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Agrigento
Agrigento
chiesa
cattedrale
S. Gerlando
Parrocchia San Gerlando
Impianto Planimetrico; Pianta; Abside; Interno; Navata centrale; Navate laterali; Impianto strutturale; Elementi decorativi; Prospetto principale; Campanile
altare - intervento strutturale (1980); ambone - aggiunta arredo (1997)
1093 - 1099(costruzione chiesa); 1128 - 1141(ampliamento chiesa); 1191 - 1239(demolizione totale chiesa); 1240 - 1248(riedificazione chiesa); 1281 - 1286(restauro cappella); 1362 - 1390(restauro chiesa); 1470 - XV(costruzione torre campanaria); 1492 - 1493(costruzione cappella); 1511 - 1514(costruzione soffitto a capriata chiesa); 1522 - 1525(rifacimento arcate navata centrale); 1522 - 1525(costruzione coperture laterali); 1562 - XVI(ricostruzione copertura); 1570 - 1571(completamento torre campanaria); 1573 - XVI(ricostruzione coro); 1598 - XVI(rifacimento portale principale); 1601 - XVII(manutenzione straordinaria torre campanaria); 1620 - XVII(costruzione coretto); 1627 - 1651(costruzione cappelle); 1640 - XVII(ricostruzione coro ligneo); 1656 - XVII(costruzione pavimento); 1658 - 1664(manutenzione straordinaria e ampliamento chiesa); 1663 - XVII(costruzione soffitto a cassettoni); 1682 - XVII(ricostruzione facciata principale); 1688 - 1694(manutenzione straordinaria chiesa); 1697 - 1715(completamento e sistemazione cappellone e presbiterio); 1723 - 1729(rifacimento pavimentazione); 1739 - 1754(manutanzione e restauro chiesa); 1778 - 1786(costruzione volte navate laterali); 1788 - 1792(rivestimento volte navate laterali); 1795 - XVIII(costruzione portoni); 1823 - 1835(demolizione e costruzione locali adiacenti); 1844 - 1860(costruzione stereobate); 1878 - XIX(verifica fondazioni nord); 1882 - XIX(costruzione contrafforti a scarpa); 1888 - XIX(riparazione copertura); 1900 - XX(spostamento altare e coro ligneo); 1904 - 1910(consolidamento e demolizione chiesa); 1912 - 1916(consolidamento e ripristino transetto); 1917 - 1918(restauro e ripristino facciata meridionale); 1927 - XX(demolizione e ricostruzione tetto nord); 1929 - 1930(consolidamento e realizzazione cappella e organo); 1933 - 1934(sistemazione pavimento chiesa); 1945 - XX(consolidamento copertura chiesa); 1956 - XX(restauro tetto cappella santissimo sacramento); 1960 - XX(nuova realizzazione e restauro copertura navata centrale); 1970 - 1980(consolidamento chiesa); 2005 - 2008(restauro e consolidamento chiesa); 2008 - XXI(messa in sicurezza preventiva chiesa); 2018 - XXI(messa in sicurezza preventiva chiesa)
Cattedrale di San Gerlando
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Cattedrale di San Gerlando <Agrigento>
Altre denominazioni Cattedrale San Gerlando
S. Gerlando
Ambito culturale (ruolo)
normanno (costruzione)
Notizie Storiche

1093 - 1099 (costruzione chiesa)

Il primo nucleo della Cattedrale di Agrigento (1093-1099) corrispondente al transetto dell'attuale configurazione planimetrica, viene fondata dal conte Ruggero d’Hauteville, che nominò suo vescovo Gerlando di Besançon (1088-1100). Alla stessa epoca risalirebbe anche la prima torre, detta dell’orologio orientata verso sud.

1128 - 1141 (ampliamento chiesa)

La chiesa fu ampliata e nel 1130, sul lato nord, fu costruita una seconda torre per volere del vescovo Gualtiero (1128-1142).

