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restauro
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Allerona
Orvieto - Todi
chiesa
sussidiaria
San Michele Arcangelo
Parrocchia di Santa Maria e San Michele Arcangelo
Impianto strutturale; Struttura; Coperture
altare - intervento strutturale (1970 ca.)
1573 - 1573(descrizione intero bene); 1607 - 1607(descrizione intero bene); 1639 - 1639(descrizione intero bene); 1735 - 1735(notizie altare); 1740 - 1740(consacrazione carattere generale); 1809 - 1809(descrizione intero bene); 1872 - 1872(descrizione intero bene); 1886 - 1886(descrizione intero bene); 1908 - 1908(interventi intero bene); 2012 - 2013(restauro intero bene)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Michele Arcangelo <Allerona>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze orvietane (costruzione)
maestranze orvietane (ristrutturazione)
Notizie Storiche

1573  (descrizione intero bene)

Secondo le notizie riportate nella visita apostolica effettuata dal Vescovo Binarino il 24 settembre 1573, la Chiesa di Sant’Angelo, localizzata fuori delle mura del paese, viene descritta con tre altari: il maggiore, uno dedicato a Sant’Antonio e un altro all’Annunciazione.

1607  (descrizione intero bene)

Gli atti della visita pastorale, eseguita dal Vescovo di Orvieto Monsignor Giacomo Sannesio il giorno 29 novembre 1607, testimoniano che all'interno della chiesa erano collocati quattro altari: il maggiore, con un dipinto della B.M. Vergine con i Santi Michele, Biagio e Antonio, un altare detto di Sant’Ansano, che il vescovo ordinò di demolire perché non vi si celebravano mai le Messe, un altare detto dell’Annunziata, che come il precedente e per gli stessi motivi il vescovo ordinò di demolire, ed infine un altare dedicato a San Rocco la cui festa si celebrava il 16 agosto.

1639  (descrizione intero bene)

Al tempo della visita pastorale eseguita dal Cardinale Pier Paolo Crescenzi, Vescovo di Orvieto, nei giorni 16 e 17 maggio 1639, la chiesa aveva oltre il maggiore, gli altari di Sant’Isidoro e San Rocco e la Cappella del SS. Nome di Gesù.

1735  (notizie altare)

Notizie particolari emergono dal resoconto della visita pastorale effettuata il 2 maggio 1735 dal Vescovo di Orvieto, Monsignor Giuseppe dei conti di Marsciano: essendo l’altare di Sant’Isidoro affidato per tradizione alla manutenzione degli agricoltori, ognuno di loro si obbligava a portare alla chiesa ogni anno, quale quota parte di spesa di manutenzione, una coppa di frumento per ogni pezzo di terra arato nell’arco di un giorno.

1740  (consacrazione carattere generale)

La Chiesa di San Michele Arcangelo in Allerona fu consacrata, o per meglio dire riconsacrata, dal Vescovo Giuseppe dei conti di Marciano il 24 luglio del 1740.

1809  (descrizione intero bene)

Dalle risposte alle interrogazioni del Vescovo Lambruschini, in preparazione della visita pastorale effettuata poi il 13 giugno 1809, risulta che la chiesa era di libera collazione; all'interno della stessa vennero rilevati tre altari: il maggiore dedicato a San Michele Arcangelo, un secondo altare dedicato a San Rocco di ius patronatus della Comunità e un terzo dedicato a Sant’Antonio e Sant’Isidoro.

1872  (descrizione intero bene)

La chiesa di San Michele Arcangelo, dopo l'Unità d'Italia, per quanto deducibile dalla visita pastorale eseguita dal Vescovo Antonio Briganti il 13 giugno 1872, risultava "povera, indecorosa e in parte squassata e senza alcuna speranza di restauro, per la mancanza di mezzi e perché in parte ricade sotto la potestà del Demanio".

1886  (descrizione intero bene)

Gli atti della visita pastorale del Vescovo Giuseppe Ingami, effettuata il 31 maggio 1886, descrivono la chiesa quasi sprovvista di arredi sacri, con “tutto il corpo della fabbrica" che minacciava "ruina" e poteva "dirsi abbandonata”.

