CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
18/5/2024 Diocesi di Padova - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Giovanni Battista <Vighizzolo d'Este>
Data ultima modifica: 17/02/2017, Data creazione: 30/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista


Altre denominazioni S.Giovanni Battista


Ambito culturale (ruolo)  maestranze venete (costruzione)



Notizie storiche  900 - 950 (costruzione carattere generale)
La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, un piccolo oratorio costruito per la comodità di quei pochi pastori e pescatori che qui risiedevano, si dice esistesse sin dall'anno 900-950 d.C. e retta dai sacerdoti secolari, viene menzionata in documenti fin dal 1077. Forse le appartenne anche quel prete Giovanni "De loco Vigezolo", che nel 1077, 1084, 1085 qui aveva acquistato dei terreni. Il 10 dicembre 1178 fu donata dal vescovo di Padova Gherardo al monastero di S. Maria delle Carceri, abbazia fondata tra il 1050 e il 1100 d.C. A quel tempo la chiesa era abbastanza vecchia e di limitate dimensioni, aveva il suo piccolo sagrato; attorno all'abside c'era il cimitero e a mezzogiorno qualche misera abitazione.
1184 - 1242 (proprietà carattere generale)
L'11 gennaio 1184, Litaldo, priore dell'abbazia delle Carceri si presentò al pontefice Lucio III che si trovava a Verona ed ottenne la riconferma della chiesa di Vighizzolo, con tutte le sue possessioni, ed il diritto di eleggere i parroci. Morto questo pontefice, gli successe Urbano III, al quale pure ricorse il priore Litaldo per la ratifica di quanto gli aveva concesso papa Lucio III. La riconferma venne pure da papa Gregorio IX il 9 agosto 1227 al priore Savarisio e di fatto nella decima papale nel 1297. Dopo l'incendio di Montagnana da parte di Ezzelino III da Romano, nel 1242, la chiesa di Vighizzolo estese la sua giurisdizione sugli abitanti di questa cittadina anche se era l'abate di Carceri che nominava un suo monaco per rettore.
1489 - 1489 (visita pastorale carattere generale)
La prima visita pastorale documentata a Vighizzolo fu quella compiuta il 27 ottobre 1489 dal vescovo patavino Pietro Barozzi. Egli descrisse minuziosamente la chiesa di allora: "una sala quadrata all'incirca di dieci metri di lunghezza e altrettanti di larghezza, in una cappella ad oriente aveva l'altare maggiore consacrato, alla sua destra l'altare del Santissimo pure consacrato. Nella parte meridionale dentro un'altra cappella, costruita dal Pio Cristoforo di Alegro, c'era un terzo altare non consacrato. Il soffitto era in parte decorato ed il pavimento lavorato a spina di pesce; alla sinistra della chiesa c'era il campanile ". Alcuni decenni prima nelle sue pareti erano incastonate delle lapidi romane che attirarono l'attenzione del Padre Generale dell'Ordine Camaldolese (i religiosi che operavano nell'abbazia di Carceri) Ambrogio Traversori in visita nel giugno del 1443 alla chiesa di Vighizzolo.
1571 - 1644 (costruzione carattere generale)
Un secolo dopo, il 30 maggio 1571, il vescovo Ornameto vi trovò cinque altari dei quali tre entro a cappelle semicircolari. Nella visita pastorale del 17 novembre 1644 è scritto che la chiesa era ancora legata al monastero di Carceri e l'abate incaricava un suo monaco ad esercitarvi la cura delle anime.
1669 - 1689 (visite pastorali carattere generale)
Delle tre visite pastorali compiute da S. Gregorio Barbarigo, si ricorda che: nella prima, compiuta I' 8 maggio 1669 le anime erano circa 700. Gli altari erano due e, il curato, il monaco camaldolese don Michele Stazio. Nella seconda, compiuta il 5 giugno 1683, era curato don Giobatta Beni da Venezia, monaco camaldolese e che la curatia di Vighizzolo, annessa all'abbazia di Carceri, aveva assegnati vitto, vestito e tredici campi in affitto, che esisteva anche una chiesuola del nobiluomo Carlo Contarini, sotto l'invocazione della B. Vergine, di S. Carlo Borromeo e di S. Francesco. La terza, compiuta il 26 e 27 maggio 1689: era curato don Severo Artelio ed insieme ad esso il Card. Barbarigo visitò la chiesa ed i suoi altari. In particolare l'altare della Madonna della Neve, l'altare di S. Antonio, eretto nel 1654, l'altare del Rosario, eretto pochi anni prima, l'altare di S. Sgualdo, compreso naturalmente l'altare del SS. Sacramento.
1756 - 1779 (costruzione carattere generale)
