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Grammichele
Caltagirone
chiesa
parrocchiale
San Michele Arcangelo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
aula; transetto; aula; presbiterio; prospetto; prospetti laterali; coperture
altare - aggiunta arredo (1967); ambone - aggiunta arredo (1967)
1693 - XVII(distruzione integrale antica chiesa); 1711 - XVIII(festa di Santa Caterina chiesa); 1721 - 1721(trasporto organo chiesa); 1722 - 1723(concorso progetto nuova Chiesa Matrice chiesa); 1724 - XVIII(posa prima pietra chiesa); 1726 - XVIII(riparazione organo chiesa); 1749 - XVIII(visita pastorale vescovo di Siracusa chiesa); 1757 - XVIII(apertura al culto chiesa); 1765 - XVIII(installazione organo a canne chiesa); 1798 - 1798(costruzione lanternino chiesa); 1799 - 1800(apparato decorativo in stucchi chiesa); 1830 - 1830(celebrazione S. Messe chiesa); 1835 - 1835(elargizione sorelle Carmela ed Antonia Velardita chiesa); 1898 - XIX(modifiche prospetto chiesa); 1900 - XX(restauri coperture ed infissi chiesa); 1907 - XX(restauri arredi sacri chiesa); 1908 - XX(danni terremoto chiesa); 1916 - XX(realizzazione pavimentazione navate laterali chiesa); 1917 - 1917(cerimonia riapertura chiesa chiesa); 1920 - XX(restauro cappella Santi Patroni chiesa); 1930 - XX(costruzione Cappella del Crocifisso chiesa); 1935 - XX(interventi di manutenzione chiesa); 1935 - 1939(restauri apparato decorativo chiesa); 1957 - XX(acquisizione nuove reliquie chiesa); 2004 - 2011(restauri e consolidamenti chiesa)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Michele Arcangelo <Grammichele>
Altre denominazioni Matrice
Autore (ruolo)
Amato, Andrea (progetto chiesa)
Fantauzzi, Amodeo (decorazioni interne e stucchi)
Sada, Carlo (progetto di modifica della facciata)
Giandinoto, Giuseppe (lavori di consolidamento)
Altamore, Claudio Onofrio (lavori di restauro)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (realizzazione chiesa)
scuola siciliana (decorazioni interne e stucchi)
maestranze siciliane (modifica facciata)
maestranze siciliane (lavori di consolidamento)
maestranze siciliane (lavori di restauro)
Notizie Storiche

1693 - XVII (distruzione integrale antica chiesa)

Il terremoto del gennaio del 1693 distrusse integralmente la vecchia Chiesa Matrice in Occhiolà. Il 18 marzo del 1693 il vescovo di Siracusa imponeva la ricostruzione della Chiesa Matrice prima di tutte le altre chiese distrutte dal terremoto, e vietava «di rifabbricarsi in nessun luogo, città o terra della nostra diocesi, chiesa alcuna se prima non sia fabbricata o restaurata la chiesa matrice e, nel caso si sia dato principio a rifabbricare qualche chiesa, facciano cessare i lavori se prima non si sia provveduto alla chiesa Matrice.» In primavera, il 18 aprile del 1693, venne celebrata la fondazione della nuova città di Grammichele, durante quell’occasione venne posta la prima pietra della chiesa, ma i lavori di ricostruzione dell’edificio vennero concretamente iniziati trenta anni dopo.

1711 - XVIII (festa di Santa Caterina chiesa)

Il 10 gennaio 1711, l’Università di Grammichele effettuava un mandato di pagamento per l’amministrazione dei Sacramenti. Il 20 marzo venivano pagate onze 17 per solennizzare la festa di Santa Caterina.

