’Isonzo. Fu a partire dal Settecento che la chiesa, completamente rifatta ed ampliata, iniziò ad assolvere alle funzioni di culto per gli abitanti della località. In questo periodo all’intitolazione originaria fu affiancata quella di San Nicolò di Bari, che sostituì definitivamente la prima dal 1738. La chiesa all’interno ospitava tre altari di legno; l’altare maggiore, dedicato al santo patrono, fu sostituito con uno marmoreo nel 1757; gli altri due altari, dalla relazione della visita pastorale di Carlo Michele d’Attems del 1753, si apprende che erano dedicati a Sant’Anna e alla Natività della Beata Vergine; a questi furono aggiunti altri due altari laterali. Sul finire del secolo accanto alla navata fu eretta anche la torre campanaria. Durante l’Ottocento la chiesa fu dapprima ampliata con la costruzione di due cappelle laterali a fianco della facciata che, tra la fine del secolo e l’inizio di quello successivo, furono conglobate nelle navate laterali. Durante la prima guerra mondiale andò quasi interamente distrutta.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un sagrato, delimitato da un muretto in pietra recentemente parzialmente demolito su un lato, a cui si accede da un’imponente scalinata che dalla pianura sale lungo il declivio fino alla chiesa, ubicata in posizione sopraelevata rispetto al paese, sulle pendici del Carso. L’edificio, rialzato dal sagrato da quattro gradini, è orientato ad Est ed è caratterizzato da una configurazione planimetrica composta da un’aula a pianta rettangolare, divisa in tre navate da due file di tre archi ed un portale, e di un presbiterio a base quasi quadrata, largo come la navata centrale e concluso sul fondo da un’abside semicircolare dal diametro più stretto. A destra del presbiterio vi è la sacrestia a pianta rettangolare, a sinistra, simmetrico alla sacrestia, un locale adibito a magazzino. Sul lato destro della chiesa, addossato al fianco della sacrestia ma con struttura autonoma, si erge il campanile. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 22,40 ml; larghezza 15,60 ml e altezza navata 8,89 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, interamente intonacate e tinteggiate in colore crema, mentre le modanature sono differenziate con il colore beige. La facciata, a salienti, è tripartita verticalmente da un doppio ordine di lesene coronate da capitelli ionici ellenistici; l’ordine inferiore è costituito da lesene binate agli estremi e da semilesene che separano internamente le fasce: sopra vi corre una trabeazione, caratterizzata da fregio liscio e cornici lievemente modanate, estesa su tutta la facciata, da cui si innalzano le falde di copertura laterali; la parte centrale, più alta, è definita da due coppie di lesene di ordine gigante, impostate sopra un alto zoccolo e sormontate anch’esse da una trabeazione uguale all’inferiore e, a sua volta, da un frontone triangolare con cornici modanate aggettanti nel cui timpano si apre un occhio circolare. Al centro della facciata si aprono il portale d’ingresso, inquadrato da una cornice in pietra scanalata e protetto da una mensola, e, sopra la trabeazione inferiore, una nicchia centinata che ospita la statua di San Nicolò di Bari in marmo di Carrara - la statua prima della prima guerra mondiale era posta sull’altare maggiore, in seguito fu restaurata e collocata in facciata nel 1942. Altri due ingressi, anch’essi inquadrati in pietra e protetti da mensola, si trovano in corrispondenza navate laterali. Le facciate laterali sono lisce e prive di finestre: le aperture si attestano in alto nei fianchi della navata centrale e del presbiterio, con quattro mezzelune per parte. Sul fianco sinistro, a terra, è appoggiata una lapide a memoria del cimitero che circondava originariamente la chiesa.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde (due nella navata e nel presbiterio, tre nell’abside) con manto in coppi. All’intradosso la navata centrale presenta una volta a schifo lunettata, le navate laterali sono coperte da controsoffitti piani, il presbiterio è sormontato da una volta derivata da quella a padiglione lunettata mentre in corrispondenza dell’abside vi è una volta a semicatino.
