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adeguamento liturgico
Caoria
Canal San Bovo
Trento
chiesa
sussidiaria
S. GIOVANNI NEPOMUCENO sacerdote e martire
Parrocchia di San Giovanni Nepomuceno
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1700 - 1740(preesistenze intorno); 1741 - 1741(costruzione intero bene); 1741/12/14 - 1741/12/14(benedizione intero bene); 1753 - 1753(fusione campana); 1758 - 1769(cambio di intitolazione carattere generale); 1780/07/20 - 1780/07/20(erezione a curazia carattere generale); 1786/04/16 - 1786/04/16(cambio di giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1793 - 1793(sopraelevazione campanile); 1836 - 1857(ampliamento intero bene); 1877 - 1877(sopraelevazione campanile); 1895 - 1903(sopraelevazione navata); 1942/05/11 - 1942/05/11(erezione a parrocchia carattere generale); 1958 - 1999(variazione d'uso intero bene); 2015 - 2018(restauro esterno)
Chiesa di San Giovanni Nepomuceno Sacerdote e Martire
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Giovanni Nepomuceno Sacerdote e Martire <Caoria, Canal San Bovo>
Altre denominazioni Chiesa di San Giovanni Nepomuceno vecchia
S. GIOVANNI NEPOMUCENO sacerdote e martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze trentine (ampliamento)
Notizie Storiche

1700 - 1740 (preesistenze intorno)

Il recente rinvenimento di tombe in parte sconvolte dalle fondamenta della chiesa vecchia di Caoria ha rivelato la presenza qui di un'area cimiteriale di incerta datazione, ma sicuramente antecedente l'attuale edificio sacro (Pisu 2016).

1741  (costruzione intero bene)

Il nucleo più antico della chiesa, corrispondente all'abside e all'attuale presbiterio, risale al 1741; fu costruito per volontà di Federico Giuseppe Bonaventura Welsperg, trasferitosi a Caoria per seguire i lavori nelle miniere di sua proprietà. Costui chiese al vescovo di Feltre il permesso di edificare accanto alla sua abitazione una cappella che servisse "per uso proprio" e per i suoi "canoppi e altri lavoranti"; la licenza fu concessa il 15 maggio 1740 e il 17 novembre venne collocata da don Carlo Leopoldo Ben, arciprete di Primiero e deputato dal vicario generale di Feltre, la croce nel luogo in cui doveva sorgere la cappella. La costruzione iniziò a partire dalla primavera del 1741 e si concluse entro l'anno (dati desunti dall'inventario dell'archivio storico della parrocchia di Caoria).

1741/12/14  (benedizione intero bene)

La benedizione del luogo di culto, dedicato alla Santissima Trinità, avvenne già il 14 dicembre 1741; a partire dall'anno successivo il conte si obbligò alla sua manutenzione fondando a questo scopo un beneficio per il sostentamento del sacerdote titolare, dipendente dalla famiglia Welsperg.

1753  (fusione campana)

Della chiesa vecchia faceva parte una campana dedicata a Santa Barbara, fusa nel 1753, rifusa nel 1931 e saldata nel 1961, posta nel 1977 sul campanile della nuova parrocchiale.

1758 - 1769 (cambio di intitolazione carattere generale)

Tra il 1758 (anno dell'erezione della Via Crucis) e il 1769 (data di una visita pastorale) la titolazione della chiesa mutò a favore di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei corsi d'acqua.

1780/07/20  (erezione a curazia carattere generale)

A seguito della supplica presentata dalla popolazione al vescovo di Feltre, il 20 luglio 1780 la cappella di Caoria fu eretta a curazia di Canal San Bovo.

1786/04/16  (cambio di giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

Il territorio della pieve di Primiero rimase soggetto alla diocesi di Feltre fino al 16 aprile 1786, quando fu accorpato a quella di Trento.

1793  (sopraelevazione campanile)

La data del 1793, presente su una cartella dipinta sul fusto del campanile, dovrebbe risalire ad una prima sopraelevazione della torre.

