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28/4/2024 Diocesi di Modena - Nonantola - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa dei Santi Nazario e Celso Martiri <Vignola>
Data ultima modifica: 31/12/2018, Data creazione: 30/8/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Nazario e Celso Martiri


Altre denominazioni Chiesa parrocchiale dei Santi Nazario e Celso Martiri


Autore(Ruolo)  Costa, Cesare (Progettista ampliamento chiesa attuale (1680))
Barberi, Carlo (Progettista della facciata della chiesa nel 1889)



Ambito culturale (ruolo)  neorinascimentale (ricostruzione)



Notizie storiche  1299 - 1299 (preesistenze intorno)
in origine la prima chiesa dedicata ai Santi Martiri milanesi si trova nelle immediate vicinanze del Castello ed è menzionata per la prima volta in un documento del 1299 assieme alla chiesa di San Martino in Centoripe.
1415 - 1415 (edificazione intero bene)
all'epoca di Uguccione dei Contrari, la chiesa viene ricostruita e ampliata entro le mura del "castello" fortificato, sul terreno di proprietà della nobile famiglia locale denominato Braya, per rispondere alle esigenze dei parrocchiani. Il Vescovo di Modena, su esplicita richiesta di Uguccione, stabilisce di privare l’antica Plebana di San Martino in Centoripe, fuori le mura, del culto divino a causa della distanza dal castello e, di unire i suoi beni alla nuova Pieve al pari dei beni delle altre chiese affiliate.
1680 - 1689 (ricostruzione intero bene)
la chiesa viene ricostruita in stile corinzio su disegno e sotto la direzione del capomastro vignolese Zaccaria Pellini. Innalzato il corpo centrale della chiesa, il braccio trasversale della croce latina, il presbiterio e il coro rimangono incompiuti a causa di dissensi interni alla comunità parrocchiale. Alla data di sospensione dei lavori, nel 1689, dell’originale progetto di un edificio a croce latina risultano costruite soltanto le tre navate a cinque campate d’ordine corinzio.
1792 - 1792 (ampliamento intero bene)
al tempo in cui è arciprete don Pietro Domenico Bortolani riprendono i lavori di ampliamento della chiesa; siccome il progetto del Zaccaria risultava all’epoca troppo dispendioso, don Bortolani convoca l’architetto Toschi con l’incarico di rielaborare il progetto della porzione incompiuta in versione più semplice ed economica: nel braccio sinistro della croce latina viene costruita la sagrestia con accanto il presbiterio, mentre il coro viene adattato in uno spazio piuttosto angusto dietro l'altare maggiore.
1821 - 1821 (restauri intero bene)
l’architetto vignolese Giuseppe Maria Soli rielabora il progetto della facciata della chiesa introducendovi un pronao antistante l’ingresso principale, nobilitato da due imponenti colonne doriche e, un fregio dello stesso ordine a sostegno del frontone. Il progetto del Soli, a due varianti, riguarda anche l’interno dove un gioco articolato di colonne libere ruota attorno alla disposizione spaziale del presbiterio e dei vani di accesso alle sagrestie trasformati così in fondali prospettici. Com’è possibile constatare le opere non sono mai state realizzate causa la morte dell’architetto l’anno successivo.
1841 - 1842 (restauri intero bene)
l'ingegnere Cesare Costa, figura di spicco della cultura architettonica del ducato austro-estense, viene incaricato dell'ampliamento della chiesa ridotta a forma basilicale; vengono allora abbattuti il vecchio coro e la sagrestia. La zona absidale viene costruita ex novo dalle fondazioni e duplicata in lunghezza rispetto allo stato originario con la realizzazione dell’abside e del sacrario, come testimoniato dalla lapide murata all’interno della chiesa, nel lato destro prima dell’altare. Fedele ai suoi modelli cinquecenteschi, il Costa assume, dal precedente progetto del Soli, le singole parti che servono a realizzare un edificio dove la chiarezza formale deriva da un impianto già collaudato, mantenendo l’ordine corinzio e riducendo a pilastri le colonne. Nell'agosto 1842, a conclusione dei lavori, dopo circa due secoli d’interventi di restauro e ampliamento, la chiesa parrocchiale dei Santi Nazario e Celso Martiri viene solennemente inaugurata.
1889 - 1889 (realizzazione facciata)
sotto la direzione dell'architetto Carlo Barberi di Marano, valido interprete della corrente del revival degli stili, viene completata la facciata come la vediamo oggi, con colonnati e capitelli corinzi, la porzione centrale più alta e coronata da un frontone classico, un arco a tutto sesto che incornicia un’ampia vetrata lunata e il portale centrale ad edicola. Tra il 1887 e il 1889 i lavori di completamento interessano anche il campanile.
1929 - 1929 (restauri interno)
al tempo di don Martinelli vengono realizzati: un nuovo altare maggiore, i nuovi altari di San Giuseppe, Sant’Antonio e San Francesco, la Grotta della Madonna di Lourdes e la chiesa viene dotata anche dell’impianto elettrico. Il 21 aprile la chiesa viene consacrata per la prima volta dall’arcivescovo di Modena Mons. Bussolari. Nell'interno a tre navate si conservano notevoli dipinti: una seicentesca Madonna col Bambino e santi, opera della bolognese Elisabetta Sirani, seguace di Guido Reni; una pala d'altare di Francesco Stringa; il Martirio dei Santi Nazario e Celso nel coro, fra le ultime imprese di Adeodato Malatesta coadiuvato dal figli Narciso, oltre a una Pietà in bronzo dorato di Ivo Soli, scultore vignolese del Novecento che raggiunge fama in ambito milanese, ove partecipa con statue al cantiere del Duomo.