1721  (trasporto organo chiesa)

Il primo dicembre del 1721 il tesoriere della chiesa Sebastiano Maurici pagava a tale Compagnone tarì 8 «per essere andato con due cavalcature nella città di Vizzini a prendere l’organo »

1722 - 1723 (concorso progetto nuova Chiesa Matrice chiesa)

Si riapriva il dibattito inerente la ricostruzione della Chiesa Matrice. Venne allora bandito un concorso tra progettisti che venne vinto dal messinese architetto e scultore Andrea Amato, al quale vennero pagate onze quindici per il modello, la pianta ed il prospetto della chiesa.

1724 - XVIII (posa prima pietra chiesa)

Nel maggio del 1724 vennero intrapresi i lavori per la ricostruzione dell’edificio con la cerimonia della posa della prima pietra tra lo sparo di numerosi mortaretti. Il cantiere venne diretto dal capomastro Onofrio Grosso, vi parteciparono numerose maestranze locali e altre provenienti da Caltagirone e da Vizzini. Alla fine dell’anno le fondamenta dell’edificio potevano considerarsi ultimate. Le pietre impiegate erano provenienti dalla contrada Poggio Leone, i relativi mandati di pagamento coprono un arco temporale che parte dal 1 giugno 1723 al 21 settembre 1743, come riportò il Notaio Sinatra nel registro dei mandati di pagamento, anche se i lavori proseguirono per un altro ventennio. La costruzione dell’edificio venne finanziata dalla città, e dagli eredi del Principe di Butera Carlo Maria Carafa Branciforti.

1726 - XVIII (riparazione organo chiesa)

Il 7 agosto del 1726 il tesoriere della chiesa Sebastiano Maurici pagava tarì 8 all’organista «don Alonzo Catina tarì 12 per conciare tutti tre li mantici dell’organo della Venerabile Madrice Chiesa per essere devastati e per suo atto, pelle, colla e sua maestrìa acconciati.»

1749 - XVIII (visita pastorale vescovo di Siracusa chiesa)

Durante la visita pastorale del 19 agosto del 1749 il Vescovo Testa di Siracusa «lamenta che la costruzione della Madrice, dopo il lodevole entusiasmo iniziale, vada adesso abbastanza a rilento.»

1757 - XVIII (apertura al culto chiesa)

Sul portale laterale della chiesa che prospetta sul Corso Roma, si legge la data del 1757, probabile anno dell’apertura al culto della chiesa. L’iscrizione riporta la seguente dicitura: «Locus iste-sanctus est-in quo orat Sacerdos-pro peccatis Populi 1757» . Il portale venne realizzato dal capomastro Onofrio Grosso il cui disegno venne preferito rispetto a quello di un altro intagliatore palermitano, collocato in seguito sul prospetto laterale opposto.

1765 - XVIII (installazione organo a canne chiesa)

Installazione, nella terza arcata del lato sinistro della navata centrale, del grande organo a canne costruito da Giuseppe Platania di Acireale.

1798  (costruzione lanternino chiesa)

I lavori di completamento e abbellimento della chiesa si protraevano ancora, a causa di rilevanti difficoltà economiche: nel 1798 si concretizzava la costruzione del lanternino della cupola.

1799 - 1800 (apparato decorativo in stucchi chiesa)

L’interno della chiesa venne decorato da un apparato in stucchi realizzato dai fratelli Giuseppe e Amodeo Fantauzzo da Barrafranca.

1830  (celebrazione S. Messe chiesa)

Il parroco Antonino Gianformaggio (1775-1830) donava alla chiesa Matrice i mulini dell’Edera e dei Margi, finalizzandone i redditi alle celebrazioni delle SS. Messe.

1835  (elargizione sorelle Carmela ed Antonia Velardita chiesa)

Il 22 febbraio1835 la Chiesa Matrice di Grammichele venne eretta a Collegiata con 8 canonici e 8 sostituti; il parroco ottenne il titolo di arcidiacono. I membri della collegiata vennero nominati dal Vescovo di Caltagirone mons. Benedetto Denti; il sostentamento ne veniva garantito dalla munificenza delle sorelle Carmela ed Antonia Velardita che con atto del 28 dicembre 1827 n° 1663, registrato presso il notaio Antonino Sinatra, donarono alla chiesa i tre mulini di Albani, Branciforte e Cimino «per l’erezione e mantenimento di un collegio di canonici a servizio e decoro della medesima.»