1191 - 1239 (demolizione totale chiesa)

Sotto l'episcopato di Urso o Ursone (1191-1239), i musulmani occuparono l’antica torre e distrussero la Cattedrale.

1240 - 1248 (riedificazione chiesa)

Designato da Federico II, dopo i disordini tra musulmani e cristiani, il vescovo Raynaldo D’Acquaviva (1240-1264) aveva trovato la Cattedrale e l’Episcopio, ormai distrutti, così decise di riedificarli, riconsacrando la chiesa nel 1248.

1281 - 1286 (restauro cappella)

Nel 1281 sul lato sud del transetto fu restaurata la cappella di S. Giovanni Evangelista.

1362 - 1390 (restauro chiesa)

Il vescovo Matteo de Fugardo (1362-1390) trovò la cattedrale in parte pericolante, così la restaurò grazie al contributo finanziario della famiglia Chiaramonte. La successione dei pilastri ottagonali, oggi presenti solo nel fianco meridionale della navata centrale, potrebbe risalire a Fugardo o all’episcopato di Filippo Umbaldi (1330-1348).

1470 - XV (costruzione torre campanaria)

Giovani Montaperto-Chiaramonte, all’epoca canonico della Cattedrale, prima del 1470 fece realizzare la torre campanaria meridionale, inizialmente distaccata dalla Cattedrale, non fu completata.

1492 - 1493 (costruzione cappella)

In questi anni venne realizzata la cappella De Marinis da parte di Giovannello Gagini e Andrea Mancino.

1511 - 1514 (costruzione soffitto a capriata chiesa)

Sotto l'episcopato del vescovo Giuliano Cybo (1506-1537) si costruì il soffitto ligneo a capriate della navata centrale, inserendo una targa lignea dipinta posta al principio della navata (Anno Domini 1511). Sembra che si trattasse del rifacimento della precedente copertura, ormai distrutta.

1522 - 1525 (rifacimento arcate navata centrale)

Un altro intervento che eseguì il vescovo Cybo fu il rifacimento delle sei arcate sul lato settentrionale e dei sostegni in conci di calcare bianco.

1522 - 1525 (costruzione coperture laterali)

Sempre Cybo fece costruire delle coperture delle navate laterali con cassettoni sostenuti da puntoni semplici pure dipinti.

1562 - XVI (ricostruzione copertura)

Terminati i lavori di ricostruzione del tetto ligneo, il vescovo Rodolfo Pio di Carpo (1544-1564) riconsacrò la Cattedrale.

1570 - 1571 (completamento torre campanaria)

In questo periodo, sono state eseguite delle modifiche alla torre campanaria, che si elevava di un altro livello e al cui prospetto si inseriva un balcone proveniente dall'Hosterium chiaramontano. I materiali impiegati per la costruzione del secondo livello erano la cosiddetta pietra bianca (pietra di malta) e la pietra rossa (calcarenite arenaria).

1573 - XVI (ricostruzione coro)

Il vescovo Giovanni Battista Hogeda y Herrera (1571-1573) commissionò il coro ligneo della Cattedrale, sebbene la pratica del servizio corale risaliva al 1472, e restaurò tutto l'Episcopio.

1598 - XVI (rifacimento portale principale)

In quest'anno è stato rifatto l’arco della porta maggiore.

1601 - XVII (manutenzione straordinaria torre campanaria)

Durante l'episcopato di Giovanni Horozco de Covarruvias (1594-1606), fece murare una grande apertura nella torre campanaria, eseguita prima del suo ministero, la quale fece apparire delle lesioni nella stessa torre.

1620 - XVII (costruzione coretto)

Sempre col vescovo Horozco si costruì quel corpo di fabbrica che unisce la Cattedrale e la torre campanaria, avente al piano terra il Coretto e al piano superiore quella che ad oggi è la sede dell'archivio del Capitolo.

1627 - 1651 (costruzione cappelle)

Durante l'episcopato di Francesco Trahina (1627-1651), venne edificato, lungo la parete sud, la cappella di San Gerlando, avente due vani. Il cardinale Navarra, nella parete di fronte, nello stesso periodo, fece aprire un'altra cappella dedicata a San Francesco; oggi dedicata al Redentore.

