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Bolsena
Orvieto - Todi
chiesa
sussidiaria
Corpo di Cristo
Parrocchia dei Santi Giorgio e Cristina
Impianto strutturale
nessuno
IV sec. - IV sec.(costruzione intero bene); XI sec. - XI sec.(realizzazione affreschi); XV sec. - XV sec.(collocazione altare); 1525 - 1525(sistemazione altare); 1726 - 1726(notizie altare); 1999 - 1999(restauri abside)
Cappella del Corpo di Cristo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Cappella del Corpo di Cristo <Bolsena>
Altre denominazioni Basilichetta ipogeo di Santa Cristina
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bolsenesi (costruzione)
Notizie Storiche

IV sec.  (costruzione intero bene)

Della esistenza di questo luogo si hanno notizie risalenti al sec. IV d.C., grazie alla lapide ritrovata nel 1880 accanto alla tomba della Santa ed ora conservata nella sacrestia.

XI sec.  (realizzazione affreschi)

Nel vano si conservano anche i più antichi resti pittorici dell'intero complesso, riportati alla luce da recenti restauri, risalenti alla fine dell'XI secolo e ascritti all'attività promotrice svolta, in questo luogo, dalla contessa Matilde di Canossa.

XV sec.  (collocazione altare)

L'altare del miracolo, chiamato delle Quattro Colonne, un pregevole manufatto dell'VIII secolo sul quale, secondo la tradizione, avvenne il Prodigio Eucaristico, fu trasportato in questo luogo sul finire del sec. XV dal Cardinale Giovanni dé Medici dal suo primitivo sito sulla tomba della Santa.

1525  (sistemazione altare)

Il progetto complessivo di sistemazione dell'altare e del ciborio, attraverso l'assemblaggio di elementi romani, altomedioevali e cinquecenteschi, fu affidato dalla Società del Corpo di Cristo ad Antonio da Monferrato nell'anno 1525. Tra le opere si deve ricordare l'elegante balaustra in basalto che circonda l'altare.

1726  (notizie altare)

A sorreggere la mensa dell'altare si trova una grande pietra basaltica, con le impronte dei piedi che una gentile tradizione attribuisce alla martire Cristina, incastonata nell'altare nel 1726.

1999  (restauri abside)

Nel catino dell'abside, recenti restauri (1999) hanno riportato alla luce un prezioso affresco con il Pantocrator ed i santi Pietro e Paolo tra palme e due pavoni. L'affresco, insieme ad altri, era stato occultato nel 1747.
Descrizione

L'ambiente, al quale si accede attraverso la Chiesa delle Sacre Pietre, di pianta trapezoidale, è semi ipogeo, situato alle pendici della collina dentro e sotto la quale si allungano i cunicoli del complesso catacombale, con la tomba della martire Cristina. Il vano si compone di un ampio vestibolo, denominato appunto Cappella del Corpo di Cristo, dal quale, a sua volta, si accede alla Cappella di San Michele, ai resti di quella di San Martino, alla basilichetta ipogea, nonché, indirettamente, alle catacombe stesse. Questa è la parte più antica del complesso basilicale. L'oratorio sotterraneo è completamente scavato nel luogo della sepoltura della Martire Cristina. A destra, circondato da un elegante balaustra cinquecentesca in basalto, è conservato l'altare del miracolo, un pregevole manufatto dell'VIII secolo sul quale, secondo la tradizione, avvenne il Prodigio Eucaristico. L'altare è coperto da un baldacchino o ciborio, con quattro fronti marmoree ad arco con rilievi geometrici ed astratti propri dell'età carolingia. La struttura poggia su quattro antiche colonne corinzie scanalate, di marmo, ed è databile al sec. IX. Fa da paliotto d'altare la pietra basaltica che, secondo la tradizione, sarebbe stata appesa al collo della Santa e gettata nel lago, recando poi impresse le orme dei suoi piedi. L'altare e il soprastante ciborio, sono stati assemblati in questa sede in epoca rinascimentale unendo pezzi romani, altomedievali e cinquecenteschi. Nel vano si conservano anche i più antichi resti pittorici dell'intero complesso, risalenti alla fine dell'XI secolo e ascritti all'attività promotrice svolta, in questo luogo, dalla contessa Matilde di Canossa. Dietro l'altare del Miracolo si apre un'abside con una grande figura di Cristo tra due palme, pavoni e personaggi acefali (fine XI sec.). Sull'arcone scavato nella parete orientale del vestibolo, si vedono alcune pitture che costituiscono una sorta di parete palinsesto con due strati: uno della fine dell'XI sec., ridotto a pochi frammenti, e l'altro della seconda metà del Duecento, entrambi raffiguranti un Cristo giudice tra gli apostoli, tema completato nella versione duecentesca da un busto di Cristo in un clipeo sorretto da angeli tra un papa o un vescovo e santa Cristina.
Impianto strutturale
Ambiente semi ipogeo, scavato nella roccia e voltato a botte.
Adeguamento liturgico

nessuno
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