1898 - XIX (modifiche prospetto chiesa)

Nel 1898 vennero eseguite alcune modifiche nella parte sommitale del prospetto principale su progetto dell’architetto milanese Carlo Sada.

1900 - XX (restauri coperture ed infissi chiesa)

Agli albori del Novecento le condizioni della chiesa erano pessime, allora grazie all’interesse del nuovo parroco Filippo Granato e del vescovo Damaso Pio De Bono furono ricostruiti i tetti, vennero rinnovati gli infissi delle finestre, vennero collocati nuovi vetri, grazie ad un finanziamento del Governo di lire 1500 e di lire 1700 concesse dal Regio economato dei Beni Vacanti, e grazie ad ulteriori contributi del Vescovo. Venne inoltre collocata la balaustra marmorea tra il transetto ed il presbiterio.

1907 - XX (restauri arredi sacri chiesa)

Venne rinnovato il pavimento della navata centrale grazie al contributo del Cav. Saverio Giandinoto, venne ingrandita la porta paravento, venne ricostruita la sagrestia e accanto ad essa venne costruita la grande sala ellittica, in cui si colloca l’archivio parrocchiale furono restaurati gli arredi sacri, e rinnovati i messali. Al posto del coretto sito dietro l’altare del SS. Sacramento venne collocata una sala adibita a sede degli uomini di Azione cattolica a piano terra ed un alloggio per predicatori forestieri al piano superiore.

1908 - XX (danni terremoto chiesa)

Il terremoto del 28 dicembre provocò danni al prospetto principale della chiesa le cui connessioni murarie con le pareti laterali cedettero distaccandosi.

1916 - XX (realizzazione pavimentazione navate laterali chiesa)

Vennero pavimentate le due navate laterali grazie ai lasciti della Signora Maria Angelico, decorate le pareti laterali del presbiterio e del cornicione, completato l’altare maggiore con la croce, i candelabri i portafiori.

1917  (cerimonia riapertura chiesa chiesa)

La chiesa, precedentemente chiusa, riapriva al culto il giorno 1 luglio 1917.

1920 - XX (restauro cappella Santi Patroni chiesa)

Venne restaurata ad opera del Sign. Gaetano Montes la Cappella dei Santi Patroni, decorata con stucchi e dotata di una inferriata a vetri, utilizzando parte delle somme che annualmente venivano raccolte e destinate alla relativa festa.

1930 - XX (costruzione Cappella del Crocifisso chiesa)

Costruzione della cappella del Cristo redentore, voluta dal rev. Rosario Fragapane allo scopo di incrementare il culto del Crocifisso.

1935 - XX (interventi di manutenzione chiesa)

Il giorno 11 marzo la chiesa veniva chiusa al culto per quattro anni in seguito al distacco di stucchi e intonaci in corrispondenza della cappella del SS.mo Crocifisso, vicino all’arco trionfale e quindi alla cupola. Su progetto del Prof. Giovanni Formica modificato dall’Ing. Giuseppe Giandinoto, furono rifatte in calcestruzzo armato le fondamenta del pilastro di nord-est della crociera, l’arco trionfale venne munito di tiranti e la cupola venne dotata di cerchiature in ferro e di una nuova veste impermeabile esterna. Il prospetto principale venne ancorato alle murature della navata, i tetti e i telai delle finestre riparati, le pareti interne rinnovate e decorate con nuovi dipinti.

1935 - 1939 (restauri apparato decorativo chiesa)

L’interno dell’edificio venne interamente restaurato e decorato dal Prof. Mario Albertella da Milano.

