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11/5/2024 Diocesi di Bologna - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Giovanni Battista <Minerbio>
Data ultima modifica: 11/03/2019, Data creazione: 28/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista


Altre denominazioni Chiesa di San Giovanni Battista di Minerbio;S. Giovanni Battista di Minerbio


Autore(Ruolo)  Dotti, Carlo Francesco (progettazione edificio)
Venturoli, Angelo (progettazione e sistemazione presbiterio)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze emiliane (costruzione)



Notizie storiche  XIV - XIV (preesistenze intero bene)
Il 15 giugno del 1369 Mengolo di Iacopo I Isolani scrisse nelle sue volontà testamentarie che, entro quattro anni dalla sua morte, suo figlio Giovanni facesse costruire una chiesa. Questi decise poi di intitolarla a San Giovanni Battista. Il 14 novembre 1372 Giovanni I Isolani ottenne la licenza di edificazione da Bernardo Buonavalle, Arcivescovo di Bologna. Da questa data gli Isolani furono i Giuspatroni della parrocchiale di Minerbio fino a che, in seguito ai decreti emanati dal Concilio Vaticano II, la Curia di Bologna abolì tale privilegio.
XVI - XVIII (preesistenze intero bene)
Della chiesa trecentesca resta traccia in due documenti. Uno è uno schizzo a penna, eseguito dal geografo domenicano Egnazio Danti, risalente al 1578, che mostra un edificio con pianta rettangolare semplice. L'altro documento è un'incisione di Bernardo Gamberini eseguita nel 1733, dove si vede, rispetto al disegno del Danti, l'aggiunta di una cappelletta sul fianco destro dell'edificio, costruita pertanto dopo il 1578.
1733 - 1737 (costruzione intero bene)
La nuova chiesa di San Giovanni Battista venne costruita tra il 1733 e il 1737 al posto della vecchia canonica, appositamente demolita. Sorse a settentrione della chiesa trecentesca. A volere la costruzione della nuova chiesa fu Don Tommaso Morelli, il quale scelse il progetto dell'architetto Carlo Francesco Dotti, che nell'anno prima (1731) era stato nominato architetto ufficiale dell'Istituto delle Scienze e del Senato bolognese, di cui faceva parte anche Alemanno III Isolani, il quale era Conte di Minerbio oltre che Giuspatrono della chiesa di San Giovanni Battista. La posa della prima pietra risale al 12 luglio 1733. In corso d'opera il progetto cambiò, soprattutto nella pianta, da una prima conformazione ad aula, a quella attuale con due ampie cappelle laterali, forse su indicazione del Cardinal Lambertini, vicino al Dotti in quanto animatore dell'Istituto delle Scienze di Bologna. Lo stesso Cardinal Lambertini consacrò la chiesa il 10 novembre 1737.
1740 - 1741 (demolizione totale intero bene)
La vecchia chiesa di San Giovanni Battista venne demolita tra il 1740 e il 1741, così da consentire le celebrazioni religiose durante le fasi di costruzioni del nuovo edificio. Tra il 1737 e il 1741 i due edifici pertanto vissero uno di fianco all'altro. Nell'area un tempo occupata dalla chiesetta trecentesca venne quindi edificata la canonica attuale.
1746 - 1945 (documentazione campanile)
Subito dietro la canonica sorgeva un tempo il maestoso campanile anch'esso opera di Carlo Francesco Dotti, come mostra un documento databile al 1746 presente nell'Archivio Arcivescovile. Venne distrutto durante il secondo conflitto mondiale, il 20 Aprile 1945. Era molto alto, esattamente 40,26 m., circa il doppio dell'altezza della chiesa. Poggiava su un basamento quadrangolare e un corpo suddiviso in due registri da specchiature in sottoquadro. In alto la cella campanaria, che ospitava quattro finestre, presentava eleganti modanature architettoniche barocche, e si concludeva in una guglia bugnata come a coni rovesciati digradanti e sovrapposti.
1807 - 1807 (restauro intero bene)
Nel 1807 il pavimento in selciato di pietra venne sostituito da uno di marmo. Le spese vennero sostenute dalla popolazione di Minerbio.
1811 - 1811 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1811 l'architetto Angelo Venturoli venne incaricato di progettare e sistemare il presbiterio. L'intervento prevedeva in particolare il recupero dei marmi provenienti dalla chiesa soppressa di San Gabriele, delle Camerlitane Scalze in Via Santo stefano a Bologna. Il Venturoli creò un altare recuperando i marmi della chiesa bolognese.
1845 - 1845 (restauro intero bene)
Nel 1845 ebbe luogo un importante intervento di restauro nella zona del presbiterio a causa della forte umidità. L'intervento comportò lo scavo di un vano a due metri e mezzo sotto il piano di calpestio. Durante questi lavori l'altare del Venturoli venne sostituito dall'attuale altare, realizzato da Carlo Vidoni, che lo realizzò su modello del precedente, d Angelo Venturoli, in stile neoclassico.
1937 - 1937 (restauro intero bene)
In occasione del bicentenario della chiesa, celebrato il 31 ottobre 1937, venne realizzato un ulteriore restauro. Nel 1936 il Comitato esecutivo, presieduto dal Podestà di Minerbio, Conte Gualtiero Isolani, progettò di rinnovare le superfici esterne della chiesa e di prevedere il rifacimento della facciata. Inizialmente venne scelto l'architetto Giuseppe Rivani, ma in corso d'opera il Comitato preferì il progetto proposto dal Professor Arrigo Stanzani. Il 31 ottobre 1937 il Cardinale Arcivescovo di Bologna Nasalli Rocca, benedì la nuova facciata.
1967 - 1967 (proprietà intero bene)
Dal 1372 gli Isolani furono i Giuspatroni della parrocchiale di Minerbio fino a che, in seguito ai decreti emanati dal Concilio Vaticano II, la Curia di Bologna abolì tale privilegio nel 1967.
1969 - 1969 (restauro intero bene)
Nel 1969 la pavimentazione Ottocentesca in marmo venne sostituita con una alla veneziana.
2012 - 2016 (restauro intero bene)
Sono attualmente in corso i lavori di restauro in seguito al terremoto che colpì l'Emilia nel 2012.