1908  (interventi intero bene)

I documenti preparatori alla visita pastorale di Mons. Salvtore Frattocchi, Vescovo di Orvieto, testimoniano alcuni recenti indispensabili lavori di consolidamento e di diversa sistemazione interna; le opere riguardarono riprese esterne dei muri, il rifacimento di porzioni del tetto, la demolizione interna dei due altari laterali e la ritinteggiatura delle pareti.

2012 - 2013 (restauro intero bene)

Grazie al contributo dei finanziamenti 8 x Mille della Conferenza Episcopale Italiana, la chiesa è stata oggetto di un intervento di recupero tra l'ottobre 2012 ed il maggio 2013. Le opere hanno riguardato il consolidamento e restauro della copertura, con orditura in legno di castagno e pianellato sovrastante, ed il restauro dell'ambiente interno: tra le opere sono da citare il rifacimento della pavimentazione in cotto, degli intonaci e della tinteggiatura.
Descrizione

Lungo via del Poggetto, fuori dalle mura cittadine, è situata, addossata ad alcune civili abitazioni, la Chiesa di San Michele Arcangelo. L'edifico si mostra oggi, come un'aggregazione di volumi addossati ad un corpo di fabbrica originario le cui fasi costruttive trovano testimonianza nell'analisi della tessitura muraria e nel trattamento superficiale delle pareti esterne. In effetti la zona della tribuna (probabile nucleo originario), realizzata in conci squadrati di pietra arenaria posti secondo ricorsi orizzontali, così come in uso in periodo medievale, e trattati semplicemente a "faccia vista", contrasta con l'apparecchiatura muraria della rimanente parte della navata, realizzata in muratura mista più irregolare, e superficialmente intonacata. I volumi secondari delle due sagrestie e della cappella laterale presentano invece una struttura muraria in bozzame di pietra e ciottoli di fiume, con rari inserti in laterizio, e superficialmente trattata con una intonacatura a "raso-sasso" Sui prospetti longitudinali sono presenti due finestre strombate, sormontate da altrettanti archi a tutto sesto, mentre, sulla facciata nord e complanare alla pavimentazione interna, si trova una preesistente apertura, oggi tamponata. La modesta facciata a capanna presenta due bucatura poste in asse con il colmo del tetto: un piccolo rosoncino, privo di qualsiasi decorazione, ed il portale contornato da una semplice cornice intonacata. La facciata secondaria, su cui permangono le tracce di un primitivo assetto a capanna, e quindi originariamente privo delle due sagrestie laterali, è caratterizzato dalla presenza di un elemento formale di rilievo: un'esile monofora oggi tamponata, testimoniante la presunta origine medievale dell'edificio. La teoria della datazione della chiesa è rafforzata anche dal fatto che la monofora è ubicata su una parete realizzata in conci squadrati, a differenza dei corpi laterali aggiunti in fasi costruttive successive. Internamente la chiesa si presenta ad aula unica, con impianto rettangolare mentre i due sottarchi a tutto sesto presenti lungo la navata, dividono il vano in tre spazi consecutivi; la zona presbiteriale è divisa dal resto dell'aula, da un arco di trionfo che, per geometrie, ma non per dimensioni, riprende il disegno degli archi daframma. Corrispondente alla zona del presbiterio, in luogo della copertura con struttura lignea e pianelle presente su tutta la navata, vi è una volta a botte con intradosso dipinto, interrotta da quattro lunette cieche poste lateralmente. Tutti i locali risultano comunque tinteggiati, pavimentati e rifiniti, ad esclusione della seconda sagrestia che, ad oggi non presenta alcuna rifinitura interna ne, tantomeno, la pavimentazione. Internamente, oltre all'altare maggiore, non vi sono altri altari laterali.
Impianto strutturale
Edificio in muratura continua con tetto a doppia falda.
Struttura
Strutture verticali: pareti n muratura continua realizzate in pietra arenaria locale. Strutture di orizzontamento: aula coperta a falde con struttura lignea ed abside coperta da volta a botte.
Coperture
Copertura con orditura primaria e secondaria lignea, sorretta da due arcate, con sovrastante pianellato in cotto, caldana di ripartizione, manto in coppi e sottocoppi.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970 ca.)
Altare in laterizio trattato superficialmente con intonaco decorato a "marmorino".
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