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18/5/2024 Diocesi di Crema - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Giorgio Martire <Chieve>
Data ultima modifica: 24/02/2022, Data creazione: 21/9/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Giorgio Martire


Altre denominazioni S. Giorgio Martire


Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione)



Notizie storiche  XII - XVI (preesistenze intero bene)
La prima attestazione di un insediamento religioso a Chieve risale al secolo XII, quando nel 1144 Chieve comparve tra i beni dei monaci cistercensi dell’abbazia di Cerreto, che vi edificarono l’oratorio di Santa Maria del Prato Vecchio.
XVI - XVI (costruzione carattere generale)
Nel 1531 la rettoria di San Giorgio di Chieve fu censita come parrocchia nella diocesi di Piacenza, il diritto di nomina del parroco spettava all’arcidiacono di Santa Maria di Crema. Nel 1566, in occasione della visita pastorale del vescovo di Piacenza Bernardino Scotti, il reddito del beneficio parrocchiale della rettoria di Chieve ammontava a 500 libre, la parrocchia contava 300 anime da comunione. Nel 1579 venne terminata la costruzione della chiesa di San Giorgio. Nel 1580 la parrocchia di Chieve fu smembrata dalla diocesi di Piacenza e unita alla diocesi di Crema, eretta con la bolla “Super Universas” di Gregorio XIII dell’11 aprile 1580. La chiesa di San Giorgio fu visitata dai visitatori apostolici Gian Battista Castelli nel 1579 e Girolamo Regazzoni nel 1583. Nelle stesse occasioni furono visitati gli oratori di San Martino e di San Giorgio Vecchio e l’oratorio di Santa Maria dei Prati, denominato poi di Santa Maria del Sagradello.
XVI - XVIII (diocesi di Crema 1580 carattere generale)
Alla suddivisione della diocesi di Crema in vicariati nel 1583, la parrocchia di Chieve fu sede di vicariato sino al 1603. Esso comprendeva le parrocchie di Chieve, Casaletto Ceredano, Rubbiano, Credera, Rovereto, Capergnanica, Passarera e Bolzone; il diritto di nomina del rettore spettava al vescovo di Crema; il reddito del beneficio parrocchiale ammontava a 800 libre; la parrocchia contava 350 anime da comunione. Nel 1603 il vicariato di Chieve fu soppresso e accorpato al vicariato di Bagnolo Cremasco fino al 1685. Nel 1685 Chieve fu smembrata dal vicariato di Bagnolo ed eretta nuovamente sede di vicariato per decreto del vescovo di Crema Marcantonio Zollio.
XVIII - XIX (riforma carattere generale)
Nel 1752 il numero degli abitanti di Chieve era di 707 anime. Dallo scritto del parroco Giacomo Ferrari si ha notizia sullo stato della parrocchiale di S. Giorgio nel Settecento (Vista Lombardi 1756). La chiesa era ad una sola navata e dotata di sei altari oltre la cappella maggiore. Viene fornita la notizia che la terza cappella a sud, contenente l'altare dei Morti, era ornata con affreschi e con una pala dei Fratelli Giovanni Antonio e Giuseppe Torricelli (1753). Gli stessi artisti intervennero con decorazioni a fresco anche nella seconda cappella a nord, dedicata a S. Antonio da Padova (1754). Lo scritto del parroco dà informazioni sulla costruzione dell'altare maggiore, opera di Ambrogio Pedetti di Laghetto di Milano (1746), garante di tale lavoro fu il capomastro architetto Andrea Nono. Tra il 1743 e il 1780 furono eseguite altre opere, pertanto la chiesa di S. Giorgio nel Settecento, rinnovata nel coro e nella navata, si presentava in ottime condizioni statiche e di manutenzione.
