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Todi
Orvieto - Todi
chiesa
concattedrale
SS. Annunziata
Parrocchia della Santissima Annunziata
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1970 ca.); ambone - aggiunta arredo (1970 ca.); confessionale - aggiunta arredo (1990 ca.)
VIII sec. - IX sec.(preesistenze carattere generale); XI sec. - XIII sec.(costruzione intero bene); XIV sec. - XVI sec.(realizzazione navatina); 1515 - 1523(restauro facciata); 1521 - 1530(realizzazione coro); 1566 - 1606(restauro intero bene); 1623 - 1639(restauro portone); 1740 - 1740(rifacimento scalinata); 1851 - 1853(restauro intero bene); 1861 - 1862(restauro rosoni); 1869 - 1869(completamento pavimentazione); 1953 - 1958(restauro intero bene); 2007 - 2011(restauro intero bene)
Cattedrale della Santissima Annunziata
Tipologia e qualificazione chiesa concattedrale
Denominazione Cattedrale della Santissima Annunziata <Todi>
Altre denominazioni SS. Annunziata
Autore (ruolo)
Fontana, Francesco (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
romanico-gotico (costruzione)
Notizie Storiche

VIII sec. - IX sec. (preesistenze carattere generale)

Il Ceci ipotizza che l'attuale duomo sarebbe sorto su una chiesa "di stile bizantino", databile tra l'VIII e il IX secolo, e che questa ne avrebbe sostituita una ancora più antica, "quella che si vuole eretta da S. Fortunato".

XI sec. - XIII sec. (costruzione intero bene)

Le origini della Cattedrale della Santissima Annunziata non sono certe. I lavori per la sua costruzione ebbero inizio nel XII secolo, se non addirittura nell'XI; l'edificazione cominciò con la costruzione dell'abside, per poi continuare con il transetto, le navate e, probabilmente, la torre campanaria, nel XIII secolo. Due eventi storici segnarono in ogni caso la fabbrica: l'incendio del Vescovato del 1190, che avrebbe guastato anche la chiesa, con conseguenti ricostruzioni alla fine del secolo, ed il terremoto del 1246, cui seguirono opere ben documentate dal 1248 al 1269.

XIV sec. - XVI sec. (realizzazione navatina)

Secondo il Ceci, la realizzazione della "navatina", eretta probabilmente sopra un originario lungo porticato che correva lungo la navata destra, risale alla seconda metà del XIV secolo, sebbene altre fonti ritengano più probabile che sia stata costruita, o almeno completata, a cavallo tra il XV ed il XVI secolo.

1515 - 1523 (restauro facciata)

La costruzione della facciata risale al XIII secolo, ma la stessa è stata oggetto di successive modifiche: il suo aspetto attuale è dovuto all'intervento dei primi decenni del cinquecento, del quale fanno parte anche il portale, realizzato da Antonio di Bencivenga nel 1521, ed il rosone, realizzato tra il 1515 ed il 1523.

1521 - 1530 (realizzazione coro)

Il coro ligneo ad intarsio ed intaglio, distribuito su due piani, che abbellisce la parete interna dell'abside, opera dei marchigiani Antonio e Sebastiano di Bencivenga da Mercatello sul Metauro, è stato realizzato a seguito di un contratto stipulato il 3 giugno del 1521. Il lavoro terminò nel 1530.

1566 - 1606 (restauro intero bene)

Nella seconda metà del XVI secolo, per volere del Vescovo Angelo Cesi, che resse la diocesi dal 1566 al 1606, la chiesa subì sostanziali modifiche soprattutto all'interno: a questo periodo risale anche la costruzione delle volte interne e degli archi rampanti esterni, sopra i tetti delle navate laterali, nonché la realizzazione dell'affresco di controfacciata, opera di Ferraù da Faenza, detto il Faenzone, eseguito nel 1596. La Cappella Cesi, collocata alla sinistra dell'abside, è stata consacrata nel 1605.

1623 - 1639 (restauro portone)

Già colpito da un fulmine nel 1523, il portone principale della Cattedrale subì la stessa sorte un secolo più tardi, il 21 febbraio 1623, bruciando quasi completamente. Delle operazioni di restauro si occupò il francese Carlo Lorenti, che riadattò i quattro pannelli superiori, gli unici superstiti, e realizzò i sei inferiori. I lavori terminarono nel 1639.

