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Firenze
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. LORENZO A FIRENZE
Parrocchia di San Lorenzo a Firenze
Prospetto; Cupola; Impianto strutturale
altare - aggiunta arredo (1969-1970); sede - intervento strutturale (1969-1970)
XV - 1446(ricostruzione intero bene); XV - 1461(completamento intero bene); 1422 - 1428(realizzazione sagrestia vecchia); 1457 - 1462(ristrutturazione Chiostro principale); 1518 - XVI(progetto non realizzato facciata); 1520 - 1534(realizzazione sagrestia nuova); XVII - XVII(realizzazione Cappella dei Principi); XX - XX(allestimento museo Tesoro di San Lorenzo)
Basilica di San Lorenzo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Basilica di San Lorenzo <Firenze>
Altre denominazioni Insigne Basilica di San Lorenzo a Firenze
S. LORENZO A FIRENZE
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XV - 1446 (ricostruzione intero bene)

Giovanni di Bicci, capostipite della famiglia Medici, affidò la ricostruzione di San Lorenzo a Filippo Brunelleschi che diresse il grande cantiere fino alla sua morte, avvenuta nel 1446.

XV - 1461 (completamento intero bene)

Il progetto fu portato a compimento dal suo biografo ed erede Antonio Manetti nel 1461 e, nonostante alcuni interventi settecenteschi ed ottocenteschi, la Basilica di San Lorenzo conserva ancora oggi la vastità melodiosa ed il senso di perfetta armonia che Brunelleschi aveva voluto infonderle in virtù dei precisi rapporti proporzionali che regolano le sue strutture.

1422 - 1428 (realizzazione sagrestia vecchia)

Realizzata da Brunelleschi tra il 1422 e il 1428, la Sagrestia Vecchia rappresenta uno dei primi progetti del celebre architetto fiorentino in cui la sua visione architettonica si concretizzasacrestiavecchia pienamente nei volumi geometrici accuratamente spartiti secondo precisi rapporti proporzionali. La concezione spaziale semplice e rigorosa (un vano cubico coperto da una cupola a ombrello divisa in dodici spicchi) è sottolineata dall’utilizzo della pietra serena che mette in evidenza gli elementi portanti. All’interno della nitida architettura brunelleschiana si dispiegano gli stucchi policromi di Donatello realizzati a più riprese tra il 1428 e il 1443.

1457 - 1462 (ristrutturazione Chiostro principale)

Il chiostro principale della basilica prende il nome dai Canonici di San Lorenzo incaricati fin dalla fondazione della chiesa di garantire la liturgia quotidiana e di assicurare la cura delle anime. Il suo aspetto attuale si deve ad Antonio Manetti, allievo e successore del Brunelleschi, che lo ristrutturò tra il 1457 e il 1462, probabilmente sulla base di un precedente progetto di Michelozzo, architetto di fiducia di Cosimo il Vecchio.

1518 - XVI (progetto non realizzato facciata)

Secondo la volontà di Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, la basilica avrebbe dovuto essere degnamente completata dal paramento marmoreo della facciata. Nel 1518 il Papa ne affidò l’incarico a Michelangelo. Molti disegni ed un modello ligneo esposto oggi nel Museo di Casa Buonarroti ci possono dare un’idea della grandezza del progetto michelangiolesco che non venne mai realizzato.

1520 - 1534 (realizzazione sagrestia nuova)

Pensata già da Papa Leone X per ospitare degnamente i monumenti funebri del padre Lorenzo il Magnifico e dello zio Giuliano, insieme al fratello Giuliano duca di Nemours e al nipote Lorenzo duca di Urbino, la Sagrestia Nuova venne effettivamente iniziata solo nel 1520 per volontà del secondo Papa Medici, Clemente VII. Michelangelo si dedicò alla sua realizzazione fino al 1534, anno del suo definitivo trasferimento a Roma.

