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18/5/2024 Diocesi di Pinerolo - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria Assunta <Bricherasio>
Data ultima modifica: 25/05/2018, Data creazione: 5/10/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Ambito culturale (ruolo)  barocco piemontese (costruzione intero edificio )



Notizie storiche  1179 - 1179 (presitenza precedente edificio)
"S. Maria del Borgo, di cui si fa cenno in un documento del 1179". (Caffaro, 1908, vol.6, p. 560)
1223 - 1223 (presistenza precedente edificio)
"risulta il 30 ottobre 1223 con sicurezza". (Caffaro, 1908, vol.6, p. 560)
1286 - 1286 (preesistenza intero bene)
S. Maria del Borgo appare citata esplicitamente in un atto del 1286. (Caffaro 1903, VI, pp. 560 sgg.)
1374 - 1374 (preesitenze carattere generale)
Il 9 aprile 1374 fu ucciso dagli eretici il Beato fra Antonio Padovani, mentr'egli usciva di chiesa. (Caffaro 1903, vol. VI, p. 561)
1513 - 1513 (presistenza precedente edificio)
"Esisteva un fonte battesimale di marmo «Valde pulchrum e trovasi ad columna in medio ipsius ecclesie», probabilmente «questo fonte dev'essere quell’istessa pila per l’acqua santa che, con fori sull’orlo per sostenere la piramide battesimale, sussiste tuttora all’ingresso attuale della chiesa parrocchiale di S. Maria in Bricherasio. In essa si legge la seguente iscrizione a caratteri semigotici: credo in unum Deum patrem oniopotentem / fieri fecit 1513 […].» Il fonte era senza piramide conopeo e balaustra. L’altare maggiore è senza icona, l’altare de’ ss. Pietro e Paolo, è in pietra […]. (Caffaro, 1908, vol.6, p. 566-568)
1584 - 1584 (visita pastorale intero bene)
Il 20 settembre 1584 il delegato apostolico Angelo Peruzzi vescovo di Sarsina durante la visita pastorale nota che non vi è la sacrestia e ordina di realizzarla; l'altare maggiore in pietra è senza icona; si prescrive di provvederlo. "L'altare dei ss. Pietro e Paolo, a sinistra, è in pietra, sotto cappella con cancelli in legno, ma non imbiancata. L'altare di s. Maria delle Grazie ossia dell'Annunciazione, sotto cappella dipinta ed abbastanza decente e con mensa lapidea, si dovrà demolire se i patroni Cacherani entro quattro mesi non restaureranno l'icona rotta per vetustà. L'altare di s. Croce, denudato e indotato, viene concesso a G. Alloissio Morellio. L'altare di s. Antonio è sprovvisto di tutto e si comanda di demolirlo; l'altare di s. Nicolao è indecentissimo, mentre l'altare del consorzio della B. V. M. è in pietra ma difetta di icona, si ordina di coprire il tumulo ivi esistente." Le pareti della chiesa sono scrostate, il pavimento devastato". (Caffaro, 1908, vol.6, p. 567)
1584 - 1584 (preesistenza campanile)
Il 20 settembre 1584 il delegato apostolico Angelo Peruzzi vescovo di Sarsina durante la visita pastorale riferisce che il campanile e distrutto e si conservano due campane. (Caffaro, 1903, vol. 6, p. 568)
fine XVI - inizio XX (inizio lavori Altare dei Santi Francesco d’Assisi e Antonio Ab.)
