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18/5/2024 Diocesi di Torino - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli <Leini>
Data ultima modifica: 30/01/2019, Data creazione: 23/5/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli


Autore(Ruolo)  Panizza, Barnaba (restauro)



Ambito culturale (ruolo)  impianto medievale (costruzione)
tardobarocco (riplasmazione abside)
neoromanico (I ampliamento)
neogotico (II ampliamento e rifacimento facciata)



Notizie storiche  XI - XI (costruzione nucleo originario)
La Pieve di San Pietro di Leinì, dipendente dal capitolo cattedrale di Torino, è documentata in testi del 1047, dove l'imperatore Enrico III conferma ai canonici di Torino "plebem in Ledonico cum mansis quinque et meditatem decimae". Sulla scorta dei contenuti delle visita pastorali, può essere affermato che la chiesa attuale sorge sul luogo della cappella dell'antico cimitero fuori porta, eretta intorno all'anno Mille.
1339 - 1339 (erezione a parrocchia carattere generale)
Insediamento della parrocchia in Leinì sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
1532 - 1532 (affresco facciata)
Casalis, nel 1841, a proposito dell'edificio, scrive: "La vetusta chiesa parrocchiale sotto il patrocinio dei santi apostoli Pietro e Paolo fu restaurata in questi ultimi tempi: sulla porta principale vedesi una pittura a fresco di pennello fiammingo, che rappresenta la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, ed indica l'anno 1532. Osservabile è il bel campanile di moderna costruzione attiguo alla parrocchia". L'affresco è andato distrutto in seguito all'ampliamento della chiesa e della contestuale demolizione della facciata a inizio Novecento.
1584 - 1584 (restauro intero bene)
Bertolotti menziona restauri avvenuti nel 1584.
1722 - 1722 (demolizione vecchio campanile)
Viene demolito il precedente campanile.
1722 - fine XVIII (costruzione nuovo campanile)
La ricostruzione del campanile è ricompresa tra la demolizione del precedente e la fine del XVIII secolo. Secondo Bertolotti, l'anno di ricostruzione coinciderebbe con quello di demolizione, ma i caratteri compositivi del manufatto attestano una collocazione temporale successiva.
1743 - 1743 (testimonianza cartografica intero bene)
L'impianto dell'edificio, a metà Settecento, è testimoniato dalla mappa redatta dal misuratore Bertini nel settembre 1743, pervenuta a noi grazie a una copia di trascrizione del 25 gennaio 1901, a cura dell'ing. Crescentino Caselli. La planimetria della chiesa presenta impianto di tipo basilicale, probabilmente a tre navate, privo delle cappelle laterali, costituito da quattro campate; il transetto è a navata unica, delimitato alle estremità da due absidi a pianta semicircolare; l'abside e il coro sono a pianta rettangolare; il campanile, a pianta quadrata, è staccato dalla chiesa, e corrispondente a quello attuale.
1824 - 1838 (restauro intero bene)
L'archivio parrocchiale contiene documenti che attestano i lavori di restauro e manutenzione condotti sotto la direzione degli architetti Ignazio Formica e Barnaba Panizza. L'architetto Panizza progetta ed esegue i lavori di restauro consistenti nel rifacimento delle coperture, nella realizzazione di nuove volte sulla sacrestia e sulla chiesa, e nel consolidamento di quelle esistenti; lavora sull'arredo e corredo di culto ecclesiastico: sono tuttora conservati tre disegni, datati 1844, contenenti i progetti del fonte battesimale, degli arredi del coro e del pulpito in legno di noce.
1833 - 1833 (acquisizione tela Adorazione dei Magi)
La tela raffigurante l'Adorazione dei Magi, opera del Defendente Ferrari, datata 1523, compare tra gli arredi della chiesa a partire dal 1833, quando per la prima volta compare nell'inventario redatto il 28 ottobre. La tela non viene citata nè nella visita pastorale del Franzoni (1839), nè da Goffredo Casalis (1841), nè da Bertolotti (1867): l'assenza di informazioni a tal proposito lascia intendere che la tela non fosse esposta al pubblico ma conservata, probabilmente, nella casa parrocchiale.
1839 - 1839 (riduzione altari - visita pastorale interno)
La relazione della visita pastorale di mons. Luigi Franzoni, evidenzia un lieve miglioramento dello stato di conservazione della chiesa, almeno nella sacrestia, constatando che gli antichi altari sono stati ridotti da tredici a cinque.