1957 - XX (acquisizione nuove reliquie chiesa)

Il 26 ottobre venne consacrata la chiesa, durante la cerimonia seguita da una gran massa di fedeli vennero incluse nella mensa dell’altare maggiore alcune reliquie di martiri, vennero aspersi con acqua gregoriana tutti gli altari.

2004 - 2011 (restauri e consolidamenti chiesa)

La chiesa veniva riaperta al culto dopo sette anni di restauri progettati dallo studio associato Altamore - Cuius durante i quali vennero eseguiti: estesi consolidamenti murari, il rifacimento delle coperture, il restauro conservativo dei prospetti, il restauro conservativo dell'apparato decorativo in stucchi, l'installazione di un nuovo impianto di illuminazione.
Descrizione

La chiesa ricostruita nell’odierna Grammichele occupa una posizione di prestigio all’interno della piazza esagonale, dopo un vivace dibattito venne stabilito infatti che ne occupasse una parte del lato orientale. La chiesa presenta un impianto planimetrico di tipo basilicale costituito da una pianta a croce latina, il cui braccio inferiore si suddivide in tre navate, a questo si collega un ampio transetto; all’incrocio tra i due si colloca una cupola con calotta semisferica e lanternino. Il presbiterio è dotato di un coro allungato con terminazione absidale semicircolare a cui si affiancano due cappelle, a sinistra quella del Crocifisso, a destra la Cappella del SS. Sacramento, con la vicina sala ellittica dove si trova l’archivio parrocchiale. La navata centrale è ricoperta da una volta a botte, con unghie di raccordo ai finestroni che si collocano sul registro superiore dei lati perimetrali maggiori. Le navate laterali sono impostate simmetricamente rispetto all’asse centrale della navata e presentano sulla parete di fondo un finestrone semicircolare; la copertura è costituita da calotte di pianta circolare. Il presbiterio si sopraleva di tre gradini rispetto alla navata, presenta un altare conciliare sotto la cui mensa sono collocati due puttini settecenteschi. L’altare è posto sotto l’arcata che si connette con la cupola. A sinistra è collocato l’ambone in legno di noce. L’intradosso della volta a botte che ricopre lo spazio che precede l’abside contiene il bassorilievo della trasfigurazione. L’altare maggiore è composto da due registri sovrapposti che costituiscono il basamento della nicchia in cui è collocata la statua della Madonna del Carmelo. All’altare sono anteposti due ampi gradini. Alle pareti destra e sinistra del presbiterio sono disposti due cori in legno noce intagliato. La chiesa presenta una facciata con una quinta scenografica a torre, costituita da tre registri sovrapposti raccordati da volute, il cui carattere ascensionale è finalizzato per l’alloggiamento nell’ordine più alto delle campane. Un ampio scalone precede la facciata arretrandola lievemente rispetto al filo planimetrico che rispettano gli edifici più prossimi e rivelando l’imponente basamento che costituisce il piano di fondazione dell’edificio. Il registro inferiore, realizzato con le proporzioni dell’ordine dorico, rivela l’impostazione planimetrica dell’aula suddivisa in tre navate, mostrando i tre portali d’accesso ideati dall’architetto scultore Andrea Amato da Messina. Il portale centrale realizzato come i due laterali in pietra ad intagli riporta la dedica al santo cui la chiesa è dedicata: «Divo MIchaeli Arcangelo Dicatum». Una statua del santo arricchisce la parte sommitale del frontone mistilineo del portale principale ai cui lati sono disposte due nicchie. Il registro superiore, caratterizzato dalla presenza dell’ordine ionico, si raccorda al sottostante con volute terminate da contrafforti laterali il cui carattere verticale è sottolineato da due puntali per lato; al centro si colloca il finestrone ai cui lati sono disposte simmetricamente due nicchie. Il terzo registro è costituito da una cella campanaria a tre arcate, si raccorda con volute al sottostante