"Questo altare è giunto a noi per buona parte nella sua originale veste settecentesca. Infatti l’altare si scagliola con motivi floreali e stemma araldico risale circa al 1690 e la pala con cornice rappresentante la Vergine Maria con Bambini […] è della fine del XVI sec. Sia sul paliotto che sulla tela si può notare raffigurato lo stesso stemma, quello della famiglia Ricca di Castelvecchio, nobili di Bricherasio con il motto Ubertate e fide. […] Le decorazioni murarie, dove sono rappresentate Dio e gli angeli, così come le parti marmoree della mensa d’altare, sono legate a una campagna di lavori del primo ‘900". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
1594 - 1594 (distruzione precedente edificio)
Sul finire del secolo, durante un nuovo attacco francese al ducato sabaudo, la chiesa viene presa d’assalto. Gli invasori, asserragliata tra le mura, trovano in questo luogo la loro sconfitta.» (Bertea, 2012, p. 14)
1595 - 1595 (visita pastorale intero bene)
La chiesa non figurava ancora nel 1595, data della prima visita pastorale al paese dopo l’assedio. (Bertea, 2012, p. 14)
1596 - 1596 (registri carattere generale)
Inizio dei registri parrocchiali (1596). (Archivio Parrocchiale)
XVII - XVII (inizio lavori Altare maggiore)
«Si innalza maestoso nel presbiterio l’altare maggiore ligneo, opera per gran parte di fine '600 e molto vicina all’arte dell’intaglio biellese. La struttura, una sorta di doppio baldacchino disseminato di angeli, culmina nella parte centrale con la statua dell’Assunta. La dedicazione posta in alto, datata 1725 reca scritto Dom Dei Pareq Virgini Assumpte sacrum e si rifeirebbe a un intervento postumo del Comune che, oltre a dorare l’intera struttura, la concluse ponendo in alto il proprio stemma. Degno di attenzione è anche il paliotto dell’altare raffigurante la cena in Emmaus, opera del 1892 di un allievo dello scultore torinese Pietro della Vedova. Ai lati del presbiterio, sopra i banchi riservati un tempo all’amministrazione comunale e ai confratelli della compagnia del SS. Sacramento, ci sono due splendide tele della prima metà del ‘700, provenienti probabilmente della stessa bottega. […]». (Bertea, 2012, p. 14)
XVII - XIX (inizio lavori altare del Santo Rosario )
«Salendo tre gradini, a fianco dell’altare di San Giuseppe, ci si trova davanti l’altare del Santo Rosario. La pregevole struttura architettonica nella parte superiore seicentesca e in quella inferiore ottocentesca ospita due tele.» (Bertea, 2012, pp. 15-17)
XVII - 1902 (inizio lavori Altare di San Giuseppe )
"L’ultimo altare della navata laterale destra è quello di San Giuseppe, privo ormai della sua tela, ma ornato di una bellissima macchina d’altare alta quasi fino alla volta. La struttura seicentesca in legno policromo ripropone la facciata di una chiesa abbellita con volti di putti e angeli. Al centro della struttura si trova una statua lignea di San Giuseppe con il bambino in braccio del 1902. La mensa d’altare e le decorazioni sulla parete risalgono al 1883". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
1602 - 1602 (riedificazione intero bene)
«La prima attestazione certa della presenza dell’odierna parrocchiale, almeno nelle strutture, proviene da una documento del 1602 che il canonico Caffaro trovò nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Torino […]. Probabilmente la chiesa non doveva essere stata iniziata da molto se non figurava ancora nel 1595, data della prima visita pastorale al paese dopo l’assedio. (Bertea, 2012, p. 14)
1611 - 1613 (inizio lavori intero bene)
Lavorò al cantiere, tra il 1611, e il 1613, una squadra di muratori provenienti da Lugano, Graia, Andorno e Moretta: luoghi significativi per una possibile paternità Biellese dell’Altare Maggiore, come si potrà leggere più avanti. […] bisognerà aspettare almeno un secolo per vedere compiuti gli altari laterali.» (Bertea, 2012, pp. 12-14)
1670 - 1670 (fine lavori intero bene)