Descrizione  Situata in via Cesare Battisti, a Minerbio, la chiesa, monumento eccellente del Barocco bolognese, sorge orientata sulla via principale del piccolo abitato, antico feudo degli Isolani, un po’ più a nord rispetto alla mastodontica Rocca e al borgo tardo medioevale del paese, attorno all’attuale piazza Cesare Battisti. La facciata a salienti, su due registri, è conclusa da un timpano ed è preceduta da un sagrato in ciottoli. La chiesa presenta una pianta longitudinale ad aula unica, un presbiterio chiuso da una grande cupola, ed è conclusa da abside di forma rettangolare coperto da una volta a botte unghiata. Gli interni sono riccamente decorati, i soffitti ospitano un bellissimo ciclo di affreschi. Gli esterni presentano invece la tipica sagramatura bolognese.

contesto
La chiesa sorge su via Giuseppe Garibaldi asse principale del piccolo abitato, distante da Bologna circa 22 km. La chiesa è tra le architetture rappresentative che si affacciano sull’asse stradale, tra le quali il Palazzo Comunale e Rocca Isolani. Alle spalle della chiesa si trovano le opere parrocchiali, tra cui un campo da calcio. Non lontano, Lungo via Palio, spina destra dell’asse di via Garibaldi, si trova il cimitero.
impianto planivolumetrico
L'aula, orientata, è parte di un’aggregazione volumetrica orizzontale complessa in cui il volume liturgico spicca tra altri edifici che gli sono contigui e connessi. In corrispondenza della cappella laterale destra, e collegata all’aula da un breve edificio, si trova l’edificio che ospita la sagrestia e dalla canonica, mentre sulla sinistra della chiesa, in prossimità dell’abside, le opere parrocchiali e l’abitazione del sagrestano.
esterno
La facciata della chiesa è preceduta da un ampio sagrato con pavimentazione in ciottoli policromi a disegnare, in corrispondenza dell’ingresso, una rosa dei venti con sassi di colore bianco, rosa e grigio. L’intera area del sagrato e i cortili che fiancheggiano la chiesa sono difesi dalla strada mediante fittoni e catene pendenti. La facciata, originariamente sagramata, si compone di due ordini sovrapposti divisi da una cornice a rilievo, ed è conclusa da un timpano con croce metallica sommitale. Ai registri sovrapposti dà continuità un corpo centrale descritto entro una geometria di lesene binate che nel registro inferiore incastona al suo centro il portale di ingresso e in quello superiore il finestrone settecentesco con timpano e maniglioni. Al centro del registro inferiore il portale d’ingresso, è una struttura in pietra bianca del San Gottardo a semicolonne architravate e frontespizio con timpano spezzato ad accogliere ampia epigrafe dedicatoria al centro. Il registro superiore, raccordato da salienti rampanti con statue bianche su pinnacoli (di S. Giovanni Battista e S. Vincenzo Ferreri) regge su un’ampia modanatura il timpano con cippo sommitale e croce in ferro traforata. I fianchi dell'aula sono visibili solo parzialmente a causa della presenza della vecchia casa del sagrestano, a sinistra, e della canonica e della sagrestia, a destra. Mostrano pareti trattate con la tecnica della sagramatura e sono visibili fino alla seconda campata, dove una sporgenza dal corpo di fabbrica corrisponde alla cappella laterale interna. Lo sviluppo longitudinale dell'aula termina in un abside esternamente rettangolare, di altezza minore rispetto a quello della navata. La copertura, a capanna, è in coppi.
pianta
Pianta longitudinale ad aula unica con cappelle laterali e abside rettangolare.
interni
