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Bagno di Romagna
Forlì - Bertinoro
chiesa
sussidiaria
S. Eufemia in Pietrapazza
Parrocchia di San Pietro in Poggio alla Lastra
Pianta; Struttura; Coperture; Facciata; Prospetti laterali; Prospetto posteriore; Campanile; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (1965-1975)
1625 - 1625(preesistenze intero bene); 1705 - 1705(preesistenze intero bene); 1720 - 1720(preesistenze intero bene); 1746 - 1746(preesistenze intero bene); 1761 - 1761(preesistenze intero bene); 1786 - 1786(passaggio di proprietà intero bene); 1930 - 1935(progettazione intero bene); 1935 - 1938(nuova costruzione intero bene); 1945 - 2009(evoluzione demografica intorno); 2009 - 2009(concessione di comodato d'uso intero bene); 2011 - 2015(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Eufemia in Pietrapazza
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Eufemia in Pietrapazza <Bagno di Romagna>
Altre denominazioni S. Eufemia in Pietrapazza
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romagnole (ricostruzione)
Notizie Storiche

1625  (preesistenze intero bene)

La prima indicazione storica relativa alla chiesa di Sant’Eufemia in Pietrapazza è costituita dal verbale della visita pastorale compiuta da Giorgio Giustiniani, Vicario dell’Abbazia di Sant’Ellero a cui la parrocchia è aggregata spiritualmente, il 7 giugno 1625, nel quale si danno alcune indicazioni relative alla chiesa

1705  (preesistenze intero bene)

Il verbale della visita apostolica effettuata nel 1705 riporta la prima descrizione della vecchia chiesa, situata sopra la collina: “la chiesa è dimessa e piccola, costruita appena da 15 anni dopo che quella primitiva è stata portata via con la casa dall’impeto dell’acqua. Ora, al posto della casa parrocchiale, vi è una stanza piccolissima presso la chiesa”

1720  (preesistenze intero bene)

Il verbale della visita pastorale effettuata il 12 settembre 1720 da Mons. Pietro Pichi, oltre a citare per la prima volta la canonica costruita tra il 1718 e il 1720, riporta l’esistenza nella chiesa di due altari di cui uno dedicato alla Madonna e alla santa patrona, Sant’Eufemia, mentre l’altro alla Visitazione di Maria e a Sant’Antonio da Padova

1746  (preesistenze intero bene)

Il verbale della visita pastorale effettuata l’11 agosto 1746 da Mons. Ferdinando Rossi si sofferma sulla descrizione dei due altari della chiesa: l’altare maggiore, con le immagini della Beata Vergine del Rosario, di S. Domenico e di S. Eufemia e il secondo altare, sul lato sinistro, dedicato a S. Antonio da Padova. In chiesa è presente anche un fonte battesimale di recente realizzazione

1761  (preesistenze intero bene)

La visita pastorale del 31 agosto 1761 riporta alcuni particolari dell’interno dell’edificio sacro. La porta d’ingresso non è posta davanti all’altare maggiore, ma sul lato destro. Il battistero è collocato vicino all’angolo sinistro della navata mentre la sacrestia è aperta sul lato sinistro.

1786  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1785 l’Abbazia di Sant’Ellero viene soppressa e tutte le chiese della valle del Bidente sono assegnate alla diocesi di San Sepolcro. Il 23 maggio 1786 giunge per la prima volta a Pietrapazza il vescovo di San Sepolcro, Mons. Costaguti

1930 - 1935 (progettazione intero bene)

Il nuovo parroco, don Domenico Zanchini, prepara, con l’aiuto della popolazione e di tecnici incaricati, la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, in luogo di quella esistente che versa in precarie condizioni e minaccia il crollo, a seguito dei terremoti del 1918-1919. Nell’agosto del 1935 i muri e le capriate della vecchia chiesa presentano dissesti tali da indurre l’ingegnere chiamato sul posto a vietare al parroco di tenerla ancora aperta al culto

1935 - 1938 (nuova costruzione intero bene)

Vengono intrapresi, con il concorso del parroco e della popolazione, i lavori di costruzione della nuova chiesa. Dopo un periodo di fermo all’inizio del 1937, i lavori riprendono per essere conclusi definitivamente nell’inverno del 1938. Nell’estate dello stesso anno la chiesa viene consacrata dal vescovo Mons. Pompeo Ghezzi; alcuni documenti riportano la data dell’11 giugno, altri del 2 luglio

1945 - 2009 (evoluzione demografica intorno)

A partire dagli anni ’30 e soprattutto nel dopoguerra questa zona viene progressivamente abbandonata. Se infatti nel 1920 si registrano 250 abitanti, nel 1941 si parla di 167 abitanti e nel 1951 di 125. Nel 1961 la piccola frazione conta 66 abitanti. Nel 1971 la località risulta ormai deserta

2009  (concessione di comodato d'uso intero bene)

Nel luglio 2009 la parrocchia di San Pietro in Poggio alla Lastra, proprietaria degli edifici di Pietrapazza, concede in comodato la chiesa di Sant’Eufemia e la canonica all’Istituto dei “Fratelli di San Francesco”, per farne un luogo di eremitaggio