1836 - 1857 (ampliamento intero bene)

Nel 1836 all'edificio antico si aggiunse un secondo corpo che costituì una nuova ampia navata a tre campate, raccordata alla precedente che divenne area presbiteriale; sul lato destro si aggiunse anche la sacrestia. I lavori si conclusero nel 1857.

1877  (sopraelevazione campanile)

Un'ultima sopraelevazione del campanile avvenne nel 1877, quando la torre raggiunse l'altezza finale di 36 metri.

1895 - 1903 (sopraelevazione navata)

Tra il 1895 e il 1903 i muri della navata vennero sopraelevati di 4 metri, riducendo la pendenza del tetto; la progettata sopraelevazione delle volte non venne eseguita.

1942/05/11  (erezione a parrocchia carattere generale)

La dipendenza della chiesa di Caoria da Canal San Bovo terminò l'11 maggio 1942, quando fu anch'essa eretta a parrocchia.

1958 - 1999 (variazione d'uso intero bene)

A partire dal 1958, quando la nuova parrocchiale venne terminata e benedetta, l'edificio precedente iniziò il suo inesorabile declino: chiuso al culto, fu provvisoriamente utilizzato per ospitare colonie estive, poi, dopo la distruttiva alluvione nel 1966, come deposito di fieno e attrezzature edili. I tentativi dell'allora parroco don Giovanni Zanol di ottenere il permesso di abbattere la navata e la sacrestia e demolire in tutto o in parte il campanile oppure di separare la parte antica della chiesa dalla navata ottocentesca e di trasformare quest'ultima in un fabbricato ad uso civile andarono a vuoto per l'opposizione della Soprintendenza e della curia. La struttura rimase quindi per decenni priva delle necessarie opere di manutenzione.

2015 - 2018 (restauro esterno)

