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Chiesa della Beata Vergine Assunta <Berbenno di Valtellina>
Data ultima modifica: 26/04/2018, Data creazione: 4/4/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa della Beata Vergine Assunta


Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione)



Notizie storiche  XII - XII (preesistenze intero bene)
Sul luogo ove sorge l’attuale chiesa della Beata Vergine Assunta era edificata la chiesa di S. Maria. Essa era antichissima e dotata di propri fondi. Non è possibile stabilire con certezza quando la chiesa di S. Maria sia stata costruita. Si può supporre che sia avvenuto dopo che, durante la guerra decennale tra Milano e Como (1118 - 1127), le soldatesche milanesi si spinsero fino a Berbenno, uccidendo e saccheggiando. E' probabile che da quella scorreria non sia uscita indenne neppure la Plebana di S. Pietro, che si trova a fondovalle. Pertanto la nuova chiesa e la nuova canonica furono edificate in una località sufficientemente protetta dal castello di Roccascissa e, al tempo stesso, tale da consentire ad arciprete o canonici un contatto ottico con la loro chiesa plebana.
1595 - 1620 (rifacimento intero bene)
La chiesa di S. Maria, bisognosa di radicali restauri, fu rifatta fra il 1595 e il 1620. Il rifacimento fu così radicale che dei vecchi edifici rimane, al massimo, parte di 2 muri: quello settentrionale della sacrestia che forse faceva parte del portico, e quello meridionale del transetto di sinistra. Nel vano così ottenuto fu impostata la costruzione della nuova chiesa. Secondo un procedimento molto usato in quell’epoca, le pareti laterali sud e nord della vecchia chiesa romanica furono aperte; rimase in piedi la parte orientale, ossia il campanile e l’abside che fu utilizzata, temporaneamente, come cappella laterale e nella quale continuò a campeggiare l’”ancona dell’Immacolata”. Nel vano così ottenuto fu impostata la costruzione della nuova chiesa con la facciata rivolta a nord e l’abside a sud.
1601 - 1624 (rifacimento intero bene)
Con testamento del 4 dicembre 1601, Gianantonio de Asnago legava alla chiesa di S. Maria scudi cento, perché cinquanta di essi fossero impiegati nella costruzione o per la finitura della cappella maggiore della stessa. Non avendo adempiuto il loro obbligo, il 15 giugno 1624 gli eredi furono ditati dai sindaci della chiesa dinnanzi a Mons. Sisto Cartano, delegato per la visita pastorale della Valtellina dal Card. Desiderio Scaglia, vescovo di Como.
1614 - 1614 (rifacimento intero bene)
Fra le ordinanze che il vescovo Filippo Archinti emanò "per la chiesa della Madonna, parrocchiale di Berbenno", dopo che il 22 dicembre 1614 l'ebbe visitata, ci sono le seguenti: "si finisca di fabbricare la cappella per il fonte battesimale, quale s’accomodi in essa secondo gli ordini generali” - “per ridur l'Altar grande alla sua misura di altezza, si potrà levar uno dei 4 scalini, quali sono avanti di esso, et così si faranno più larghi et meno pericolosi”.
1624 - 1624 (rifacimento intero bene)
In data 1 luglio 1624 il visitatore delegato Mons. Sisto Cartano consacrava l'altare maggiore e un altro dedicato a S. Carlo.
1642 - 1642 (realizzazione balaustra)
Il 18 dicembre 1642 il priore della confraternita del SS. Sacramento, Gian Paolo Odescalchi , firmava una obbligazione di 14 doppie e mezza di un ducatone per una balaustra in pietra macchiata, eseguita dal maestro Giovanni Fossati di Arzo, nel Canton Ticino, per la cappella di S. Carlo.
1642 - 1645 (collocazione organo)
Fra il 1642 e il 1645 veniva trasportato e collocato l'organo vecchio del Santuario di Tirano, per opera dell’organaro Giovanni Rogantino, abitante a Morbegno, ma oriundo di Piuro.
1647 - 1652 (completamento abside)