2011 - 2015 (restauro intero bene)

L’Istituto provvede dapprima al restauro della canonica, eseguito nel 2011, e successivamente al restauro scientifico della chiesa di Sant’Eufemia, svolto nel 2015 e recentemente conclusosi
Descrizione

L’antico borgo di Pietrapazza ricade nel territorio comunale di Bagno di Romagna e sorge a 613 metri sul livello del mare nella valle del Bidente di Strabatenza, in mezzo ai densi faggeti della Foresta della Lama. La comunità locale, anticamente chiamata Prete Pazzo, si costituì intorno all’eremo camaldolese detto Eremo Nuovo nel 1100 circa. Il primo documento riguardante Sant’Eufemia risale al 1625. In quel periodo la chiesa non sorgeva sul sito attuale, ma sulla collinetta soprastante. Con il terremoto del 1918 questa più antica chiesa rovinò e, poco più a valle, si pose mano alla costruzione dell'edificio attuale, su progetto del geometra Italo Spighi. La nuova chiesa fu consacrata nel luglio del 1938, con la nuova canonica adibita fino all’anno scolastico 1962-63 a scuola sussidiata pluriclasse. L’ultimo parroco residente fu don Romano Serafini che restò a Sant’Eufemia fino al 1962. Attualmente è chiesa sussidiaria della parrocchia di San Pietro in Poggio alla Lastra. La chiesa presenta una pianta longitudinale a navata unica, con abside semicircolare e asse principale diretto in senso sud (ingresso) - nord (altare). La struttura di elevazione verticale è costituita da muri portanti in pietra a faccia vista. La facciata della chiesa è a capanna ed è dotata di un pronao sorretto da due pilastri tuscanici poggianti su plinti. L’interno della chiesa, ad aula, presenta un alta fascia basamentale in pietra che segue il perimetro della navata e della controfacciata. In pietra è anche la cornice dell’arco del presbiterio, mentre il resto della chiesa è intonacato e dipinto di bianco. Il campanile, collocato sull’angolo nord-occidentale della chiesa, è realizzato con muratura di pietra a faccia vista e presenta una pianta quadrata.
Pianta
La chiesa presenta una pianta longitudinale a navata unica, con abside semicircolare. L’asse principale è diretto in senso sud (ingresso) - nord (altare).
Struttura
La struttura di elevazione verticale è costituita da muri portanti in pietra. La copertura, a due falde, è sorretta da due capriate alla palladiana poggianti su coppie di pilastri addossati ai muri laterali. L’abside è compreso fra l’arco terminale della navata, in pietra, e la muratura semicilindrica esterna, anch’essa in pietra. Fra la chiave dell’arco ed il muro perimetrale si appoggiano cinque puntoni a sostegno della copertura semiconica dell’abside.
Coperture
La grossa armatura della navata è costituita da due capriate alla palladiana trasversali e da arcarecci disposti alla lombarda, dunque paralleli ai muri laterali. Gli arcarecci sono due per falda, più uno di colmo. Sugli arcarecci poggiano i correnti che sostengono il tavolato ligneo. Il manto esterno è formato da lastre di arenaria, a spiovere, senza né gronde né pluviali. L’aggetto laterale delle lastre di copertura poggia su una mensola in pietra incastrata nella muratura. La facciata, più alta dei muri laterali, è coperta nel suo spessore con lastre di arenaria. La grossa armatura dell’abside è formata da cinque puntoni che si appoggiano sulla chiave dell’arco finale fra la navata e l’abside stesso e sul semicilindro absidale. I puntoni reggono degli arcarecci, sui quali poggiano i sei spicchi del tavolato. Il manto di copertura dell’abside è costituito da lastre di arenaria, sulle quali è stata parzialmente posta una guaina impermeabile ad ulteriore difesa dalle infiltrazioni.
Facciata
La facciata della chiesa, a capanna, è più alta dei muri laterali. Poggia su un basamento di tre filari di conci grossolanamente sbozzati, profilati in alto da una cornice modanata. Sugli spigoli esterni due pilastri, realizzati con conci simili a quelli del basamento, terminano in due possenti capitelli tuscanici. I capitelli sostengono la cornice superiore del timpano, formata da un listello, da un ovolo e da una fascia di coronamento liscia e molto aggettante. Sul colmo del timpano un cippo sorregge una croce di ferro. Fra la cornice superiore, il basamento e i pilastri angolari, la superficie esterna della facciata è trattata in pietra, con conci regolari e leggermente bocciardati sulla faccia vista. Al centro della facciata, su un podio lapideo di un solo scalino, s'imposta un pronao sorretto da due pilastri tuscanici poggianti su plinti. Il pronao è dotato di un timpano sulla cui trabeazione si legge l’epigrafe in caratteri lapidari “VENITE ADOREMUS”. Sul colmo del timpano un cippo regge una croce di pietra. Il portale all’interno del pronao ha un vano rettangolare, con l’architrave sorretto da mensole angolari, due battenti il legno ed uno scalino che si solleva dalla pavimentazione lapidea del pronao. Sul battente sinistro del portone è affissa una targa che recita: “RISPETTATE QUESTO LUOGO DI PREGHIERA E DI SILENZIO”. Al di sopra del pronao, poco più in basso del timpano, la facciata è bucata da un oculo con cornice strombata ed infisso con una croce centrale.