L'esterno della chiesa, attualmente concessa in comodato al Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, ma tuttora adibita a deposito, è stato recentemente sottoposto a restauro dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Archeologici della Provincia Autonoma di Trento con progetto approvato nel dicembre del 2012. L'impresa incaricata dei lavori, iniziati nel 2015, è la DZ Servizi & C. s. n. c. di Vigo Lomaso (Comano Terme); il progettista l'architetto Giacomo Longo. E' stato eseguito un intervento di risanamento dall'umidità di risalita lungo tutto il perimetro, sono stati puliti e consolidati gli intonaci originali, è stata rinvenuta traccia di affreschi sul lato ovest del campanile (la cartella con la data del 1793 e un'antica mostra di orologio, in buona parte occultata dalla sopraelevazione della navata), è stata eseguita la nuova tinteggiatura del complesso. Sono ancora in corso lavori agli ingressi.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la vecchia chiesa di Caoria, dedicata, come la nuova parrocchiale, a San Giovanni Nepomuceno, è composta da due parti: l'abside e l'attuale area del presbiterio sono la porzione più antica, realizzata nel 1741 per volere del conte Federico Giuseppe Bonaventura Welsperg, trasferitosi qui per seguire i lavori nelle miniere di sua proprietà. Inizialmente concepita come una sorta di cappella privata e dedicata alla Santissima Trinità, la chiesetta cambiò titolazione entro il 1769, venendo poi ampliata con la costruzione di una nuova navata e della sacrestia nel 1836. Chiusa al culto con l'inaugurazione della chiesa nuova, nel 1958, ha tuttora funzione di deposito di materiali del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, a cui l'immobile è stato concesso in comodato. La facciata a tempio classico tetrastilo è ripartita da paraste di ordine gigante poggianti su alti plinti raccordati da una zoccolatura, sormontate da una cornice orizzontale; il frontone triangolare è forato da un oculo. Nel settore centrale, di ampiezza leggermente maggiore rispetto ai laterali, si aprono il portale architravato con frontone triangolare sospeso e un'apertura centinata superiore. Le fiancate lisce sono forate ciascuna da tre aperture a lunetta, corrispondenti alla suddivisione interna della navata in altrettante campate; a sinistra si innesta il campanile, con fusto diviso in due parti da una cornice orizzontale modanata, cella dotata di quattro aperture centinate, tiburio ottagonale con altri quattro fori e copertura a cipolla, mentre sul lato destro si trova l'ingresso secondario architravato ed emerge il volume della sacrestia a pianta rettangolare, con accesso sul lato ovest e ampie finestre rettangolari su quelli sud ed est. L'abside poligonale rientrante reca una finestra a lunetta e una rettangolare sul lato destro. All'interno l'ampia navata unica coperta da volte a botte unghiata è divisa in tre campate da coppie di paraste sostenenti il cornicione marcapiano e riprende la conformazione dell'area presbiteriale, elevata di un gradino e corrispondente alla primitiva navata; qui le pareti laterali sono rivestite da un finto tendaggio rosso a motivi fitomorfi, a destra si apre la porta di collegamento alla sacrestia e finte finestre a lunetta sono dipinte sotto le quattro unghie della volta. L'arco santo a sesto ribassato introduce nell'abside poligonale, percorsa anch'essa dal cornicione modanato; dipinti murali risalenti presumibilmente al primo quarto del Novecento si trovano al centro delle volte, lungo le pareti del presbiterio e sull'arco santo.
Preesistenze
Come hanno testimoniato gli scavi recentemente praticati lungo il perimetro della chiesa, un'area cimiteriale precedente ne occupava almeno in parte il sito.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a tempio classico tetrastilo ripartita da paraste di ordine gigante poggianti su alti plinti raccordati da una zoccolatura, sormontate da una cornice orizzontale; frontone triangolare forato da un oculo. Nel settore centrale, di ampiezza leggermente maggiore rispetto ai laterali, si aprono il portale architravato con frontone triangolare sospeso e un'apertura centinata superiore; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fianco sinistro liscio, forato da tre aperture a lunetta, presenti anche sul fianco destro e corrispondenti alla suddivisione interna della navata in tre campate; sul lato destro si apre l'ingresso secondario architravato ed emerge il volume della sacrestia a pianta rettangolare, con accesso sul lato ovest e ampie finestre rettangolari su quelli sud ed est. L'abside poligonale reca una finestra a lunetta e una rettangolare sul lato destro; finiture a intonaco tinteggiato e zoccolatura di base sulla struttura della navata.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare innestata sul fianco sinistro della chiesa tra navata e presbiterio, con fusto diviso in due parti da una cornice orizzontale modanata, cella dotata di quattro aperture centinate sormontata da tiburio ottagonale con altri quattro fori e copertura a cipolla. Finiture a intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata e presbiterio coperti da volte a botte unghiata; tre unghie nell'abside.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata e sul presbiterio, la cui falda destra si prolunga coprire la sacrestia; tetto a più spioventi sopra l'abside. Struttura portante in legno, manto di copertura in lamiera metallica; tetto del campanile in scandole lignee.
Interni
Ampia navata unica divisa in tre campate da coppie di paraste sostenenti il cornicione marcapiano aggettante, che riprende la conformazione dell'area presbiteriale, elevata di un gradino e corrispondente alla primitiva navata; qui le pareti laterali sono rivestite da un finto tendaggio rosso a motivi fitomorfi, una coppia di nicchie centinate speculari movimenta ulteriormente la prima delle due campate, che reca anche, a destra, la porta di collegamento alla sacrestia, e finte finestre a lunetta sono dipinte sotto le quattro unghie della volta. Arco santo a sesto ribassato che introduce nell'abside poligonale, percorsa anch'essa dal cornicione modanato e dotata di due aperture sovrapposte sulla parete destra. Finiture a intonaco tinteggiato ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre rettangolari di pietra calcarea bianca e rossa disposte in corsi paralleli sfalsati, in parte rimosso.
Elementi decorativi
Dipinti murali databili verosimilmente alla prima metà del Novecento ornano l'interno sulle volte della navata, su volte e pareti del presbiterio, sull'arco santo e sulla volta dell'abside; tracce di dipinti murali settecenteschi sono visibili all'esterno sul fusto del campanile.
Adeguamento liturgico

nessuno
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