XIX - XX (ristrutturazione intero bene)
Alla fine dell'Ottocento, Vescovo Francesco Sabbia, il 6 giugno 1893 furono approvati i lavori di ampliamento della Parrocchiale. Tali interventi erano necessari per le ridotte dimensioni dell'aula sacra, che non era in grado di accogliere tutti i fedeli, ma anche per l'ideale del parroco Domenico Valdameri, il quale voleva "un'opera stabile, duratura, perenne.... che attestasse ai posteri il movimento mondiale cattolico in occasione e ad onore del Giubileo del Sommo Pontefice Leone XIII". Nel 1893 furono costruite le due navate laterali e alzata quella centrale dalla Ditta Crivelli Antonio, capomastro di Crema. Dal 1894 al 1896 fu effettuata una nuova decorazione della chiesa ad opera del Prof. Angelo Bacchetta (1841-1920) e del figlio Azeglio (1870-1907). Se l'intervento ricostruttivo era stato sovvenzionato dalle offerte dei parrocchiani, l'intervento decorativo fu possibile per la generosità della contessa Ortensia Scribani Premoli.
XX - 1950 (ristrutturazione intero bene)
Studi per un nuovo ampliamento della chiesa nella zona del presbiterio furono presentati il 31 dicembre 1927 da parte dell'Ing. Luigi Angelini di Bergamo. Il parroco Mons. Bartolomeo Panzetti pensava ad un allargamento del presbiterio ritenuto troppo buio. Terminata la Seconda Guerra Mondiale nel 1946, sempre Parroco Mons. Panzetti, dopo l’approvazione, 2 aprile 1946, da parte della Commissione d’Arte Sacra delle tre tavole di progetto per l'ampliamento della Chiesa, presentate dall’Ing. Michelangelo Gelera di Crema, iniziarono i lavori con imprese edili locali. In tale intervento furono mantenute le tre navate e demoliti il campanile, il presbiterio e le sagrestie laterali. Sul sedime delle demolizioni trovò posto il transetto, sui quattro pilastri angolari fu impostata la nuova cupola, mentre in lunghezza furono allestiti gli spazi del presbiterio e dell’abside. La chiesa con la costruzione anche del nuovo campanile alla fine dei lavori si allungò di oltre 10 metri.
1950 - 1952 (completamento intero bene)
Nel 1950, finiti i lavori di costruzione, i Fratelli Gianotti eseguirono le vetrate dei rosoni laterali della parte nuova della chiesa; le balaustre e l'altare maggiore furono sistemati da Camillo Remuzzi di Bergamo. Le balaustre furono autorizzate dall'Arte Sacra con materiale cementizio a condizione di una loro sostituzione in marmo quando la Parrocchia avesse avuto la possibilità economica. Nella Parrocchiale, dopo le modifiche tipologiche dell'Ottocento e del Novecento rimangono a testimonianza dell'importanza della Chiesa di S. Giorgio gli altari sei-settecenteschi ricomposti nelle navate laterali. Sono andate perdute tutte le modifiche avvenute a partire dall'ultima fase del Concilio di Trento (1562-63). Le pareti del transetto, del presbiterio e dell'abside si presentano ancora oggi senza tinteggiatura, né decorazione, con supporto cementizio a vista. Il vescovo Mons. Giuseppe Piazzi effettuò la consacrazione della Chiesa di S. Giorgio Martire il 19 febbraio 1952.
1952 - 2014 (completamento intero bene)
Nel 1959, parroco Don Carlo Carrera, fu posata una pavimentazione in piastrelle di cemento. Nello stesso anno fu smembrato e spostato dalla contro facciata alla parete laterale sud dell'abside la parte anteriore della cantoria dell'organo (sec. XVIII circa), lasciando posizionata la mostra sopra la bussola dell'ingresso principale, fu eseguita una operazione di decostruzione ricostruzione. Nel 1964 fu effettuato il restauro della facciata della chiesa. Nel 1971 sono stati eseguiti lavori per la sistemazione del Presbiterio secondo le indicazioni della Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II. Le opere consistevano nella revisione totale dell'Altare maggiore con la formazione della Mensa. La rimessa a nuovo dei manufatti fu effettuata dall'Industria Marmi C. Comana di Seriate (BG). Nel 2004 venne restaurata la copertura della chiesa, nel 2013 si è effettuato il restauro del campanile costruito nel 1947.
