CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
19/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santo Stefano Protomartire <Fratta, Romans d'Isonzo>
Data ultima modifica: 29/01/2015, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Chiesa di Santo Stefano Protomartire


Altre denominazioni S. Stefano


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)



Notizie storiche  XII (?) - XIII (?) (costruzione intero bene)
Costruzione della chiesa.
XV - XV (ampliamento e rifacimento intero bene)
Rifacimento con ampliamento della chiesa e costruzione del campanile a vela, per volontà del parroco Marco Vasio.
metà 1400 - metà 1400 (decorazione interno della chiesa)
Esecuzione degli affreschi che ricoprono la parete destra della navata.
1678 - 1678 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione dell’altar maggiore - si veda scritta incisa sul fianco destro della mensa.
1694 - 1694 (ampliamento e rifacimento intero bene)
Rifacimento della chiesa e costruzione del portico che precede la chiesa, per volontà del parroco Carlo Lottieri, come è riportato sulla lapide immurata nella facciata del portico.
1912 - 1913 (restauro interno della chiesa)
Restauro degli affreschi tardo gotici raffiguranti scene del Nuovo Testamento, eseguito da Leopoldo Perco.
1942 - 1944 (restauro interno della chiesa)
Restauro degli affreschi tardo gotici raffiguranti scene del Nuovo Testamento, eseguito da Leopoldo Perco.
1989 - 1990 (restauro intero bene)
Intervento di restauro che comprese la demolizione della “cappella” del fonte battesimale sul fianco sinistro della navata, l’asportazione del pavimento in piastrelle di cemento bianche e nere - aggiunto sopra al precedente in cotto -, il rifacimento degli intonaci interni. In quest’occasione furono rimosse le scale in ferro e i solai di piano in cemento che erano stati aggiunti sul fusto del campanile, per consentire l’appoggio per lo scampanare e la manutenzione delle campane.
1989 - 1990 (restauro interno della chiesa)
Restauro degli affreschi.



Descrizione  L’attuale chiesa di Fratta è frutto di diversi rifacimenti ed ampliamenti che furono apportati nei secoli ed in parte messi in luce differenziandoli nel recente restauro. Il nucleo primitivo della chiesa risale al Duecento e a metà del Quattrocento l’interno fu arricchito con gli affreschi che ancora oggi rivestono i fianchi della navata nella parte anteriore. Nel corso del XV l’edificio fu ampliato e fu aggiunto il campanile a vela, come è testimoniato nella relazione della visita apostolica di Bartolomeo da Porcia del 1570; nella stessa relazione è rilevata l’esistenza dell’altare maggiore dedicato a Santo Stefano e di un altare dedicato a San Bonifacio di Magonza, entrambi con pala; vi è il fonte battesimale in pietra posto su una colonna e una pila dell’acqua santa, anch’essa in pietra sostenuta da una colonna; esternamente l’edificio era circondato dal cimitero chiuso da un muretto in pietra. Alla fine del Seicento la chiesa fu oggetto di un ulteriore ampliamento durante il quale è stato costruito il pronao che la precede e successivamente furono sostituiti gli altari lignei con quelli marmorei. Nella relazione della visita arcidiaconale di Sertorio Delmestri nel 1742 e da quella dell’arcivescovo Filippo Inzaghi a fine Settecento è citato l’altare dell’Immacolata e nella successiva quello di San Giovanni Nepomuceno, ma, seppur non vi siano fonti, probabilmente si tratta dello stesso altare a cui è stata cambiata l’intitolazione. Durante il corso del Novecento furono portati in luce e restaurati in due momenti successivi gli affreschi della navata e, a fine anni Ottanta, la chiesa fu sottoposta ad un restauro generale che interessò l’intera struttura, l’apparato decorativo e gli impianti.