1740  (rifacimento scalinata)

L'attuale scalinata di accesso al sagrato in travertino, eseguita in sostituzione della precedente del 1537, che a sua volta ne aveva soppiantata una di nasso, è stata realizzata nel 1740, grazie ad un legato del Vescovo Pianetti, come è testimoniato dallo stemma e da una lapide nei caposcala.

1851 - 1853 (restauro intero bene)

La chiesa Cattedrale di Todi fu restaurata alla metà del XIX secolo, su disegni dell'architetto romano Francesco Fontana. I lavori, iniziati nel giugno 1851, interessarono, tra l'altro, la sistemazione generale del presbiterio, accorciandolo per quanto lo aveva prolungato il Vescovo Cesi e lasciando l'abside in pietra a vista, con il rifacimento della pavimentazione dello stesso, il rifacimento dell'altare maggiore ricollocato sotto l'arco trionfale, la demolizione degli altari laterali, la demolizione dei muri tra gli archi della navatina. La pavimentazione della chiesa, in pietra bianca e rosa di Assisi, che era stata già iniziata nel 1833, fu portata a termine, per la sola navata centrale, nel 1853, in conformità al progetto dell'Architetto Francesco Fontana.

1861 - 1862 (restauro rosoni)

I vetri che decorano i tre rosoni, opera dei tuderti Giuseppe Francisci ed Eliseo Fattorini e del perugino Francesco Moretti, risalgono al 1862; gli stessi artigiani, nello stesso periodo, realizzarono anche i vetri colorati che chiudono le bifore del fianco destro.

1869  (completamento pavimentazione)

La pavimentazione delle due navate laterali fu ultimata solo nel 1869, per opera dello scalpellino Raffaele Ciani.

1953 - 1958 (restauro intero bene)

L'intervento piuttosto radicale del 1953-58, promosso dalla Soprintendenza ai Monumenti, provocò l'eliminazione della cuspide ottocentesca del campanile, delle bifore della torre campanaria, l'apertura di una scala laterale d'accesso alla cripta, con la definitiva riapertura al culto della stessa, e soprattutto la demolizione delle volte, a botte nella navata centrale e a vela in quelle laterali, realizzate al tempo del Vescovo Angelo Cesi, e degli archi rampanti esterni sopra i tetti delle navate laterali.

2007 - 2011 (restauro intero bene)

La Cattedrale è stata anche recentemente oggetto di un ampio intervento di restauro, che ha interessato il rifacimento della pavimentazione, con inserimento di un sottostante impianto di riscaldamento, il consolidamento statico della "navatina" laterale destra con tiranti in acciaio, la bonifica del percorso cimiteriale ipogeo, la bonifica ed il restauro della terrazza del sagrato.
Descrizione