2018 - 2019 (restauro conservativo intero bene)
Il restauro conservativo della Chiesa Parrocchiale di "S. Giorgio Martire" (contributo CEI 2018-2019) riguarda tutto l'involucro esterno della fabbrica: il manto di copertura con miglioramento sismico della struttura lignea, i fronti e la facciata della chiesa, formazione del condotto perimetrale di areazione delle fondazioni con conseguente pavimentazione del sagrato, degli ingressi laterali, percorso disabili e della formazione della nuova scalinata di accesso alla chiesa. Gli interventi effettuati sono fondamentali e prioritari nelle opere di restauro e di valorizzazione dell'intero bene. La forte presenza di acqua nelle murature e nella pavimentazione della chiesa, oltre la mancata manutenzione della fabbrica,avevano messo a rischio l'intero pregevole apparato decorativo interno.
2020 - 2022 (restauro conservativo intero bene)
Il restauro conservativo della Chiesa Parrocchiale di S. Giorgio Martire 2° Lotto (contributo CEI 2020-2022) riguarda l'interno della fabbrica con il risanamento dei danni provocati dall'umidità di risalita capillare. Sono stati effettuati i seguenti lavori: formazione di un vespaio areato, posizionamento di un riscaldamento con pannelli radianti a pavimento, consolidamento strutturale degli altari e posa di una nuova pavimentazione in marmo.



Descrizione  La Chiesa parrocchiale di S. Giorgio Martire sorge sull’asse principale al centro del paese di Chieve. I primi documenti riguardanti la Chiesa risalgono al secoli XVI. Fu ampliata con la costruzione delle navate laterali nel 1893 e allungata nella zona del presbiterio nel 1946. La Chiesa a pianta rettangolare a tre navate è coperta da volte a crociera con cupola inserita nella zona del transetto ed è conclusa dal presbiterio con abside di forma quadrata. Affiancato sul lato sinistro della fabbrica si eleva il campanile costruito nel 1947. La copertura dell’aula è di tipo tradizionale, con struttura portante in legno massello, mentre il manto di protezione del tetto è costituito da tradizionali coppi di laterizio. Dalla piazza si percepisce sia l’allargamento ricomposto con stilemi classici neo-rinascimentali della facciata, sia l’allungamento imponente del transetto e dell’abside. Lo spazio interno è impostato essenzialmente secondo uno schema classicistico. La navata centrale, configurata a pianta rettangolare, coperta da volte a crociera affrescate, è scandita in ampie campate da pilastri con lesene doriche e alette, che si aprono sulle navate laterali con un susseguirsi di pieni e di vuoti. Nelle due navate laterali con un leggero sfondato si alternano le cappelle con altari minori settecenteschi inquadrati da archi a tutto sesto con nicchie a fondo piatto. L’aula prosegue con il transetto, il cui centro è coperto da una cupola. Sopraelevata di tre gradini vi è la campata del presbiterio, che è coperta da una volta a crociera, al cui centro è stata posta la mensa post-conciliare. Dietro l’altare monumentale vi è l’abside rettangolare con il coro ligneo. In contro-facciata, sopra la bussola d'ingresso, è allestita solo la mostra dell’antico organo. Il transetto, il presbiterio e l’abside di metà Novecento si innestano sulle tre navate rispettandone la forma e le misure architettoniche. Della antica chiesa del Cinquecento/Settecento non rimane più nulla. L’intervento di fine Ottocento trasformò il luogo sacro da navata unica a tre navate adeguandolo stilisticamente al linguaggio del tempo. L’ampliamento effettuato nel Novecento ha creato una grande chiesa, non decorata e senza tinteggiatura nella parte nuova.