Prospetti laterali
Il prospetto laterale destro è marcato agli estremi dal risvolto della facciata e da un identico pilastro angolare sul risvolto verso l’abside. In basso poggia su un basamento di conci, di dimensioni inferiori a quelle del basamento anteriore, mentre in alto è concluso da una cornice a due salienti. La superficie è divisa in tre partiture da due paraste trattate con conci di pietra lisciata. Le campiture interne sono invece caratterizzate da conci in pietra, con la faccia vista sbozzata, ma meno rusticamente del paramento. Al centro delle campiture laterali compaiono due snelle bucature rettangolari terminanti in alto in un arco a tutto sesto. Il davanzale di queste finestre è fortemente inclinato. Il prospetto laterale sinistro è simmetrico rispetto al destro, ad eccezione dell’angolo posteriore dove non è visibile un pilastro angolare, ma il volume del campanile.
Prospetto posteriore
Il prospetto posteriore è caratterizzato dal volume absidale, trattato con lo stesso paramento lapideo delle campiture laterali. Esso presenta tre finestre radiali, della stessa forma e delle stesse dimensioni di quelle laterali, e due piccoli passaggi che mettono in comunicazione la zona absidale direttamente con l’esterno (a destra) e con il campanile (a sinistra).
Campanile
Il campanile, collocato sull’angolo nord-occidentale della chiesa, è a cella unica e a pianta quadrata. La struttura è realizzata in muratura di pietra a vista, con pilastri angolari e due finestre sul fianco meridionale. La cella, una loggia con una monofora per lato, poggia sul fusto del campanile con l’intermediazione di una cornice. Essa è costituita da due ordini: quello inferiore, fino all’altezza dell’imposta degli archetti, è trattato in pietra bocciardata, mentre quello superiore è in pietra lisciata. I due ordini sono separati da una cornice a fascia, aggettante. La cella è coperta da un tetto a padiglione che presenta una croce di ferro alla cuspide.
Interni
L’interno della chiesa è coerente con l’esterno nello stile e nei materiali. L’aula, rigorosamente rettangolare nella pianta, riflette l’andamento esterno innanzitutto nella presenza delle due paraste intermedie in pietra, corrispondenti a quelle presenti sui fianchi, in secondo luogo nell’alto basamento, anche questo in pietra, che segue il perimetro della navata e della controfacciata. In pietra è anche la cornice dell’arco del presbiterio. Il resto della chiesa è intonacato e dipinto di bianco, a meno di una cornice art-déco sul bordo superiore, con fasce ocra, gialle e grige, decorate con fregi pentagonali contenenti simboli cristiani come la Croce, i Pesci e le Tavole della Legge. Il basamento dell’abside non è in pietra come quello dell’aula, ma è intonacato e dipinto di grigio chiaro con bordo superiore ocra e grigio scuro. La parete di controfacciata non presenta particolari decori né per il portale né per l’oculo superiore. Sul portale compare una semplice lastra marmorea con l’epigrafe “HOC TEMPLUM / S. EUPHEMIAE V.M. DICATUM / SOLEMNI RITU / POMPEIUS GHEZZI EP. BITURGENSIS / DIE 8 IULII 1938 / CONSECRAVIT”. A sinistra del portone, entrando, si nota un’acquasantiera con valva marmorea a mensola. Le pareti laterali sono occupate da due altari secondari identici, poggianti su podi di pietra con inserti in tavole di legno. Le due mense sono formate da semplici lastre poggianti anteriormente su pilastrini tuscanici in pietra. Superiormente, compaiono due piccoli cibori simbolici, privi di sportellino, e due nicchie rettangolari, con paraste agli stipiti, trabeazione e timpano. La nicchia sulla sinistra contiene una statua del Ss.mo Salvatore, la nicchia di destra una statua della Vergine Maria. Il presbiterio, rialzato di uno scalino, corrisponde alla terza campata della navata. Esso è occupato dall’altare, poggiato su un podio in pietra di due scalini e sorretto da quattro pilastrini identici a quelli delle cappelle laterali. In cornu Evangelii si trova un fonte battesimale di pietra. Sotto la mensa dell’altare, una semplice lastra, due prismi lapidei sostengono la trave della campana e la campana stessa. Sui piedritti dell’arco del presbiterio compaiono due pitture murali, rappresentanti Santa Chiara e San Francesco d’Assisi. Il tabernacolo, con la forma di un tempietto a due falde, è murato nella parete dell’abside, in asse all’altare. Sulla stessa parete, dal lato del Vangelo, un secondo sportellino cela una ulteriore nicchia per la conservazione di altre suppellettili sacre.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è realizzata in quadrotti di graniglia grigia, mentre quella del presbiterio, bordata da una soglia di marmo sullo scalino, è realizzata in quadrotti di graniglia rossiccia.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1965-1975)
Il vecchio altare è stato spostato e orientato versus populum.
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