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18/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria e San Zenone <Corona, Mariano del Friuli>
Data ultima modifica: 05/02/2015, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria e San Zenone


Altre denominazioni Glesia di Santa Maria e San Zenon;S. Maria e S. Zenone


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)



Notizie storiche  1480 - 1480 (preesistenza intero bene)
Prime informazioni in merito all'esistenza della chiesa di Corona, citata nel testamento di Simone di Corona.
XVI - XVI (intitolazione intero bene)
Si attesta l'intitolazione della chiesa a Santa Maria e San Zenone.
1570 - 1570 (preesistenza intero bene)
Notizie in merito alla chiesa di Corona sono tratte dalla relazione della visita pastorale dell'abate Bartolomeo di Porcia. La chiesa era dotata dell'altare maggiore - con tabernacolo e con tre statue lignee, di cui una della Madonna e una di San Zenone - e dell'altare dei Santi Filippo e Giacomo in cornu evangelii; il fonte battesimale era in pietra come anche l'acquasantiera, sostenuta da una colonna istoriata; la facciata era sormontata da un campaniletto a vela. Esternamente era circondata dal cimitero ed era affiancata da un'angusta sacrestia.
1593 - 1593 (preesistenza intero bene)
Descrizione della chiesa da parte di Francesco Barbaro, coadiutore del patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, in visita pastorale a Corona; è stato aggiunto un nuovo altare dedicato a Sant'Antonio, che però non risulta in buone condizioni.
1699 - 1709 (costruzione intero bene)
Costruzione della nuova chiesa; i lavori iniziarono il 19 ottobre 1699 e terminarono nel 1709, come viene riportato nell'iscrizione sopra al portale. Furono eseguiti sotto la guida del vicario Ignazio Bruneti, del cappellano di Corona Giovanni Battista Tomasini, del cameraro Girolomo Aloisa e del capomastro Pietro Gianni Milanese.
1702 - 1702 (benedizione intero bene)
Con il permesso dell'arcidiacono, il vicario Ignazio Brunetti il 21 dicembre 1702 benedì de licentia la chiesa.
1715 - 1715 (completamento interno della chiesa)
In un documento del 4 dicembre 1715, riguardo ad una perizia di stima delle opere eseguite, viene indicata una spesa pari a 5655 lire, comprendenti anche la spesa "per il campanil fatto di novo sopra li coppi della medesima Veneranda ciesa con mettere in opera le campane come sta". Probabilmente ci si riferisce all'incastellatura delle campane, non alla costruzione dell'opera.
1721 - 1730 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione dell'altare maggiore ad opera dell'altarista e scultore goriziano Pasqualino Lazzarini e dallo scultore gradiscano Paolino Zuliani per quanto riguarda le statue.
1739 - 1739 (completamento intero bene )
La chiesa e la sacrestia furono intonacate esternamente; inoltre fu aperta una mezzaluna sulla facciata della chiesa.
1742 - 1742 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu consacrata il 22 agosto 1742 dal vescovo di Pedena (Istria) Bonifacio Cecotti, suffraganeo del Patriarca di Aquileia - si veda la lapide collocata sopra la porta della sacrestia.
1747 - 1749 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione di due altari laterali, uno a destra e uno a sinistra dell'arco trionfale (dedicati rispettivamente a Santa Caterina di Alessandria e Santa Apollonia) ad opera dello scultore e architetto Giovanni Mazzoleni.
1800 - 1850 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione del pulpito e della seconda parte della sacrestia.
1802 - 1802 (demolizione esterno della chiesa)
Nel 1802 fu demolito il cimitero che risaliva all'epoca della chiesa precedente ed era interamente circondato da un muro.
1827 - 1827 (completamento esterno della chiesa)
Erezione del campanile con copertura a cupola.
1850 - 1900 (decorazioni interno della chiesa)
Esecuzione dell'affresco sul soffitto della navata ad opera del pittore udinese Giuseppe Comuzzi.
1877 - 1878 (decorazioni interno della chiesa)
Realizzazione del nuovo pavimento ad opera dello scappellino Angelo Calligaris, in sostituzione del precedente in pietra cotta che versava in pessime condizioni.
1888 - 1891 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione della cantoria, con lavori di intagliatura e doratura eseguiti da Antonio Sgobaro.
1906 - 1906 (decorazioni interno della chiesa)
Esecuzione delle tempere sulla volta del presbiterio, ad opera del pittore Giulio Justolin di Cavenzano.
1906 - 1906 (completamento facciata)
Collocazione della statua dell'Assunta nella nicchia centrale della facciata.
1955 - 1955 (consacrazione altare interno della chiesa)
Il 5 agosto 1955 l'arcivescovo di Gorizia, mons. Giacinto Ambrosi, consacrò la nuova pietra sacra dell'altar maggiore e la mensa realizzata dallo scalpellino Minin di Ontagnano (Ud).
1991 - 1991 (restauro interno della chiesa)
Restauri del patrimonio artistico della chiesa e delle finiture interne.