Campanile
Il campanile presenta una struttura autonoma, in adiacenza al fianco della sacrestia e rialzata di cinque gradini dal sagrato della chiesa. La torre, a base quadrata, è in pietrame; esternamente presenta un alto basamento in bugnato dove sul fronte si apre la porta d’ingresso ad arco, il fusto invece è intonacato; all’interno solai di piano e le scale di collegamento sono lignei. La cella campanaria, con rivestimento in lastre di pietra rettangolari, è definita inferiormente e seriormente da due cornici modanate aggettanti: su ogni lato si apre una bifora ad arco a tutto sesto protetta da una balaustra lapidea; all’interno vi sono ospitate tre campane sostenute da un castello metallico. Un alto tamburo ottagonale in mattoni con profili in pietra, in cui si apre una monofora su ogni lato, funge d’imposta per la copertura piramidale, anch’essa in mattoni. Sul fronte principale della torre, sotto alla cella, è collocato il quadrante dell’orologio pubblico.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa è piuttosto sobrio: le pareti sono intonacate e tinteggiate di colore beige, con un basamento più scuro, mentre lo sfondo della volta è sui toni del rosa tenue; la pavimentazione è realizzata in riquadri in pietra bianca e nera, posta in opera diagonalmente. L’aula è divisa in tre navate da due file di tre arcate - impostate su due colonne centrali e due semicolonne agli estremi, realizzate entrambe in pietra d’Aurisina - ed un portale in prossimità dell’ingresso; gli archi ed il portale creano anche una ripartizione trasversale dello spazio in quattro campate: nella prima campata all’ingresso, nel fianco destro si apre una nicchia absidata, inquadrata da un arco a tutto sesto, dove è collocato il fonte battesimale in pietra mentre la navata centrale è sormontata dalla cantoria lignea sorretta da due colonne in pietra; nelle restanti campate, su entrambi i lati, vi sono tre nicchie absidate e centinate, sollevate da terra, che ospitano delle statue (sul lato sinistro, partendo dal fondo si trovano le statue di Gesù Bambino, di San Nicolò di Bari e di San Giuseppe; sul lato destro quelle di Sant’Antonio di Padova, della Santa Croce e di Santa Teresa del Bambino Gesù). Concludono le navate laterali due altari. L’arco santo a sesto ribassato introduce allo spazio presbiterale, rialzato dalla navata di quattro gradini in pietra e delimitato da una balaustra marmorea: un altro arco a sesto ribassato, più stretto, inquadra l’abside semicircolare in cui è ospitato l’altare maggiore. La navata centrale e lo spazio presbiterale sono uniti da una cornice modanata ed aggettante, che percorre senza soluzione di continuità il perimetro interno sopra gli archi della navata e prosegue anche nel presbiterio, a segnare la linea d’imposta delle volte di copertura. Le volte sono arricchite da pitture realizzati dal pittore locale Corrado Zimolo in occasione della ricostruzione della chiesa degli anni Venti. Nella volta della navata, definita da una cornice rettangolare modanata, al centro, entro una cornice spezzata dipinta con effetto prospettico, è rappresentata la Gloria di San Nicolò; ai suoi estremi sui lati corti sono raffigurati due angeli, di cui, quello nei pressi del presbiterio, porta in mano un cartiglio con la scritta LAUDATE DOMINUM OMNES GENTES, quello verso la cantoria suona un violino. Una decorazione a motivi vegetali e conchiglie orna le vele in corrispondenza delle lunette laterali mentre nello spazio tra le vele sono inseriti dei clipei con le raffigurazioni di santi a grisailles. Il centro della volta del presbiterio è occupato dalla rappresentazione dello Spirito Santo, compresa entro una cornice rettangolare; le vele delle finestre ripropongono la decorazione vegetale della navata e nelle fasce ai loro lati, sono rappresentati i simboli dei quattro evangelisti, inseriti al centro di una decorazione verticale a girali e motivi vegetali che sale da un vaso. Nelle vele che raccordano la volta del presbiterio con l’arco santo e l’arco absidale sono dipinti rispettivamente la scena del pellicano che nutre con il proprio sangue i suoi piccoli e l’agnello di Dio, realizzate con tecnica a grisailles ed attorniati da decorazioni vegetali a spirali; nella vela di raccordo tra la navata e l’arco santo invece sono rappresentati simboli vescovili e biblici. La volta dell’abside presenta una decorazione geometrica che crea un effetto prospettico, con la ripetizione del motivo dell’ottagono in cui è inclusa una conchiglia.