ed è sovrastato da un frontone triangolare, modificato nel 1898 dall’architetto Carlo Sada che vi tolse l’orologio per inserire un cartiglio con la dedica a San Michele e a Santa Caterina. Sul frontone è collocato un fastigio. Le coperture a falde inclinate, sono state recentemente oggetto di intervento, sono costituite infatti da una struttura portante in acciaio reticolare su cui poggiano gli arcarecci in legno, il tavolato e il soprastante manto in coppi alla siciliana. Nell'intradosso, la navata centrale è ricoperta da una volta a botte, con unghie di raccordo ai finestroni che si collocano sul registro superiore dei lati perimetrali maggiori.
aula
La chiesa presenta un impianto planimetrico di tipo basilicale costituito da una pianta a croce latina, il cui braccio inferiore si suddivide in tre navate, a questo si collega un ampio transetto; all’incrocio tra i due si colloca una cupola con calotta semisferica e lanternino. Il presbiterio è dotato di un coro allungato con terminazione absidale semicircolare a cui si affiancano due cappelle, a sinistra quella del Crocifisso, a destra la Cappella del SS. Sacramento, con la vicina sala ellittica dove si trova l’archivio parrocchiale. Le navate laterali sono impostate simmetricamente rispetto all’asse centrale della navata e presentano sulla parete di fondo un finestrone semicircolare e altari sopra i quali si custodiscono tele che raffigurano i Santi a cui è dedicato l’altare; la copertura è costituita da calotte di pianta circolare. La navata centrale si eleva sopra pilastri ed è suddivisa in cinque partiture, che formano sulle navate laterali cinque differenti sezioni. I Pilastri, dalle proporzioni legate allo stile corinzio sono raccordati da arcate a tutto sesto, nella cui chiave di volta è collocato un fastigio. Nella terza arcata a sinistra della navata centrale è collocato un grande organo a canne costruito nel 1765 dal maestro organario di Acireale Giuseppe Platania che occupala parte superiore al terzo medio dell’arcata. Il suo telaio riporta la seguente iscrizione «me fecit anno Domini Acensis 1765». L’organo è impostato come una quinta scenografica d’architettura suddivisa in tre arcate riccamente decorate, tra le quali si sopraeleva quella centrale. La vetrata istoriata risale al 1986 venne donata dalla Sign.ra Luigina Cucuzza e raffigura la Gloria di San Michele. L’intradosso della volta a botte che copre la navata centrale è suddiviso in cinque sezioni che contengono altrettanti bassorilievi in cui sono raffigurate alcune scene della vita di Gesù; tra le unghie di raccordo della volta a botte con i finestroni laterali sono disposti degli ovali in cui contenenti bassorilievi che raffigurano i Santi Apostoli. Sulla parte sommitale dell’arcata che connette la navata centrale al transetto è collocata dentro un cartiglio tripartito una iscrizione tratta dall’Apocalisse di San Giovanni: «Proelium magum factum est Michael et angeli ejus proeliabantur cum dragone».
transetto
Il braccio minore della croce latina che costituisce la morfologia planimetrica dell’edificio è segnato nella sua parte centrale dal grande abside allungato in cui si colloca l’altare maggiore. Nella parte a destra del transetto si colloca la Cappella SS. Sacramento, il cui accesso è delimitato da una balaustra marmorea; nella parete di fondo sono collocate due lapidi sepolcrali in marmi policromi intarsiati che ricordano la tumulazione di Antonia Merlino e del rev. sac. Don. Antonino Gianformaggio. Nel braccio sinistro del transetto si colloca la cappella del Crocifisso, anche questo spazio è preceduto da una balaustra marmorea. Nella parete di fondo si colloca la Cappella dei Santi Patroni, chiusa da un’inferriata a vetri che ne custodisce il fercolo processionale in legno intagliato e dorato, in cui è collocata la statua di San Michele Arcangelo, datata 1727, di ignoto autore. Nella stessa parete è collocata la