chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Capua
Capua
chiesa
parrocchiale
Maria SS. Assunta in Cielo
Parrocchia di Maria SS. Assunta in Cielo
Prospetto esterno; Facciata; Atrio; Coperture; Pianta; Cappelle; Presbiterio; Pavimenti e pavimentazioni; Campanile; Cripta; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1985); presbiterio - aggiunta arredo (2014)
856 - 856(costruzione intero bene); 861 - 861(dedicazione intero bene); 966 - 966(consacrazione intero bene); 966 - 966(primo restauro intero bene); 1072 - 1072(ampliamento intero bene); 1119 - 1119(decorazione intero bene); 1252 - 1285(ampliamento intero bene); 1255 - 1255(consacrazione intero bene); XV - XV(ampliamento intero bene); XVI - XVI(ampliamento intero bene); XVII - XVII(rinnovamento intero bene); 1719 - 1719(ristrutturazione intero bene); 1724 - 1724(consacrazione intero bene); 1827 - 1827(titolazione intero bene); 1854 - 1857(rinnovamento intero bene); 1949 - 1957(ricostruzione intero bene); 1992 - 1992(rifacimento intero bene); 1992 - 1992(cambio destinazione d'uso Cappella del Corpo di Cristo); 2017 - 2017(restauro intero bene)
Cattedrale di Maria Santissima Assunta in Cielo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Cattedrale di Maria Santissima Assunta in Cielo <Capua>
Altre denominazioni Maria SS. Assunta in Cielo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze capuane (costruzione)
Notizie Storiche

856  (costruzione intero bene)

L'edificazione della Basilica Cattedrale di Capua si deve al vescovo Landulfo nell’anno 856.

861  (dedicazione intero bene)

Nell’anno 861 Landulfo volle che la Basilica fosse dedicata ai santi S.S. Stefano ed Agata

966  (consacrazione intero bene)

IL 14 agosto 966 la chiesa fu consacrata dal papa Giovanni XIII il quale ritenne come compatroni Maria S.S. Assunta in cielo, S. Stefano Ed Agata. Lo stesso papa conferì alla Chiesa capuana la dignità di Metropolia, assoggettandole – con lettere apostoliche – 10 Diocesi del circondario.

966  (primo restauro intero bene)

Quando Capua divenne sede Metropolita nel 966, la cattedrale fu restaurata per la prima volta e ne furono ampliate leggermente le dimensioni

1072  (ampliamento intero bene)

Nel XI secolo, l'arcivescovo Erveo aggiunse il quadriportico all'ingresso, adibendolo, per lungo tempo, a cimitero per i membri più importanti della cittadina. Nel 1072 vi costruì due amboni: uno più piccolo detto Suddiaconale, l’altro a destra, magnifico e sontuosissimo, detto il Gran Pulpito.

1119  (decorazione intero bene)

Nel 1119 all’ambone furono aggiunti preziosi mosaici dall’arcivescovo Ottone.

1252 - 1285 (ampliamento intero bene)

Dal 1252 al 1285 la Basilica fu ampliata e resa in più bella forma dall’arcivescovo Marino Filomarino, discepolo di San Tommaso d’Aquino.

1255  (consacrazione intero bene)

La Basilica fu consacrata solennemente il 6 giugno 1255 dal papa Alessandro IV, il quale l’arricchì col diploma delle indulgenze il 13 settembre 1255

XV  (ampliamento intero bene)

L’edificio sacro fu ampliato in seguito nel Quattrocento dall’arcivescovo Giordano Gaetano il quale allargò il Tempio, fece a volta le navate laterali, rifece il portico abbattendo il vecchio, costruì la Cappella di S. Paolino e ricostruì quella di S. Lucia.

XVI  (ampliamento intero bene)

Nel corso del XVI secolo la cattedrale fu restaurata integralmente e nuovamente ampliata, portandola quasi alle dimensioni attuali. Nel contempo, fu ristrutturato notevolmente l'annesso Palazzo Vescovile. I rimodernamenti furono fatti dall’arcivescovo Cesare Costa.