1640 - XVII (ricostruzione coro ligneo)

Sempre nel periodo di mons. Trahina (1627-1651), un incendio distrusse il coro posizionato al centro della navata maggiore, di conseguenza crollarono alcune parti adiacenti. Il coro fu poi ricostruito dallo stesso vescovo che acquistò un nuovo organo.

1656 - XVII (costruzione pavimento)

Col vescovo F. Sanchez De Cuellar (1653-1657) risalirebbe la costruzione del pavimento della cappella del Sacramento; è possibile che l'edificazione delle absidi fosse già avviata.

1658 - 1664 (manutenzione straordinaria e ampliamento chiesa)

Al vescovo Francesco Gisulfo (1658-1664) si devono i rivestimenti con gesso e stucco dei pilastri ottagoni trasformati in colonne, l’inserimento delle cornici doriche e delle cappelle nelle navate laterali, in ognuna delle quali furono aperte nuove finestre semicircolari. A questi stessi anni risale anche la costruzione del presbiterio con un allungamento dell’abside di 18 metri e la costruzione del cappellone barocco. Furono costruite, a chiusura del transetto, due fastose tribune barocche con colonne tortili.

1663 - XVII (costruzione soffitto a cassettoni)

Sempre sotto l'episcopato di mons. Gisulfo fu realizzato un nuovo soffitto ligneo a cassettoni dorati sopra il coro, che in quel periodo sorgeva tra le attuali colonne. Tale data è posta in prossimità dell'aquila bicipite al centro del soffitto.

1682 - XVII (ricostruzione facciata principale)

Con l'episcopato di Francesco Maria Rhini (1676-1696) si ebbe la riedificazione della facciata per correggere il fuori piombo, attraverso il ringrosso della parte centrale. È stata ringrossata costruendovi un doppio ordine di pilastroni molto sporgenti coronato da un frontone, lasciando quasi integro il rosone, distruggendo però parte della porta.

1688 - 1694 (manutenzione straordinaria chiesa)

Il vescovo Rhini, inoltre, ha fatto provvedere: alla sostituzione della quarta e della sesta catena del soffitto a capriate cinquecentesco, come risulta dalla data dipinta sulla testa della capriata (1688); al rifacimento dei tetti; alla sistemazione del piano antistante la facciata livellandolo e ammattonandolo, e sistemando la gradinata di accesso chiudendola con muri e cancelli.

1697 - 1715 (completamento e sistemazione cappellone e presbiterio)

Il completamento del cappellone riprese col vescovo Francesco Ramirez (1697-1715); rifece gli stalli corali, aggiunse le inferriate e racchiuse il presbiterio con balaustre di ferro ai lati; le pareti del presbiterio furono invece rivestite di stucco e oro, e si decorarono le cappelle del SS. Sacramento e della Madonna.

1723 - 1729 (rifacimento pavimentazione)

Col vescovo Anselmo La Pegna (1723-1729) si rifece una nuova pavimentazione della chiesa con lastre di pietra di calcare, e continuarono i lavori già iniziati dal vescovo Ramirez.

1739 - 1754 (manutanzione e restauro chiesa)

Con il vescovo Lorenzo Gioeni (1730-1754) sono stati realizzati una serie di interventi all'interno ed all'esterno della chiesa: rivestimento del pavimento del cappellone con marmi mischi (1739); rifacimenti nella scala di occidente con l'inserimento dei pilastri in pietra (1742); vennero restaurati alcuni affreschi del cappellone, ormai lesionati (1751 - 1754).

1778 - 1786 (costruzione volte navate laterali)

Con l'episcopato di Colonna Branciforti (1778-1786) sono state costruite le volte in mattoni e malta di calce, a copertura delle navate laterali.