lapide sepolcrale delle sorelle Carmela e Antonia Velardita grazie ai cui lasciti venne fondata la Collegiata di Canonici della Cattedrale. Le finestre del transetto sono arricchite da vetrate artisticamente istoriate a destra con la scena della discesa dello Spirito Santo, a sinistra con l’ascensione di Gesù. La copertura è costituita da una volta a botte con unghie di raccordo, interrotta nella parte centrale da quattro grandi arcate raccordate da pennacchi sostenenti il tamburo cilindrico finestrato sul quale si appoggia la cupola semisferica, sormontata da un lanternino. L’ambiente presenta un articolato apparato decorativo in stucchi e bassorilievi, tra i pennacchi di raccordo delle arcate si collocano i bassorilievi dei quattro profeti maggiori; il tamburo della cupola è segnato dalla presenza dell’ordine architettonico che si rivela con colonne binate i cui motivi proseguono nell’intradosso della cupola. L’intradosso delle due volte che coprono i semibracci del transetto sono decorati: a destra con il bassorilievo di Gesù che consegna le chiavi del regno dei cieli a San Pietro; e nella parte di sinistra con il bassorilievo in cui è rappresentato Gesù nell’Orto degli ulivi.
aula
navata destra In prossimità dell’ingresso è collocata una acquasantiera in marmo bianco con tarsìe policrome, così come nella navata simmetrica. Più avanti, nella parte di fondo della prima sezione della navata è collocato l’altare in marmi mischi sopra il quale è posto il dipinto raffigurante il Martirio di Santa Lucia, l’autore è ignoto, lo storico Giovanni Gianformaggio asserisce che proveniva dalla distrutta chiesa di Occhiolà. Nella sezione seguente si colloca il secondo altare con la tela seicentesca proveniente dalla distrutta città che raffigura San Nicola di Bari di autore ignoto. Dopo il secondo altare si colloca la porta d’accesso secondaria che si apre sul corso Roma. Nella sezione seguente si colloca il terzo altare con la tela con la Madonna del Carmelo San Simone Stock e le anime Purganti, opera realizzata nel XVIII secolo appositamente per la nuova chiesa. Il quarto altare è dedicato San Michele Arcangelo, vi si colloca una tela nata con la nuova chiesa; il protettore della città che indossa un abbigliamento da combattimento ed è armato di una lancia. navata sinistra In prossimità del portale principale d’accesso alla navata secondaria sinistra, nella prima sezione si colloca il Battistero contenente un fonte battesimale in marmo ascrivibile alla seconda metà del XVIII secolo, dotato di un copri fonte in legno sagomato a bulbo. Sopra il fonte è collocato un affresco scoperto durante gli ultimi restauri che raffigura Gesù e San Giovanni Battista. La sezione successiva contiene l’altare in marmi policromi dedicato al Transito di San Giuseppe, sopra il quale è collocata la tela dentro una cornice lignea scrivibile alla prima metà del XVIII secolo proveniente da Occhiola. Di seguito, nella terza sezione della navata è collocato il Portale laterale e più avanti l’Altare della Madonna del Rosario. La quinta sezione della navata ospita l’Altare di Santa Caterina, la cui tela venne regalata agli abitanti di Occhiolà dal Principe Branciforti in segno di gratitudine durante la visita del febbraio 1618. Il dipinto raffigura “La disputa di Santa di Santa Caterina con i filosofi”; e risulta segnato nella parte in basso a destra da una scritta che ricorda: "S. Rivolo di Milano restaurò 1910".
presbiterio
Il presbiterio si sopraleva di alcuni gradini rispetto alla navata, presenta un altare conciliare sotto la cui mensa sono collocati due puttini settecenteschi. L’altare è posto sotto l’arcata che si connette con la cupola. A sinistra è collocato l’ambone in legno di noce. L’intradosso della volta a botte che ricopre lo spazio che precede l’abside contiene il bassorilievo della trasfigurazione. L’altare maggiore è ascrivibile alla seconda metà del XVIII secolo, realizzato in marmi policromi recentemente sostituiti. L’altare è composto da due registri sovrapposti che costituiscono il basamento della nicchia in cui è collocata la statua della Madonna del Carmelo. All’altare sono anteposti due ampi gradini. Alle pareti destra e sinistra del presbiterio sono disposti due cori in legno noce intagliato.