"Demolitasi, per ragioni di guerre, l'antica chiesa parrocchiale esistente sul poggio, se ne costruiva un'altra, l'attuale nel piano, verso il 1670. Il fonte battesimale viene aggiunto nel 1676. Nel 1690 la chiesa veniva danneggiata dalle soldatesche". (Caffaro, 1903, vol. 6, p. 573) Verso il 1670 la parrocchiale si presenta ai contemporanei con l’odierna planimetria: tutto è stato intonacato, il pavimento è ben strutturato e il tutto è impreziosito dalla presenza dell’Altare Maggiore.. […]. (ACP)
1670 - 1749 (carattere generale intero bene)
Nel 1749 si ha notizia della chiesa parrocchiale eretta nel 1670. (Don Giorgio Grietti, 2017, p. 112)
1679 - 1679 (crollo campanile)
"Il campanile, situato a sinistra del presbiterio per chi entra in chiesa, possiede tre campane, utilizzato anche dal Comune, crolla danneggiando una parte del tetto adiacente. La parte bassa della struttura, rimasta in piedi, viene riutilizzata come base per la costruzione di uno spazio adibito ad archivio e sala comunale; mentre le campane, con l’aiuto del Comune, vengono collocate nella torretta che affianca l’odierna casa parrocchiale".(Bertea, 2012, pp. 12-14)
fine XVII - XIX (inizio lavori L’altare dell’Immacolata Concezione )
"Dal presbiterio spostandosi nella navata laterale sinistra si trova l’altare dell’Immacolata Concezione, risalente al 1904 e rivestito in marmi fin sulla parete. Come ci ricorda la lapide sulla sinistra fu rimesso a nuovo proprio nel cinquantennio della proclamazione del dogma a cui è intititolato. La pala d’altare che lo impreziosisce è opera datata 1873 e autografata da Rodolfo Morgari, pittore torinesi figlio d’arte. In esso sono rappresentati la Vergine Immacolata con san Francesco di Sales, vescovo francese e Dottore della Chiesa, e San Francesco Saverio, gesuita. Al centro del controaltare si possono notare, in bronzo dorato, gli stemmi delle due famiglie che ebbero l’altare in proprietà: i Ricca di Olcenengo a sinistra e i Ricca di Castelvecchio a destra. Alla destra e alla sinistra dell’altare ci sono due oleografie di fine ‘800" l'altare è di proprietà del Conte Carlo Cacherano (1699). (Bertea, 2012, pp. 15-17)
fine XVII - fine XIX (inizio lavori Altare della Visione di San Giovanni Evangelista )
«Lungo tutta la navata laterale sinistra, questo è l’unico altare che possiede ancora la mensa e il paliotto originale di fine seicento. Una lastra intarsiata con giochi di fiori e animali porta al centro l’immagine di San Giovanni Evangelista con l’aquila. L’alzato della mensa come le decorazioni parietali sono del 1886, anno in cui l’altare fu rimesso a nuovo. La pala d’altare autografata del Leani, 1886, è un unicum nella produzione artistica del paesaggista torinese.». (Bertea, 2012, pp. 15-17)
fine XVII - fine XIX (inizio lavori L’altare della Crocifissione )
"Proseguendo lunga la navata laterale si può osservare un altare che unisce alla preziosità e al decoro barocco una sobrietà architettonica di fine ‘800. […] Sono datati invece 1893 sia la mensa in marmo, che le decorazioni parietali con le prime tre frasi dello Stabat Mater" l'altare è di proprietà di Giovanni Matteo di Gazzera (1699). (Bertea, 2012, pp. 15-17)
fine XVII - 2006 (inizio lavori Altare di Santa Teresa e fonte battesimale)
"Oggi della struttura dell'altare di Santa Teresa non resta nulla. Dal ‘900 è stato inserito un fonte battesimale con copertura a piramide lignea, dono nel 1699 del prevosto Giovanni Teodoro Grampini. L’architettura dipinta sulla parete, ricostruita in base ad alcune tracce antiche nel corso dei restauri del 2006, porta sullo scudo sorretto da angeli un’iscrizione: Maria mater gratiae. In effetti, attraverso la documentazione d’archivio, è stato possibile scoprire che verso il 700 l’altare ricevette questa intitolazione insieme a quella a Sant’Antonio da Padova e a santa Teresa". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
fine XVII - 2007 (inizio lavori Altare dei Santi Innocenti)
"Entrando in chiesa è il primo altare della navata laterale di destra, l’unico privo di un intitolazione e di un vero e proprio apparato decorativo. Fin dalla fine del ‘600 dedicato ai santi Innocenti, oggi ospita una mensa in stucchi del 1886 e sulla parte di un’edicola in trompe d’oeil, recuperata e integrata nei restauri del 2007". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