1788 - 1792 (rivestimento volte navate laterali)

Con il vescovo Antonio Cavaleri (1788-1792) le volte in mattoni nelle navate laterali sono state rivestite con stucco, mentre l'intera chiesa fu poi abbellita con arredi sacri.

1795 - XVIII (costruzione portoni)

Grazie al vescovo Saverio Granata (1795-1817) sono state costruite le tre porte della chiesa in legno.

1823 - 1835 (demolizione e costruzione locali adiacenti)

Sotto l'episcopato di Pietro D'Agostino (1823-1835) si sono eseguiti lavori di demolizione dell’antica torre del Gualtiero e costruzione, addossandoli al lato nord della facciata principale, rigogliosi bastioni, e del prospetto vennero rinnovate le fondamenta; sono state demolite anche le antiche fabbriche del lato nord, per costruire nuovi locali da adibire a luoghi comuni ovvero servizi igienici per l’uso dei canonici.

1844 - 1860 (costruzione stereobate)

Il vescovo Domenico Lo Jacono (1844-1860) fece costruire un imponente stereobate di massi squadrati nell'angolo nord-ovest.

1878 - XIX (verifica fondazioni nord)

Col vescovo Domenico Turano (1872-1885) si eseguirono saggi lungo le fondamenta del muro perimetrale nord, internamente ed esternamente alla chiesa, e si effettuarono inoltre stuccature nelle lesioni della volta del cappellone.

1882 - XIX (costruzione contrafforti a scarpa)

Sempre il vescovo Turano fece costruire due contrafforti a scarpa, addossati a un muro esterno dell’abside maggiore.

1888 - XIX (riparazione copertura)

Il vescovo Gaetano Blandini (1885-1898) fece sistemare e riparare tutti i tetti.

1900 - XX (spostamento altare e coro ligneo)

Durante l'episcopato di mons. Bartolomeo Lagumina (1898-1931) sono stati effettuate diverse tipologie di intervento; il primo fu l'arretramento all'interno del cappellone della macchina d'altare, dell'organo e del coro ligneo dei canonici e relativa dismissione della cancellata che lo separava dalle navate nell'area absidale.

1904 - 1910 (consolidamento e demolizione chiesa)

Negli anni a seguire iniziarono una serie di interventi di consolidamento, causati da una instabilita rilegata al sito dove sorge la Cattedrale, portando a liberare alcuni brani dell'architettura medievale, consoni con le ideologie storicistiche della seconda metà dell'Ottocento. Importanti furono i lavori di consolidamento che riguardarono le aree sottostanti le arcate nord della navata centrale, e con l'ausilio di mattoni pieni e conglomerato cementizio si cercò di colmare i vuoti fino al raggiungimento dell'argilla. Un altro intervento di questi anni fu la demolizione della volta barocca della navatina nord, intersecantesi con il transetto, che spingeva il muro settentrionale e fu riadattato il tetto soprastante.

1912 - 1916 (consolidamento e ripristino transetto)

Sempre sotto l'episcopato di mons. Lagumina nel 1911 si fecero delle scoperte importanti all'interno della Cattedrale e nello specifico nel transetto; a sud la monumentale arcata ogivale che immette alla cappella del 1281 e a nord il portale d'ingresso alla Cappella De Marinis del 1492 occultata da una tribuna barocca co colonne tortili. Il vescovo nel 1912 dispose l'esecuzione dei lavori necessari per il ripristino delle due cappelle e la sistemazione dei tetti con l'orditura visibile in legno che fu riportata alla posizione antica.

1917 - 1918 (restauro e ripristino facciata meridionale)

Continuando sulla scia del ripristino a vantaggio della struttura medievale, mons. Lagumina fece eseguire i lavori nei muri di mezzogiorno demolendo le paraste barocche esistenti per ripristinare le finestre antiche, integrandole con conci di pietra di Comiso e dotandole di vetrate.

