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Caltagirone
Caltagirone
chiesa
rettoria
Santa Chiara
Parrocchia di San Giuliano
prospetto; aula; pavimenti; coperture
altare - aggiunta arredo (2008); ambone - aggiunta arredo (2008)
1523 - XVI(fondazione antica chiesa); 1693 - 1748(ricostruzione chiesa attuale); XVIII - XVIII(prospetto chiesa attuale); 1866 - XIX(interni chiesa attuale); XX - XX(interni chiesa attuale); 1916 - 1950(sagrestia chiesa attuale); 1952 - XX(interni chiesa attuale)
Chiesa di Santa Chiara
Tipologia e qualificazione chiesa rettoria
Denominazione Chiesa di Santa Chiara <Caltagirone>
Autore (ruolo)
Gagliardi, Rosario (nuovo progetto chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (costruzione nuova chiesa)
Notizie Storiche

1523 - XVI (fondazione antica chiesa)

“Quello di Santa Chiara dell’Ordine dei Minori, è detto parimenti antichissimo dal Pirri, e dicono fondato in Sicilia nel nascer di quell’ordine stesso; sorge splendidamente con una chiesa elegante quasi nel centro della città, verso Oriente”. Quanto sopra viene confermato da alcuni storici calatini, mentre secondo altri il monastero fu fondato nel 1523.

1693 - 1748 (ricostruzione chiesa attuale)

Nel 1693 fu aggregato al monastero il palazzo dei signori Arena e che in seguito gli pervennero altre rendite e donazioni di famiglie facoltose, molte figliole delle quali si consacravano al Signore. Il monastero e la chiesa furono gravemente danneggiati dai terremoti del 1693 e 1698. Negli anni 1743-1748, la chiesa fu ricostruita a spese del comune, su progetto dell’arch. Rosario Gagliardi.

XVIII  (prospetto chiesa attuale)

La chiesa di Santa Chiara, detta ora anche di Santa Rita, con fastoso prospetto barocco, ornato di artistico portale, sormontato da due Angeli alati e di una non meno artistica finestra centrale, che sovrasta la statua di pietra della Beata Vergine, è rivolta ad Oriente.

1866 - XIX (interni chiesa attuale)

Il monastero, dopo la legge del 7 luglio 1866, fu soppresso e nel 1889 fu ceduto dal Demanio al Comune, mentre la chiesa venne affidata a Don Gaetano Bonanno, barone del Pollino, fino a quando, con atto di transizione del 17 gennaio 1896, rogato in notaro Carmine Martinez in Catania, non venne ceduta in perpetuo alla marchesa Antonia Bonanno con «l'obbligo di mantenerla sempre aperta al culto pubblico, senza potersi chiudere per qualsiasi ragione, a meno che per ordine dell'Autorità politica»

XX  (interni chiesa attuale)

Sono ancora degne di nota altre tele ad olio di S. Giuseppe, di S. Agnese, di S. Francesco d'Assisi, di S. Filippo Neri e di S. Biagio, e le vetrate istoriate di S. Francesco d'Assisi e di S. Caterina Labouré della carità di S. Vincenzo de' Paoli. L'abside, invece, è ornata di un maestoso altare maggiore di legno intarsiato e rilucente di specchi e madreperle, che reca il nome della benefattrice: «Abbadessa Suor Fortunata Maria Martorana, 10 aprile 1732», della statua di legno di S. Rita da Cascia, circondata di quadri del citato Barone del 1950, riproducenti episodi della vita della Santa; di un'altra vetrata istoriata di S. Rita della Ditta «Fr. H. Zettler» in Monaco di Baviera ed, infine, di una balaustra di ceramica del calatino Aldo Aqueci.

1916 - 1950 (sagrestia chiesa attuale)

Il 5 agosto 1916, con altro atto di transizione, rogato al n. 310, presso il notaio Marino, la prefata marchesa donò al Comune di Caltagirone l'antico monastero per costruirvi l'officina elettrica, su progetto dell'arch. Ernesto Basile, in stile Liberty-floreale. Nel 1950, infine, il Comune, su richesta del rettore mons. Luigi Caruso, cedette due stanze dello stesso per essere adibite a sagrestia.

