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adeguamento liturgico
Ventimiglia
Ventimiglia - San Remo
oratorio
sussidiario
San Giovanni Battista e Santa Chiara
Parrocchia Cattedrale Nostra Signora Assunta
Pianta; Preesistenze; facciata; Portale; Facciate; Coperture; Impianto strutturale; Pavimenti e pavimentazioni; Campanile; Controfacciata; Volta; Navata; Presbiterio; Catino absidale; Arco trionfale; Nicchia retrostante il presbiterio; Altare
nessuno
XIII - XIII(preesistenze facciata); XIII - 1462(preesistenze fondazioni); 1462 - 1510(variazione d'uso intero bene); 1512 - 1512(decorazione interna intero bene); 1519 - 1519(commissione dipinto interno
decorazione); XVII - 1887(preesistenze facciata); 1692 - 1692(costruzione nicchia dietro altare interno
abside); 1948 - 1948(rifacimento copertura); 1949 - 1949(rifacimento campanile); 1950 - 1950(restauro volta del'abside); 2014 - 2015(restauro copertura
facciate); 1960 c.a - 1970 c.a (variazione d'uso intero bene)
Oratorio di San Giovanni Battista e Santa Chiara, detto dei Bianchi
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio di San Giovanni Battista e Santa Chiara, detto dei Bianchi <Ventimiglia>
Altre denominazioni Chiesa di S. Giovanni
chiesa Ss. Gio. Battista e Chiara
domo seu ecclesia Sancti Iohannis Baptistam de Vintimilio
domus batutorum de Vintimilio sub vocabulo beati Iohannis Baptiste
domus verberatorum Sancti Iohannis Baptiste civitatis Vintimilii
ecclesia Sanctae Clarae
Ecclesiam seu Oratorium Disciplinantium sub titulo sanctorum Gio Baptista et Clarae
Oratorio dei Bianchi
Oratorio dei "Disciplinanti" detto dei Bianchi
oratorio dei Ss. Chiara e Gio. Batta
(oratorio)sotto la prottettione del S. Precursore Giovanni Battista
S. Gio. Batta Oratorio de Discipl.
SS. Gio Batta e Chiara
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche

XIII  (preesistenze facciata)

Girolamo Rossi (cfr. BIB Rossi G. 1904), testimonia la presenza di un oculo nella facciata dell'oratorio che ipotizza appartenere alla preesistente chiesa di Santa Chiara (sec. XIII).

XIII - 1462 (preesistenze fondazioni)

La documentazione d'archivio relativa all'abitato di Ventimiglia nel XIII secolo riferisce dell'esitenza di una ecclesia Sanctae Clarae collocata nel quartiere detto di Castello, nella posizione ove oggi sorge l'oratorio. La chiesa era annessa ad un convento femminile, forse di regola francescana, considerata la dedicazione a Santa Chiara (cfr. Bibliografia: Palmero G., 1994) o, essendo le suore a servizio dei canonici della cattedrale, della loro medesima regola, ovvero agostiniana (cfr. BIB Rossi G. 1906). Data al 6 aprile 1462 la concessione fatta dal capitolo della cattedrale di Ventimiglia della chiesa di Santa Chiara alla confraternita dei Disciplinati (cfr. BIB Rossi G. 1906).

1462 - 1510 (variazione d'uso intero bene)

Dopo la concessione in uso alla confraternita da parte dei canonici della cattedrale, la chiesa viene ancora identificata con l'antica dedicazione (ecclesia Sancta Clara), come risulta da indicazioni testamentarie (cfr BIB Amalberti F., 2008, p. 19) mentre si viene attestando la nuova titolazione afferente il sodalizio laico. A questo periodo (post 1462) deve essere ricondotta la tavola con fondo oro raffigurante Santa Chiara e San Giovanni Battista, attribuita ad un esponente della nota famiglia Brea, pittori nizzardi, tavola che, attorno al terzo quarto dell'Ottocento, si trovava ancora nell'edificio e fu venduta dalla confraternita perchè ridotta in misero stato (cfr. BIB: Rossi G., 1886).

1512  (decorazione interna intero bene)

Nel 1512 la confraternita salda il compenso pattuito al pittore sanremese Giovanni Margoto per il ciclo di affreschi raffiguranti quindici episodi della Passione di Gesù (cfr. BiB: Bres G. 1914, Amalberti F. 2008), poi obliterati dai successivi interventi di decorazione: a quell'intervento vanno ricondotti i lacerti pittorici oggi affioranti sotto le cadute di intonaco della successiva fase decorativa settecentesca (cornici ovali già con dipinti su tela scomparsi).