1927 - XX (demolizione e ricostruzione tetto nord)

A causa del terreno di posa del monumento i cedimenti continuavano imperterriti, e le vibrazioni, inoltre, dall'apertura della nuova ferrovia posta a valle, destavano ulteriore preoccupazione, tantè che dopo qualche mese si dovette demolire e ricostruire il tetto della navata nord, in quanto i puntoni avevano subito uno scorrimento a causa del movimento subito dalmuro.

1929 - 1930 (consolidamento e realizzazione cappella e organo)

In questo periodo mons. Lagumina fece restaurare e consolidare la cappella di San Bartolomeo, eliminando parti di muratura moderna e fece posizionare all'interno dell'abside centrale il nuovo organo realizzato da Mascioni, distanziandolo dalla parete di circa due metri.

1933 - 1934 (sistemazione pavimento chiesa)

Salito al seggio vescovile mons. Giovanni Battista Peruzzo (1933-1963), la prima cosa che fece fu di portare tutto il pavimento, che si trovava a tre quote diverse, ad un'unica quota e riportare l'altare sotto la finta cupola.

1945 - XX (consolidamento copertura chiesa)

Mons. Peruzzo si dovette confrontare con i danni bellici causati dai bombardamenti del 1943 e dalla frana del 28 febbraio 1944, che arrecarono ulteriore dissesti alla Cattedrale. Pertanto, nel 1945 iniziarono i laori di consolidamento della copertura ad opera dell'impresa Pantalena.

1956 - XX (restauro tetto cappella santissimo sacramento)

Da un sopralluogo effettuato si rilevava che il tratto di tetto a copertura della cappella del SS. Sacramento rischiava di crollare, arrecando il crollo della volta sottostante gia lesionata. Tempestivamente cominciarono i lavori di restauro della cappella.

1960 - XX (nuova realizzazione e restauro copertura navata centrale)

I problemi della copertura della navata centrale non erano stati risolti definitivamente, tantè che nel 1960 approvato il progetto esecutivo, i lavori di restauro e protezione del soffitto ligneo cinquecentesco venivano affidati alla Soprintendenza, che affidò l'incarico a Franco Minissi. L'intervento prevedeva di sopraelevare il tetto di copertura liberando le capriate cinquecentesche, quindi si realizzava un cordolo in cemento armato e un muretto in mattoni a sostegno delle nuove 13 capriate in ferro Fural. Contemporaneamente, si procedeva al restauro del soffitto ligneo. Tale copertura, però, fu smontata nel 1994 nei successivi lavori di restauro che interessarono le capriate cinquecentesche.

1970 - 1980 (consolidamento chiesa)

Sotto l'episcopato di mons. Giuseppe Petralia (1963-1980), la Cattedrale subì danni ingenti quando il 19 luglio 1966 la parte occidentale della città di Agrigento venne colpita dalla frana, che causò il crollo di svariati edifici e la chiusura di alcuni monumenti, come la stessa Cattedrale e il Museo Diocesano, arrecando il declinio e l'abbandono del centro storico. Tra il 1970 e il 1980 una serie di interventi di consolidamento radicale e fortemente invasivo, sia nel sottusuolo che in alzato con l'utilizzo del cemento armato, vennero eseguiti sul manufatto per garantire la sua conservazione, stravolgendo quasi interamente il monumento.

2005 - 2008 (restauro e consolidamento chiesa)

Con l'episcopato di mons. Carmelo Ferraro (1988-2008), la Cattedrale è stata sottoposta ad ulteriori lavori di restauro e consolidamento, che portarono la chiusura nel 2005: le condizioni geologiche della collina hanno sempre condizionato la storia della Cattedrale, altri lavori, infatti, sono stati necessari dopo il dissesto geologico del 2006, rimanendo chiusa fino al 2008. Oltre questi lavori si susseguirono una seri di interventi di restauri sui soffitti lignei in più campagne (1994-2008), sugli stucchi e sugli affreschi delle absidi (2007-2008); nell'anno 2005 si rifecero le campane della torre campanaria, si realizzò l'antiporta nell'ingresso principale e la vetrata del rosone nella facciata occidentale.