XVII  (rinnovamento intero bene)

Nel 600 fu completata la Cappella del S.S Sacramento e decorata nuovamente la cripta. Il cardinale Roberto Bellarmino riformò l’ambone, rinnovò e modificò il presbiterio chiudendolo con la balaustra, arricchì la Cappella del Sacramento.

1719  (ristrutturazione intero bene)

Nel corso del Settecento l'intero complesso venne ristrutturato radicalmente secondo gli stili in voga nel periodo. Il cardinale Niccolò Caracciolo cominciò il 19 dicembre 1719 un restauro generale della Cattedrale: ampliò la Cappella del Sacramento, abbellì l’atrio, prolungò il coro, vi costruì il sacro ipogeo. Il restauro riguardò anche la sostituzione del soffitto quattrocentesco con una volta a botte lunettata e l’aggiunta di cappelle laterali.

1724  (consacrazione intero bene)

A richiesta del cardinale Niccolò Caracciolo la Basilica fu consacrata il 19 novembre 1724 dall’arcivescovo Mondillo Orsino, a nome dello zio papa Benedetto XIII il quale – nella domenica Laetare del 1726, l’arricchì della “Rosa d’oro”, benedetta con rito pontificio.

1827  (titolazione intero bene)

20 novembre 1827: per le ripetute richieste del cardinale Francesco Serra di Cassano fu dato alla chiesa il titolo di “basilica minore” (a somiglianza delle basiliche romane) dal papa Leone XII

1854 - 1857 (rinnovamento intero bene)

Tra il 1854 ed il 1857, sotto monsignor Gennaro Cosenza, l'architetto Federico Travaglini rinnovò la chiesa. A lui si deve il recupero di alcuni elementi antichi (come gli archi in mattoni tra le colonne della navata) e una riduzione degli ornamenti barocchi in stucco (sostituiti con nuove decorazioni di gusto classicheggiante).

1949 - 1957 (ricostruzione intero bene)

9 settembre 1943: in questa data la cattedrale, a causa dei pesanti bombardamenti americani sulla città, fu distrutta integralmente, portando alla dispersione del gran numero di opere d'arte presenti al suo interno. Pertanto, la Basilica fu ricostruita tra il 1949 ed il 1957.

1992  (rifacimento intero bene)

Nel 1992 furono rifatti il finestrone della facciata, la volta a botte della navata centrale, la trabeazione e le due lesene corinzie in prossimità del presbiterio

1992  (cambio destinazione d'uso Cappella del Corpo di Cristo)

Nel 1992, all'interno della Cappella del Corpo di Cristo, venne inaugurato il Museo diocesano di Capua, ove sono conservate opere pittoriche e scultoree.

2017  (restauro intero bene)

Nel 2017 è stato effettuato un intervento di consolidamento e restauro della copertura; un intervento di consolidamento e restauro delle murature portanti; un intervento di consolidamento e restauro delle facciate; un intervento di consolidamento e restauro degli interni.
Descrizione