Apparato liturgico
Lo spazio presbiterale, rialzato dalla navata mediante quattro gradini in pietra grigia, è delimitato da una balaustra marmorea. Sullo sfondo vi è l’altare maggiore, realizzato in marmi grigi, sui toni chiari e scuri a contrasto, e beige. Durante la prima guerra mondiale l’altare, realizzato ad inizio Novecento in occasione dell’ampliamento della chiesa, riportò gravi danni che consentirono la conservazione della sola parte inferiore mentre il resto fu ricostruito prendendo a riferimento lo stesso disegno del precedente, senza però riproporre la tribuna che sormontava il tabernacolo né recuperando le statue che lo arricchivano (di San Nicolò - attualmente in facciata -, di San Giovanni Nepomuceno in pietra d’Istria e due, più piccole, in marmo di Carrara, che rappresentavano Sant’Antonio e San Domenico). L’altare oggi è preceduto da un basamento di tre gradini in marmo in broccatello rosso ed è costituito da una mensa sostenuta ai lati da due colonnine ed appoggiata sul retro alla struttura dell’altare decorata sul fronte da tre clipei in cui è inscritto un motivo a stella; il tabernacolo è incluso in un’edicola composta da due colonnine laterali e volta a botte, inserita al centro del gradino d’altare ornato con specchiature in marmi screziati che costituisce l’alzata. Sul retro della struttura sono ricavate due nicchie in cui sono custoditi gli olii santi e le sacre reliquie. Ai piedi del presbiterio, nelle navate laterali, sono collocati altri due altari dedicati, alla Madonna del Carmine e Sacro Cuore di Gesù, rispettivamente in cornu evangelii ed in cornu epistolae. Gli altari hanno una struttura molto simile che si differenzia nella mensa. Impostati su un basamento di due gradini in pietra grigia, il primo altare è costituito da una mensa a parallelepipedo con paliotto decorato da motivi geometrici con inserti marmorei sui toni del giallo e nero a contrasto; l’altare del Sacro Cuore, sempre con mensa a parallelepipedo, ha i piedritti laterali piuttosto pronunciati che fuoriescono dal fondo decorato da un semplice motivo a croce. Le alzate invece sono costituite da una coppia di colonne in marmo nero con capitelli compositi che sorreggono un timpano semicircolare con cornice dentellata interrotta al centro: l’altare della Madonna nel timpano porta un vaso sorretto da due volute, in quello del Sacro Cuore il timpano è costituito da due ali laterali ed una testina alata interrompe anche la cornice inferiore. Entrambi gli altari al centro dell’alzata presentano una nicchia ad arco a tutto sesto protetta da una teca in vetro in cui sono ospitate le rispettive statue. A sinistra dell’altare del Sacro Cuore si erge il pulpito ligneo, accessibile dalla sacrestia: è caratterizzato da linee essenziali, sormontato da un semplice baldacchino. Sopra l’ingresso principale della chiesa, in corrispondenza della navata centrale, è collocata la cantoria lignea dove trova posto l’organo; nei pressi dell’ingresso laterale destro, nel fianco, è stata ricavata una nicchia absidata chiusa da un cancelletto in ferro, dove è ospitato il fonte battesimale in marmo nero.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
È stato aggiunto un altare ligneo rivolto verso il popolo ed è stato aggiunto un leggio mobile sulla destra del presbiterio. È stata mantenuta l’antica sede costituita da stalli lignei collocati lungo i fianchi del presbiterio ma sono state aggiunte tre sedute mobili con trono centrale sul lato sinistro del presbiterio, che costituiscono l’attuale sede. Inoltre, accanto all’altare rivolto al popolo, è stato posizionato un fonte battesimale mobile per eseguire il rito.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Gradisca d'Isonzo
Parrocchia di San Nicolò vescovo

Salita San Michele - Sagrado (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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