2008 - XXI (messa in sicurezza preventiva chiesa)

Con l'arrivo del vescovo Francesco Montenegro (2008 ad oggi), nel novembre del 2008, dopo aver sistemato anche l'impianto illuminotecnico, la Cattedrale è stata riaperta al culto dopo tre anni di chiusura.

2018 - XXI (messa in sicurezza preventiva chiesa)

Solo pochi anni e, purtroppo, un nuovo dissesto geologico colpisce la collina, mettendo in grave pericolo la statica del monumento evidenziando una lesione, di circa un centimetro, che percorre tutta la navata settendrionale; la chiesa verrà chiusa al culto nel 2011. A maggio sono iniziati i lavori di messa in sicurezza preventiva, prima di intervenire sulla collina per poter evitare il continuo scivolamento che arreca danni ingenti alle strutture soprastanti. L’intervento proposto ha l’obiettivo di rendere scatolare il sistema murario con catene sia in fondazione, al fine di impedire movimenti orizzontali e rotazionali della base fondale delle due pareti, nord e sud, sia in elevazione per impedire lesioni nelle pareti o in corrispondenza delle connessioni tra pareti.
Descrizione

La Cattedrale di Agrigento, disposta lungo l'asse principale est-ovest, è ubicata a Nord dell’attuale centro storico, coincidente con l’antica città medievale colonizzata nel 829 d.C. in un luogo differente dalla precedente città greca Akragas. La pianta della fabbrica è a croce latina a tre navate con abside, e il transetto coincide con il primo nucleo della chiesa, fatta edificare nel 1093 da San Gerlando. Lo spazio interno, ampio e ben proporzionato, è frutto di ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli grazie all'apporto di alcuni vescovi, che hanno contribuito ad arricchire stilisticamente non solo la chiesa Cattedrale ma l'intera diocesi. Superato il portone d'ingresso principale, ci immettiamo nella navata centrale e lo sguardo coglie l'interà profondità fino al raggiungimento dell'abside maggiore ammirando l'imponente organo. Le tre navate sono divise da una sequenza ritmica di colonne ottagonali quattrocentesche dai capitelli riecheggianti influssi di arte catalana a settendrione, mentre quelle meridionali sono di fattura Chiaramontana realizzate a cavallo tra il XIII e XIV secolo; la navata centrale è divisa in due parti da un arco trionfale evidenziando da un lato un soffitto ligneo a capriate e dall'altro un soffito a cassettoni. Proseguendo, un altro arco trionfale a tutto sesto immette nella zona presbiterale attraverso il superamento di cinque gradini, e nell'intersezione con il transetto è sito l'altare maggiore in marmo cromato. Il transetto è caratterizzato a meridione dalla presenza di una cappella chiaramontana (1281), dove è posta l'urna argentea con le spoglie mortali di San Gerlando, a settendrione dalla cappella De Marinis (1492), oggi battistero, un tempo era la cappella funeraria della stessa famiglia. Oltrepassato l'altare, si può ammirare tutta la zona absidale, arricchita da stucchi floreali dorati, angeli e affreschi che contribuiscono a raccontare la bellezza artistica di un monumento che ha attraversato diversi periodi storici. Le due absidi minori, invece, ospitano una la cappella della Madonna con la statua col Bambino, l'altra la cappella dedicata al Santissimo Sacramento; anche queste absidi portano il segno del priodo barocco. Nella navata meridionale si apre la cappella di San Gerlando e sulla macchina d'altare a tempietto con doppie colonne in marmo cromato è posta la statua del santo. Sempre su questa navata, sono disposte due aperture: una identifica la porta che accede sul sagrato lato via duomo; l'altra da l'accesso al Coretto o cappella del SS. Crocifisso, corpo di fabbrica realizzato nel maggio del 1620. La navata nord, invece, è quella che ha arrecato problemi statici all'intera costruzione nel corso dei secoli, poichè poggia sul pendio della collina costituito da un terreno di riporto. In corrispondenza alla cappella di San Gerlando, troviamo la cappella del