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Descrizione |
Gli scavi archeologici condotti in due campagne successive tra il 1989 e il 1990 hanno permesso di ricostruire le vicende e l'evoluzione storica dell'edificio, fin dalle primitive fasi. La chiesetta di Sant'Andrea a Perteole ha origini molto antiche; la sua fondazione, sulle rovine di un edificio tardo romano distrutto da un incendio, si fa risalire addirittura al IX secolo; il modello della chiesa segue la tradizione paleocristiana, che ebbe una larga diffusione nelle terre altoadriatiche anche nei secoli successivi. L'edificio constava di un'unica aula, dalle stesse dimensioni dell'attuale, conclusa sul fondo da un'abside semicircolare - la cui apertura interna era di 3,22 ml, considerando lo spessore dei muri si arriva fino a 5,09 - coperta da una semicupola; il presbiterio occupava il primo terzo dell'aula ad oriente: era sopraelevato mediante un gradino ed ospitava l'altare, che si collocava in posizione avanzata nell'aula, secondo l'uso paleocristiano ¿ nelle chiese carolingie l'altare era ubicato nell'abside; lungo il perimetro dell'abside si sviluppava il seggio presbiterale - con un'altezza di 60 cm circa e larghezza massima al centro dell'abside di 55 cm da cui andava degradando verso le estremità - mentre lungo i fianchi della navata vi erano due bancali in pietra alti circa 60 cm per i fedeli. Di questa fase, in prossimità dell'altare in cornu epistolae, tra il lastricato sono stati rinvenuti due frammenti combacianti di una croce lapidea opistografa. Tra il XII e il XIII secolo fu aggiunto il campanile a torre, sull'angolo Sud Ovest della facciata, secondo modelli romanici padani, distrutto probabilmente nel 1300. A questo periodo risalgono anche gli affreschi dell'arco santo ed un altare a mensa collocato in cornu epistolae, sul lato Sud dall'arco santo. Durante il corso del XVI secolo furono apportati una serie di lavori di ristrutturazione ed ammodernamento dell'edificio, come l'innalzamento della navata, l'esecuzione di un nuovo ciclo pittorico dell'arco santo, la realizzazione di una cripta dei Sacerdoti e dell'altare in cornu evangelii - l'altare in cornu epistolae risulta già demolito -, la stesura della nuova pavimentazione in finto coccio pesto ad una quota più alta rispetto al lastricato di epoca carolingia - l'altezza dei sedili laterali è stata pressoché dimezzata. Degli interventi successivi, fino ai giorni nostri, non vi sono documenti e si fanno rientrare nella manutenzione ordinaria, ad eccezione della costruzione del presbiterio attuale che potrebbe risalire al 1739. Nel corso della storia la chiesa, sulla parete nord, era affiancata dalla sacrestia, di cui però non vi sono riferimenti temporali, né di edificazione né di demolizione.
Tra il 1989 e il 1990 l'edificio è stato oggetto di un importante studio archeologico, durante il quale fu rinvenuto in un angolo della navata un tesoretto composto da 1.164 monete patriarcali d'argento databili intorno al XIII secolo. In seguito fu realizzato un accurato restauro sia delle strutture, sia dell'apparato decorativo interno, che si concluse con la solenne inaugurazione nel 1997.
Preesistenze |
La chiesa è stata costruita sulle rovine di un edificio tardo romano a carattere civile e pubblico - che è stato ipotizzato fosse un albergo per pellegrini sulla strada da Aquileia a Cividale - di cui ha utilizzato un muro per erigere il muro sul quale poggia l'arco santo, mentre la maggior parte del complesso è andato distrutto nella costruzione del cimitero adiacente alla chiesa. A questo edificio è riferibile il lastricato più basso e i muri in ciottoli.
Per la costruzione della chiesa sono stati utilizzati inoltre molti materiali di spoglio di origine romana. Due frammenti lapidei di iscrizione pertinenti a un monumento sepolcrale sono murati nello spigolo esterno di Nord Est, un altro nel gradino di accesso al presbiterio in prossimità della cripta-ossario dei Sacerdoti. Un frammento modanato appartenente ad un elemento architettonico romano è stato reimpiegato nel basamento dell'altare in cornu evangelii. Un altro frammento, proveniente da un monumento sepolcrale romano, è stato rivenuto nel muro dell'arco santo. Tre loriche romane - ossia tre elementi di recinzione di area sepolcrale romana - erano comprese nel lastricato che precedeva l'altare in cornu epistolae, messe in opera alla rovescia. Sempre su questo lato è emersa una lastra romana, riferibile ad una soglia, a cui era congiunto ad angolo retto una grossa pietra che potrebbe essere lo stipite della stessa. Nel saggio di scavo nell'angolo Sud Ovest, la buca era riempita con frammenti di una colonna tortile romana ed è stato trovato un mattone frammentario con il bollo di Theodori.
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Impianto planimetrico |
La chiesa è orientata ad Est. La configurazione planimetrica è molto semplice: l'edificio si compone di un'unica navata longitudinale e di un presbiterio più stretto della navata a base quasi quadrata. La chiesa è inserita entro un'area che un tempo aveva funzione cimiteriale, delimitata da un muretto di recinzione con cancello in ferro battuto; al suo interno è contenuto un secondo muretto che circondava l'area parrocchiale della chiesetta.
Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 16,75 ml; larghezza 6,31 ml; altezza navata - colmo sotto trave 6 ml; altezza navata - catena di capriata 4 ml.