La Cattedrale della Santissima Annunziata è il luogo di culto cattolico più importante di Todi, concattedrale della diocesi; si trova in Piazza del Popolo, in uno dei punti più elevati del colle, accessibile per mezzo di un'ampia scalinata, limitata lateralmente da due parapetti. La chiesa venne edificata nell'XI-XIII secolo su un'area dove sorgeva un edificio di epoca romana, completata più tardi e rimaneggiata più volte. L'esterno del tempio si presenta in stile gotico-romanico; la facciata duecentesca, a coronamento orizzontale, in pietra bianca e rosa, è suddivisa in tre parti da quattro lesene, con un rosone centrale e due laterali più piccoli. La presenza di maestranze comacine e le origini lombarde del coronamento di tutti gli esterni, hanno fatto ritenere ad alcuni autori che anche la facciata in origine fosse sagomata a capanna, secondo le linee tracciate dai muri e dai tetti delle tre navate. Le vetrate del pregevole rosone centrale, realizzato nei primi decenni del cinquecento, non sono originarie e risalgono ai lavori di restauro ottocenteschi. Dei tre portali il più interessante è senz'altro quello centrale strombato, limitato da due esili colonne di marmo rosato, terminante con un arco a sesto acuto a bande alternate di pietra rosa e bianca e decorato da una fascia con girali d'acanto, culminante al centro con il busto del Cristo benedicente; il portone ligneo è costituito da quattro pannelli superiori cinquecenteschi, raffiguranti l'Annunziata, l'Arcangelo Gabriele, San Pietro e San Paolo, e sei pannelli inferiori, aggiunti il secolo successivo. I fianchi dell'edificio sono spartiti da lesene e da due ordini di finestre, bifore in basso, monofore in alto, con una decorazione di loggette pensili su mensoline scolpite, lo stesso motivo presente nella parte esterna dell'abside. La torre campanaria a pianta quadrata si erge sul lato destro della facciata, ormai orfana della cuspide ottagonale ottocentesca demolita nel 1958. L'interno del tempio è solenne; la pianta a croce latina è suddivisa in tre navate, delle quali la centrale più larga e più alta, scandite da ampi colonnati sormontati da archi a tutto sesto, sorretti da pilastri e colonne alternati, con capitelli corinzi. Sia la navata maggiore, sia le due navate laterali, sono coperte con falde sorrette da capriate lignee a vista. Una quarta "navatina", voltata con crociere costolonate, fu aggiunta successivamente oltre quella laterale destra, separata dalle altre da esili colonne in marmo bianco, con monofore e bifore con vetri istoriati. Il transetto, sopraelevato e terminante in un'abside semicircolare, è anch'esso coperto con volta a crociera costolonata. Al si sopra dell'altare maggiore è posto un crocifisso ligneo, dipinto a tempera su tavola, risalente alla metà del duecento, mentre a sinistra del presbiterio è collocata la Cappella Cesi, voluta dal Vescovo Angelo Cesi ai primi del seicento, con la volta abbellita dagli affreschi del Faenzone, che dipinse anche la tela raffigurante San Michele Arcangelo posta sopra l'altare. Sulla parete di controfacciata, si trova l'affresco di Ferraù da Faenza raffigurante il Giudizio Universale. La cripta, dedicata a San Martino I Papa e Martire, utilizzata prevalentemente per la sepoltura dei vescovi della diocesi tuderte, dopo secoli di abbandono è stata definitivamente riaperta al culto alla metà del secolo scorso. Presenta una copertura con volte a crociera poggianti su pilastri dai preziosi capitelli di tipo arcaico, ed è caratterizzata da un originale catino absidale, accogliendo opere marmoree della scuola di Giovanni Pisano, precedentemente poste sulla facciata della Cattedrale.
Impianto strutturale
Edificio in muratura continua e pilastri con copertura a falde.
Struttura
Strutture verticali: pareti perimetrali in muratura e pilastri di pietra calcarea. Strutture di orizzontamento: capriate e travi lignee.
Coperture
La navata centrale e le navate laterali presentano copertura impostata su capriate lignee, travi e limette lignee, pianellato laterizio; il transetto e la navatina sul lato destro sono coperti con volte a crociera costolonate; il catino absidale è coperto con semicupola. Il manto di copertura è in coppi e tegole romane.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata in lastre bianche e rosa di pietra di Assisi, con motivi geometrici.
Elementi decorativi
Coro ligneo del XVI secolo, opera di Antonio e Sebastiano Bencivenga da Mercatello sul Metauro, lavoro d'intarsio e d'intaglio distribuito su due piani: uno superiore con ventidue stalli per i canonici e la cattedra, uno inferiore per i cantori con dodici stalli. Nelle tarsie dei pannelli sono predominanti le raffigurazioni architettoniche.
Elementi decorativi
Fonte battesimale in pietra, opera di Pietro di Moricone da Lugano, del 1507, collocato lungo la navatina.
Elementi decorativi
Crocifisso ligneo, dipinto a tempera su tavola, di scuola umbra della seconda metà del XIII secolo, posto al di sopra dell'altare maggiore, al centro della volta a crociera che copre il presbiterio.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970 ca.)
Altare antico in pietra, su pilastrini tortili, con basamento e mensa in travertino.
ambone - aggiunta arredo (1970 ca.)
Mobile ligneo con leggio sovrastante.
confessionale - aggiunta arredo (1990 ca.)
Penitenzieria lignea collocata lungo la navatina destra.
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