Preesistenze
Durante l’ultimo restauro, con l’asportazione del pavimento sono emerse le fondazioni del muro che delimitava la primitiva chiesetta di Fratta e il nucleo originario della chiesetta, costituito da un’aula di lunghezza pari a 9 metri e larghezza 5 metri e mezzo.
Impianto planimetrico
La chiesa è orientata a Est - Nord Est. La configurazione planimetrica è molto semplice: l’edificio si compone di un’unica navata longitudinale, con due nicchie laterali in posizione centrale - di cui quella a sinistra più profonda -, e di un presbiterio a base quasi quadrata. Addossati al navata, sul lato sinistro vi sono la sacrestia ed un locale adibito a magazzino. Esternamente la facciata è preceduta da un pronao a pianta rettangolare, della stessa larghezza della navata, con un’apertura ad arco su ciascun lato, rialzato di tre gradini rispetto all’antistante sagrato. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 17,38 ml; larghezza 5,56 ml; altezza navata - colmo sotto trave 7,65 ml; altezza navata - catena di capriata 6,34 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame. L’edificio è interamente intonacato e tinteggiato in bianco e presenta lungo l’intero perimetro un basamento leggermente sporgente. La facciata principale, a capanna, è nascosta nella parte inferiore dal pronao che la precede e nella parte superiore dal campanile a vela che si erge sopra la facciata, spezzando anche la cornice modanata che corre sotto la linea di gronda lungo l’intero perimetro dell’edificio. Il pronao presenta sui tre lati un’apertura ad arco preceduta da tre gradini - fino ai lavori del 1990 l’acceso era consentito solo sul fronte principale mentre gli archi laterali erano chiusi da una balaustra - ed è sormontato da una copertura a tre falde con manto esterno in coppi e all’intradosso struttura lignea e sottomanto in tavelle a vista; sul fronte principale è immurata un’iscrizione che ricorda l’anno di costruzione del pronao stesso e del campanile. Quest’ultimo invece è costituito da un’alta struttura ad arco, in pietra a vista regolarmente sbozzata, i cui piedritti sono in aggetto rispetto alla facciata. Sopra alla trabeazione con fregio inscritto, vi è un frontone triangolare con cornice modanata, sotto cui, sul fronte principale, è collocato uno clipeo lapideo con lo stemma dell’aquila bicipite, simbolo degli Asburgo; l’intradosso dell’arco è tamponato da un paramento in pietra a vista più sottile in cui si apre una bifora campanaria. Sulla sommità del campanile lateralmente sono collocati due cippi e al centro la statua di San Pietro in Cattedra (?) in pietra che sorregge una croce in ferro. Sul basamento dei piedritti sono incise le scritte CO VASI [?] MD a sinistra e FATTO SOTTO GASPARINO a destra, che permisero di datare la realizzazione del manufatto. Al centro della facciata si apre il portale d’ingresso, inquadrato in pietra e sormontato da un architrave, affiancato lateralmente da due finestre rettangolari. Le pareti laterali presentano alcune discontinuità dettate dalle nicchie interne e dai locali annessi; nella navata in alto si aprono due mezzelune contrapposte e sul lato destro, di fronte alla sacrestia, una finestra ad arco ogivale; altre due finestre ad arco a tutto sesto con vetri policromi si aprono lateralmente nel presbiterio.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata e tre nel presbiterio - con manto esterno in coppi. All’intradosso, nella navata la struttura a capriate lignee, che formano sei campate, travetti e sottomanto in tavelle policrome - con disegno a rombi bianchi e rossi - è a vista, mentre il presbiterio è sormontato da una volta a crociera.
Campanile
Il campanile presenta una struttura a vela che si erge sopra alla facciata. È costituito da un’alta struttura ad arco sostenuto da due robusti piedritti, in pietra a vista regolarmente sbozzata, in aggetto rispetto alla facciata; è concluso da un frontone triangolare impostato sopra una trabeazione con fregio inscritto. L’intradosso dell’arco presenta un tamponamento costituito da un paramento in pietra a vista più sottile in cui si apre una bifora campanaria dove sono ospitate tre campane.