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Strutture verticali |
Tutte le murature sono in pietra sommariamente squadrata ed intonacate. La facciata principale a capanna, liscia, intonacata e tinteggiata color crema, presenta la parte centrale in aggetto rispetto al filo della facciata: vi si apre il portale d'ingresso, concluso seriormente ad arco - all'interno invece è architravato. Il corpo centrale prosegue oltre la copertura fungendo da base per il campanile a vela con una bifora campanaria. Anche le altre facciate sono intonacate e tinteggiate color crema; l'unica modanatura consta in una cornice dentellata che corre sotto alla linea di gronda dei muri laterali; vi si apre una finestra rettangolare per lato, sia in corrispondenza della navata che del presbiterio, e tre feritoie. Sulla facciata meridionale durante gli ultimi lavori di restauro, sono emerse tracce di incisioni parietali, raffiguranti San Cristoforo. Lungo l'intero perimetro della chiesa, sotto la linea di gronda, corre una cornice liscia, con una sola modanatura lineare. |
Coperture |
La copertura della chiesa è a due falde, con struttura lignea e manto in coppi; all'interno la struttura a capriate, costituenti cinque campate nella navata ed una unica nel presbiterio, travetti e sottomanto di copertura in tavelle è a vista. |
Campanile |
Il campanile è a vela e si erge sopra la facciata; presenta una bifora in cui è ospitato un campanello. |
Apparato decorativo |
La chiesa presenta una navata unica con arco santo che si apre verso una zona presbiterale quadrangolare, costruita in epoca successiva. I recenti scavi, infatti, hanno permesso di riportare in luce la struttura originaria costituita da un'abside semicircolare che si sviluppava oltre l'arco santo: è possibile vederla attraverso uno scavo nell'attuale pavimentazione coperto con lastra in vetro. Il pavimento, in finto coccio pesto, durante l'ultimo intervento degli anni Novanta è stato rifatto alla veneziana, mantenendo il gradino in pietra, recante una iscrizione romana, che separava lo spazio della navata e quello del presbiterio. Ai piedi del presbiterio, in posizione centrale, vi è un ossario dei Sacerdoti, coperta da una lastra in pietra.
Le pareti sono lisce, intonacate e tinteggiate di bianco; sotto strati d'intonaco sono state scoperte delle croci dedicatorie, tracciate con la terra rossa entro clipei. Alla base vi sono dei muretti alti circa 30 cm che fungono da seduta.
Durante i restauri degli anni Novanta, è stato rinvenuto, sotto all'affresco cinquecentesco che ricopriva l'arco trionfale, un precedente ciclo di affreschi di epoca medievale: è stato riportato in luce, asportando lo strato superiore, collocato in controfacciata.
L'affresco medievale si sviluppa fino all'altezza della primitiva chiesa, più bassa dell'attuale e si presenta frammentario - la parte sul lato destro è andata quasi interamente perduta. Il ciclo, caratterizzato da una policromia accesa e vivace, è arricchito da elementi architettonici dipinti che valorizzano l'arco santo: delle colonne impostate su un alto basamento sorreggono una ghiera a viticci gialli; comprendeva quattro scene, su due registri orizzontali ai lati dell'arco santo. Alla base vi è un alto zoccolo con decorazione a finto marmo, sormontato da una fascia a girali e motivi floreali; sul lato sinistro nella fascia inferiore è rappresentato il Martirio di Sant'Andrea, mentre in quella superiore l'Annunciazione, con l'Angelo nunziante e la Vergine annunziata; quest'ultimo proseguiva oltre l'arco santo con la rappresentazione della Natività e dell'Annuncio ai pastori, mentre la fascia inferiore a destra era dedicata ad un episodio della vita del Santo che non è stato decifrato. Sopra all'arco santo vi sono due figurette di profeti con un cartiglio che si protendono verso il centro dell'arco; all'intradosso è raffigurato San Pietro, a cui probabilmente si affiancavano tutti gli Apostoli nel registro inferiore della precedente abside; invece non è stato individuato il soggetto del registro superiore, forse un Evangelista.
L'affresco cinquecentesco, spostato in controfacciata, è inserito in una cornice architettonica di gusto rinascimentale; la parte superiore è dedicata alla Natività: tra l'Angelo nunziante e la Vergine è inserita la figura del padre Eterno nell'atto di inviare la colomba dello Spirito Santo; nella fascia inferiore invece, a sinistra è dipinta la Madonna con il Bambino, tra due Santi, di cui si riconosce solo San Sebastiano, e il donatore inginocchiato ai suoi piedi; a destra vi è la Trinità tra i Santi Nicola e Francesco d'Assisi.
Sulla parete destra è collocato un pluteo risalente all'epoca di Massenzio, che in origine era utilizzato come balaustra per delimitare lo spazio presbiterale, successivamente reimpiegato, fino ai restauri del 1990, in posizione orizzontale, posto in opera con la parte decorata alla rovescia, come piano d'altare a cassa, in muratura, contro la parete di fondo del presbiterio; presenta una decorazione geometrica: sulla parte sinistra vi sono due cerchi concentrici intercalati da un quadrato, ed al centro è raffigurato un leone; sulla parte destra due rombi concentrici intercalati da un quadrato, al cui centro vi è in grifone.
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Apparato liturgico |
Sulla parete di fondo del presbiterio sono collocate delle parti in legno dipinto provenienti dalla villa Jachia di Ruda, appartenenti al precedente altare addossato alla parete di fondo. Si tratta di una coppia di lesene binate, con a fianco due volute, le immagini dei Santi Tommaso e Andrea, rispettivamente a sinistra e a destra, una decorazione floreale al centro. |
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