Facciata
La facciata principale, intonacata e ripartita da lesene semplici e lesene binate sormontate da capitelli corinzi con foglie d’acanto, riflette l’organizzazione spaziale e volumetrica della chiesa; la parte centrale della facciata corrisponde alla navata, mentre le due parti laterali corrispondono alle testate delle pareti delle navate laterali entro il cui spazio si realizza la sequenza dei vuoti e dei pieni, strumentali alla disposizione degli altari minori. La parte centrale della facciata, con sfondati incorniciati, è coronata da un frontone triangolare. Il fronte principale della chiesa ha la porta d’ingresso sovrastata da un protiro con due colonne. Nel restauro del 1964 è stato apposto sopra il portale un grande mosaico raffigurante San Giorgio nell'atto di trafiggere il drago, manufatto eseguito da ARTE MUSIVA MILANO. Sempre nella zona centrale della facciata, in asse con il portale, si trova un finestrone rettangolare coronato da cornici sagomate; sulle due parti laterali del prospetto, organicamente connesse alla parte centrale da raccordi a spirale, si riscontra la stessa decorazione a rilievo nelle due finestre che illuminano le navate laterali. I prospetti laterali molto semplici della chiesa, presentano solo aggetti delle nicchie circolari degli altari, sono intonacati, mentre le parti alte della navata centrale sono in cotto a vista. I Prospetti novecenteschi del transetto e del presbiterio dei lati Sud, Nord ed Ovest hanno un paramento in cotto a vista.
Campanile
Il campanile è posto nell'angolo Nord-Est della Fabbrica, in allineamento con il coro retrostante l'altare maggiore e la sacrestia. La costruzione del campanile è riferibile al 1947. Ha una dimensione massima di m 4.50 x 4.50 e si sviluppa in altezza per m. 38.50. E' ben proporzionato rispetto al volume della chiesa con il quale si integra armonicamente. Ha l'accesso dalla sagrestia e da questa parte con una scala di legno si raggiunge la torre campanaria, poi a mezzo pioli in ferro fissati alle pareti si arriva alla parte terminale. I prospetti della torre presentano strette aperture a tutto sesto ed oculi ciechi, tutti decorati in mattoni a vista. Sulla facciata nord vi sono due aperture, sulla est vi sono due aperture ed un oculo, sulla sud una apertura e sulla ovest un oculo. Un cornicione aggettante in cotto, decorato a dentelli, segna il passaggio alla parte superiore del campanile, riquadrata in mattoni a vista e divisa in due parti da una serie di arcatelle cieche a tutto sesto. Sui quattro lati vi è un orologio di forma circolare (diametro di circa m. 2,30). Un cornicione aggettante su più livelli segna il passaggio alla cella campanaria, caratterizzata da lesene con capitello e base sporgente, che sorreggono una trabeazione tripartita con fregio liscio e cornice sagomata nella parte centrale, a sua volta sormontata da una specie di timpano di profilo arrotondato in mattoni a vista. La torre campanaria presenta un vano che contiene adeguatamente il concerto di campane in bronzo. Le aperture del locale delle campane presentano archi a tutto sesto sagomati. La parte terminale del campanile è costituita da un corpo ottagonale in mattoni sormontato da una cuspide a cipolla con superiore palla in metallo, che sorregge la croce.
Coperture
La copertura si presenta in due diverse tipologie: la parte sovrastante la navata è a capanna e a diverse falde opportunamente raccordate sulla parte del presbiterio, della sacrestia, del transetto e delle navate laterali. Tutta la copertura è in coppi tradizionali posati a colmo e a canale e fissati con ganci in rame su lastra di fibrocemento ecologica. I canali di gronda e i pluviali di discesa per lo smaltimento delle acque meteoriche sono in rame. La struttura lignea della copertura è costituita da capriate, travi, terzere, travetti in legno massello. E' stato effettuato nel restauro conservativo (2018-19) un miglioramento sismico della struttura lignea in linea con le Leggi per i monumenti storici vincolati.