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa presenta le pareti intonacate e tinteggiate color crema; nei recenti restauri sono state riportate in luce le precedenti fasi dell’edificio, come lo scanso dell’intonaco creato ad evidenziare le precedenti dimensioni ridotte della chiesa e la scopertura dell’attacco della copertura in controfacciata. Nell’impaginato ai lati della navata in posizione centrale si aprono due nicchie inquadrate da arco a tutto sesto in pietra, quella a destra con altare quella a sinistra con il fonte battesimale. La pavimentazione negli ultimi lavori è stata rifatta in cotto e nella navata comprende la lastra in pietra di copertura della tomba della famiglia Bevilacqua di Fratta. Le pareti della navata, nella parte verso il presbiterio, sono arricchite con cicli di affreschi, riscoperti nel secondo decennio del XX secolo ed in seguito restaurati. Datati alla seconda metà del Quattrocento e ricondotti alla pittura popolare friulana, rappresentano scene dell’Antico Testamento e della vita di Cristo; in quelli sul lato sinistro, più lacunosi, sono stati riconosciuti gli episodi del Peccato Originale e della Cacciata dal Paradiso Terrestre, una Crocefissione ed una Maria dolente; sempre su questo lato, verso il fondo della chiesa, vi è un affresco di epoca più recente raffigurante il Battesimo di Gesù. Il ciclo sul lato destro presenta undici riquadri distribuiti su due registri, mentre un terzo, superiore, è frammentario ed illeggibile; in quelli inferiori sono rappresentati la Natività, l’Adorazione dei Magi, l’Annunciazione, la Fuga dall’Egitto, l’Ingresso in Gerusalemme, l’Ultima Cena, la Lavanda dei piedi, la Flagellazione, l’Incoronazione di spine, l’Ecce Homo e la Salita al Calvario. L’arco santo invece è ornato da ricchi stucchi, attribuiti a Giovanni Pacassi e quindi datati a fine Seicento: l’estradosso dell’arco santo è composto da una fascia con motivi a girali al cui centro vi è un clipeo attorniato da due grappoli d’uva, mentre l’intradosso presenta un’alternanza simmetrica di motivi vegetali e rosoni, cherubini ed al centro vi è un medaglione nel quale è raffigurata una colomba.
Apparato liturgico
Il presbiterio è occupato quasi interamente dall’altare maggiore, dedicato a Santo Stefano; risale al 1678, come si può leggere sul lato destro della mensa, ma fu oggetto di diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. È composto da una mensa a parallelepipedo, impostata su un basamento di due gradini, con il paliotto decorato da tre inserti polilobati in marmo grigio scuro su fondo bianco; l’alzata invece è costituita da due colonne con capitello corinzio appoggiate a due lesene più esterne: sopra corre una cornice che regge due ali laterali a voluta: al centro vi è una pala. Sul ripiano della mensa, di epoca recente, poggia il tabernacolo a tempietto, in marmi policromi con quattro colonnine che sorreggono una cornice su cui è impostato il cupolino: sopra la porticina vi è inciso il monogramma di Carlo VI all’interno dell’aquila bicipite. Nel muro sinistro del presbiterio è ricavata una nicchia in cui sono conservati gli olii santi. Nella navata, nella nicchia laterale destra, vi è l’altare dedicato a San Pietro in Cattedra; è caratterizzato da una mensa ad urna, con profili in pietra d’Istria e paliotto in marmo rosso arricchito da una clipeo profilato da motivi vegetali e con al centro due palmette in marmo bianco di Carrara; nell’alzata, due colonne con capitello composito, appoggiate a due lesene esterne, sorreggono due ali d’arco spezzate su cui siedono due angioletti; al centro vi è la pala sopra a cui un’edicola con un clipeo in marmo rosso, conclusa seriormente da un arco spezzato, chiude il fastigio. Nella nicchia sul fianco sinistro invece è ospitato il fonte battesimale in pietra ed un armonium.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1990)
È stata realizzata una pedana in legno che dall’arco santo avanza nella navata come prolungamento dello spazio presbiterale, dove è stato collocato un altare in ferro rivolto verso il popolo e sulla destra dell’altare un leggio mobile in legno. La sede, costituita da un trono ligneo mobile, è posizionata a sinistra della gradinata dell’altar maggiore.
navata - intervento strutturale (1990)
Con la chiusura della nicchia che si apriva sul fianco sinistro della navata, verso il fondo alla chiesa, il fonte battesimale è stato spostato da questa posizione alla nicchia che si apre in posizione centrale sempre su questo lato. Sul fianco sinistro è inoltre presente l’affresco che rappresenta il Battesimo di Gesù, che probabilmente faceva da sfondo al fonte battesimale in una sua precedente collocazione.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Gradisca d'Isonzo
Parrocchia di Santa Maria Annunziata

Via P. Zorutti - Fratta, Romans d'Isonzo (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.