Descrizione  la chiesa Plebana di Vignola è dedicata ai Santi Nazario e Celso Martiri. Presenta una facciata in stile classico con due semicolonne corinzie di ordine gigante nel corpo centrale, che sorreggono una trabeazione e un timpano superiore coronato da croce di ferro e quattro alti pennacchi. Il portale centrale, a edicola, è sormontato da una grande finestra semicircolare mentre i due portalini laterali, sempre a edicola, sono sormontati da due finestre circolari. Il materiale dominante è il cotto dei mattoni di laterizio a faccia a vista. La torre campanaria si erge sul fondo della chiesa, in corrispondenza del presbiterio, terminando con una cella campanaria aperta sui quattro lati con finestre ad arco decorate con colonnine, quattro pennacchi di gusto berniniano e un’ardita guglia esagonale. Nell'interno a tre navate si conservano dipinti di Elisabetta Sirani, Francesco Stringa e Narciso Malatesta e una Pietà di bronzo dorato dello scultore vignolese Ivo Soli. La chiesa possiede un impianto planimetrico basilicale, schematicamente a croce latina con: il transetto delimitato da quattro grandi archi a tutto sesto e coperto con cupola su base quadrata, due corti bracci laterali, tre navate di cui quella centrale ampia e continua con soffitto voltato a botte unghiata in corrispondenza delle finestrature laterali a lunetta, il presbiterio come continuazione della navata centrale, alla fine il coro contenuto nell’abside semi-cilindrica coperta con semi-cupola. L’interno conserva uno stile di gusto rinascimentale con i prospetti laterali scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste corinzie dorate alternate ad archi a tutto sesto che sostengono una ricca trabeazione e ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”. Tutto l’interno è intonacato e arricchito d’importanti tempere murali. L’architettura è semplice, classicheggiante ma sobria ed elegante nella composizione volumetrica e nell’apparato decorativo.

Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di ampie dimensioni e forma semplice a capanna, con due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale di tipo basilicale, schematicamente a croce latina con transetto e con due corti bracci laterali, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua fino al presbiterio, un prolungamento della navata stessa, con soffitto voltato a botte sulle navate e sul presbiterio e voltato a cupola sul transetto e sul coro. L’interno conserva uno stile di gusto rinascimentale con i prospetti laterali scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste corinzie alternate ad archi a tutto sesto che sostengono una trabeazione classica e suggeriscono la cosiddetta “travata ritmica”.
Struttura
la struttura portante è in muratura continua mista di mattoni pieni di laterizio e di ciottoli di fiume sul perimetro del fabbricato e nelle pareti superiori della navata centrale, pilastri interni probabilmente a sacco e archi a tutto sesto di mattoni in cotto nella separazione tra navata centrale e navate laterali. Le volte sono in muratura di tavelle di laterizio disposte in foglio, intonacate e tinteggiate, con grandi archi trasversali a tutto sesto, in mattoni di cotto, che scandiscono sia l’aula liturgica, sia le navate laterali, in campate regolari a pianta rettangolare. La copertura della chiesa è a due falde con capriate, terzere, travicelli di legno e tavolato in tavelle di laterizio di produzione artigianale, manto in coppi a canale di laterizio, sempre di produzione artigianale, quindi lattonerie in lamiera.
Coperture
la copertura è tradizionale al falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sulle navate laterali, quindi a guglia esagonale sul campanile.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento è in lastre quadrate di marmo bianco e nero a scacchiera posate in diagonale nell’aula ecclesiastica, in lastre di marmo rosso e giallo di Verona nel presbiterio, quindi in lastre di pietra all’esterno.



Adeguamento liturgico  nessuno
l’impianto liturgico risulta classico, precedente ai dettami del Concilio Vaticano II, con la zona presbiterale collocata tra il coro e l’aula ecclesiastica, rialzata di due gradini e ben visibile a tutta l’assemblea, l’altare maggiore posto al centro del presbiterio da don Martinelli nel 1929 e l'ambone alla sinistra del celebrante.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Modena - Nonantola
Vicariato della Pedemontana Est - Unità Pastorale "Vignola"
Parrocchia dei Santi Nazario e Celso Martiri

via Pietro Antonio Bernardoni, 6 - Vignola (MO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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