interni
Nelle due navate laterali si alternano le cappelle con altari sei-settecenteschi. Sul lato sud nella seconda cappella, dedicata a S. Giuseppe, vi è un altare in marmi policromi (1788) sul quale è posta una ancona arricchita da lesene corinzie sostenenti un timpano. Al centro dell’ovale dell’edicola sono raffigurati in un dipinto ad olio S. Giuseppe e il Bambino in atto benedicente. La decorazione a fresco della cappella di fine ‘800 è di Angelo Bacchetta. Sul lato destro posta su una mensola vi è la statua lignea di S. Luigi Gonzaga del 1926. La terza Cappella, dedicata a S. Antonio di Padova, ha un altare in marmi policromi al di sopra del quale è posta una tela in una edicola marmorea con paraste corinzie. La decorazione a fresco è sempre di fine Ottocento del Bacchetta. La Mensa del 1775 (forse di Antonio Pedetti e dono di G.B. Sommariva?) è in marmo grigio con una prevalenza di marmo striato rosso mattone. L’olio su tela raffigurante S. Antonio di Padova e angioletti (1753-54) è di Giuseppe Antonio Torricelli. Nella prima Cappella del lato Nord è collocato il Fonte Battesimale (1950). Il manufatto è costituito da una colonna, decorata con motivi vegetali e da una coppa in marmo bianco con una semplice cornice di fiori. La copertura del fonte è in bronzo lavorato e decorato con scena battesimale. La cappella è chiusa da una cancellata in ferro battuto. La seconda Cappella dedicata a S. Rocco, costruita nel 1894, si apre dalla navata centrale con un grande arco a tutto sesto; l’altare è composto da una mensa ed una ancona con nicchia definita da lesene e timpano in marmo. La quadratura di fondo della cappella simula l’andamento della cupola. L’altare del secolo XVII è in marmi policromi sulle tonalità del rosso e del verde, al centro del manufatto vi è una medaglia con doppia circonferenza dorata recante a mosaico una croce dorata su fondo verde. La statua in legno dipinto di S. Rocco (1900) raffigura il santo in modo classico con i segni della peste, la bisaccia del pellegrino e il cane suo fedele compagno di viaggio. A sinistra in una nicchia della stessa cappella è posta la statua di legno scolpito e dipinto di S. Agnese (sec. XIX) mentre tiene in braccio, secondo l’iconografia ufficiale, un agnello, simbolo di candore e di sacrificio. La terza cappella è dedicata alla B. Vergine del Rosario. La cappella ha un altare marmoreo policromo. L'ancona con nicchia definita da lesene, capitelli corinzi e timpano triangolare fa da cornice alla statua della B. Vergine del Rosario con Bambino (fine ‘800). La Vergine, il cui abito è riccamente damascato con panneggi morbidi, regge nella mano destra un rosario e nella sinistra il Bambino. La mensa dell’altare in marmi policromi (sec. XVII?) si presenta divisa in tre scomparti con al centro un tondo decorato con vetro blu striato d’oro.
Elementi decorativi
Le otto crociere delle due navate laterali poste sugli spazi antistanti le cappelle sono decorate con quadrature. I sottarchi hanno composizioni floreali simmetriche intervallate da cassettoni in bassorilievo di gesso dipinto; i costoloni delle crociere sono sottolineati da cornici con un tondo di raccordo nella parte centrale, le specchiature sono decorate da composizioni floreali in modo simmetrico. La volta della navata centrale è caratterizzata dagli affreschi raffiguranti i quattro Evangelisti, i genitori di Maria, S. Anna e S. Gioacchino, e i Santi Giuseppe e Giovanni Battista. I sottarchi hanno, come nelle navate laterali, decorazioni floreali intervallate da cassettoni. Non risulta decorato il sottarco di innesto al transetto, perché andato perduto durante l'ampliamento della chiesa (a parziale tamponamento di quest’arco vi era prima del 1947 l’affresco rappresentante il trionfo di S. Giorgio, opera di Angelo Bacchetta).