Descrizione  L'attuale chiesa di Corona sorge in loco di una precedente chiesa, di cui mantiene l'intitolazione a Santa Maria e San Zenone. Corona dipendeva dalla pieve di Cormons nonché dalla vicaria di Medea. Alla fine del Seicento, sotto la guida del cappellano di Corona Giovanni Battista Tomasini, si iniziò la costruzione della nuova chiesa, che si protrasse per dieci anni e venne ultimata per quanto riguarda le parti strutturali nel 1709. La nuova chiesa di Corona fu aperta al culto con solenne benedizione il 21 dicembre 1702, ma la consacrazione avvenne appena il 22 agosto 1742. Nel corso del Settecento furono realizzati gli altari, prima quello maggiore, poi i due laterali. Ulteriori opere di completamento furono attuate durante tutto il corso dell'Ottocento; in particolare fu eretto il pulpito e ampliata la sacrestia, realizzato il nuovo pavimento e affrescato il soffitto della navata; sul finire del secolo venne costruita la cantoria; la chiesa venne sistemata anche esternamente: fu demolito il cimitero che circondava la chiesa ed eretto il campanile. L'apparato artistico della chiesa è stato restaurato negli anni Novanta del secolo precedente.

Preesistenze
La chiesa precedente risaliva forse già al XII secolo, anche se la prima fonte certa in merito all'esistenza della chiesa di Corona si evince dal testamento di Simone di Corona del 14 marzo 1480. L'edificio sacro era circondato da una centa, di cui è rimasta traccia fino in epoca recente, ed era orientata ad oriente -vedi la stella in pietra, tuttora conservata, che era collocata all'esterno dell'abside; aveva un campanile a vela con due campane ed intorno vi era, interamente circondato da un muro, un cimitero fruito sino al 1802. Nel 1699 la chiesa fu demolita per costruirne una nuova.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un sagrato rialzato di due gradini dalla quota della strada. L'edificio è orientato ad Ovest ¿ Sud Ovest. La configurazione planimetrica è molto semplice: l'edificio si compone di un'unica navata rettangolare, con una nicchia sul lato sinistro in fondo, e di un presbiterio a base rettangolare concluso sul fondo da un'abside poligonale. Sulla sinistra del presbiterio c'è la sacrestia a base rettangolare ed un locale annesso adibito a magazzino in cui vi è un servizio igienico e la scala lignea che conduce al pulpito; sul lato destro del presbiterio vi è il campanile. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 22,10 ml; larghezza 8,05 ml, altezza navata 8,26 ml e altezza presbiterio 7,93 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame. La facciata principale a capanna presenta un aspetto sobrio ed elegante; lateralmente è definita da due lesene tuscaniche, con basamento in pietra, sopra a cui corre una trabeazione con cornice modanata; quest'ultima prosegue anche lungo i fianchi dell'edificio, sotto la linea di gronda; a conclusione vi è il frontone, anch'esso con cornice modanata, al cui centro si apre un rosone con decorazione a raggiera. Il portale d'ingresso si colloca in asse con la navata: è inquadrato in pietra e coronato da un timpano semicircolare spezzato contenente la lapide cronogrammatica. Sotto la trabeazione vi sono tre nicchie, di cui in quella centrale si colloca la statua della Assunta, mentre le laterali sono vuote. Le facciate laterali sono lineari; su entrambi i lati della navata si aprono due finestre rettangolari in alto, mentre nel presbiterio vi è una finestra sul lato destro in basso ed in alto, su entrambi i lati, una mezzaluna. Le facciate sono interamente intonacate e dipinte di bianco, mentre le cornici e le modanature della facciata principale sono differenziate mediante una tinta grigia.
Coperture
La copertura della chiesa è costituita da una struttura a due falde con manto esterno in coppi. All'interno la navata presenta una copertura a volta a padiglione, con lunette laterali in prossimità delle finestre e lunette di raccordo con il presbiterio e con la controfacciata. Il presbiterio invece è sormontato da una volta a botte a cui si interseca una volta a catino in prossimità dell'abside, entrambe con lunette.
Campanile
Il campanile è addossato al corpo della chiesa, sul lato destro accanto al presbiterio ed è accessibile sia dall'esterno che dal presbiterio stesso. La torre campanaria, a base quadrata, esternamente è intonacata e tinteggiata color crema; all'interno recentemente i solai di piano e le scale lignee sono stati sostituti da solai in calcestruzzo armato e da scale metalliche. La cella campanaria presenta una monofora su ogni lato ed ospita tre campane, fuse nel 1949 e benedette il 4 agosto dello stesso anno dal Principe Arcivescovo di Gorizia Carlo Margotti. A conclusione vi è un tamburo ottagonale con archetti ed occhi, su cui è impostata la copertura a cupola con rivestimento metallico.