1855 - 1855 (crollo volte navata centrale)
Dopo gli interventi di Panizza seguono, negli anni successivi, una serie di sopralluoghi e perizie dell'architetto Giuseppe Leoni. Le perizie descrivono lo stato di degrado e di dissesto statico dell'edificio. Il Genio Civile emette un'ingiunzione a eseguire le opere di consolidamento; l'ingiunzione rimane disattesa e, nell'ottobre 1855, le volte della chiesa crollano.
1858 - 1860 (ristrutturazione, ampliamento, apparato decorativo intero bene)
Si procede alla ricostruzione delle volte, aumentando l'altezza della navata principale, e al loro consolidamento con l'inserimento di catene in ferro; vengono ampliate le navate laterali, con la creazione della cappelle sui fronti est ed ovest. La progettazione è a cura dell'architetto Candido Borella. I pittori Giovanni Berra e il decoratore Carlo Sciolli si occupano dell'apparato decorativo interno. La facciata viene rimodellata, conferendole un'impronta di gusto neoromanico.
1859 ca. - 1859 ca. (testimonianza fotografica facciata)
In foto risalenti al 1859 circa, la facciata è finita ad intonaco e risulta dipinta a fasce alternate chiare e scure. Sul retro compaiono le testate delle cappelle laterali, prive di elementi architettonici, tranne una semplice cornice sommitale. Il campanile è identico a quello che si vede oggi.
1859 - 1859 (documentazione cartacea intero bene)
La mappa del catasto Rabbini mostra la sagoma dell'edificio aumentata in dimensioni rispetto la mappa del 1743, con l'inserimento delle cappelle sui lati est ed ovest e l'inglobamento delle absidi in testa al transetto. L'abside centrale corrisponde a quella attuale. Compare l'ampliamento sul fronte est, costituito da un corpo laterale destinato a sacrestia.
1860 - 1860 (consacrazione carattere generale)
Il 1 aprile 1860 la chiesa viene riaperta al culto e consacrata da mons. Giovanni Balma, vescovo di Tolemaide.
1868 - 1869 (consolidamento navata principale)
Negli archivi parrocchiali è segnalata la posa di catene in ferro trasversali alla navata principale, sotto la guida dell'architetto Candido Borella.
1874 - 1874 (relazione parroco intero bene)
La relazione del parroco don Matteo Ferrero descrive l'interno della chiesa riportando le dimensioni della navata principale, 32 mt in lunghezza e 22 mt in larghezza, e delle navate laterali, che sviluppano 25,5 mt in lunghezza. Riguardo all'apparato decorativo, don Ferrero racconta che le pareti sono dipinte di rosa e turchino scuro a fasce alterante, all'interno, e gialle e viola all'esterno. La volta è dipinta con arabeschi in stile "neo-bizantino" e il pavimento è in lastre ottogonali in pietra di Barge.
1907 - 1913 (ampliamento e sopraelevazione intero bene)
Viene elaborato, a opera dell'ing.Enrico Ruffoni, un progetto di ampliamento e parziale ricostruzione, di impronta neogotica. I lavori consistono, oltre che in una ridefinizione stilistica, nel prolungamento delle navate con due campate in direzione del sagrato e nella realizzazione della facciata attuale. Tali interventi comportano la demolizione della facciata neoromanica e del fonte battesimale progettato dal Panizza. La facciata viene realizzata in mattoni faccia a vista per gli sfondati, pietra di Finale e pietra artificiale per il rosone, le cornici, le modanature, i capitelli e gli altri elementi dell'apparato decorativo, beola per le lastre di zoccolatura. Tra le voci di computo, redatto dal Ruffoni, vengono contemplate la realizzazione di fondazioni in calcestruzzo, di pali di fondazione in opera e di parti di facciata in finta pietra. Nel 1911 Ruffoni viene diffidato dal proseguire nell'incarico e la direzione lavori passa in mano all'arch. Antonio Vandone - De Negri.
1910 - 1910 (collocazione tela Adorazione dei Magi)
Con lettera datata 22 aprile 1890, il prefetto della Provincia di Torino, ordina di "riporre tosto nella chiesa il dipinto", depositato nella casa del parroco. Nel 1910 l'Adorazione dei Magi viene collocata in sacrestia, dove vi rimane fino al 1954.