1519  (commissione dipinto interno, decorazione)

Il 5 dicembre 1519 la confraternita stipula un contratto con il pittore milanese Andrea de Mairola per realizzare un'ancona di circa 2,25 m per 3,5 m da consegnare entro la Pasqua successiva; vi dovevano comparire al centro il Battesimo di Gesù, la Visitazione, il profeta Zaccaria , i misteri della vita di San Giovanni e la Pietà (cfr. BIB Bres G. 1914, Amalberti F. 2008). Si suppone che la tavola fosse destinata all'altare maggiore ma non si ha certezza che sia stata eseguita nè il dipinto è stato rintracciato.

XVII - 1887 (preesistenze facciata)

Ai lati della facciata principale si trovavano due campaniletti barocchi, noti dalle fonti iconografiche, dei quali oggi restano solamente le basi, sino al livello del timpano centrale, evidentemente mutili della cella campanaria e della copertura a "cipolla" con cui vengono ritratti nelle fonti pittoriche. Furono abbattutti probabilmente già nel 1887 per effetto del violento terremoto che colpì il Ponente ligure.

1692  (costruzione nicchia dietro altare interno, abside)

Nel 1692 viene costruita una nicchia dietro all'altare maggiore, accessibile da due corridoi ai lati di esso: la custodia marmorea era occultata normalmente dalla tela dell'altare e svelata in opportune circostanze. Al suo interno vi era l'antico crocifisso ligneo della confraternita, al quale erano attribuite virtù taumaturghe (cfr. BIB Rossi G. 1887). Il crocifisso è stato restaurato nel 2012 a cura del Laboratorio della Regione liguria e si trova in cattedrale.

1948  (rifacimento copertura)

Nel 1948 la Soprintendenza ai Monumenti della Liguria provvide al rifacimento della copertura dell'Oratorio non potendo attendere oltre l'intervento del Genio Civile, a meno di correre il rischio di non subire ulteriori danni all'interno dell'edificio. (cfr. BIB: Rivista Ingauna e Intemelia, Nuova Serie, Anno III, n. 2, p. 32, 1948). Durante i restauri eseguiti nel 2014, sotto il manto in marsigliesi allora posto in opera è stato rinvenuto il tetto preesistente in ciappe di ardesia.

1949  (rifacimento campanile)

Nel 1949 l'Istituto Internazionale di Studi Liguri, allora diretto da Nino Lamboglia, operò una serie di interventi sui monumenti del centro storico di Ventimiglia, pesantemente danneggiati dal secondo conflitto mondiale. In particolare, grazie all'intervento economico del Genio Civile, venne ricostruito il campanile barocco (retro dell'abside) mozzato da un proiettile navale nell'autunno 1944 (cfr. BIB: Rivista Ingauna e Intemelia, Nuova Serie, Anno IV, nn. 3-4, p. 59, 1949)

1950  (restauro volta del'abside)

Nel 1950 (iscrizione REST. to A.D. MDCL dipinta in colore nero su di un medaglione della volta del presbiterio, lato destro) furono eseguiti interventi di restauro, presumibilmente proprio in questa parte dell'edificio dove si è conservata l'articolata decorazione barocca in stucco e affresco.

2014 - 2015 (restauro copertura, facciate)

Restauro del manto di copertura in marsigliesi con sostituzione travatura in legno e conservazione del sottostante manto originario in ardesia; restauro intonaci campanile e facciate laterali; eliminazione superfetazioni sulla facciata laterale sinistra; restauro portale in marmo della facciata principale.

1960 c.a - 1970 c.a  (variazione d'uso intero bene)

L'edificio viene convertito in cinema-teatro con la trasformazione dell'area presbiterale - ove vengono posti il palco e lo schermo - e della controfacciata, ove alla cantoria viene sovrammessa la cabina di proiezione in cemento armato.
Descrizione

