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Castel Condino
Trento
cappella
sussidiaria
Madonna delle Grazie
Parrocchia di San Giorgio
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1630 - XVII(preesistenze intero bene); XIX - 1836(costruzione intero bene); 1846/05/09 - 1846/05/09(benedizione carattere generale); 1856 - 1856(costruzione portico); 1889 - 1889(ristrutturazione intero bene); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1924 - 1924(ristrutturazione intero bene); 1936/01/01 - 1936/05/08(ristrutturazione intero bene); 1936/05/09 - 1936/05/09(benedizione carattere generale); 1973 - 1973(ristrutturazione intero bene); 1980 - 1989(ristrutturazione campaniletto a vela)
Cappella della Madonna delle Grazie
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella della Madonna delle Grazie <Castel Condino>
Altre denominazioni Addolorata
santuario dei Morti
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1630 - XVII (preesistenze intero bene)

Secondo la tradizione, quaranta emigrati di Castel Condino a Venezia, rientrati in patria nel 1630, allo scoppiare della peste, furono costretti alla quarantena a venti minuti di cammino dal paese, in una grotta; inizialmente furono assistiti a distanza dagli abitanti, poi, una volta ammalati, furono abbandonati al loro destino. La tradizione vuole che, l'inverno successivo alla tragedia, sul luogo della loro sepoltura, spuntarono dei fiori sotto la neve. In seguito a questo segno e ad altre grazie e guarigioni avvenute, la memoria del luogo, visitato dai devoti, venne trasmessa piantando una croce nel terreno.

XIX - 1836 (costruzione intero bene)

All'inizio del XIX secolo la popolazione fece voto di erigere una cappella alla memoria dei quaranta morti; poco dopo l'inizio dello scavo per le fondamenta, il lavoro si interruppe per una contesa sul luogo in cui costruire l'edificio sacro, se nel luogo della quarantena o della sepoltura. Nel 1836, con l'incombente pericolo di una nuova epidemia, questa volta di colera, si compì l'opera e venne costruita la Cappella dei Morti, dedicata alla Madonna addolorata.

1846/05/09  (benedizione carattere generale)

Ottenuta dal principe vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer la facoltà di celebrarvi la messa, la cappella fu benedetta da don Pietro Divina, arciprete di Condino, il 9 maggio 1846.

1856  (costruzione portico)

Il portico anteriore fu "rozzamente costruito" nel 1856.

1889  (ristrutturazione intero bene)

L'edificio sacro fu trascurato negli anni successivi, fino al 1889, quando vennero costruiti il muro di cinta intorno, la copertura del portico, una pavimentazione interna di mattoni. Vennero inoltre eseguite manutenzioni al tetto e l'interno e l'esterno furono tinteggiati e decorati.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

La cappella fu danneggiata e profanata durante la prima guerra mondiale.

1924  (ristrutturazione intero bene)

I danni belllici furono sanati nel 1924. In particolare si praticò una piccola nicchia sulla parete di fondo del presbiterio e vi si pose la statua della Madonna delle Grazie, in sostituzione del precedente quadro dell'Addolorata, asportato durante la guerra.

1936/01/01 - 1936/05/08 (ristrutturazione intero bene)

Un nuovo intervento di ristrutturazione ("restauro a nuovo") fu fatto nel 1936, in occasione del centenario dell'edificio. In particolare venne sostituita la pavimentazione e fu realizzata la scalinata in granito che sale dalla strada alla cappella. Inoltre fu ampliato il sagrato, abbellito da molti alberi.

1936/05/09  (benedizione carattere generale)

Il 9 maggio 1936, al termine dei lavori, la cappella venne nuovamente benedetta.

1973  (ristrutturazione intero bene)

Nell'estate del 1973 l'edificio venne nuovamente ristrutturato; Vittorino Tarolli ridipinse in questa occasione il riquadro figurato sopra la porta d'ingresso.

