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Melfi
Melfi - Rapolla - Venosa
basilica
cattedrale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta nella Cattedrale
Facciata; Portale; Porta; Cassettonato; Pavimentazione; Elementi decorativi; Interno
presbiterio - aggiunta arredo (1973); presbiterio - aggiunta arredo (1980); presbiterio - aggiunta arredo (2000); altare - aggiunta arredo (2005); ambone - aggiunta arredo (2005); sede - aggiunta arredo (2005); fonte battesimale - intervento strutturale (1935); fonte battesimale - aggiunta arredo (2005); custodia eucaristica - intervento strutturale (1935)
1076 - 1076(costruzione intero bene); 1153 - 1851(costruzione intero bene); 1472 - 1472(rifacimento intero bene); XVI - 1557(rifacimento intero bene); 1697 - 1723(ristrutturazione intero bene); 2015 - 2019(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione basilica cattedrale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Melfi>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Assunta - Basilica Cattedrale
S. Maria Assunta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lucane (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1076  (costruzione intero bene)

La chiesa Cattedrale di Melfi, dedicata a Santa Maria Assunta, venne costruita per volere del re normanno Roberto il Guiscardo nel 1076. L’originario complesso medievale ha subito, nel corso dei secoli, diversi rifacimenti.

1153 - 1851 (costruzione intero bene)

Il campanile è l’unica parte della Cattedrale che ha mantenuto la struttura originaria; a pianta quadrata, si compone di quattro piani separati da cornici marcapiano. Una lapide angolare ricorda il 1153, anno di costruzione, re Ruggerio II Altavilla, committente, e Noslo de Remerio, l'architetto costruttore. I piani inferiori sono illuminati da strette feritoie, mentre nella parte superiore si aprono bifore decorate da intarsi lapidei. Ai lati della bifora superiore due bestie araldiche (simbolo del potere normanno) in trachite e pietra bianca; i merli ghibellini, voluti da Federico II, vennero eliminati dal vescovo Ignazio Maria Sellitti dopo il terremoto del 1851 e sostituiti da fregi di tufo. Il campanile, è sormontato da una guglia composta da un prisma ottagonale cui è sovrapposta una piramide. La guglia era originariamente rivestita di maioliche e fu realizzata durante i restauri voluti dal vescovo Sellitti per sostituire l’originale cupoletta tipica delle costruzioni normanno-a

1472  (rifacimento intero bene)

Il vescovo Gaspare Loffredo dei Marchesi di Trivico Napoletano fece abbattere il catino absidale della basilica Cattedrale, trasformandola a croce latina.

XVI - 1557 (rifacimento intero bene)

Il vescovo Mario Rufino fece riparare e sopraelevare l’altare basilicale e installò dietro di esso la tribuna per l’organo e il coro a due ordini di posti

1697 - 1723 (ristrutturazione intero bene)

Il vescovo Antonio Spinelli intervenne per riparare i danni subiti dal complesso durante il terremoto del 1694. Arricchì la chiesa con importanti manufatti tra cui, si segnalano, il soffitto a cassettoni in legno con intarsi dorati, la sede vescovile (un trono ligneo riccamente decorato), il pulpito. A questa importante ristrutturazione, conclusa nel 1723, risale il rifacimento della facciata.

2015 - 2019 (ristrutturazione intero bene)

La cattedrale è oggetto di due distinte pratiche WebCE ancora in corso che riguardano, rispettivamente, il consolidamento e restauro delle coperture e della facciata. Le pratiche sono: E/8657/2015, E/9151/2016
Descrizione