La nuova chiesa, iniziata dall'impresa del dott. Antonio Lugano il 18 settembre 1756, era parroco don Antonio Marchetti, fu terminata nel novembre dell'anno successivo. Il fonte battesimale in materiale lapideo viene collocato nella cappella del battistero posta a destra del centro navata. Il vescovo Giustiniani, che la visita il 9 ottobre 1779, la trova costruita da non molti anni ed edificata con buon gusto. Il giorno dopo 10 ottobre, la consacrò assieme all'altare maggiore. Egli visitò pure quella parte di campanile che si stava erigendo e che al punto dov'era arrivata la nuova costruzione erano state sistemate provvisoriamente tre campane.
1764 - 1875 (abside e pavimentazione carattere generale)
Nell'abside, l'altare maggiore, opera marmorea di pregevole fattura, anche se nel tempo ha subito qualche modifica rispetto all'originale, si presenta elegante e ben rifinito. E stato costruito nel 1764 con il concorso della popolazione. Dietro ad esso, nel coro, la pala del Battesimo di Gesù, e sopra nel soffitto un grande baldacchino ligneo, con statua raffigurante la Fede. Nella volta absidale c'era un maestoso lampadario in vetro cristallo di Murano, caduto a causa dell'usura dell'asta di sostegno la notte del 31 dicembre 1953. Era un dono della popolazione, quale voto per non aver sofferto gravi danni per la rotta del S. Caterina del 27 ottobre 1907 in via Calmana. Il pavimento, posto nel 1875, è in quadroni di marmo bianco di Carrara e rosso di Asiago. Dello stesso periodo sono pure lo zoccolo dell'altare maggiore, gli stalli e le balaustre del presbiterio ora asportate.
1813 - 1974 (campanile carattere generale)
Il vescovo Dondi Dell'Orologio, insigne storico ed estimatore d'arte, in una sua visita nel 1813, lo trova ancora incompiuto; è stato terminato nel 1817. Il suo stile è barocco, con cupolino a cipolla in laminato di bronzo, sormontato dalla croce. Le tre campane prima accennate, sostituite nel 1857 da cinque nuove campane, fuse nei laboratori del F.lli Colbacchini di Padova, pesavano rispettivamente q.li 8, 6, 4, 2,5 e 1,5. Di queste purtroppo rimangono solamente quelle di q.li 4 e 2,5. Le due più grosse sono state consegnate il 28 aprile 1943 al comando militare di Padova, per essere trasformate in materiale bellico. Nel 1946 sono state sostituite da due campane identiche, mentre nel novembre del 1974 sono state collocate nella cella campanaria altre due piccole campane di q.li 2 e 1,70: la più piccola in sostituzione della originale di q.li 1.5 che era rotta.
1881 - 1942 (soffitto e organo carattere generale)
La parte basamentale delle pareti perimetrali anch'esso in marmo rosso di Asiago, è stata posta nel 1942. Nel soffitto della navata stessa troviamo l'enorme affresco raffigurante la decapitazione di S. Giovanni Battista, opera del pittore Giovan Battista dell'Acqua e figlio nel 1881. Sopra la porta maggiore vi è il maestoso organo con circa 800 canne.
1896 - 1975 (costruzione carattere generale)
L'attuale chiesa dopo alcuni lavori di restauro nel 1896, 1928, 1930 e 1960, conserva ancora la sua originaria struttura settecentesca. Ampia, ad una navata, con una superficie di 374 mq. si presenta nel suo insieme armonica e completa. E' in stile barocco settecentesco. La facciata è ornata da colonne in rilievo, doriche nella parte inferiore e corinzie in quella superiore. E' a frontone curvilineo in quadrello sagomato con 5 statue: il Redentore al centro, alla sua sinistra S. Giuseppe e S. Paolo con la spada, alla sua destra la Madonna e S.Pietro con le chiavi. Ai lati della porta maggiore sono posti 4 capitelli con altrettante statue; a destra: in alto S. Osvaldo e in basso S. Tommaso d'Acquino, i più grandi teologi della Chiesa. A sinistra in alto S. Antonio e in basso S. Prosdocimo, rispettivamente il primo santo e il primo vescovo di Padova. Sempre nella facciata, nella parte superiore, era presente un grande affresco raffigurante il battesimo di Gesù coperto nel 1975.
1987 - 1988 (interno chiesa carattere generale)
L'interno della chiesa si presenta completo e rifinito in tutti gli spazi e strutture. Anche qui è presente lo stile barocco settecentesco. Ai fianchi della navata, in un insieme armonico, sono collocati quattro altari: S. Antonio, S. Lucia, Madonna di Lourdes e Madonna del Rosario. Di questi solamente S. Antonio faceva parte della chiesa seicentesca. Sono stati tutti restaurati negli anni 1987-1988.
2014 - 2016 (restauro intero bene)
L'edificio ha avuto interventi di consolidamento e restauro alla copertura, alle murature portanti, alle facciate, al campanile e agli interni. E' stata eseguita una bonifica delle murature dall'umidità ed è stato rifatto l'impianto elettrico.