interni
Tutte le pareti del transetto del presbiterio e dell’abside non sono mai state decorate né dipinte, pertanto si presentano con rasatura di intonaco. Il transetto - parte aggiunta con il presbiterio e l’abside - ha al centro della planimetria della chiesa nell'incontro dei bracci della croce una cupola circolare. Ai lati del presbiterio nelle due cappelle laterali sono stati posizionati due altari. A destra vi è la Cappella dedicata a S. Giorgio Martire. L’altare è costituito da una lega di ottone con parti in legno e parti in lamina nichelata. Il manufatto proveniente da Casalbuttano fu acquistato da Crippa Pietro il 15 marzo 1896. La mensa dell’altare poggia su due colonne cilindriche decorate da sottili forme geometriche. Il cromatismo dell’insieme si basa sui colori del metallo grigio e delle decorazioni dorate in stile floreale. La statua di S. Giorgio Martire è di legno scolpito e dipinto con parti in metallo. S. Giorgio è raffigurato con armatura ed elmo da soldato mentre calpesta il drago e sembra sul punto di trafiggerlo con la lancia. La statua fu acquistata il 10 maggio 1940 e proviene dall’Ars Sacra di Ortisei Val Gardena, autore Insam & Pinoth. Sul fondo del braccio destro del transetto è posto un confessionale di legno arricchito da lesene e architrave con piccole decorazioni, il manufatto è databile all’inizio del Novecento. Sopra il confessionale al centro della parete è appeso un grande Stendardo processionale raffigurante la Madonna del Rosario con Gesù Bambino. Il manufatto è in tessuto broccato ricamato e dipinto, opera di artigianato lombardo databile nel secolo XVII. A sinistra del presbiterio in modo simmetrico vi è la Cappella con altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù. La statua del Sacro Cuore (fine 1800-inizio 1900), autore Pagnoni di Monza, è in legno scolpito, dipinto e smaltato. Il Cristo a piedi nudi è coperto da una ricca veste damascata sui toni caldi del giallo e del rosa. L’altare è in lega di ottone di fine Ottocento con parti di legno e lamina nichelata. Sempre acquistato da Crippa Pietro a Casalbuttano il 15 marzo 1896. E’ simile all’altare di S. Giorgio. La mensa appoggia su due colonne finemente cesellate a riquadri che caratterizzano la decorazione di fondo dell’altare. Nelle medaglie laterali del paliotto sono raffigurati la Vergine e S. Giuseppe, in quella centrale Gesù. Sul lato di fondo del transetto è collocato un confessionale di legno uguale a quello collocato nella parte destra del transetto. Sopra il confessionale al centro della parete è appeso un grande Stendardo processionale raffigurante S. Ambrogio. Il manufatto, forse il retro di quello appeso sul lato opposto del transetto, è in tessuto broccato ricamato e dipinto, di manifattura lombarda databile dal 1600 al 1699.
interni
Il Presbiterio ha al centro l'Altare Maggiore del Settecento, riformato nel 1971, con la sistemazione del Presbiterio secondo la Riforma Liturgica su progetto del Prof. Piero Comana. L’altare e la mensa in marmo nero, grigio e rosso erano parte di un unico manufatto. Ora la divisione di tale manufatto di marmi policromi presenta uno stile barocco vivacizzato dai colori e dal mosso contorno di marmo nero, mentre le decorazioni sono con figure geometriche. Il Leggio d’altare e l’ambone in bronzo sono stati eseguiti da Mario Toffetti. L’ambone è costituito da un piedistallo con scolpite scene della predicazione di Gesù. Nel presbiterio sulla parete destra è appeso un olio su tela raffigurante la Vergine con Bambino e santi di Giovan Battista Lucini del 1670. Su uno sfondo paesaggistico dalla architettura indefinita si stagliano la Vergine e il Bambino con putti e santi in contemplazione, vi è rappresentato, inoltre, l’arcangelo S. Michele mentre calpesta il demonio. Sulla parete sinistra del presbiterio è appeso un olio su tela raffigurante la Madonna con Santi, S. Lorenzo e S. Michele da Cupertino e Anime purganti. La tela ad olio con cornice trilobata è opera di Giuseppe Antonio Torricelli (1753-54). Sulla parete di fondo dell’abside sopra il coro è stato inserito un Gruppo scultoreo ligneo rappresentante la “Crocifissione”, manufatto databile tra la fine del 1800 l'inizio del 1900. La nicchia ha una cornice in gesso dorata e bronzata eseguita dal Parroco Don Carlo Carrera negli anni Sessanta del Novecento. Il Cristo in Croce ha il capo reclinato a destra, a sinistra ai piedi della Croce vi è la statua della Vergine e a destra quella di S. Giovanni. Nell'abside è posto il Coro ligneo verniciato di colore nero del primo Novecento. Gli scranni e gli inginocchiatoi, separati da colonnine e da leggeri sfondati, sono di semplice fattura. Le porte a due battenti di accesso alle sagrestie sono circondate da una semplice cornice. Sulla parete Sud dell’abside è stato inserito, nella seconda metà del Novecento, un organo utilizzando parte della cantoria antica posta in contro facciata.