Negli anni 1647/'48 l'intagliatore Giovanni Schmit, di Lipsia, compiva e poneva in opera in fondo alla nuova abside gli stalli corali, che sono senza dubbio, l'oggetto d'arte più celebre dell'Assunta. Purtroppo sono invece andati dispersi due altri lavori d'intaglio e d'intarsio che l'artista eseguì fra il 1650 e il 1652, per la stessa chiesa, ossia il pulpito e un confessionale. A proposito della collocazione del pulpito, il Fabbricere Odescalchi ha lasciato una annotazione molto indicativa; egli dice che, per avere una comunicazione diretta fra la S. Sacrestia e il pulpito, fu necessario aprire due porte, una nel muro fra la chiesa e il campanile e l'altra nella parte settentrionale della Sacrestia.
1667 - 1667 (completamento porticato)
Nel 1667 si completava il numero delle colonne in pietra di Tresivio, che ornano ancora il porticato di accesso alla porta principale della chiesa.
1719 - 1724 (costruzione campanile)
L'attività muraria di don Bernardo Piazzi (arciprete dal 1660 al 1724) culminò nel 1722 con la posa della prima pietra della nuova possente torre campanaria. Per il trasporto della enorme quantità di materiale occorrente, sin dal febbraio del 1719 egli si era fatto rilasciare dal Governatore Grigione Pietro Planta il permesso di "poter condure e far condure sassi con carri, et in altre forme passare e transitare per luoghi o pezze per menarli alla veneranda chiesa", ma era appena terminata la prima campata del campanile, che il Piazzi si spense. Era il 27 febbraio 1724.
1725 - 1740 (sistemazione interno)
Il successore Giacomo Antonio Parravicini (1724-1761), nei primi anni della sua amministrazione, si occupò soprattutto della sistemazione interna della chiesa. Nel 1725 faceva ornare gli stucchi della cappella di S. Giuseppe; nel 1731 faceva dipingere quella di S. Antonio di Padova; due anni dopo faceva eseguire dal Maestro Giovanni Conca di Bellano una balaustra e degli scalini per la Cappella Maggiore; intorno al 1735/40, faceva sistemare quelle di S. Francesco da Paola, dello Spirito Santo e del Crocifisso; poi fu la volta del pavimento in pietra, per il quale lavorarono il tagliapietre Battista de Matté, Antonio Raspino e Giovanni Antonio Bardolino di Pendolasco.
1745 - 1764 (costruzione campanile)
Nel 1745 si riprese la fabbrica del campanile. Si preparò la calce, si "fecero" sassi, andando a cercarli fino a Liscione (frazione nei pressi di Regoledo di Berbenno), si acquistarono “legni di castano e di larice” per le chiavi, "antenne di cerasa", "ferri per li priali"; si fabbricarono “argani, rode e rodoni”. Poi i Capi Maestri, Carlo Bianca (o Pianca), Carlo Franzina e il tagliapietra Battista de Mattè si misero all’opera. Nel 1759 i lavori erano ancora in corso. Solo nel 1764 il volume del “Maneggio” registra una somma di lire 64,18 date a Matteo Fratino "per legni della Barcade le campane" e un'altra spesa di lire 137,18 date a Mastro Storgio "per la barcha de le campane".
1766 - 1791 (rifacimento intero bene)
Nel 1766 furono trasferiti i Diritti Plebani dalla chiesa di S. Pietro a quella di S. Maria. Fu certamente questo uno dei motivi che suggerirono all'arciprete Antonio Parravicini, nel 1780, di costruire la volta della chiesa e di "rifabricarla per ridurla in più grandioso aspetto". Per quest'opera fece venire il Capo Maestro Girolamo Galetti, probabilmente di S. Fedele in Valle d'Intelvi. Il Galetti pensò a uno schema pseudocentrale, da ottenersi mediante la sovrapposizione di un volume cubico a rettangolo preesistente. Pertanto fu necessario demolire una certa parte centrale della chiesa, per ottenere il transetto, sopra il quale elevare la cupola. I lavori proseguivano alacremente così che nel 1791 si chiamò da Lugano il Pittore Giovan Battista Colombo di Arogno, per dipingere sui peducci della cupola i quattro Evangelisti.
1798 - 1798 (realizzazione cantoria)
Nel gennaio del 1798, si riportò da Bergamo l’organo fatto rinnovare collocandolo su una nuova cantoria, opera di Battista Abbiati, intagliatore.
1831 - 1831 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu riconsacrata il 26 giugno 1831 da Mons. Gianbattista Castolnuovo.
2009 - 2009 (restauro campanile)
Nel 2009 è stato eseguito il restauro del campanile.
2017 - 2017 (restauro intero bene)
In data 15 marzo 2017 sono iniziati i lavori di restauro e consolidamento di copertura, murature portanti, facciate, volte e interni. I lavori sono terminati in data 15 dicembre 2017