XVII  (realizzazione Cappella dei Principi)

Emblematica realizzazione dell’autocelebrazione medicea, la Cappella dei Principi fu concepita da Cosimo I fin dal 1568, ma la sua costruzione prese l’avvio sotto il granducato di Ferdinando I, quando, in seguito ad un concorso indetto nel 1602, Matteo Nigetti, venne nominato responsabile del cantiere, carica che ricoprì fino al 1650. I granduchi vollero rivestire le pareti del loro mausoleo con i materiali più preziosi ed incorruttibili: marmi e graniti policromi, diaspri, alabastri e lapislazzuli e perfino coralli e madreperle. L’Opificio delle Pietre Dure, fondato nel 1588 da Ferdinando I, per secoli ha dedicato gran parte della sua attività alla decorazione della Cappella dei Principi. I costosi lavori procedettero infatti con estrema lentezza prosciugando le risorse finanziarie del granducato. Fu Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima erede di una dinastia che si sarebbe estinta con lei, a voler imprimere al cantiere un’accelerazione decisiva, consegnando alla storia l’ultimo g

XX  (allestimento museo Tesoro di San Lorenzo)

Nei sotterranei della basilica, l’ambiente recentemente restaurato una volta sede della Compagnia del Santissimo Sacramento, accoglie oggi il primo nucleo del Museo del Tesoro di San Lorenzo in cui si possono ammirare gli splendidi oggetti che durante i secoli hanno costituito gli arredi liturgici e i preziosi reliquiari della basilica.
Descrizione

