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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Fabbrico
Reggio Emilia - Guastalla
chiesa
sussidiaria
S. Francesco
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Impianto strutturale; Pianta; Interno; Illuminazione; Prospetti; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1965-75); presbiterio - aggiunta arredo (1965-5); presbiterio - aggiunta arredo (2004)
XVI - XVI(preesistenze intero bene); 1729 - 1749(costruzione intero bene); 1996 - 2001(consolidamento strutturale antisismico intero bene); 2003 - 2004(restauro dell’interno e rifacimento impianti intero bene)
Chiesa di San Francesco
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Francesco <Fabbrico>
Altre denominazioni S. Francesco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (costruzione)
maestranze emiliane (miglioramento antisismico)
maestranze emiliane (restauro e rifacimento impianti)
Notizie Storiche

XVI  (preesistenze intero bene)

Sembra che una primitiva chiesa di San Francesco esistesse già prima del 1557.

1729 - 1749 (costruzione intero bene)

La vecchia chiesa viene atterrata e, con i materiali di recupero viene costruita la nuova. Vengono impiegati anche i materiali dell’antica chiesa di San Prospero di Bedollo. I lavori durarono per circa un ventennio.

1996 - 2001 (consolidamento strutturale antisismico intero bene)

In seguito al terremoto del 1996 la chiesa viene sottoposta ad un intervento di riparazione e miglioramento antisismico. Autori del progetto sono l’arch. Angelo Dallasta e l’ing. Alessandro Pignagnoli. Sono previsti i seguenti lavori: - consolidamento delle volte con getto armato; - riparazioni a scuci-cuci nella muratura; - realizzazione cordolo in copertura; - rifacimento copertura; - consolidamento cella campanaria; - stuccatura a “raso pietra” delle fughe nel prospetto frontale.

2003 - 2004 (restauro dell’interno e rifacimento impianti intero bene)

A completamento dei lavori di consolidamento strutturale compiuti pochi anni prima viene redatto un progetto per il restauro dell’interno e per il rifacimento degli impianti. Autori del progetto sono l’arch. Angelo Dallasta, l’ing. Alessandro Pignagnoli e l’ing. Paola Piolanti. I lavori hanno consistito nelle seguenti opere: - rifacimento pavimentazione dell’aula e del presbiterio in cotto e rifacimento sottofondo a vespaio; - demolizione intonaci interni ed esterni e deumidificazione delle murature; - riparazione delle lesioni murarie; - ritesatura di un tirante; - impianto radiante a pavimento - adeguamento impianto elettrico; - adeguamento impianto sonoro.
Descrizione

Costruita tra il 1729 e il 1749, la chiesa di San Francesco risulta oggi compresa all’interno della cortina edilizia urbana. Sull’unica navata prospettano due cappelle sporgenti con altari. Il presbiterio è rialzato ed è concluso da un’abside semicircolare. L’altare di destra è stato dedicato a S. Luigi Gonzaga da Mons. Zaffrani intorno alla metà del secolo scorso. Le linee architettoniche dell’interno sono definite dall’impiego di paraste con capitelli ionici. La facciata non è stata portata a compimento. Di recente è stata sottoposta ad un intervento di sagramatura e, nella stessa occasione, sono stati anche tamponati i “buchi pontai” che sono serviti per la costruzione della chiesa. L’ingresso è sormontato da una nicchia sovrastata a sua volta da un grande finestrone incorniciato.
Impianto strutturale
La struttura portante verticale della chiesa è costituita da mattoni pieni di laterizio.
Pianta
L’impianto planimetrico consta di un'unica navata sulla quale prospettano due cappelle laterali, e un presbiterio rialzato con abside semicircolare. La sagrestia è accessibile dal lato sinistro dell’abside.
Interno
Le linee architettoniche dell’interno sono definite dall’impiego di paraste con capitelli ionici che paiono piuttosto compressi. La navata e il presbiterio sono coperti con volte a vela; le cappelle laterali con volte a botte. L’altare di destra è stato dedicato a S. Luigi Gonzaga da Mons. Zaffrani (metà XX sec.). Sul lato opposto, l’altare di San Carlo Borromeo proviene dalla vecchia parrocchiale di Santa Maria. Contiene un dipinto del viadanese Francesco Marini raffigurante la Madonna del Carmine con Santa Caterina da Bologna, San Carlo Borromeo, Sant’Andrea d’Avellino e San Liborio Vescovo. La chiesa era dotata di un organo dell’organaro Cavalletti (1823) oggi inesistente.
Illuminazione
Essendo la chiesa compresa nella cortina edilizia urbana l’illuminazione naturale è piuttosto carente. Proviene principalmente dal finestrone della facciata e dai finestroni sul lato sinistro. L’illuminazione artificiale è garantita sia da corpi illuminanti direzionati verso l’assemblea, sia da fonti luminose di tipo indiretto poste sopra il cornicione.
Prospetti
La facciata non è stata completata secondo il progetto originario. Sono tuttora evidenti i “buchi pontai”, tamponati di recente, durante un intervento di stuccatura delle fughe nel paramento murario della facciata che è stato sottoposto a sagramatura. La facciata è serrata alle estremità da lesene su basamento che salgono fino agli spioventi del tetto. L’ingresso è sormontato da una nicchia sovrastata a sua volta da un grande finestrone incorniciato.
Coperture
Dalla relazione tecnica allegata al progetto di restauro dell’interno (2003) si apprende che la struttura di copertura è a capriate lignee. Il manto è in coppi.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-75)
Rimozione balaustra.
presbiterio - aggiunta arredo (1965-5)
Collocazione mensa per la celebrazione rivolta verso l’assemblea.
presbiterio - aggiunta arredo (2004)
Collocazione nuovo altare e ambone in cotto e metallo.
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