interni
L’ingresso principale è protetto da una bussola di legno di fine Ottocento. Tale bussola si compone di due paraste scanalate con capitelli corinzi-ionici che sorreggono il cornicione sovrastante il portale a due battenti, questi sormontati da finestrelle in vetro in stile inglese. Sulla parete a destra dell’ingresso è appesa in un’edicola una tela raffigurante la “Sacra Famiglia”, acquistata nel 1930. La parte lignea dorata dell’edicola è caratterizzata da una mensola sporgente con doppie colonne laterali, capitelli corinzi ed un cornicione aggettante nella parte superiore. Il dipinto rappresenta il Bambino tra la Madonna e S. Giuseppe. In modo simmetrico, a sinistra dell’ingresso, è appesa una seconda edicola, sempre acquistata nel 1930, con cornice simile a quella di sinistra, al cui centro è collocata una tela raffigurante la Vergine con Bambino circondata da angeli e anime purganti. Sulla contro facciata, ripartita da due lesene che si fermano nel cornicione che gira continuo sopra gli archi di accesso alle navate laterali, nella parte alta centinata a lato del finestrone centrale vi sono due affreschi di fine Ottocento raffiguranti Angeli reggi festone dipinti da Angelo Bacchetta. Sono due coppie di angeli che volano in un cielo chiaro e reggono un festone, i visi hanno carnagione chiara e capelli biondi. Su uno dei due festoni si legge una iscrizione “GLORIA ET HONORE CORONASTI”, mentre la scritta dell’altro festone è di difficile lettura. Nella Vetrata centrale, estremamente semplice (vetro colorato e piombo), è rappresentata una grande Croce con cornice perimetrale, databile ad inizio Novecento. Le due finestre laterali delle due campate laterali, dono di Silvani Maria (1951), hanno al centro una Croce con una cornice di impronta Liberty. Al centro della contro facciata sopra la bussola d’ingresso è collocata la mostra dell’antico Organo. E’ un’opera pregevole molto decorata con lavorazioni ad intaglio, dipinta di colore bianco e foglia oro. Il prospetto della cantoria è costituito da un architrave sorretto da due lesene con cariatidi e doppio capitello, al centro della trabeazione due puttini sorreggono un cartiglio “LAUDATE EUM IN CHORO ET ORGANO”, al di sopra del timpano trapezoidale spezzato vi è una seconda scritta, in cui si precisa l’anno di collocazione ”ANNO DMI 1882”. Il timpano ha una cimasa arricchita da tre angioletti. Nella specchiatura centrale della mostra dell’organo, suddivisa da quatto lesene con fregi, intagli e mascheroni, a lato dell’arco centrale, vi sono due archetti laterali e due finestrelle centinate chiuse da preziosi intagli dorati.
Pavimenti e pavimentazioni
L’attuale pavimento della chiesa è in marmette di cemento con tre tipologie di graniglia e di formato. Le piastrelle delle tre navate e del transetto hanno una colorazione rossastra, nella zona del presbiterio la graniglia delle mattonelle cementizie è leggermente più chiara, mentre nella zona del coro sono sui toni del beige. E' una pavimentazione che ha creato problematiche conservative alle murature e alle decorazioni della Parrocchiale.



Adeguamento liturgico  altare - intervento strutturale (1971)
L’altare originale del Settecento è stato riformato nel 1971 su progetto del Prof. Piero Comana con la sistemazione del Presbiterio secondo la Riforma Liturgica. L’altare e la mensa in marmo nero, grigio e rosso erano parte di un unico manufatto. Ora la divisione di tale manufatto di marmi policromi presenta uno stile barocco vivacizzato dai colori e dal mosso contorno di marmo nero, mentre le decorazioni sono con figure geometriche.
ambone - aggiunta arredo (1971)
L'Ambone e il Leggio in bronzo sono opera di Mario Toffetti. L’Ambone è costituito da un piedistallo con scolpite scene della predicazione di Gesù.
cattedra - aggiunta arredo (1971)
La Cattedra è costituita da una semplice seduta di legno.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Crema
Parrocchia di San Giorgio Martire

P.za Roma, 2 - Chieve (CR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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