1913 - 1913 (benedizione carattere generale)
La chiesa viene solennemente benedetta dal cardinale Agostino Richelmy il 19 ottobre 1913.
1920 ca. - 1920 ca. (ampliamento sagrato intorno)
Negli anni successivi agli ultimi lavori di ampliamento, il comune di Leinì procede, su sollecitazione del parroco, a un "diradamento urbanistico", con la demolizione di alcune costruzioni che sorgevano a ridosso della chiesa. Viene creato lo spazio aperto antistante il sagrato, nella sua attuale configurazione, e viene aperta la nuova via intitolata al defunto prevosto don Ferrero.
1933 - 1933 (ripasso e consolidamento volte copertura)
Viene ripristinata integralmente la copertura e si effettua l'intervento di incalottamento dell'estradosso delle volte con una cappa di calcestruzzo cementizio.
1939 - 1939 (restauro tela Adorazione dei Magi)
Restauro della tela a cura del professor Carlo Pintor.
1953 - 1956 (manutenzione straordinaria interno)
Vengono fatti lavori di straordinaria manutenzione straordinaria: i lavori consistono nell'inserimento di nuovi elementi decorativi, come i rosoni in gesso applicati al centro delle crociere sulle volte delle navate, oltre a diversi nuovi capitelli, fregi e cornici inseriti nelle membrature preesistenti. Gli inserimenti sono a opera dello stuccatore Mino Rizzoni. Contestualmente il pittore Mario Gilardi effettua una ritinteggiatura completa degli interni, uniformandoli ad un'unica tonalità monocroma sul grigio, con l'eccezione delle parti in rilievo, sottoposte a dorature e sporadiche sottolineature policrome.
1954 - 1954 (ritiro della pala e restauro tela Adorazione dei Magi)
Il soprintendente alle Gallerie del Piemonte Noemi Gabrielli dispone il ritiro della pala dalla chiesa di Leinì, a causa del suo "cattivo stato di conservazione", al fine di provvedere al restauro, a spese della medesima Soprintendenza, e al deposito presso la Galleria Sabauda. Il restauro della tela viene affidato a Ettore Patrito.
1963 - 1963 (automatizzazione campane campanile)
Vengono installati sistemi automatizzati per la movimentazione delle campane.
1965 - 1965 (modifiche presbiterio)
A seguito del Concilio Vaticano II e della riforma liturgica, vengono rimosse le balaustre in marmo e installato un nuovo altare in legno, su disegno del pittore Pier Ottavio Fasani.
1966 - 1966 (ripristino pavimentazione interno)
Vengono ripristinati i pavimenti delle navate.
1979 - 1979 (rifacimento pavimento interno)
Si provvede alla sistemazione totale del pavimento, reimpiegando in buona parte le lastre originarie in pietra di Barge.
1980 ca. - 1980 ca. (manutenzione straordinaria tetto)
Nel corso degli anni ottanta del Novecento, le parti ammalorate delle orditure in copertura vengono sostituite con elementi analoghi in legno e viene rifatto il manto di copertura in coppi.
1991 - 1992 (restauro interni)
Su iniziativa del parroco don Carlo Fassino, viene effettuato l'intervento di restauro complessivo degli interni, su progetto e direzione lavori dell'arch. Antonio Besso-Marcheis e dell'ing. Carlo Brizzi. Il progetto di restauro, iniziato con una campagna di rilievi, grafici e stratigrafici, ha consentito il disvelamento degli apparati cromatici originali, coperti dagli interventi di metà Novecento. Il progetto ha permesso la restituzione cromatica delle varie fasi di costruzione e ampliamento dell'edificio. Vengono inoltre riprese e parzialmente ricostruite le parti in rilievo degradate, restaurati i rosoni, i capitelli e i motivi in stucco con la doratura finale, a opera dei restauratori Pietro Ricca e Matteo Colapietro.
1994 - 1996 (restauro tela Adorazione dei Magi)
Restauro della tela a cura del Laboratorio Nicola Restauri di Aramengo.
2009 - 2009 (ricollocazione nella parrocchia tela Adorazione dei Magi)
Il 28 giugno 2009 la tela del Defendente Ferrari viene riconsegnata alla chiesa parrocchiale di Leinì.