L'oratorio sorge nel centro storico di Ventimiglia, in posizione eccentrica rispetto all'abitato eppure di grande rilievo, essendo visibile dalla città sottostante e dal litorale. Dal 1462 è sede dell'antica confraternita dei Disciplinanti - già operante in Ventimiglia almeno dal secolo precedente - pur trovandosi costruito o riedificato utilizzando le strutture di una preesistente chiesa di santa Chiara, nota già dalle fonti del XIII secolo, annessa ad un convento femminile. Modificato nella destinazione d'uso e nella decorazione a partire dal XVI secolo, giunse quasi integro alle soglie del XX secolo, quando erano ancora visibili la complessa decorazione del presbiterio in stucchi figurati ed affresco, gli scranni confraternali e le tele ovali lungo le pareti, oggi note solo da rare testimonianze fotografiche. Venuta meno in quegli anni l'attività della confraternita, gradatamente estintasi, dopo il secondo conflitto bellico l'oratorio fu convertito in cinema-teatro, avviando così la dispersione del patrimonio mobile e la mutilazione degli stucchi e delle decorazioni interne. Nel 2010 è stato avviato un progetto di restauro dell'intero edificio che consentirà di riaprire al culto l'oratorio e di utilizzare i locali annessi quale sede espositiva e per attività culturali.
Pianta
Pianta rettangolare, a navata unica; il presbiterio è rialzato rispetto alla navata ed è concluso da abside circolare. Sul lato destro della chiesa si trova un edificio a tre livelli dalla pianta pressocchè trapezoidale.
Preesistenze
E' noto dalle fonti documentarie e bibliografiche che l'oratorio attuale fu costruito sul sedime di una chiesa conventuale dedicata a Santa Chiara, risalente almeno al XIII secolo. Parte del piano interrato dell'edificio ad esso adiacente reca elementi murari riconducibili a questa fase.
facciata
Facciata principale orientata a sud-est è caratterizata dal portale in marmo bianco, al centro, ornato da sculture a tutto tondo; l'ampia finestra a semicerchio occupa il centro del registro superiore, individuato da un cornicione trasversale, ed è sormontata dal timpano triangolare con piccolo oculo. Ai lati si notano due volumi lievemente aggettanti rispetto alla porzione centrale della facciata, corpi mutili nella porzione eccedente il registro sopra il portale, che individuano la posizione dei perduti campaniletti barocchi.
Portale
Due lesene rastremate, poste ai lati dell'ingresso sorreggono l'architrave con decorazione a festone - ai lati dell'iscrizione ISTE PUER MAGNUS - ed il cornicione mistilineo, sul quale poggiano due putti con le mani giunte, seduti a destra e sinistra di due vasi di frutta; tra i due putti laterali, vi è la scultura di San Giovanni bambino - restaurata nel 2014 -, vestito di pelle, mano destra benedicente, vessillo, posto entro nicchia a tempietto con targa sottostante recante croce dei Santi Maurizio e Lazzaro a rilievo. La porta in legno con sagomature è databile al secolo XVIII.
Facciate
Facciata nord: vi si trovano due corpi di fabbrica a pianta semicircolare. Il primo, più piccolo, contiene l'ambulacro d'accesso alla nicchia del Crocifisso; la seconda è l'abside del presbiterio. La facciata ovest, fino al 2014, era occupata da un volume incongruo, costruito ad uso garage e da un secondo edificio ad uso magazzino. Il primo è stato eliminato. La facciata est è occupata da un'abitazione di servizio, posta al piano primo, cui sottostanno, al piano terra, il portico che copre la via pubblica ed alcuni locali accessori (sacrestia) dell'Oratorio, e nel piano interrato, alcune stanze uso magazzino.
Coperture
Copertura a doppia falda sul corpo della chiesa, concluso a tripla falda nella zona absidale; tetto a falda unica sull'edificio posto in aderenza della facciata est. Manto in tegole marsigliesi poggianti su travatura lignea, restaurata nel 2014, soprastante l'antico tetto in ciappe d'ardesia già conservato nel precedente restauro del 1950. La copertura in ardesia emergeva solo nel tettuccio dell'absidiola.
Impianto strutturale
L'edificio di culto si trova al livello dell'antistante piazzale d'accesso, mentre i locali di servizio sono ad una quota leggermente superiore al piano della navata e fanno parte di un edificio di due piani, di cui il terreno è per l'appunto occupato da questi vani e dalla strada pubblica coperta da volte su cui poggia il piano furoi terra, ad uso abitazione. Correda l'immobile un piano seminterrato, nel quale si trovano alcuni magazzini di fabbricazione novecentesca - già tipografia - la cui struttura si è sovrapposta a preeeistenze oggi di difficile datazione, forse riconducibili alla fase del XIII secolo.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della chiesa in mattonelle di cemento bianco e nero.
Campanile
Campanile a pianta quadrangolare, in pietra intonacata fino all'imposta della cella campanaria, realizzata in cemento e muratura dalla cella alla copertura. Cella con monofore sui quattro lati, concluse ad arco, copertura a semisfera poggiante su tiburio a pianta esagonale con oculi. Scala interna in ferro. Accesso al campanile dal lato sinistro del presbiterio.
Controfacciata
Controfacciata privata in parte dell'originaria cantoria in luogo della quale è stata creata una cabina di proiezione in cemento armato, databile agli anni Sessanta del XX secolo, quando l'oratorio funse da cinema.
