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beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Mori
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Tomaso
Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
VII - VIII(preesistenze intorno); 1100 - 1299(costruzione intero bene); 1709 - 1709(menzione carattere generale); 1819 - 1827(passaggio di proprietà intero bene); 1925 - 1925(menzione intero bene); 1951 - 1951(menzione intero bene); 1980 - 1990(danneggiamento intero bene); 1991/03/13 - 1991/03/13(passaggio di proprietà intero bene); 1992 - 1998/09/20(restauro intero bene); 2000/08/10 - 2000/08/10(passaggio di proprietà intero bene)
Chiesa di San Tomaso
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Tomaso <Mori>
Altre denominazioni S. Tomè
S. Tomaso
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

VII - VIII (preesistenze intorno)

Nel corso dei recenti restauri è stata rinvenuta una sepoltura completa di corredo, datata intorno ai secoli VII e VIII, che testimonierebbe la frequentazione del sito in età altomedievale.

1100 - 1299 (costruzione intero bene)

Sulla base dei dati desunti dalla bibliografia si ipotizza che il nucleo originario dell'edificio sia stato eretto nel corso dei secoli XII e XIII.

1709  (menzione carattere generale)

La prima menzione dell'esistenza del luogo di culto proviene dagli atti visitali redatti in questo anno, dai quali si desume che la chiesa, dipendente dalla matrice di Pannone e officiata in qualche occasione con suppellettili prelevate dalla chiesa matrice, si trovava in buono stato.

1819 - 1827 (passaggio di proprietà intero bene)

In questo periodo Antonio Merighi e Antonio Giuliani, residenti nei pressi della cappella, ottengono mediante una richiesta formale all'ordinariato vescovile la cessione dell'edificio; questo risulterà nuovamente di proprietà della parrocchia di Pannone nel 1827.

1925  (menzione intero bene)

Negli atti visitali di questo anno risulta che la chiesetta aveva subito alcuni danni in seguito agli eventi del primo conflitto mondiale, ai quali non era stato ancora posto rimedio.

1951  (menzione intero bene)

Nei documenti relativi alla visita pastorale di questo anno lo stato di degrado in cui versava l'edificio di culto è evidenziato dal fatto che l'area viene definita "rovine di San Tomaso".

1980 - 1990 (danneggiamento intero bene)

La struttura cade in uno stato di diffuso degrado in questo periodo, al punto che la copertura collassa e parti delle pareti crollano.

1991/03/13  (passaggio di proprietà intero bene)

In questa data Alessio Less, proprietario del fondo su cui sorge la chiesetta, cede il possesso dell'edificio al gruppo A.N.A. di Mori, rappresentato da Mario Poli.

1992 - 1998/09/20 (restauro intero bene)

Grazie alla manodopera gratuita dei soci del gruppo A.N.A. di Mori e al progetto redatto dal geometra Francesco Silli, si procede in questo periodo al restauro del tempio, finanziato dal Comune di Mori e dalla Provincia Autonoma di Trento. Il restauro prevede il riutilizzo del materiale edilizio diroccato per vetustà mediante la numerazione dei conci lapidei ed il reperimento di altri materiali da zone vicine all'edificio. Contestualmente agli interventi vengono condotti alcuni scavi archeologici che portano al rinvenimento di inumazioni altomedievali. Viene ripristinato il livello pavimentale originario ed effettuata un'opera di drenaggio e isolamento della parete settentrionale. I lavori, conclusi nel 1997, vengono suggellati da una cerimonia avvenuta nel settembre del 1998.

2000/08/10  (passaggio di proprietà intero bene)

Risale a questa data l'accordo di cessione dell'edificio stipulato tra il gruppo A.N.A. di Mori ed il Comune di Mori. Inizialmente il bene doveva essere destinato alla parrocchia di Santo Stefano di Mori, ma la proposta venne rigettata dal rappresentante della parrocchia.
Descrizione