Descrizione  La chiesa parrocchiale si trova nel centro storico di Leinì. Il destro e il retro della struttura sono in continuità con altri edifici. La chiesa presenta pianta a croce latina. Il braccio lungo della croce è suddiviso in tre navate mentre il transetto consta di una navata. La navata centrale è suddivisa in sette campate, in corrispondenza della settima campata si innestano i bracci del transetto; la chiesa termina con abside semicircolare. Le navate laterali constano di sei campate; ciascuna presenta una cappella laterale di pianta rettangolare. La facciata è a salienti ed è divisa in cinque parti da contrafforti; le tre porzioni centrali sono in aggetto rispetto alle due laterali e presentano grandi arcate cieche a tutto sesto in muratura intonacata, di cui quella centrale di dimensioni maggiori, al cui interno si aprono i portali e le finestre. Sono presenti tre portali. Il portale centrale è in leggero aggetto rispetto al filo di facciata ed è composto da due colonnine che reggono un coronamento con intradosso arcuato ed estradosso a doppia falda; il portone, in legno a doppio battente, è sormontato da una lunetta semicircolare affrescata. Sopra il portale è presente un rosone. I portoni laterali, in legno a doppio battente, presentano dimensioni inferiori rispetto a quello centrale e sono sormontati da finestre semicircolari. Le porzioni laterali arretrate presentano finestre arcuate con cornice a fasce intonacate alternate a fasce in mattoni a vista. I profili delle falde della copertura sono seguiti da fregi di archetti pensili in muratura intonacata. Sulla sommità dei contrafforti e della copertura sono presenti dei pinnacoli; i cinque pinnacoli centrali presentano pianta quadrangolare, sono aperti su tutti i lati e contengono delle statue. Alla base è presente un alto zoccolo lapideo mentre le superfici di facciata sono rivestite in mattoni a vista. I prospetti laterali sono intonacati. Sono presenti finestre arcuate in corrispondenza del cleristorio e dell’abside; ai lati del transetto vi sono delle finestre circolari mentre nella parte bassa sono presenti finestre semicircolari molte delle quali tamponate. La struttura portante è in muratura. La copertura è a falde con struttura in legno e manto di copertura in coppi. L’alta torre campanaria si trova nella parte posteriore della struttura, a sinistra rispetto alla facciata; presenta pianta quadrangolare, finitura in mattoni a vista e può essere suddiviso in sei registri separati da cornici marcapiano. Nei primi quattro livelli vi sono delle feritoie rettangolari mentre il quinto presenta una finestra rettangolare su ciascun lato e il sesto ospita la cella campanaria aperta su tutti i lati. Il campanile culmina con una copertura a quattro falde con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi. L'edificio presenta buono stato conservativo. La chiesa è officiata regolarmente.

pianta
La chiesa presenta pianta a croce latina. Il braccio lungo della croce è suddiviso in tre navate. La navata centrale è suddivisa in sette campate, la settima in comune con il transetto, a cui si aggiunge un’ulteriore campata preabside; termina con un’abside semicircolare. Le navate laterali constano di sei campate; ciascuna presenta una cappella laterale di pianta rettangolare.
facciata
La facciata è a salienti ed è divisa in cinque parti da contrafforti; le tre porzioni centrali sono in aggetto rispetto alle due laterali e presentano grandi arcate cieche a tutto sesto in muratura intonacata, di cui quella centrale di dimensioni maggiori, al cui interno si aprono i portali e le finestre. Sono presenti tre portali. Il portale centrale è in leggero aggetto rispetto al filo di facciata ed è composto da due colonnine che reggono un coronamento con intradosso arcuato ed estradosso a doppia falda; il portone, in legno a doppio battente, è sormontato da una lunetta semicircolare affrescata. Sopra il portale è presente un rosone. I portoni laterali, in legno a doppio battente, presentano dimensioni inferiori rispetto a quello centrale e sono sormontati da finestre semicircolari. Le porzioni laterali arretrate presentano finestre arcuate con cornice a fasce intonacate alternate a fasce in mattoni a vista. I profili delle falde della copertura sono seguiti da fregi di archetti pensili in muratura intonacata. Sulla sommità dei contrafforti e della copertura sono presenti dei pinnacoli; i cinque pinnacoli centrali presentano pianta quadrangolare, sono aperti su tutti i lati e contengono delle statue. Alla base è presente un alto zoccolo lapideo mentre le superfici di facciata sono rivestite in mattoni a vista.