1980 - 1989 (ristrutturazione campaniletto a vela)

Nel corso degli anni Ottanta del Novecento il campaniletto a vela venne ampliato e ristrutturato.
Descrizione

Orientata a nord, la cappella sorge sul monte Merlino, nella valletta che porta a Boniprati, in località Braghe, ed è raggiungibile da una strada sterrata che sale a nord-ovest di Castel Condino. La tradizione vuole che qui, presso una grotta, nel 1630, fossero confinati in quarantena quaranta abitanti del paese, emigrati per lavoro a Venezia e tornati in patria allo scoppio dell'epidemia di peste. Inizialmente i compaesani fornirono loro coperte e cibo, passandoli al di là del torrente mediante un lungo bastone per non contaminarsi, poi, una volta constatato l'insorgere del morbo nel gruppo, li abbandonarono per paura del contagio. Uno alla volta morirono tutti; l'inverno successivo, sul terreno dove riposavano i loro corpi, spuntarono delle rose. Gli abitanti di Castello allora, pentiti per aver abbandonato i propri compaesani ad una terribile morte, ricordarono il luogo del miracolo piantandovi una croce. Nel 1836 fu eretta la cappella alla loro memoria, dedicata alla Madonna delle Grazie; vent'anni dopo davanti alla facciata, con portale architravato in granito tra due finestre rettangolari, venne costruito un portico, che deve il suo attuale aspetto presumibilmente al restauro del 1936. Il lato frontale, a due spioventi, raggiungibile salendo una ripida scalinata in pietra, è caratterizzato da una coppia di grandi pilastri angolari leggermente emergenti, che serrano l'arcata d'accesso a centina ribassata. Sul frontoncino triangolare è scritta la dedicazione dell'edificio, mentre i fianchi del portico sono caratterizzati da due ampie aperture centinate, delimitate inferiormente da un muretto e diaframmate da una ringhiera in ferro battuto. Lungo le fiancate della cappella si trovano due contrafforti e una finestra a lunetta per lato, in corrispondenza del presbiterio; un campaniletto a vela insiste sullo spiovente destro. L'interno a navata unica è elevato di un gradino rispetto al portico, è percorso da un cornicione modanato e reca sulle fiancate iscrizioni e dipinti murali relativi all'origine miracolosa dell'edificio; una coppia di pilastri dal profilo smussato reggono l'arco santo a tutto sesto, oltre il quale si sviluppa il piccolo presbiterio a pianta rettangolare, elevato di un gradino.
Preesistenze
Il corpo della cappella è la parte più antica della costruzione, mentre il portico è successivo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; portico antistante a pianta rettangolare, come il piccolo presbiterio.
Facciata
La facciata presenta il portale architravato in granito tra due finestre rettangolari simmetriche, un riquadro figurato e una piccola finestra a lunetta sommitale; è preceduta dal volume del portico, il cui lato frontale, a due spioventi, è caratterizzato da una coppia di grandi pilastri angolari leggermente emergenti, che serrano l'arcata d'accesso a centina ribassata, preceduta da tre gradini. Sopra l'arcata è stata realizzata una nicchia e sul frontoncino triangolare è scritta la dedicazione dell'edificio. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancate caratterizzate ciascuna da due contrafforti e una finestra a lunetta in corrispondenza del presbiterio, precedute dalla campata del portico, con un'ampia apertura centinata su ogni lato, diaframmata da una ringhiera in ferro battuto. La parete di fondo del presbiterio è forata da un'altra piccola finestra rettangolare. Finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Campaniletto a vela in muratura sullo spiovente destro, con ampia apertura centinata e tettuccio a due spioventi.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volta a crociera nel portico, nella navata e nel presbiterio.
Coperture
Tetto a due falde emergenti oltre il portico, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi, anche sul campaniletto a vela.
Interni
Interno a navata unica, elevato di un gradino rispetto al portico antistante; una coppia di pilastri dal profilo smussato reggono l'arco santo a tutto sesto, oltre il quale si sviluppa il piccolo presbiterio a pianta rettangolare, elevato di un gradino. Cornicione corrente modanato; finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in piastrelle di cemento bianche e grigie, disposte a formare rosette entro losanghe.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati sulle pareti della navata e sopra la porta d'ingresso.
Adeguamento liturgico

nessuno
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