1952 - XX (interni chiesa attuale)

l’interno, a pianta lievemente ellittica, con pavimento in ceramica policroma del 1952, è decorata da tribunette, claustrali con grate di legno, di edicole con cornici in maiolica, contenenti fra l’altro, un presepe stabile con pastorelli di terracotta di Giacomo Vaccaro e di Antonio Ragona, cui si deve anche il paesaggio di fondo, delle tele ad olio di San Pio X del salatino Francesco Paolo Puccio del 1962, della Madonna di Fatima di Giuseppe Barone del 1962 e di San Giovanni Bosco, ed inoltre, di cappelle con altari di marmo policromo, ornati di un Crocifisso di legno di Giuseppe Vaccaro, sovrapposto ad una tela con angeli e scena del Calvario e circondato da quadri ceramicati della Via Crucis, del prof. Andrea Parini del 1960; ed infine, di una tela di S. Chiara, ritenuta da qualcuno un Salinari.
Descrizione

Situata in via San Giovanni Bosco, poco distante dalla chiesa del Gesù, la Chiesa di Santa Chiara, annessa all'omonimo monastero, secondo la tradizione, fu fatta edificare dalla stessa Santa di Assisi per favorire la presenza in Sicilia dell’appena fondato Ordine moniale delle Clarisse; onostante i terremoti del 1693 e 1698, la chiesa fu rapidamente ricostruita su progetto di Rosario Gagliardi . Oggi si presenta con un movimentato prospetto, ad un solo ordine ricco di elementi scultorei ed è delimitata da due pilastri laterali. Da notare nella chiave dell’arco che sormonta il portale, la scultura di una mano che sorregge un ostensorio: è la mano di Santa Chiara che, miracolosamente, respinse i saraceni che volevano saccheggiare il monastero di San Damiano in Assisi mostrando l’Eucaristia. A pianta lievemente ellittica, l’edificio ha un ricco pavimento maiolicato, realizzato negli anni cinquanta, riprendendo l’antico disegno di Francesco Branciforti, maestro ceramista calatino; in maiolica policroma è pure la balaustra della zona absidale. L’uso monastico della chiesa è testimoniato dalle tribunette provviste di gelosie, le grate oltre le quali le monache attendevano alle celebrazioni liturgiche, e dallo splendido altare settecentesco in legno intagliato, specchi e vetri dipinti, voluto dall’abbadessa suor Fortunata Maria Martorana. Di un certo interesse è anche un Crocifisso ligneo di Giuseppe Vaccaro.Purtroppo il monastero non esiste più.Il Monastero delle Clarisse che sorgeva a fianco della chiesa non esiste più, al suo posto adesso sorge l’edificio dell’ex officina elettrica, in stile liberty opera dell’architetto Ernesto Basile.
prospetto
La chiesa di Santa Chiara, detta ora anche di Santa Rita, con fastoso prospetto barocco, racchiuso da due pilastri laterali, ornato di artistico portale, sormontato da due Angeli alati e di una non meno artistica finestra centrale, che sovrasta la statua di pietra della Beata Vergine, è rivolta ad Oriente.
aula
l’interno, a pianta composita, derivante dalla giustapposizione di una ellissi centrale, con quattro cerchi in corrispondenza dell'ingresso, dell'abside e delle tribunette laterali; è decorata da tribunette, claustrali con grate di legno, di edicole con cornici in maiolica, contenenti fra l’altro, un presepe stabile con pastorelli di terracotta di Giacomo Vaccaro e di Antonio Ragona,
pavimenti
L'interno presenta un prezioso pavimento in mattonelle di terracotta maiolicata policroma del 1952, ad opera di Antonino Ragona, che riprende l’antico disegno di Francesco Branciforti, maestro ceramista calatino; al suo interno, in corrispondenza dell'abside, vi è pure una balaustra di ceramica del calatino Aldo Aqueci.
coperture
Le coperture a tetto sono anch'esse caratterizzate dal particolare impianto della chiesa, presentano più livelli in prossimità delle gronde, esse sono a falde inclinate, e rigirano in prossimità dell'abside.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2008)
L'altare, risulta allo stato attuale realizzato in legno, rappresentando quindi una soluzione provvisoria, in attesa di un adeguamento liturgico organico e complessivo, esso infatti poggia su una pedana provvisoria, anch'essa realizzata in legno.
ambone - aggiunta arredo (2008)
L'ambone, risulta allo stato attuale realizzato in legno, rappresentando quindi una soluzione provvisoria, in attesa di un adeguamento liturgico organico e complessivo, esso infatti poggia su una pedana provvisoria, anch'essa realizzata in legno.
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