La chiesa di San Tomaso, situata in posizione panoramica sopra l'abitato di Nago, anche conosciuta come chiesa di San Tomé, viene presumibilmente edificata tra il XII ed il XIII secolo su di un sito precedentemente frequentato ed adibito, come hanno dimostrato recenti scavi, ad uso funerario tra i secoli VII e VIII. Ricordata al titolo di cappella dipendente dalla matrice di Pannone soltanto nel 1709, la chiesa subisce diversi passaggi di proprietà e vive fortune alterne; nel XX secolo subisce danni per via degli eventi del primo conflitto mondiale e va incontro ad un definitivo declino con il collasso della copertura nel penultimo decennio del secolo. Grazie all'interessamento e alla manodopera del gruppo A.N.A. di Mori, guidata da Mario Poli e su progetto di Francesco Silli, viene finalmente condotto un approfondito restauro della struttura tra il 1992 ed il 1997, che riporta la chiesa all'antico splendore. La facciata, a spioventi, è caratterizzata dall'aggetto delle falde di copertura, sostenute da travi lignee rastremate e coronate da una croce apicale metallica; al centro del prospetto è situato il portale d'ingresso, lapideo e architravato, affiancato sul lato destro da una finestra rettangolare sdraiata, inferriata e dotata di cornice lapidea. Al di sopra del portale è presente un piccolo oculo strombato e dotato di cornice lapidea modanata. Le fiancate rivelano la maggiore elevazione e l'aggetto del corpo della navata rispetto all'abside; il fianco sinistro non presenta aperture ed è caratterizzato da un accesso tamponato. La fiancata destra risulta aperta sulla navata da una finestra rettangolare, inferriata e dotata di cornice lapidea; all'estremo orientale della navata sorge il campanile a vela ed è presente un robusto barbacane. Il prospetto orientale rivela il profilo semicircolare dell'abside, coronata all'estremità superiore da una cornice modanata e aperta da una finestra a tutto sesto, strombata, inferriata e dotata di davanzale. Il campanile a vela sorge all'estremo orientale della fiancata destra della navata; presenta una struttura in conci lapidei sovrapposti con un'alta monofora a tutto sesto in cui è collocata una campana ed è coperta da due spioventi in materiale lapideo. L'interno presenta un'unica navata, non scandita in campate, coperta dalle capriate lignee della copertura, caratterizzata da un accesso laterale presso la parete sinistra, elevato rispetto al piano pavimentale e tamponato. La zona presbiterale, individuabile nell'area elevata dai primi due gradini nella porzione orientale della navata, è dominata dalla mole dell'altare a blocco con mensa lapidea ed è coperta dall'arco santo, a tutto sesto, in conci lapidei. Un terzo gradino eleva la zona absidale, coperta da una volta a catino e illuminata da una stretta finestra a tutto sesto.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, conclusa da abside semicircolare.
Facciata
La facciata, a spioventi, è caratterizzata dall'aggetto delle falde di copertura, sostenute da travi lignee rastremate e coronate da una croce apicale metallica; al centro del prospetto è situato il portale d'ingresso, lapideo e architravato, affiancato sul lato destro da una finestra rettangolare sdraiata, inferriata e dotata di cornice lapidea. Al di sopra del portale è presente un piccolo oculo strombato e dotato di cornice lapidea modanata. Le finiture sono in corsi irregolari di conci lapidei a vista e cantonali sfalsati.
Prospetti
Le fiancate rivelano la maggiore elevazione e l'aggetto del corpo della navata rispetto all'abside; il fianco sinistro non presenta aperture ed è caratterizzato da un accesso tamponato. La fiancata destra risulta aperta sulla navata da una finestra rettangolare, inferriata e dotata di cornice lapidea; all'estremo orientale della navata sorge il campanile a vela ed è presente un robusto barbacane. Il prospetto orientale rivela il profilo semicircolare dell'abside, coronata all'estremità superiore da una cornice modanata e aperta da una finestra a tutto sesto, strombata, inferriata e dotata di davanzale. Le finiture sono in corsi irregolari di conci lapidei a vista.
Campanile
Il campanile a vela sorge all'estremo orientale della fiancata destra della navata; presenta una struttura in conci lapidei sovrapposti con un'alta monofora a tutto sesto in cui è collocata una campana ed è coperta da due spioventi in materiale lapideo.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: capriate lignee a vista sopra la navata, volta a catino in muratura in pietrame a vista sopra l'abside.
Coperture
Copertura a due spioventi sopra la navata, a una falda semicircolare sopra l'abside; struttura portante lignea, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta un'unica navata, non scandita in campate, coperta dalle capriate lignee della copertura, caratterizzata da un accesso laterale presso la parete sinistra, elevato rispetto al piano pavimentale e tamponato. La zona presbiterale, individuabile nell'area elevata dai primi due gradini nella porzione orientale della navata, è dominata dalla mole dell'altare a blocco con mensa lapidea ed è coperta dall'arco santo, a tutto sesto, in conci lapidei. Un terzo gradino eleva la zona absidale, coperta da una volta a catino e illuminata da una stretta finestra a tutto sesto. Le finiture sono ad intonaco rustico raso sasso e conci lapidei a vista.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata presenta una pavimentazione in lastre lapidee irregolari poste su un letto di malta, alternate a parti in roccia madre; la zona presbiterale risulta pavimentata da grandi lastre lapidee, mentre l'abside presenta una pavimentazione in battuto di calce.
Adeguamento liturgico

nessuno
L'altare storico risponde alle disposizioni emanate durante il concilio vaticano II.
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