1699 - 1699 (visita pastorale intero bene)
"era composta da tre navate ricoperte da volta ed aveva un bel pulpito […]. Il campanile era distrutto e le tre campane sistemate in una piccola torre sul lato destro della chiesa. Gli altari erano numerosi e l’arcivescovo emanò a loro riguardo alcuni decreti. L’altar maggiore, presso il quale era eretta la compagnia del SS. Sacramento, era provvisto di un tabernacolo in legno dorato, di sei colonne di legno e di altri ornamenti artistici. In cornu Evangelii c’erano cinque altari. quello dell’Immacolata Concezione […], quello della Santa Croce […] di San Michele e San Bernardo […] dei santi evangelisti Giovanni e Giovan Battista […] Sant’Ant. Abate e a San Francesco d’Assisi […] di Sant’Anna. Seguiva poi l’altare della comunità […]. Qui l’arcivescovo comandò di spostare in altro luogo il sepolcro che era stato scavato sotto la predella. Presso l’ultimo altare, […] Madonna del Rosario, era eretta la Compagnia omonima». (s.r.p., pp. 206-207)
1699 - 1699 (aggiunta arredo arredo interno)
"l'interno è ricco di opere d'arte..., il fonte battesimale del 1699, ..." (relazione Gilli, 2003)
XVIII - XVIII (restauro intero bene)
Il secolo settecento vede il completamento della chiesa con i suoi altari. «A metà del Settecento, accanto ai primi problemi di umidità della struttura, Monsignoro Giovanni Battista d’Orliè dedica molto spazio, durante la sua visita, alla conservazione della pavimentazione. A causa dell’utilizzo improprio che di quest’ultima hanno fatto alcuni fedeli (improvvisando alcune sepolture) il pavimento si trova danneggiato in più punti. […] Il Vescovo ordina al prevosto di dedicare ad uso di tumolo unicamente degli spazi della navata centrale. (Bertea, 2012, pp. 12-14)
XVIII - XVIII (restauri intero bene)
"La seconda metà del secolo porta con sé ancora danni legati alla forte umidità delle mura, soprattutto quelle della sacrestia, del coro e delle cappelle. Non solo, tra le visite del periodo si richiede che la parrocchiale venga ripulita da “tutte le immondizie”. Per far fronte probabilmente alla questione dell’umidità il Comune provvede all'apertura di una finestra nel coro, ad un sistema di tubature per il drenaggio dell’acqua e si occupa di far tinteggiare le pareti nei colori del girandolino (giallo di piombo stagno) e del grigio, ancora presenti". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
1725 - 1730 (visita pastorale altari)
Visita dell’arcivescovo Gattinara del 1730: «Quattro anni prima della visita pastorale del Gattinara l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di S. Maria era stato arricchito di uno stupendo quadro in legno dorato con l’iscrizione: Deiparae Virgini sacrum, 1725. La chiesa era stata rimessa abbastanza in ordine» (aa.vv. il settecento religioso pinerolese, pp. 210-211)
1725 - 1836 (altari interno)
L'altare maggiore conteneva una icona in legno dorato con l'iscrizione che riporta la data 1725. Nel 1836 la chiesa conteneva i seguenti altari laterali: di s. Teresa, di s. Giovanni, di s. Michele, del Crocefisso, della Concezione, del Rosario, di s. Giuseppe, di s. Anna, di s. Antonio e quello degli Innocenti. Ai tempi del prevosto Santiano la chiesa veniva abbellita: lavorandovi il Cardellino e il Rastelli. (Caffaro, 1903, vol. 6, p. 574)
1748 - 1748 (passaggio di properità intero bene)
Bricherasio appartenne alla diocesi di Torino fino al 1748, anno dell’erezione di quella di Pinerolo. (archivio parrocchiale non inventariato)
1756 - 1756 (consacrazione intero bene)
Il 7 novembre 1756 la parrocchiale riceve la consacrazione ufficiale dello stesso Monsignor d’Orliè. Ne è rimasta oggi a testimoniarlo un’iscrizione non visibile, perché si trova sotto al quadro del Sacrificio di Melchisedek, a sinistra del presbiterio. Una scoperta frutto dei restuari alle grandi tele presbiteriali. Dentro una cornicetta bordata di nero vi è scritto: “MDCCLVI. VII. ID. NOV HUIS TEMPLI AB ILLMO AC REVMO D.D JOE BAPTA 1756”. (Bertea, 2012, pp. 15-17)
1818 - 1818 (consolidamenti volte)