prospetto
La chiesa si affaccia sulla piazza centrale della città di Grammichele, caratterizzata dalla morfologia esagonale, con una quinta scenografica a torre, costituita da tre registri sovrapposti raccordati da volute, il cui carattere ascensionale è finalizzato per l’alloggiamento nell’ordine più alto delle campane. Un ampio scalone precede la facciata arretrandola lievemente rispetto al filo planimetrico che rispettano gli edifici più prossimi e rivelando l’imponente basamento che costituisce il piano di fondazione dell’edificio. Il registro inferiore, realizzato con le proporzioni dell’ordine dorico, rivela l’impostazione planimetrica dell’aula suddivisa in tre navate, mostrando i tre portali d’accesso ideati dall’architetto scultore Andrea Amato da Messina. Il portale centrale realizzato come i due laterali in pietra ad intagli riporta la dedica al santo cui la chiesa è dedicata: «Divo MIchaeli Arcangelo Dicatum». Una statua del santo arricchisce la parte sommitale del frontone mistilineo del portale principale ai cui lati sono disposte due nicchie. Il registro superiore, caratterizzato dalla presenza dell’ordine ionico, si raccorda al sottostante con volute terminate da contrafforti laterali il cui carattere verticale è sottolineato da due puntali per lato; al centro si colloca il finestrone ai cui lati sono disposte simmetricamente due nicchie. Il terzo registro è costituito da una cella campanaria a tre arcate, si raccorda con volute al sottostante ed è sovrastato da un frontone triangolare, modificato nel 1898 dall’architetto Carlo Sada che vi tolse l’orologio per inserire un cartiglio con la dedica a San Michele e a Santa Caterina. Sul frontone è collocato un fastigio.
prospetti laterali
I prospetti laterali si appoggiano sopra un imponente basamento dal quale si elevano le lesene che rivelano la suddivisione intera delle navate in cinque sezioni, ciascuna delle quali presenta un finestrone semicircolare. Il prospetto è concluso nella parte sommitale dal cornicione aggettante, le estremità laterali sono definite da colonne binate. Al centro del prospetto laterale che si affaccia sul Corso Roma, è collocato un portale in pietra intagliata, che si raccorda al livello sottostante con uno scalone a due rampe, realizzato dal capomastro grammichelese Onofrio Grosso. Sopra l’architrave un fastigio, posto tra due volute sovrastate da puttini, reca un cartiglio con l’iscrizione:«Locus iste sanctus est, in quo orat sac(erdos) pro pecc(atis) populi 1757».
coperture
Le coperture a falde inclinate, sono state recentemente oggetto di intervento, sono costituite infatti da una struttura portante in acciaio reticolare su cui poggiano gli arcarecci in legno, il tavolato e il soprastante manto in coppi alla siciliana. Nell'intradosso, la navata centrale è ricoperta da una volta a botte, con unghie di raccordo ai finestroni che si collocano sul registro superiore dei lati perimetrali maggiori.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1967)
L'altare di forma rettangolare è stato realizzato in lastre massello di pietra bianca, esso è posto in posizione assiale rispetto al presbiterio ed all'aula, la mensa in marmo di carrara massello è sorretta da due pilastri anch'essi in marmo di carrara con insertiin marmo rosso sant'Agata, sotto la mensa sono collocati due puttini settecenteschi.
ambone - aggiunta arredo (1967)
L'ambone di forma composita è stato realizzato in legno di noce, esso è stato posizionato sul lato sinistro del presbiterio, guardando dall'aula.
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