Descrizione  La chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta si affaccia sul fondovalle, incastonata su uno sperone di roccia fra la "Rocca di S. Michele" e il "Dosso del Sassòlt", a 370 m. di quota s.l.m. Distante dal paese alcune centinaia di metri, la chiesa con la vasta piazza, la canonica, il campanile, l'oratorio dei Confratelli e i cortili occidentali - ove un tempo era il cimitero - costituisce un insieme grandioso a sè stante. Un porticato secentesco fa da pronao all'ingresso principale alla chiesa, situato verso il centro del paese e costituito da un ampio portale di marmo, munito di una porta in noce riccamente scolpita. Sopra il portale un affresco raffigura la Vergine Assunta, a cui la chiesa è dedicata. Lungo le fiancate laterali dell'edificio si trovano due ingressi secondari; quello a occidente è detto di Regoledo, perché un tempo gli abitanti di quella frazione entravano in chiesa da tale porta; l'altro ingresso laterale si trova dal lato della canonica ed è in corrispondenza all'accesso della grande sacrestia e al campanile. L'interno della chiesa presenta sobrie decorazioni realizzate in gesso. La tinteggiatura dell'edificio, basata sul colore beige, conferisce luminosità e senso di raccoglimento. Le pitture che ornano la tazza absidale e la piccola cupola del presbitero risalgono al 1944 e sono opera del pittore Carlo Maria Mauri. Queste decorazioni, eseguite con la tecnica dell'encausto, hanno sostituito quelle settecentesche del bormiese Canclini, di maggior pregio, deteriorate per infiltrazioni d'acqua piovana. Notevoli sono le figure dei quattro Evangelisti, che si trovano sui peducci della grande cupola, del pittore luganese Giovan Battista Colombo (1791). Sopra i due ingressi laterali si affacciano due pulpiti in muratura, ornati in stucco. Vi sono, oltre all'altare maggiore, sei altari laterali. Sopra l'ingresso principale è sistemato l'organo con annessa ampia cantoria; la parte in legno è opera cinquecentesca di un artigiano valtellinese. Opera di grande valore e pregevole fattura è il coro, opera di Giovanni Schmit di Lipsia: su due cartigli posti sulle lesene terminali si legge a sinistra: "JOHAN (n) ES - SCHMIT - VON - LEIPZIG - FECIT"; a destra: "F.P.A.B. - Anno 1648". Si tratta di dodici stalli disposti a semicerchio, secondo la curva dell'abside attorno alla cattedra arcipretale, con uno sviluppo perimetrale complessivo di m. 10,50 circa e altezza di m. 2,80. Sono distinti fra loro da robusti braccioli finemente lavorati; i dossali, disegnati a forma di piccoli tabernacoli, sono sostenuti da cariatidi. I pannelli che fanno da schienali (cm. 64 x 13) presentano motivi decorativi a intarsio di paesaggi, fiorami, sirene e figure maschili con corpi di pesce. Nella cattedra arcipretale campeggia intarsiato lo stemma dei Parravicini, il cigno bianco, e attorno ad essa corre l'iscrizione: FRANC (iscu) S - PARACI (cinu) S DE ARDENO ARCH (i) P (res) B (yte) R - PLEBIS - BERBENI ET - VIC (arius) S FORANEUS. Era quindi arciprete della pieve di Berbenno Francesco Parravicini di Ardenno, quando lo Schmit eseguì il coro.