"Verso il 1818 la chiesa accusa nuovamente problemi strutturali: sono necessari vari interventi tempestivi alla volta sopra il portale d’accesso, ai muri, alla parete della facciata che confina con la casa parrocchiale, alla volta sopra l’altare maggiore e alle prime campate laterali vicino al portone". (Bertea, 2012, p. 19)
1830 - 1830 (rifacimento campanile)
"negli anni ’30 dell’Ottocento Monsignor Rey spende molte energie per sollecitare le istituzioni a lasciar concludere il nuovo campanile. In due anni […] i fedeli vedono concludersi l’opera. […] Tra le relazioni del periodo che continuamente ricorrono ad elencare problemi alle mura della chiesa, è il turno dei cornicioni della volta che si sgretolano per infiltrazioni di acqua". (Bertea, 2012, pp. 17-18) "Veniva costrutto dal muratore Francesco Galli intorno al 1830, concorrendovi per ll. 3800 anche la confraternita di s. Bernardino. (Caffaro, 1903, vol. 6, p. 574)
1845 - 1845 (inizio lavori decorazioni interne)
"L’anno 1845 è ricordato invece nella storia parrocchiale come il momento a partire dal quale le decorazioni interne della chiesa iniziano a prendere le forme odierne. […] Vengono rimesse a nuovo le mure, vengono scolpite le lesene del presbiterio e quelle dei pilastri e viene completamente decorata la volta". (Bertea, 2012, pp. 17-18)
1848 - 1848 (danneggiamenti campanile)
"Torre campanaria priva di cuspide, danneggiata nel 1848 nel corso dei festeggiamenti per la promulgazione dello Statuto Albertino." (Signorelli, 2004, p. 94)
metà XIX - metà XIX (rifacimento pavimenti)
"Nella seconda metà dell’800, la chiesa cambia pavimentazione, passando dalle lastre di pietra alle piastrelle in cemento". (Bertea, 2012, p. 19)
metà XIX - metà XIX (inizio lavori Altare di Sant’Anna )
"L’impianto architettonico a edicola di questo altare è invece di più recente fattura: fu rifatto in gran parte negli anni ’50 dell’800". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
fine XIX - fine XIX (inizio lavori Altare della Madonna del Buon consiglio )
"Simile nell’architettura allo speculare altare di Sant’Anna, l’altare della Madonna del Consiglio è un prodotto del 1884. La pala d’altare che lo impreziosisce è opera datata 1884 ed autografata da Alfonso Barbavara, artista di cui non sia hanno notizie rilevanti. In essa sono rappresentati, ai piedi del trono della Vergine con il Bambino San Michele Arcangelo, il domenicano e martire Beato Antonio Pavonio e San Felice de Valois, dell’ordine dei trinitari". (Bertea, 2012, pp. 15-17)
XX - XX (demolizione altare S.Teresa)
"Il secolo Ventesimo si apre con la soppressione definitiva di un altare, quello di Santa Teresa, destinato ad accogliere il fonte battesimale". (Bertea, 2012, pp. 19-21)
1924 - 1929 (restauro interni)
Tra il 1924 e il 1929 prende avvio l’ennesima campagna di restauro: si ripassano gran parte delle decorazioni, si ritocca lo stucco dei pilastri, si rifanno le parti superiori di due altari della navata idi destra, si arricchisce l’organo e si compone la vetrata del coro di Cristo Re. (Bertea, 2012, pp. 19-21)
1938 - 1938 (nuove campane campanile)
Nel 1938, grazie alla collaborazione del Comune e della Parrocchia, vengono benedette due campane nuove dedicate a San Giovanni e a San Giacomo. (Bertea, 2012, pp. 19-21)
fine XX - fine XX (ripassature coperture)
"le due falde corrispondenti alle navate laterali e sacrestia, sono state ripassate a nuovo una quindicina di anni fa". (relazione Gilli, 2003)
2006 - 2006 (restauro intero bene)
Oggi la chiesa, dopo i lavori di restauro iniziati nel 2006, ha riottenuto in tutto il suo splendore il luccichio dell’Altare Maggiore e la bellezza delle decorazioni parietali.» (Bertea, 2012, pp. 19-21)