Si accede all'aula attraverso una bussola lignea sormontata da un'iscrizione in memoria della costruzione della chiesa, copia del 1837 in sostituzione di quella originaria, sopra la quale campeggia lo stemma degli Isolani-Lupari. La pavimentazione è alla veneziana con una geometria di linee chiare e scure a lasciare specchiature in color rosaceo. L’aula, di ricchissimo apparato decorativo, è scandita in un’articolazione complessa di tre campate simmetriche, intervallate da paraste corinzie binate ad incastonare confessionali e passaggi al piano dell’aula e balconcini traforati in matroneo, sostituiti nel secondo pilastro della navata sinistra da un pulpito ligneo settecentesco. Tutta l’aula, ad eccezione delle pareti di chiusura delle cappelle maggiori, è ornata di una trabeazione corinzia a correre con fregio, entro la quale si collocano gli archi a tutto sesto delle cappelle laterali minori, incastonate nelle due campate estreme, ossia quella d’ingresso e quella in affaccio al presbiterio. La campata centrale è dedicata alle cappelle maggiori che si aprono, simmetriche nel corpo longitudinale della chiesa, con archi a tutto sesto soprastanti la trabeazione a coronamento dell’aula. Lo sfondamento delle pareti laterali che ne deriva e la volta a vela di coronamento forzano la percezione di una pianta a crociera. La zona presbiteriale, rialzata di due gradini rispetto il livello dell'aula, è preceduta da un arcone su imponenti colonne scanalate e libere d’ordine corinzio ed è coperta da una cupola su pennacchi a partire da quattro colonne scanalate e libere. In alto, ai lati dell'altare, si trovano due cantorie. Lo sviluppo longitudinale della chiesa si conclude in un'abside di forma rettangolare, ospitante un coro in legno Ottocentesco, coperto da una volta a botte unghiata. Lo spazio dell'abside risulta essere illusionisticamente incurvato grazie alla struttura dell'ancona e al bellissimo gruppo plastico in stucco che la sormonta. Quest'ultimo è una vera e propria macchina scenografica che, richiamando nella sua struttura la forma della mandorla, si compone di due piani: uno di fondo, ricavato in apposita 'camera' a ridosso del muro esterno, e ospitante uno sfondo di schiere angeliche, e uno in primo piano, di forma ovoidale, con angeli, angioletti e il Padre eterno posto al centro. L'effetto suggestivo dell'insieme è accentuato dalla luce dorata che penetra dalle due finestre, con vetri gialli, posizionate tra i due piani all'interno della 'camera'.
impianto strutturale
Struttura portante in mattoni.
apparati liturgici
L'assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio e si organizza su due file di panche lignee disposte a battaglione. Il fonte battesimale, in marmo, è all'interno di un piccolo ambiente ricavato nella prima cappella sulla sinistra rispetto all'ingresso. Il presbiterio è diviso dall'aula tramite due gradini e una balaustra in marmo bianco. L’altare preconciliare, con tabernacolo integrato al centro sormontato da baldacchino con croce, è schermo all’antico coro canonicale in legno. L’altare post-conciliare, in legno e mobile, è posizionato al centro della zona presbiterale ed orientato verso l’assemblea. L’ambone, a leggio, è a destra, al limite della balaustra. La sede si colloca invece a destra dell’altare monumentale ed è una poltrona in legno intagliato e dorato con imbottiture in velluto rosso.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (1970 circa)
Al centro del presbiterio l'altare post- conciliare, mobile, in legno. L'altare pre-conciliare si trova ancora nella sua collocazione originaria, al limite tra lo spazio presbiteriale e il coro.
ambone - aggiunta arredo (1970 circa)
L'ambone in legno, mobile, è stato collocato a destra del presbiterio.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Bologna
Vicariato Galliera
Parrocchia di San Giovanni Battista di Minerbio

Via G. Garibaldi 7/a - Minerbio (BO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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