Redentore del XVIII secolo, inoltre, una serie di monumenti funebri dei vescovi disposti per tutta la parete, rendono il percorso meditativo e silente. La parte centrale del prospetto principale è costituita da blocchi in calcarenite arenaria a vista, delimitata da coppie di paraste disposte su due ordini sovrapposti, coronate da un timpano triangolare. Nnella parte basamentale troviamo il portale marmoreo e nel secondo ordine prende posto il rosone trecentesco. A sinistra del prospetto, si erge il contrafforte realizzato nel secolo XVII. La Torre campanaria del secolo XV a sezione quadrata, è realizzata con blocchi in calcarenite arenaria a vista da due parti, mentre il lato che si affaccia sulla via Duomo è rivestito con pietra di Comiso ed è stilisticamente più dettagliato. Su questo prospetto, infatti, troviamo una ripartizione in quattro ordini sovrapposti: duplice serie di finestre archeggiate cieche riecheggianti lo stile gotico-catalano al primo e secondo ordine; una finestra di fattezza arabo-normanna al terzo ordine; due monofore nella cella campanaria disposte all'ultimo ordine.
Impianto Planimetrico
La Cattedrale di Agrigento, disposta lungo l'asse principale est-ovest, è ubicata a Nord dell’attuale centro storico, coincidente con l’antica città medievale, denominata terra vecchia, colonizzata nel 829 d.C. in un luogo differente dalla precedente città greca Akragas.
Pianta
La pianta della fabbrica è a croce latina a tre navate con abside, e il transetto coincide con il primo nucleo della chiesa, fatto edificare nel 1093 da San Gerlando da Besancon.
Abside
La bellezza dell'abside maggiore è data dalla presenza di stucchi floreali dorati, angeli e quadroni a fresco e dal maestoso affresco del catino absidale raffigirante il Paradiso, che contribuiscono a raccontare la bellezza artistica di un monumento che ha attraversato diversi periodi storici; la presenza del coro ligneo e del maestoso organo sono delle fioriture musicali su un pentagramma architettonico.
Interno
Lo spazio interno, ampio e ben proporzionato, è frutto di ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli grazie all'apporto di alcuni vescovi, che hanno contribuito ad arricchire stilisticamente non solo la chiesa Cattedrale ma l'intera diocesi. Superato il portone d'ingresso principale, ci immettiamo nella navata centrale e lo sguardo coglie l'interà profondità fino al raggiungimento dell'abside maggiore. Le tre navate sono divise da una sequenza ritmica di colonne ottagonali quattrocentesche dai capitelli riecheggianti influssi di arte catalana a settendrione, mentre quelle meridionali sono di fattura Chiaramontana realizzate a cavallo tra il XIII e XIV secolo; la luce diurna penetra attraverso le aperture poste nella parte alta della parete. La navata centrale col presbiterio è divisa da un arco trionfale e da cinque gradini, e nell'intersezione col transetto è sito l'altare maggiore in marmo cromato e la copertura è realizzata attraverso un telo sul soffitto raffigurante una falsa cupola, poggiante su quattro archi sorretti da paraste. Il transetto è caratterizzato a meridione dalla presenza di una cappella chiaramontana (1281), dove è posta l'urna argentea con le spoglie mortali di San Gerlando, a settendrione dalla cappella De Marinis (1492), oggi battistero, un tempo era la cappella funeraria della stessa famiglia. A completamento di questo quadro architettonico le tre absidi barocche chiudono la fabbrica sulla parte orientale: l'abside meridionale ospita la cappella della Madonna con la statua col Bambino, che costituisce la testimonianza di un'età rinascimentale; l'altra, posta a settentrione, la cappella dedicata al Santissimo Sacramento.
Navata centrale