Descrizione  La chiesa parrocchiale di Santa Maria Vergine Assunta si trova al margine del concentrico storico del comune di Bricherasio. L'edificio è libero su due lati ed è attiguo a un fabbricato di civile abitazione e alla grande casa parrocchiale. A sud, il prospetto principale affaccia sulla piazza Santa Maria, mentre sul retro della parete absidale vi è un'area verde. La facciata è composta da due registri di cui il superiore, più corto, è sormontato da un frontone con timpano triangolare con ai lati due salienti a voluta dipinta che nascondono le coperture delle navate laterali. Nella parte bassa vi è una scansione di fasci di lesene che poggiano su una zoccolatura in pietra e sorreggono la trabeazione al di sopra della quale vi è il lungo piedistallo e le ulteriori lesene del successivo registro che sottostanno al frontone. I varchi laterali sono evidenziati da semplici cornici mentre l'ingresso centrale ha un alto architrave sormontato da un arco decorativo a tutto sesto con chiave a ricciolo. Il registro superiore ha una finestra rettangolare, sormontata da un affresco e un altro campeggia nel timpano e raffigura il battesimo di Gesù. Il prospetto principale è completato dall'imponente campanile che sporge dal filo di facciata. I fronti secondari sono parzialmente rinzaffati nella parti basse, mentre nella parte emergente del corpo centrale è ben visibile la muratura in pietra dai corsi ben definiti e regolari.

Aula liturgica
Internamente lo spazio è scandito dai pilastroni delle quattro campate ad arco a sesto ribassato che separano la navata centrale dalle laterali. Sono ornati con paraste scanalate pittate a marmorino color corallo, aventi basi poggianti su zoccolo a marmorino nero; culminano con capitelli corinzi sormontati da una importante trabeazione con cornice sostenuta da modiglioni decorati da foglie d'acanto. L'ambiente centrale è coperto da una volte a botte nella quale si inseriscono le unghie che danno spazio alle finestre lunettate. La superficie è interamente affrescata con stilizzazioni barocche inframmezzate da grandi ovali contenenti scene bibliche; gli arconi sono ornati da un motivo a cassettoni. Le navate laterali hanno volte a crociera i cui spicchi sono affrescati con composizioni baroccheggianti. Sopra l'ingresso vi è la cantoria realizzata in legno, che prosegue anche nelle navate laterali e ospita il grande organo.
Presbiterio e altare
La parete absidale è caratterizzata da una grande finestra centrale rettangolare con vetri cattedrale; ai lati vi sono strombature scalettate formate da lesene e trabeazione che danno il senso della profondità essendo la parete di fondo piana. L'imponente altare antico è posto a metà del presbiterio, lo occupa quasi integralmente lasciando solo spazio ai lati per gli ingressi al retrostante coro ligneo. L'altare è conosciuto per essere riccamente ornato; lo sfarzo è palesato dalle generose dorature di quasi tutte le parti. La mensa antica è sorretta da coppie di colonnine tortili in marmo bianco, poste ai lati del bassorilievo. Il tabernacolo è sormontato da una croce e da due arcangeli oranti, il tutto è coperto da un ciborio sostenuto da quatto colonne tortili e da un padiglione scultoreo alla base del quale putti gaudenti posti intorno ad un piedistallo anticipano la statua raffigurante l'ascesa in cielo di Maria su di un trono di nuvole ed un tripudio di angeli. A lato del ciborio vi è il grande dossale costituito dalle statue degli evangelisti Giovanni e Matteo; sei colonne tortili con tralci di vite culminanti con capitelli compositi, sorreggono una imponente trabeazione dal fregio festonato e decorato con visi di putti a mezzo tondo. Il dossale termina superiormente con la monumentale cimasa composta su citazioni architettoniche decorate con fregi festonati, angeli e ghirlande di fiori. Su quest'elemento trovano anche spazio il cartiglio contenete la dedicazione, datato 1725 e in posizione sommitale lo scudo ovale contenete il leone rampante, stemma di Bricherasio. La nuova mensa post conciliare è una struttura in legno ricoperta con semplici mantili. Completano l'arredo liturgico l'ambone in legno pittato a marmorino bianco posto davanti alla balaustra in marmo, gli importanti altari laterali, il pulpito ligneo, i confessionali e i banchi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della prima parte dell'aula è in cementine nero fumo e grigio chiaro, disposte a scacchiera diagonale. Il presbiterio, rialzato di tre gradini, e la parti finali delle navate laterali sono pavimentate con cementine nero fumo e grigio chiaro a motivi decorativi geometrici.