Chi oggi volge per la prima volta il suo sguardo alla chiesa di San Lorenzo, si trova davanti a un maestoso edificio, dalla facciata incompiuta, dietro al quale sarà forse difficile scorgere il succedersi di una vicenda lunga sedici secoli. Eppure San Lorenzo ha accompagnato nel corso della sua storia lo sviluppo urbanistico di Firenze: la sua prima edificazione avvenne nel quarto secolo, per dare ai cristiani un luogo dedicato al culto; l’area individuata si trovava al di fuori delle mura romane, in prossimità della città ma nettamente distinta da essa e leggermente in rilievo, come a dominare quei pochi insediamenti che si erano formati lungo le vie di accesso a Florentia. Nel 393 officiò la cerimonia di consacrazione Ambrogio, il Vescovo di Milano e dottore della chiesa, che nella sua omelia ricordò il generoso lascito con cui una certa Giuliana, vedova devota, finanziò la costruzione di quella che divenne la prima cattedrale cittadina. Dell’antico edificio non restano tracce, ma si può ipotizzare che non fosse molto grande se nel 1059 venne demolito, ricostruito e infine riconsacrato. E fu proprio quando il Capitolo di San Lorenzo avvertì l’esigenza di edificare un transetto a forma di croce, che la chiesa si legò indissolubilmente alla famiglia Medici. Giovanni di Bicci, l’iniziatore della fortuna familiare, finanziò l’inizio dei lavori, affidati al Brunelleschi. Dopo di lui, il figlio Cosimo, e Piero, il figlio di questi, e Lorenzo, erede di Piero, continuarono a seguire i lavori della fabbrica, che intrecciò la propria storia con quella della dinastia sino all’estinzione della casata. Esempio di questo legame è il concorso del 1515, voluto da Leone X, papa Medici, per la costruzione di una facciata monumentale: vi parteciparono Baccio d’Agnolo, Giuliano da San Gallo, Andrea e Jacopo Sansovino, Raffaello e Michelangelo, che si aggiudicò l’opera, con un grandioso progetto che prevedeva una gigantesca e compatta quinta, totalmente indipendente dall’articolazione della chiesa quattrocentesca. Ma i costi erano lievitati indiscriminatamente e alla fine la facciata non fu realizzata: nel 1520 il papa ruppe il contratto, decidendo di impiegare il genio di Michelangelo in altri progetti, come la meravigliosa Sagrestia Nuova. Brunelleschi non fu il solo architetto di San Lorenzo. Iniziati, sotto la sua direzione, assieme a quelli della Sagrestia, i lavori della Basilica furono interrotti per la morte del committente, Giovanni di Bicci; ripresi per volere di Cosimo il Vecchio solo nel 1442, procedettero sotto la direzione di Brunelleschi fino alla sua morte, nel 1449. A tale data, il transetto era quasi ultimato, e nel 1445 il grande architetto aveva definito il modello delle colonne, ma – come scrisse il suo biografo – «el corpo fu d’altri maestri, non osservando suo disegno in molte cose». Possiamo trovare in San Lorenzo tutti gli elementi innovativi dell’architettura rinascimentale, messi all’opera per la prima volta in un edificio religioso di grandi dimensioni. Ci troviamo in uno spazio architettonico modernamente concepito, una costruzione immediatamente leggibile: infatti, con un po’ d’attenzione, riusciamo a percepirne tutto lo sviluppo e identificarne gli elementi fondamentali. Le strutture portanti, le colonne, e gli archi sono cromaticamente e matericamente distinte dagli elementi complementari, come le pareti e le finestre. Brunelleschi organizza linee verticali e orizzontali, in una sorta di «rete magica», che con rigore riproduce l’armonia delle proporzioni attraverso una riflessione sui numeri interi, tipica del primo Rinascimento italiano. La sintassi dell’edificio si esplicita in una visione prospettica, i cui elementi sono concepiti secondo le regole della geometria proiettiva e sono ripresi, in forme estremamente sobrie, dalla controfacciata cinquecentesca, realizzata da Michelangelo, che del Brunelleschi era un ammiratore.
Prospetto
La facciata di San Lorenzo è a capanna digradante, con pietra grezza a vista su cui si aprono tre portali centinati. Il fianco destro è in pietra liscia, decorato da un ordine di arcate cieche e lesene. Su questo lato si vede anche l'esterno della sagrestia Nuova di Michelangelo, dotata di cupoletta coperta a scaglie, conclusa da una lanterna con colonnine marmoree.
Cupola
In alto, sopra il tiburio, è impostata la grande cupola della cappella dei Principi, coperta da embrici.
Impianto strutturale
La chiesa è a croce latina a tre navate, con cappelle lungo il piedicroce e i lati del transetto. All'incrocio dei bracci si trova una cupola. L'impianto, come in altre opere di Brunelleschi, si ispira ad altre opere della tradizione medievale fiorentina, come Santa Croce, Santa Maria Novella o Santa Trinita, ma a partire da questi modelli Brunelleschi prese spunto per qualcosa di più rigoroso, con esiti rivoluzionari. L'innovazione fondamentale sta nell'organizzazione degli spazi lungo l'asse mediano applicando un modulo (sia in pianta che in alzato), corrispondente alla dimensione di una campata quadrata, con la base di 11 braccia fiorentine, circa lo stesso dello Spedale degli Innocenti (10 braccia fiorentine), edificato dal 1419. L'uso del modulo regolare, con la conseguente ripetizione ritmica delle membrature architettoniche, definisce una scansione prospettica di grande chiarezza e suggestione. Le due navate laterali sono state definite come lo sviluppo simmetrico del loggiato dello spedale, applicato per la prima volta all'interno di una chiesa: anche qui infatti l'uso della campata quadrata e della volta a vela genera la sensazione di uno spazio scandito come una serie regolare di cubi immaginari sormontati da semisfere.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1969-1970)
Aggiunta di altare provvisorio: fratina in legno. Quando celebra l'Arcivescovo di Firenze, la fratina viene rimossa e si utilizza direttamente l'altare pre-conciliare. Altare maggiore, balaustra e coro sono rimasti intatti, perché vincolati (pietre dure e semi-preziose).
sede - intervento strutturale (1969-1970)
Cattedra in legno fissa, posizionata lateralmente (a destra).
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