Percorrendo la navata centrale si nota che un arco trionfale a tutto sesto la divide in due: il primo tratto è coperto da un soffitto ligneo a capriate dipinte del XVI secolo, raffiguranti immagini di apostoli e santi, immediatamente nella parte sottostante si aprono nella muratura delle finestre ad arco acuto, che filtrano la luce diurna; il secondo tratto è caratterizzato, invece, da una trabeazione con triglifi e cornicione aggettante, sorretti da colonne circolari, e le aperture soprastanti sono arricchite da decorazioni in stucco, mentre il soffitto ligneo, realizzato a cassettoni dorati del XVII secolo, presenta nella parte centrale un'aquila bicibite, stemma degli Asburgo.
Navate laterali
La navata meridionale è caratterizzata dalla cappella di San Gerlando che ospita il monumento funebre del vescovo Traina, di gusto manierista; sulla macchina d'altare a tempietto con doppie colonne in marmo cromato è posta la statua del santo. Sempre su questa navata, sono disposte due aperture: una identifica la porta che accede sul sagrato lato via duomo; l'altra da l'accesso al Coretto o cappella del SS. Crocifisso, corpo di fabbrica realizzato nel maggio del 1620. La navata nord, invece, è quella che ha arrecato problemi statici all'intera costruzione nel corso dei secoli, poichè poggia sul pendio della collina costituita da un terreno di riporto. In corrispondenza alla cappella di San Gerlando, troviamo la cappella del Redentore del XVIII secolo, inoltre, una serie di monumenti funebri dei vescovi disposti per tutta la parete, rendono il percorso meditativo e silente.
Impianto strutturale
Tutta la chiesa è costituita da una muratura portante in blocchi di calcarenite arenaria che, insieme alle colonne centrale, costituiscono la struttura portante a sostegno delle coperture e dei soffitti.
Elementi decorativi
La maggior parte delle decorazioni sono riscontrabili nelle absidi barocche, con raffigurazioni simboliche di fiori e frutti, che alludono a temi cristologici, quadroni a fresco raffiguranti storie di vescovi agrigentini, e decorazioni a stucco, rendendo la Cattedrale affascinante e gioiosa.
Prospetto principale
La parte centrale del prospetto è costituita da blocchi in calcarenite arenaria a vista, delimitata da coppie di paraste disposte su due ordini sovrapposti, coronate da un timpano triangolare. Il portale marmoreo, di impronta rinascimentale, ai lati è costituito da lesene che sorreggono un architrave sormontato da un timpano ad arco spezzato, nel quale si inserisce lo stemma del vescovo Rhini (1677-1696) con una lapide a forma di pergamena. Nel secondo ordine troviamo il rosone di fattura trecentesca, incorniciato, tra la parte superiore e quella inferiore, da cornici aggettanti che collegano le coppie di paraste. A sinistra del prospetto, si erge il contrafforte realizzato nel secolo XVII, costruito all'angolo nord-ovest che, assieme a quello edificato nel tratto nord-est, ha contribuito ad impedire il distacco della parete settentrionale della fabbrica.
Campanile
La Torre campanaria del secolo XV a sezione quadrata, è realizzata con blocchi in calcarenite arenaria a vista da due parti, mentre il lato che si affaccia sulla via Duomo è rivestito con pietra di Comiso ed è stilisticamente più dettagliato. Su questo prospetto, infatti, troviamo una ripartizione in quattro ordini sovrapposti caratterizzati da duplice serie di finestre archeggiate cieche riecheggianti lo stile gotico-catalano al primo e secondo ordine, dove vi è lo stemma gentilizio dei Montaperto; al primo ordine nonostante le erosioni del tempo le finestre offrono uno stile più ricco. Nel terzo ordine troviamo la finestra con la tipica ghiera a concentriche cordonature spezzonate che si spiegazzano a contornare il sesto lanceolato dell'arco; forma derivata dalla tradizione arabo-normanna. Tale finestra da l'accesso al balcone sorretto da mensoloni in pietra. L'ultimo ordine è caratterizzato da due monofore corrispondenti alla cella delle campane, disposte su ogni lato del campanile.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1980)
Altare marmoreo cromato.
ambone - aggiunta arredo (1997)
Ambone ligneo intarsiato a forma di leggio.
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