chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Caderzone
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Giuliano
Parrocchia di San Biagio
Facciata; Coperture; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Interni; Struttura; Prospetti
presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990 circa)
1292 - 1292(menzione preesistenze); 1488 - 1488(menzione carattere generale); 1488 - 1488(restauro preesistenze); 1488 - 1499(rendite carattere generale); 1649 - 1649(restauro preesistenze); 1649 - 1653(costruzione casa intorno); XVIII - XVIII(amministrazione patrimonio carattere generale); 1727 - 1727(presenza eremiti carattere generale); 1761 - 1761(concessione indulgenza carattere generale); 1780 - 1790(allontanamento eremiti carattere generale); 1866 - 1868(rifacimento intero bene); 1868 - 1880(costruzione sacrestia); 1891 - 1892(celebrazione messe carattere generale)
Chiesa di San Giuliano
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Giuliano <Caderzone>
Altre denominazioni S. Giuliano di Cilicia
San Giuliano in Zumella
S. Giuliano
Autore (ruolo)
Dorna, Nicolò (progetto ricostruzione chiesa)
Albertini, Geremia (ricostruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1292  (menzione preesistenze)

Secondo una testimonianza scritta del curato di Caderzone Antonio Ferrari sulla parete esterna della primitiva chiesa di San Giuliano, si leggeva un'iscrizione riportante l'anno 1292. Il millesimo attesta l'esistenza di una cappella montana o forse anche di una chiesa dedicata a San Giuliano a quella data.

1488  (menzione carattere generale)

Il documento più antico in cui è citata la chiesa risale al 1488: si tratta di una pergamena relativa alle indulgenze concesse ai pellegrini.

1488  (restauro preesistenze)

L'antica chiesa viene restaurata grazie al sostegno di Marco da Caderzone e del fratellastro Paride Lodron.

1488 - 1499 (rendite carattere generale)

Lo stesso Paride Lodron dona alla chiesa un possedimento la cui rendita di 5 lire serviva per recitare una messa all'anno, così come risulta da documenti della fine del Cinquecento.

1649  (restauro preesistenze)

Marcantonio Bertelli restaura la cappella per il vescovo di Trento, Carlo Emanuele Madruzzo.

1649 - 1653 (costruzione casa intorno)

Il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo utilizza l'eremo di San Giuliano come luogo di soggiorno estivo per cinque estati consecutive, dal 1649 al 1653; per questo fa edificare una piccola casa in legno adiacente alla chiesa dove trattenersi con il suo ridotto seguito nel periodo estivo. La presenza del vescovo Madruzzo porterà ad un incremento della devozione a San Giuliano; l'edificio diventerà così rifugio notturno per i pellegrini.

XVIII  (amministrazione patrimonio carattere generale)

Nel Settecento grazie alla liberalità dei pellegrini, le pareti della chiesa sono adornate di ex voto e i beni notevolmente incrementati, l'amministrazione viene pertanto affidata a un massaro.

1727  (presenza eremiti carattere generale)

Nel 1727 la custodia dell'eremo è affidata, già da qualche tempo, a due fratelli con patente eremitica, tali Giovanni e Pietro Vitali. A causa delle inadempienze nella gestione del luogo di culto, Pietro viene costretto dal viceparroco di Rendena a lasciare l'abito; Giovanni è invece obbligato a risiedere a San Giuliano per dedicarsi esclusivamente alla meditazione e alle orazioni; in seguito altri eremiti si prenderanno cura della chiesa.

1761  (concessione indulgenza carattere generale)

Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria ai pellegrini che si recano a San Giuliano nelle festività di San Giuliano e San Biagio.

1780 - 1790 (allontanamento eremiti carattere generale)

Alla fine del XVIII secolo, un ordine dell'Imperatore Giuseppe II obbliga gli eremiti a dismettere il loro abito e ad abbandonare il luogo di culto.

1866 - 1868 (rifacimento intero bene)

Nel 1868 la vecchia cappella viene abbandonata: due anni prima i delegati del comune di Caderzone attestavano infatti che l'edificio era parzialmente crollato, in particolare la facciata a causa del cedimento di uno stipite in granito sotto il peso della neve. Prima ancora dell'estate, i delegati ottengono dalla Rappresentanza comunale la messa all'asta dei lavori di costruzione di una nuova chiesa in sostituzione di quella antica. Il progetto è affidato al geometra Nicolò Dorna. Il 13 giugno 1867 viene stipulato un contratto in sette punti e l'erezione della fabbrica viene affidata all'imprenditore Geremia Albertini di Fisto, il quale si fa carico di tutte le spese. I lavori si concludono nel 1868.

1868 - 1880 (costruzione sacrestia)

Negli anni immediatamente successivi, alla costruzione è aggiunta una piccola sacrestia.

1891 - 1892 (celebrazione messe carattere generale)

Nella guida di Ottone Brentari si ricorda che nella chiesa si recita messa due volte l'anno, cioè l'ultima domenica di luglio e il 5 agosto.
Descrizione

La chiesa di San Giuliano è situata sulla riva orientale del lago di San Giuliano, a 1941 m. di altitudine, nel comune di Caderzone. L'edificio attuale, ricostruito nel 1868, sorge nel luogo dove fin dal 1292 era presente una cappella dedicata a San Giuliano. Il luogo fu sede di soggiorno estivo del principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo dal 1649 al 1653. Ancora oggi, come d'antica tradizione, la chiesa è meta di pellegrinaggio e viene celebrata messa due volte all'anno: l'ultima domenica di luglio e il 5 agosto. La facciata a due spioventi è caratterizzata da una cornice grigia dipinta che demarca i profili del frontone e degli spigoli laterali. La chiesa è a pianta rettangolare, con abside semicircolare dove si trova l'altare con la statua lignea del titolare.
Facciata
Facciata a due spioventi aperta da un portale architravato affiancato da due finestre rettangolari e sovrastato da una lunetta e da un occhio situato al centro del frontone. Una cornice grigia dipinta demarca i profili del frontone e degli spigoli laterali.
Coperture
Tetto a due spioventi sull'aula; a unica falda sopra la sacrestia; struttura portante in legno e manto di copertura a scandole lignee. Falda della sacrestia con manto di copertura in lamiera.
Pianta
Aula a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, abside semicircolare.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in piastre di calcare bianco.
Interni
Pareti dell'aula recanti rivestimento perlinato in basso; finitura a intonaco nella parte alta; soffitto ligneo piano. La zona presbiteriale è elevata di due gradini; la finitura è a intonaco tinteggiato; copertura absidale a calotta. Sul lato destro dell'abside si apre la porta di accesso alla sacrestia.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacato in facciata, a vista lungo i prospetti. Strutture di orizzontamento: travature lignee sopra l'aula; volta a semicalotta sopra l'abside.
Prospetti
Prospetti piani caratterizzati da corsi alternati di pietre.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'aggiunta di arredi lignei non aventi carattere di stabilità. Nel centro del presbiterio è stata posta una sezione di tronco d'albero con funzione di altare; una seconda sezione di tronco è stata posta sulla sinistra con funzione di ambone.
Contatta la diocesi