chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Pergine Valsugana
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Caterina v. e m.
Parrocchia di San Pietro d'Alcantara
Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1414 - 1448(menzione carattere generale); 1564 - 1564(manutenzione intero bene); 1612 - 1613(ristrutturazione intero bene); 1637 - 1637(consacrazione carattere generale); 1726 - 1728(ristrutturazione intero bene); 1750 - 1770(demolizione totale navata); 1763 - 1763(ristrutturazione intero bene); 1786 - 1786(cambio di giurisdizione carattere generale); 1793 - 1793(manutenzione intero bene); 1804 - 1805(ristrutturazione intero bene); 1898 - 1899(ristrutturazione intero bene); 1933 - 1933(passaggio di proprietà intero bene); 1990 - 1999(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire <Pergine Valsugana>
Altre denominazioni S. Caterina v. e m.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze tedesche (costruzione)
Notizie Storiche

1414 - 1448 (menzione carattere generale)

La più antica notizia documentaria riguardante la chiesa di Santa Caterina a Roncamartèl (oggi località Riposo) è contenuta in un urbario del 1535, contenente una raccolta di atti notarili scritti e autenticati a partire dal 1414. Da un documento del 1448 emerge che la chiesa era officiata ogni anno il 25 novembre, festa della santa titolare. Secondo Piatti (1989), la costruzione dell'edificio potrebbe risalire già alla metà del XIV secolo.

1564  (manutenzione intero bene)

Nel 1564 l'amministratore, Michele dalla Guarda, chiese ai debitori insolventi di procurare una somma complessiva di 16 fiorini, 4 lire e 14 carantani "per poter riparare la chiesa nelle cose opportune e necessarie".

1612 - 1613 (ristrutturazione intero bene)

Dal verbale della visita pastorale compiuta nel 1590 da Cristoforo Pilati, inviato del vescovo di Feltre, monsignor Rovelli, si intuisce che l'edificio sacro doveva essere piuttosto piccolo, orientato regolarmente, ornato da dipinti murali sulla parete di fondo, con l'unico altare entro una nicchia, il pavimento in battuto di calce, un solo accesso sul lato sud, cinque finestre e un campanile a vela. Nella successiva visita del maggio 1612 la chiesetta fu trovata in pessime condizioni e si ordinò di elevare l'altare, restaurare il tetto e ripulirla dalle immondizie, pena l'interdizione. Gli abitanti eseguirono quanto richiesto, come prova un elenco di spese sostenute dall'amministratore datato 20 febbraio 1613.

1637  (consacrazione carattere generale)

La data del 1637 leggibile entro una cartella dipinta sulla parete di fondo dell'abside, dovrebbe riferirsi alla consacrazione della chiesa rinnovata.

1726 - 1728 (ristrutturazione intero bene)

La chiesa venne nuovamente visitata nel marzo del 1726 e si ordinò di restaurarne i muri e il tetto; i lavori si eseguirono entro il 1728.

1750 - 1770 (demolizione totale navata)

Nel terzo quarto del Settecento, presumibilmente tra il 1750 e il 1770, gli abitanti del Buss inoltrarono una supplica al vescovo di Feltre, chiedendo di poter demolire la parte occidentale della chiesa, allora troppo grande per l'uso limitato che se ne faceva e troppo onerosa da mantenere, in quanto edificata in legno, spesso soggetto a manutenzione. Così l'edificio, inizialmente lungo circa 8 passi, fu ridotto della metà, mantenendo in piedi la zona absidale e un'unica campata in muratura.

1763  (ristrutturazione intero bene)

Dal libro dei conti-chiesa si ricava che nel corso del 1763 l'amministratore aveva anticipato delle spese per restaurare il tempio.

1786  (cambio di giurisdizione carattere generale)

Il territorio della pieve di Pergine Valsugana rimase soggetto alla diocesi di Feltre fino al 1786, poi fu accorpato a quella di Trento.