Descrizione  La chiesa parrocchiale di Vighizzolo d'Este, intitolata a San Giovanni Battista, ha una sola navata a cui si aggiungono presbiterio e abside. Nella navata troviamo quattro altari, disposti simmetricamente (due per lato) e dedicati alla Madonna del Rosario, alla Madonna Immacolata, a Santa Lucia ed a Sant'Antonio. A metà della stessa navata troviamo a destra dell'ingresso il fonte battesimale, ricavato in una nicchia sporgente, e contrapposto ad esso l'ingresso laterale. La controfacciata è arricchita dalla presenza del coro ligneo e dell'organo, raggiungibili da una scaletta metallica a chiocciola situata a sinistra dell'ingresso. Ai lati del presbiterio vi sono la sacrestia e un ripostiglio. Esternamente la chiesa di Vighizzolo d'Este si presenta con le facciate quasi completamente a vista ad eccezione della facciata principale e della sacrestia; a sud-ovest c'è la torre campanaria, staccata e indipendente.

Struttura
La pianta della navata ha lunghezza di circa 23,5 metri a cui si aggiungono presbiterio e abside per una lunghezza complessiva pari a circa 34 metri. L'altezza massima in navata è pari a 13,50 metri.
Facciata
La facciata principale, posta a sud-est, è caratterizzata nella parte centrale dalla presenza di due ordini di lesene intervallate da trabeazioni, in pietra e cotto, che contornano la stessa facciata. Nella parte bassa troviamo quattro lesene con basamenti in pietra, mattoni intonacati e cotto a vista, concluse da capitelli, anch'essi a vista, raccordati da una prima trabeazione, sempre in cotto. Il secondo ordine di lesene, quello superiore e ridotto di dimensioni, poggia su di una trabeazione in pietra grigia (trachite), è dotato di basamenti in parte intonacati e in parte a vista e si conclude con capitelli lapidei di pregiata fattura. La sommità della facciata è conclusa da un timpano ad arco, con cornici sporgenti in pietra, sopra il quale sono collocate le statue, anch'esse in pietra; troviamo il Redentore al centro, alla sua sinistra S. Giuseppe e S. Paolo con la spada, alla sua destra la Madonna e S.Pietro con le chiavi. Altro elemento caratterizzante la facciata principale è sicuramente il portale d'ingresso e la soprastante nicchia con bordura in cotto a vista, che originariamente conteneva un affresco, andato perduto nel tempo, il tutto come descritto nell'allegata ricerca storica. Ai lati la facciata continua con le medesime caratteristiche materiche e architettoniche; anche qui troviamo delle statue, in tutto quattro, posizionate entro nicchie ricavate in facciata. Abbiamo a destra in alto S. Osvaldo e in basso S. Tommaso d'Acquino, a sinistra in alto S. Antonio e in basso S. Prosdocimo.
Facciata
Le facciate laterali, lati est, ovest e nord, sono prive di particolari architettonici di rilievo; il paramento murario è quasi completamente a vista ad eccezione della sacrestia che è intonacata. Si nota in corrispondenza dell'ingresso laterale un portale in pietra bianca analoga a quello dell'ingresso principale. Da segnalare la presenza nella parte alta di inserti in pietra grigia (trachite) all'interno della tessi
Elementi decorativi
L'interno della chiesa è caratterizzato da paramenti murari arricchiti da lesene complete di basamenti e capitelli su cui poggia una trabeazione che contorna tutta la chiesa; il soffitto è a vela caratterizzato dalla presenza di un dipinto centrale in navata che rappresenta la decapitazione di S. Giovanni Battista, datato seconda metà del 1800. Il presbiterio ha anch'esso soffitto a vela con dipinto centrale di forma circolare. Il pavimento è costituito da una bordura perimetrale a correre e da campi centrali lavorati in diagonale, alternando lastre di marmo Rosso di Asiago e Bianco di Carrara. Gli altari laterali presentano pregevoli fatture ed elementi architettonici significativi, come colonne tonde, basamenti, cornici, capitelli, ecc. Ad illuminare gli ambienti interni troviamo, per la navata principale, una serie di finestre rettangolari leggermente arcate nella parte superiore, mentre nel presbiterio vi sono aperture a semicerchio.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (1977)
Si tratta di un altare ligneo realizzato da Antonio Bellotto posto in opera rivolto verso il popolo secondo le indicazioni della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Le caratteristiche dell'altare sono tali da caratterizzarlo come elemento mobile.
ambone - aggiunta arredo (1977)
Si tratta di un altare ligneo realizzato da Antonio Bellotto. La sua conformazione lo pone come una elevata tribuna. Le caratterizzazioni materiche lo configurano come opera mobile.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Padova
Parrocchia di San Giovanni Battista

Piazza Guido Negri, 1 - Vighizzolo d'Este (PD)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.