Impianto strutturale
L'impianto strutturale è composto da murature continue in pietrame e malta, volte realizzate con pietre a coltello. La volta a vela sopra il presbiterio e la cupola al centro della navata sono invece realizzate in mattoni pieni di laterizio.
Pianta
L'interno della chiesa è a croce latina; la navata longitudinale orientata verso mezzogiorno è lunga mt. 42,50 e larga mt. 10,50; quella trasversale - transetto - è lunga mt. 23,20 e larga mt. 7,60. Al centro del transetto si eleva la cupola che ha una altezza di 23,00 metri. Le volte della navata principale e di quella trasversale sono a botte mentre la volta sopra il presbiterio è a vela.
Coperture
La copertura è realizzata con tetto a falde in legno, con struttura portante composta da capriate, colmi e terzere in legno e manto di copertura in piode.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata e dell'abside è in pietra lavorata a mano (serpentino), con corridoio centrale in lastre di pietra bianche e nere.
Elementi decorativi
Le parti dipinte sono poste sulla volta a vela sopra il presbiterio e sui 4 pennacchi della cupola centrale. I dipinti sui pennacchi della cupola centrale sono stati realizzati nel 1791, dal pittore Giovan Battista Colombo di Arogno - Lugano e rappresentano i quattro evangelisti; il dipinto murale delle volte del presbiterio è stato eseguito dal pittore Carlo Maria Mauri nel1944 (firmato su un cartiglio nella parte inferiore a destra dell’angelo con la tromba) e rappresenta l’Assunzione di Maria con Angeli musicanti, putti e la Trinità. E’ stato realizzato con un disegno preparatorio a spolvero ed eseguito con colori a tempera; racchiuso da una prima cornice modanata e dorata in rilievo a cui segue una successione di cornici dipinte lungo tutto il perimetro, comprende nelle quattro vele dei finti stucchi con motivi fitomorfi su fondo rosso, delimitati da una cornice con modanature a grani, realizzata in gesso con anima in paglia. In seguito ad un’osservazione a luce radente della superficie dipinta, sono risultati visibili degli attacchi di giornate e numerose incisioni dell’intonaco che definiscono, con una certa precisione, figure appartenenti ad una composizione sottostante differente dall’attuale. Si deduce che il pittore nel 1944 abbia completamente ridipinto tutta la superficie della volta modificando l’impostazione compositiva e mantenendo lo stesso soggetto religioso.
Campanile
Il campanile, posto ad est della navata di fianco alla sacrestia, ha una base quadrata di 7,20 metri ed una altezza di 48 metri.



Adeguamento liturgico  mensa - aggiunta arredo (1970)
Nel 1970 è stata aggiunta la mensa, costituita da piano sorretto da mobile in noce.
ambone - aggiunta arredo (1970)
Nel 1970 sono stati aggiunti due amboni all’estremità del presbiterio verso l’assemblea, rispettivamente a destra e a sinistra della mensa, costituiti da mobile in legno, leggio e pedana.
mensa - aggiunta arredo (1989)
Nel 1989 è stata sostituita la mensa con quella attualmente presente, costituita da piano appoggiato su mobile in legno con scolpite figure religiose.
sede - aggiunta arredo (2010)
Nel 2010 è stato tolto il leggio posto a destra della mensa (osservando l’assemblea) e al suo posto è stata posta la sede per il sacerdote che presiede la celebrazione sacra.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Como
Parrocchia della Beata Vergine Assunta

Berbenno di Valtellina (SO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico

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