1793  (manutenzione intero bene)

I muri e il tetto della chiesa furono riparati nel 1793.

1804 - 1805 (ristrutturazione intero bene)

Tra il 1804 e il 1805 si eseguirono dei lavori all'altare e al tetto.

1898 - 1899 (ristrutturazione intero bene)

Un nuovo intervento di ristrutturazione sommaria venne compiuto tra il 1898 e il 1899 da Giovanni Zanei della Guarda, dopo un lungo periodo di incuria.

1933  (passaggio di proprietà intero bene)

Dopo essere appartenuto alla Regola e poi al Comune di Vigalzano, nel 1933 l'edificio sacro passò in proprietà del Comune di Pergine Valsugana.

1990 - 1999 (restauro intero bene)

Al termine di un nuovo periodo di incuria, la chiesetta venne restaurata dal Comune di Pergine nel corso degli anni Novanta.
Descrizione

Orientata a nord-est, la piccola chiesa di Santa Caterina si trova sulla strada provinciale che collega Pergine Valsugana a Montagnaga di Piné, in località Riposo, detta un tempo Roncamartèl o Roncomartèl (740 m s.l.m.); voluta presumibilmente dalla comunità tedesca residente nella zona del Perginese dedita al dissodamento dei terreni boschivi, è nota dai documenti a partire dal 1414, ma deve il suo aspetto attuale ad una ristrutturazione seicentesca e ad una successiva decurtazione della navata avvenuta nel terzo quarto del Settecento. Circondata da un prato e raggiungibile dalla strada scendendo una lunga scalinata in porfido, è caratterizzata da una semplice facciata a due spioventi rinforzata da un contrafforte a destra, con accesso a luce rettangolare tra due finestre quadrangolari protette da inferriate; è preceduta da un portico a due spioventi, pavimentato a ciottoli e sostenuto da una coppia di pilastri in muratura, la cui area costituiva l'antica navata, poi demolita. Una finestra a lunetta si apre lungo il fianco destro, mentre il sinistro è cieco, come l'abside poligonale irregolare. All'interno la breve navata unica, a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, è coperta da un'unica volta a botte unghiata con motivo decorativo centrale a losanga; un'arcata a sesto ribassato sostenuta da mensole la separa dalla zona absidale, elevata di un gradino, coperta da tre unghie e arredata con l'unico altare in legno e muratura. Lungo le pareti sono presenti alcune croci di consacrazione, una cartella dipinta sul muro di fondo e una nicchia a luce rettangolare.
Pianta
Breve navata a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, preceduta da un portico sempre a pianta rettangolare, corrispondente un tempo alla navata; abside poligonale.
Facciata
Semplice facciata a due spioventi rinforzata da un contrafforte a destra, con accesso a luce rettangolare tra due finestre quadrangolari protette da inferriate, preceduta da un portico sostenuto da una coppia di pilastri in muratura. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Una finestra a lunetta si apre lungo il fianco destro, mentre la corrispondente apertura a sinistra è stata tamponata; abside poligonale irregolare cieca. Finiture a intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volta a botte unghiata, con motivo decorativo centrale a losanga; abside coperta da tre unghie.
Coperture
Tetto a due falde sopra il portico e la navata, cimata da una croce in ferro battuto, a più falde sopra l'abside; struttura portante in legno e manto di copertura in lastre di ardesia tagliate a losanga.
Interni
Breve navata unica arredata unicamente da due banchi addossati alle pareti, separata dalla zona absidale mediante un gradino e un'arcata a sesto ribassato sostenuta da mensole; altare unico in legno e muratura. Lungo le pareti dell'abside sono presenti alcune croci di consacrazione, una cartella dipinta e, a destra, una nicchia a luce rettangolare. Altrove le finiture sono a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Portico pavimentato a ciottoli; pavimento della navata in lastre di porfido di forma irregolare; corridoio centrale e abside coperti da listelli di legno.
Adeguamento liturgico

nessuno
Contatta la diocesi