Apparato decorativo
L'interno della chiesa è intonaco e tinteggiato color crema, mentre le modanature si differenziano mediante una tinta grigia. Le pareti sono modulate da lesene, impostate su un alto basamento in pietra e desinate con capitelli tuscanici, sopra cui corre una cornice modanata e aggettante, che prosegue anche nel presbiterio, dove le lesene, più basse, sorreggono una trabeazione completa, con il fregio decorato a motivi floreali - grappoli d'uva che si alternano a querce intrecciate con palme. La pavimentazione ottocentesca è realizzata in riquadri di pietra di Aurisina bianca per l'invaso della chiesa e pietra bianca e nera per il presbiterio. La chiesa è arricchita da affreschi; al centro del soffitto della navata, entro una cornice polilobata, è rappresentata l'Immacolata, opera ottocentesca del Comuzzi; la decorazione del presbiterio invece è realizzata dallo Justolin: al centro della volta, una cornice ovale comprende la rappresentazione della colomba dello Spirito Santo, nelle lunette delle finestre, entro due cornici trapezoidali, sono raffigurati dei gigli bianchi legati con dei nastri blu su cui sono riportati dei versi sacri relativi all'Immacolata; nelle tre lunette dell'abside e nelle corrispettive vele sono rappresentati simboli cristologici; sempre dello Justolin sono le decorazioni a motivi floreali presenti nel sottarco e nella lunetta di raccordo tra l'arco santo e la volta della navata e le decorazioni in chiaroscuro con vasi di fiori, foglie d'acanto, girali e volute che adornano le lunette delle finestre e lo spazio sopra al cornicione, compreso tra queste.
Apparato liturgico
Il presbiterio presenta l'assetto originario: delimitato dalla balaustra marmorea, con il solo altare maggiore addossato alla parete di fondo. L'altare fu eseguito nel 1729 dall'artista locale Pasqualino Lazzarini, mentre le statue sono opera di Paolo Zuliani. Realizzato in marmi policromi - rossi, gialli, grigi, bianchi, neri - , con decorazioni e statue in marmo di Carrara, presenta una struttura a mensa con lati concavi, rialzata mediante tre gradini ed uno zoccolo; l'alzata è costituita da un alto tabernacolo con un bassorilievo raffigurante un calice raggiante, sormontato da un cupolino a cipolla. L'altare è dedicato all'Immacolata - la cui statua è collocata sopra il tabernacolo - e a San Zenone - la sua statua si trova sul piedritto a sinistra; vi sono inoltre le statue di San Giovanni Evangelista sul piedritto di destra, le statuine di San Pietro e di San Paolo nelle nicchie ai lati del tabernacolo e quella del Risorto in cima al cupolino. Sulla parete sinistra del presbiterio vi è la nicchia in cui sono conservati gli olii santi, la cui cornice è del XV secolo, mentre la portella lignea è una copia contemporanea di una del 1681. Gli altari laterali, opera dello scultore e architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni verso la metà del Settecento, sono dedicati rispettivamente a Santa Caterina, quello di destra, e a Santa Apollonia, quello di sinistra; in marmi policromi - rossi, grigi, gialli, bianchi - sono pressoché identici tra loro: preceduti da due gradini, con struttura a mensa chiusa lateralmente da due volute, sopra a cui sono impostate due colonne corinzie che sostengono due putti alati; si differenziano solo per i fastigi, che l'altare di Sant'Apollonia presenta una statua dell'Immacolata di Lourdes, l'altare di Santa Caterina una pala raffigurante la Santa con i Santi Sebastiano e Rocco. Sul fianco sinistro della navata si erge il pulpito ottocentesco, in legno con dorature, sormontato dal baldacchino. Sempre su questo lato, in fondo alla chiesa, si apre una nicchia absidata in cui è collocato il fonte battesimale in pietra, risalente al XVI secolo, chiuso da un recinto in ferro battuto realizzato nel 1806. Sopra l'ingresso, sostenuta da due colonne in ghisa ed accessibile per mezzo di scale collocate a destra dell'ingresso, vi è la cantoria lignea con organo: sul parapetto presenta dei trofei musicali dorati, opera dell'udinese Umberto Sgobaro.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (2000-2010)
È stata mantenuta la struttura originaria: sono state solo aggiunte cinque sedute lignee mobili collocate ai lati del presbiterio e due leggii lignei, uno posto sulla balaustra che delimita il presbiterio dalla navata, a destra, l'altro ai piedi del presbiterio, a sinistra.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Cormons
Parrocchia di Santa Maria e San Zanone

Via della chiesa - Corona, Mariano del Friuli (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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