Impianto strutturale
L'edificio ha una pianta rettangolare e la navata centrale, più alta delle laterali, termina con abside piatto; la sezione è formata dal corpo centrale coperto dal tetto a capanna, affiancato dalle porzioni laterali più basse terminanti con un unico spiovente. Le murature sono in pietra a spacco naturale mista a laterizi unite con malta di calce; la struttura è stata irrobustita mediate catene metalliche, le cui chiavi sono visibili all'esterno e sono poste in corrispondenza degli arconi.
Coperture
Le coperture sono realizzate in lose e sorrette da travature in legno.
Campanile
Il campanile, a pianta quadrata, ha la muratura in laterizio che emerge sotto il rinzaffo a calce che in diversi punti si è sgretolato. L'alto basamento è ornato in alto da una fascia a bugnato con specchiature, seguito da una cornice e contiene una feritoia. Al di sopra vi sono lunette e l'esteso livello è finito a quinconce e ospita aperture a croce greca. Una cornice a motivo di meandri greci sottostà ai quadranti tondi degli orologi sormontati da timpani triangolari. Il livello sommitale è caratterizzato dalle monofore per le campane ed è ornato da sottili cornici; termina poi con una cimasa che nasconde la copertura.
Cenni stilistici
Nel territorio pinerolese il ristabilimento del cattolicesimo passa attraverso la ricostruzione di numerosi edifici di culto e delle loro pertinenze tra XVII e XVIII secolo che assumono toni diversi tra la montagna, dove operano i cantieri di regio patronato, e la pianura dove sorgono edifici voluti dalle comunità. Le strutture di pianura di indubbia matrice barocca assumono forme auliche e ricche, rispetto a quelle volute dal Regio Patronato sabaudo e seguono il trend dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Le architetture assumono inizialmente (XVII sec ) delle dimensioni contenute e proporzioni meno slanciate con un pronunciato ricorso al decoro plastico curato nei piccoli dettagli, già dal XVIII secolo gli edifici vengono costruiti con dimensioni maggiori ed assumono proporzioni più imponenti e l'ornato plastico viene estremamente semplificato. Stilemi colti ed aggiornati derivati da queste fabbriche verranno spesso declinati in tono minore nei più modesti cantieri delle numerose cappelle campestri, condotti da abili maestranze locali. Tra i primi spazi di culto frutto di questa corrente culturale che hanno influenzato la ricostruzione della zona di pianura si pone la parrocchiale di San Michele a Buriasco, risalente al 1704, seguita di lì a breve a Bricherasio dall'Assunta e dalla Confraternita di San Bernardino. Anche la località di Cavour sviluppa due prestigiosi cantieri nella prima metà del XVIII secolo: la sede parrocchiale di San Lorenzo e la rinnovata chiesa abbaziale di Santa Maria nel 1728. Di grande interesse per l'area certo sono i cantieri del San Benedetto a Garzigliana, secondo il progetto di Prunotto del 1760-1763, e l'impresa della parrocchiale di San Secondo di Pinerolo, edificata tra il 1773 ed il 1789 e attribuita a Giuseppe Gerolamo Buniva. Vi è poi l'importante serie di cantieri che caratterizza la scena di Pinerolo città: dal San Verano di Abbadia, avviato nel 1709, al San Bernardino riedificato nel 1713, alle chiese di San Rocco e di San Bernardino ultimate negli anni quaranta del Settecento, per giungere al Duomo di San Donato con gli importanti rimaneggiamenti del Fenocchio e del Buniva tra il settimo e l'ottavo decennio del XVIII secolo.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (1970 ca.)
La nuova mensa è un blocco ricoperto di tessuto con posto sul davanti un pagliotto raffigurante Cristo.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Piemonte
Diocesi di Pinerolo
Vicaria Foranea della Val Pellice
Parrocchia di Santa Maria Assunta

P.zza Santa Maria, n. 38 - Bricherasio (TO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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