prospetti laterali
I prospetti laterali sono intonacati. Sono presenti finestre arcuate in corrispondenza del cleristorio e dell’abside; ai lati del transetto vi sono delle finestre circolari mentre nella parte bassa sono presenti finestre semicircolari molte delle quali tamponate.
interni
Le tre navate sono scandite da pilastri retti in muratura cui si addossano semicolonne sottese ai varchi tra le navate Tutte le superfici verticali sono intonacate di colore beige mentre le lesene, le semicolonne e i sottarchi sono intonacati di colore rosato e le superfici voltate sono bianche. Le prime due cappelle laterali, sia sul lato destro che sul lato sinistro, sono chiuse da cancellate. La prima cappella sul lato sinistro custodisce il battistero mentre quella sul lato destro ospita un altare in marmo bianco con dossale in marmo di colore beige decorata con bassorilievi che rappresentano Sant'Antonio Abate e Sant'Antonio da Padova. Le cappelle ai lati della seconda, quarta e sesta campata delle navate laterale di destra e di sinistra ospitano dei confessionali. La terza cappella sul lato sinistro presenta un altare in marmo sormontato da una tela raffigurante il Sepolcro mentre in quella sul lato destro si trova un altare, sempre in marmo, sormontato da un bassorilievo in legno che ritrae la Sacra Famiglia. La quinta cappella sul lato sinistro ospita un altare in marmo sormontato da una tela raffigurante l’Assunzione di una Santa Martire mentre in quella sul lato destro è ubicato un altare, sempre in marmo, sormontato da una tela raffigurante l’Assunzione di Maria. Su entrambi i bracci del transetto sono ubicati degli altari in marmo con al centro una nicchia contenente la statua della madonna del Rosario e i quindici misteri, quello di sinistra, e la statua del Sacro Cuore di Gesù, quello di destra. Nella navata centrale, in corrispondenza del pilastro tra la quinta e la sesta campata vi è un pulpito ligneo. Sopra l’ingresso è presente una cantoria in legno scuro contenente un organo a canne. La pavimentazione delle navate è in bargioline mentre quella del presbiterio è in cementine; il transetto e le cappelle laterali sono pavimentate in marmo.
presbiterio
Il presbiterio si trova all'incrocio fra la navata centrale e il transetto ed è soprelevato di due gradini. L’altare, in marmo, è staccato dalla parete di fondo ed affiancato da due passaggi laterali, chiusi da tende, che consentono di accedere all'area retrostante. Sopra i passaggi sono presenti le statue in legno dorato dei due santi titolari. Il tabernacolo si trova al centro dell’altare. Sopra l’altare pende un grande crocifisso ligneo. Sulla parete di fondo, è presente un coro ligneo sormontato da una finestra arcuata con vetrata dipinta che raffigura i Santi Pietro e Paolo.
apparato liturgico
L'assemblea è ordinata in panche a battaglione disposte secondo l'orientamento dell'aula. Sono presenti sei confessionali in legno e sono ubicati nelle cappelle ai lati della seconda, quarta e sesta campata delle navate laterale di destra e di sinistra Il fonte battesimale è in marmo ed è custodito all'interno della prima cappella laterale sul lato destro.
campanile
L’alta torre campanaria si trova nella parte posteriore della struttura, a sinistra rispetto alla facciata; presenta pianta quadrangolare, finitura in mattoni a vista e può essere suddiviso in sei registri separati da cornici marcapiano. Nei primi quattro livelli vi sono delle feritoie rettangolari mentre il quinto presenta una finestra rettangolare su ciascun lato e il sesto ospita la cella campanaria aperta su tutti i lati. Il campanile culmina con una copertura a quattro falde con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1965)
Rimozione delle balaustre in marmo e installazione di mensa in legno.
presbiterio - aggiunta arredo (1970-80)
Aggiunta di nuovi arredi, mensa, ambone e sede del celebrante, posizionati in corrispondenza del presbiterio storico, di fronte all'altare. La mensa è in marmo, con colonnine tortili sui lati, e pannello frontale intagliato a riquadri ed elementi geometrici. L'ambone, collocato a sinistra dell'altare, è costituito da leggìo su piedistallo in marmo. al sede del celebrante è composta da sedie in legno, rivestite con velluto rosso, poste davanti all'altare.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Piemonte
Diocesi di Torino
Parrocchia di Santi Pietro e Paolo Apostoli

Piazza Don Matteo Ferrero - Leini (TO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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