La chiesa Cattedrale di Santa Maria Assunta è stata costruita nel 1076 da Roberto il Guiscardo. Il complesso originario ha subito nel corso dei secoli diversi rifacimenti a causa dei movimenti tellurici che hanno interessato la città di Melfi. L’interno è a tre navate con pianta a croce latina ed è caratterizzato per la presenza di elementi decorativi barocchi. La facciata è in pietra bianca lavorata. Il complesso monumentale è arricchito dalla presenza di un campanile edificato da Noslo de Remerio per volere di Ruggero II Altavilla nel 1153.
Facciata
La facciata normanna venne demolita nel 1723 e sostituita dall’attuale in pietra bianca lavorata. La parte inferiore, nella quale si aprono tre ingressi, è divisa da sei lasene con capitelli compositi che sostengono il cornicione. Alla base della cornice si legge l’iscrizione commemorativa fatta apporre dal vescovo Pasquale Teodoro Basta per ricordare il suo predecessore Mons. Antonio Spinelli. Nella parte superiore della facciata, si apre un finestrone con balaustra e cornici, lavorate da maestranze locali. Lateralmente due nicchie con frontoni ad arco schiacciato completano il prospetto. Il timpano è sormontato da un dado in pietra bianca su cui poggia una croce di ferro.
Portale
Il portale principale, in pietra bianca, presenta stipiti e architrave percorsi da una cornice lavorata a mano. Al centro si nota un ovale retto da due angeli; sul frontone spezzato, sopra una lapide, è collocata la dedica alla titolare della basilica, la Vergine Assunta.
Porta
La porta è stata restaurata nel 2010 ed è stata impreziosita con sei formelle in bronzo lavorato ad opera dello scultore calabrese Eduardo Filippo; le formelle raccontano, partendo dall’alto e da sinistra verso destra, gli episodi dell’Annunciazione, dell’Assunzione della Madonna, della Pentecoste, dei Concili papali che si sono tenuti a Melfi, del martirio di Sant’Alessandro e della visita pastorale del vescovo Gianfranco Todisco.
Cassettonato
La navata centrale è caratterizzata dalla presenza di un soffitto ligneo a cassettoni, al centro del quale campeggia lo stemma a sbalzo colorato del vescovo Spinelli.
Pavimentazione
Il pavimento, costituito da intarsi e lastre di pietre pugliesi, fu fatto posare dal vescovo Domenico Petroni in armonia con il soffitto settecentesco, a seguito del terremoto del 1930. Ad ogni figura geometrica presente sul pavimento corrisponde al rispettivo cassettone riprodotto sul soffitto.
Elementi decorativi
Diversi gli elementi decorativi che caratterizzano l’architettura della cattedrale. Lungo la navata centrale, nella parte alta di ciascun pilastro, è possibile ammirare otto tele ad olio realizzate nel XVII secolo dal pittore lucano Andrea Miglionico che ha sapientemente rappresentato alcune scene tratte dal vecchio testamento. Dello stesso autore il Ciclo dei trionfi, affreschi posti sulla volta a botte del coro.
Interno
L’interno della chiesa è diviso in tre navate dai pilastri dell’antico impianto normanno. Le navate laterali sono caratterizzate da arcate trecentesche con volte a calotta. Lungo la navata di destra sono collocate la cappella di San Gregorio, del Battistero, del Sacro Cuore e della vestizione. Lungo il percorso sono presenti due lapidi in marmo dedicate ai vescovi Antonio Della Gatta e Giacomo Raimondo. Tramite un piccolo rialzo si accede al transetto dove possiamo scorgere l’altare di San Gaetano, delle Reliquie e la cappella del Santissimo Sacramento. Passata una porta adiacente all’ingresso della sacrestia si giunge dietro l’altare dove sono collocati la tribuna per l’organo e il coro. Dietro l'altare storico sono collocate le spoglie di San Teodoro martire. Lungo il perimetro del braccio sinistro del transetto sono posti l’altare della Madonna Bizantina, l’altare delle rose e l’antico altare della Cappella dedicata alla Madonna di Nazaret. Percorrendo la navata sinistra è possibile leggere il disegno di archi gotici chiusi che, prima del terremoto del 1930, consentivano l’accesso alle cappelle gentilizie crollate a seguito del sisma. Sulla stessa parete sono collocate delle lapidi dedicate ai vescovi Giuseppe Camassa e Domenico Petroni. L’ultima ricorda il riconoscimento di Basilica minore conferito nel 1958 da Papa Pio XII alla Cattedrale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1973)
