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Vervò
Predaia
Trento
cappella
sussidiaria
Sepolcro
Parrocchia di San Martino
Pianta; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1744 - 1744(costruzione intero bene); 1925 - 1949(decorazione interno); 1985 - 1985(restauro intero bene)
Cappella del Sepolcro
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella del Sepolcro <Vervò, Predaia>
Altre denominazioni S. SEPOLCRO
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1744  (costruzione intero bene)

La piccola cappella del Santo Sepolcro, stazione conclusiva della Via Crucis esistente lungo via San Martino, dovrebbe essere stata eretta, come le altre tredici edicole, nel 1744, grazie ad alcuni devoti benefattori (incerta).

1925 - 1949 (decorazione interno)

Nel secondo quarto del XX secolo la parete di fondo fu ornata da un dipinto murale raffigurante la Deposizione di Cristo nel sepolcro, probabilmente opera di Matteo Tevini; anche le vele della volta vennero decorate con croci e cornici a motivi geometrici.

1985  (restauro intero bene)

L'intera Via Crucis venne restaurata nel 1985 per merito delle sorelle Conci.
Descrizione

Orientata a nord-ovest, la piccola cappella quadrangolare del Santo Sepolcro chiude la serie di edicole della Via Crucis erette lungo la strada di accesso al camposanto di Vervò e dovrebbe risalire, come quelle, al 1744. La facciata dal profilo rettangolare reca l'accesso architravato elevato di un gradino e chiuso da un cancelletto in ferro battuto; le altre tre pareti sono cieche, a parte il fianco destro, in cui sono presenti un foro circolare e un'apertura rettangolare in alto a destra. Il caratteristico tetto piramidale a quattro spioventi leggermente svasati è sormontato dalla croce apicale raggiata in ferro battuto, mentre l'interno ad ambiente unico coperto da volta a botte unghiata è ornato da un dipinto murale probabilmente opera di Matteo Tevini e conserva due lapidi sepolcrali un tempo sulla facciata della vicina chiesa di San Martino.
Pianta
Pianta quadrangolare.
Prospetti
Facciata dal profilo rettangolare con accesso architravato chiuso da un cancelletto in ferro battuto; le altre tre pareti sono cieche, a parte il fianco destro che reca un foro circolare e un'apertura rettangolare in alto a destra. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo di base tinteggiato color tortora.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta a botte unghiata.
Coperture
Tetto piramidale a quattro spioventi leggermente svasati, con struttura portante in legno e manto di copertura in lastre di pietra tagliate a losanga; croce apicale raggiata in ferro battuto.
Interni
Interno ad ambiente unico a pianta quadrangolare, in cui sono conservate due lapidi sepolcrali un tempo sulla facciata della vicina chiesa di San Martino; finiture a intonaco tinteggiato ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in battuto di calce.
Elementi decorativi
Un dipinto murale raffigurante la Deposizione di Cristo nel sepolcro, probabilmente opera di Matteo Tevini, orna la parete di fondo; le vele della volta sono profilate da cornici geometriche e centrate da croci greche entro quadrilobi.
Adeguamento liturgico

nessuno
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