Volta
Volta a botte con unghioni in corrispondenza delle finestre semicircolari che si aprono tre per parte alla base dell'imposta della copertura. La volta è intonacata - non si esclude che un futuro restauro metta in luce ulteriori decorazioni -; strutturalmente è in canniccio.
Navata
Navata a pianta rettangolare. Le pareti laterali sono decorate da cornici ovali con elementi fitomorfi e nastri sormontati da volti angelici, modellate in stucco, alternate a finte lesene con elemento circolare mediano. Negli ovali si trovavano dipinti su tela raffiguranti probabilmente episodi della Passione di Gesù. Questa decorazione settecentesca, posta nella metà superiore della parete, lasciava spazio per i banchi confraternali in legno a doppio ordine, di cui si ha testimonianza fotografica. Questo assetto si era andato sovrammettendo ad una precedente decorazione ad affresco, cinquecentesca, in parte affiorante dai lacerti di intonaco staccatesi dalle pareti, la quale è riconducibile al documentato intervento del Margotto che nel 1519 realizza ad affresco quidnici scene della Passione. Conclude la decorazione delle pareti laterali il fregio continuo in stucco che corre lungo il perimetro dell'aula, sotto l'imposta della volta. Nel fregio si riconoscono coppie di putti sdraiate, reggenti un cartiglio al centro, in corrispondenza della testa angelica che conclude gli ovali in stucco sottostanti; le coppie antropomorfe sono collegate da un nastro a girali fitomorfi. Al di sopra corre un fregio a rosette continuo. Conclude una cornice con elementi vegetali alternati.
Presbiterio
L'area del presbiterio è rialzata rispetto al piano della navata. Si articola in un corpo rettangolare con l'altare in marmo e due ambulacri laterali che permettono l'accesso al corpo retrostante, contente la nicchia-custodia dell'antico crocifisso ligneo, ora conservato in cattedrale.
Catino absidale
Il catino absidale presenta una ricca decorazione in stucco e ad affresco avente come soggetto la Vergine Maria. Al centro affresco con l'Assunzione della Vergine (la Vergine assurge al cielo dal sacorfago tombale attorno al quale sono riuniti gli Apostoli), entro cornice polilobata, attorniata da decorazione in stucco costituita da coppie di angioletti alternate a coppie di angeli in posizione eretta e/o seduta. Sotto: in stucco metallizzato, Colomba dello Spirito santo collocata sopra la corona retta da angioletti ai lati della scultura centrale in stucco raffigurante la Madonna Immacolata. Ai lati della Colomba, Madonna annunciata e Angelo annunziante dipinti entro cartigli; a sinistra della Vergine, cartiglio con scena dipinta della Natività della Vergine; a destra dell'Angelo, cartiglio con scena dipinta della Presentazione al tempio di Gesù. In basso, ai lati, entro cartigli, scena dipinta con la Natività di Gesù,a sinistra, e altra scena dipinta con Adorazione dei Magi a destra. In alto, cartigli con , a sinistra, figure di angeli dipinte reggenti un lenzuolo con iscrizione; a destra, analogo cartiglio con immagine perduta. Lungo la base del catino absidale sono poste quattro statue di profeti in stucco. La scena si completa con iscrizioni tratte dai testi profetici che riguardano la Vergine Maria.
Arco trionfale
L'arco del presbiterio è fittamente decorato a stucco con figure e cartigli. La porzione rivolta verso l'aula reca al centro la figura di Dio Padre ai cui lati vi sono tre figure di angeli per parte, frammischiate a festoni vegetali. Gli angeli sorreggono un lungo nastro con iscrizione, che si annoda tra i festoni e prosegue nell'estradosso dell'arco, anch'esso decorato con figure di angeli, tre per parte, alternati a motivo vegetale. La porzione dell'arco interna all'abside è decorata ad affresco da un fregio fitomorfo che culmina al centro in un cartiglio con iscrizione.
Nicchia retrostante il presbiterio
La nicchia ove si custodiva l'antico crocifisso ligneo della confraternita si trova dietro l'altare. Nell'assetto originario, era celata dal dipinto dell'altare (oggi conservato in cattedrale) e svelata in particolari ricorrenze liturgiche. Esternamente si presenta come un vano rettangolare concluso da semicerchio, incorniciato da colonne tortili binate nere che sostengono il timpano curvo spezzato; la base è decorata con i simboli della Passione (scala, spugna, lancia; tenaglie e martello; calice; cartiglio centrale perduto; acquamanile; dadi; chiodi; guanto di armatura; corona di spine) realizzati in commesso di marmo bianco con dettagli incisi e dipinti in nero, inseriti su fondo di marmo grigio. Dietro la nicchia c'è un ambulacro.
Altare
Altare collocato al centro del presbiterio, addossato alla parete di fondo. Dossale in commesso di marmi policromi con due elementi fitomorfi laterali alla croce centrale; struttura architettonica con due colonne in marmo nero ai lati della mensa, capitelli corinzio, architrave decorato, su cui poggia un frontone spezzato curvilineo.
Adeguamento liturgico

nessuno
L'oratorio è stato trasformato in cinema teatro nel secondo dopoguerra; attorno agli anni Ottanta non è più stato utilizzato a fini liturgici. Nell'immediato futuro si prospetta il recupero degli interni della chiesa e la sua riapertura al culto.
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