Seppur tutte temporanee, sono state molte, all’indomani del Concilio, le soluzioni proposte per l’adeguamento liturgico, compresa quella in uso attualmente. Le varie ipotesi hanno salvaguardato l’impianto storico dell’intera area presbiteriale caratterizzata dall’imponente trono (sede vescovile) e dalla balaustra in marmi policromi. Quest’ultima è composta da una base marmorea a cui erano appoggiate, fino agli anni Novanta, delle panche che, con la parte superiore dello schienale, creavano un registro emergente in legno intarsiato e decorato a foglia oro. La presenza dell’artistica balaustra non ha permesso una completa soluzione dello spazio presbiteriale. Il primo intervento di adeguamento liturgico è ascrivibile all’episcopato del vescovo Giuseppe Vairo (titolare dal 1973 al 1976), succeduto, dopo sette anni di sede vacante, al vescovo Petroni. Una mensa provvisoria venne introdotta al centro dell’area presbiteriale, rivolta semplicemente verso il popolo.
presbiterio - aggiunta arredo (1980)
Tra l’inizio degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta del secolo scorso è databile una seconda soluzione: in questa circostanza un altare è stato collocato ai piedi dell’area presbiteriale, esternamente alla balaustra. La mensa era posta su di una pedana a due gradini realizzata in legno e rivestita in moquette rossa. L’ambone, composto da una struttura metallica e da un leggio ligneo, era sistemato sul lato sinistro della pedana, proteso verso l’assemblea. Altre due scale provvisorie consentivano di raggiungere la quota dell’area dell’antico altare oltre la balausta e creavano un rialzo per la sede ordinaria; quest’ultima si trovava davanti al cancelletto.
presbiterio - aggiunta arredo (2000)
Con l’approssimarsi del Giubileo del 2000, la mensa viene riportata all’interno della balaustra. Una pedana di due alzate, in legno massello a base quadrangolare e con gli angoli smussati, si addossava ai gradini dell’altare maggiore. Al centro era l’altare: completamente in legno ed in tinta con la pedana, aveva mensa quadrangolare poggiata su semplice prisma leggermente staccato dal piano. La sede ordinaria era, in questa ipotesi, posizionata sull’ultimo gradino dinanzi all’altare marmoreo tridentino.
altare - aggiunta arredo (2005)
A questa seconda fase di sperimentazione è seguita la soluzione attualmente in uso. Dal 2005, infatti, la mensa, un pregevole e nobile altare del XVII secolo (cm 220 x 86 x 109h) in legno policromo e con elementi dorati, proveniente dalla Chiesa di San Leonardo di Pescopagano, è stata collocata fuori dalla balaustra, prolungando il presbiterio di circa quattro metri.
ambone - aggiunta arredo (2005)
L’ambone, un semplice leggio da catalogo, è inserito alla sinistra dell’altare.
sede - aggiunta arredo (2005)
La sede ordinaria si trova alla destra mentre, per un breve periodo (dal 2011 al 2017), si è anche sperimentata una nuova posizione per la cattedra del vescovo: salvaguardando la monumentalità del trono storico, è stata posizionata, al centro del presbiterio e rialzata su una piccola pedana, una seduta d’epoca con funzione di cattedra.
fonte battesimale - intervento strutturale (1935)
La cappella che la tradizione identifica come quella del Battistero, già denominata cappella di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, ospita un battistero di granito rosso e sportelli in legno con la raffigurazione ad intarsio del battesimo di Gesù nel Giordano, risalente ai lavori di restauro del 1935.
fonte battesimale - aggiunta arredo (2005)
Attualmente è in uso un’acquasantiera con funzione di fonte battesimale posta nella navata di sinistra al centro della cappella della Crocifissione.
custodia eucaristica - intervento strutturale (1935)
Riguardo alla cappella del Santissimo, la sua ubicazione è stata conservata nel transetto a destra. Inquadrata da un imponente arco trionfale di pietra nera, riccamente lavorato e impreziosito con bordature dorate, presenta una volta a botte e pareti sovrabbondanti nella decorazione con fregi, bassorilievi e stucchi color oro. Sul fondo è posizionato l’altare del Tabernacolo di marmo policromo.
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