Dedicata a Maria SS. Assunta in cielo e ai Santi Stefano ed Agata, la Basilica Cattedrale di Capua fu fatta costruire dal vescovo Landulfo nell’anno 856 ed elevata a sede meprotolitana da papa Giovanni XIII. Da questa circostanza scaturì un rafforzamento del ruolo rappresentativo del Duomo che fu più volte ristrutturato ed ampliato. L’esedra d’ingresso del quadriportico, ad esempio, è settecentesca e presenta un’elegante andatura concava alla cui sommità è la statua di Santo Stefano, dello scultore napoletano Angelo Viva. Risale all’epoca normanna, invece, il quadriportico che, scandito da colonne di spoglio, evidenzia - dal prospetto della cattedrale – l’imponenza della fabbrica e la differenza di altezza tra navata centrale e le due laterali. L’interno si offre alla vista semplice per la linearità formale delle strutture e degli arredi; maestoso per l’ampiezza dell’area occupata. Le 3 navate sono divise da 18 colonne di granito sormontate da capitelli. In prospettiva quello che attira gli sguardi e l’ammirazione di tutti è l’area presbiterale non solo per la linearità e la funzionalità dei i tre "luoghi" eminenti del presbiterio (altare, ambone, sede del presidente) ma anche per la splendore degli affreschi che adornano l’area stessa. Fra tutti spiccano la tela di Francesco Solimena rappresentante “L’Assunzione” posta sopra l’altare maggiore del coro e “La scelta del cenacolo”, dipinta da Paolo Rivetti nel 1961. Va ricordato anche la colonna del cero pasquale, l’opera più insigne della navata centrale, che costituiva e costituisce ancor oggi il monumento più antico nel suo genere e quello di maggior pregio della chiesa capuana. Due sono, ancora, gli elementi degni di nota: la Cappella del Corpo di Cristo dove ha sede il Museo diocesano e la cripta basilicale che accoglie un bellissimo busto marmoreo del Cristo morto, riconducibile per lo stile al Cristo velato conservato nel Museo Cappella Sansevero di Napoli. Nella struttura architettonica del complesso spicca la Torre campanaria, eccezionale episodio di architettura medievale. A pianta quadrata, fu concepita strutturalmente robusta con il basamento di blocchi lapidei; nel registro inferiore è profilata sugli angoli da colonne di marmo cipollino; nei tre ordini superiori presenta una tessitura muraria di mattoni e di piperno, con finestre bifore.
Prospetto esterno
La facciata esterna della Basilica è semplice e grandiosa. Ne chiude l’ingresso un grande cancello di ferro di cui la parte superiore semicircolare è fissa (coda di pavone), in essa c’è la scritta “Basilica” e, nel mezzo del cornicione di coronamento, si nota lo stemma dell’arcivescovo Gennaro Cosenza. Al sommo della porta si legge un’iscrizione in memoria dell’arcivescovo Agostino Gervasio, restauratore del tempio nell’anno 1804. Il prospetto esterno termina con 6 statue in marmo e fra queste, in una posizione più elevata, la grande statua in marmo di S. Stefano, patrono principale di Capua: tutte le statue - commissionate dall’arcivescovo Gervasio - sono opera dell’artista napoletano Angeli De Viva.
Facciata
La facciata, di fronte a chi entra nell’atrio, è semplice e grandiosa. Un grande arco, nella parte inferiore, fa da sostegno al prospetto superiore. Agli estremi dell’arco si osservano due statue in stucco, opera dello scultore Pasquale Ricca di S. Maria C. V. : quella a sinistra rappresenta S. Prisco (primo Vescovo di Capua), quella a destra il vescovo S. Germano. In alto, nella parte superiore, svetta una croce di ferro dorato sul cui piedistallo si legge “Domus Dei”. A sinistra si osserva la statua di S. Stefano, a destra quella di S. Agata, l’una e l’altra in marmo del sec. XV, fatte scolpire dall’arcivescovo Gaetano Giordano, quali titolari della Cattedrale. Tre porte di accesso alla chiesa si presentano ornate da marmi di Mondragone (CE). Sulle due pareti laterali sono stati posizionati stemmi in marmo che ricordano personaggi significativi per la storia della basilica stessa. Ai due lati del portale d’ingresso ci sono altri due stemmi: uno dedicato al santo Padre Francesco, l’altro all’attuale arcivescovo della Diocesi di Capua, S. E. mons. Salvatore Visco. Vanno ricordati, anche, i due medaglioni in bronzo - su cui è stata incisa la frase chiave del Giubileo della Misericordia - posizionati ai lati del portale mediano della Basilica in occasione dell’apertura della Porta Santa.
Atrio
Giordano Gaetano, avendo prolungato la chiesa in questa parte dell’ingresso, dovette abbattere l’antico portico dell’arcivescovo Erveo per far costruire l’atrio, di forma rettangolare, che misura m. 22 di lunghezza per m.18 di larghezza. È coronato da un peristilio ornato da 16 colonne con archi delle quali alcune di granito, altre di cipollino e brecciolina con capitelli corinzi. Un loggiato con balaustrata di marmo, formato da colonnette, sovrasta il peristilio. In pietra naturale è il pavimento: le pietre - usate nella loro forma rustica (non levigate) sotto forma di conci (pietre squadrate) si dipartono a raggiera da un fulcro centrale con un effetto visivo quasi monocolore.
Coperture
La navata centrale ha una volta ellittica a botte lunettata; le navate laterali hanno le volte a croce. Una larga fascia di travertino grigio con dedica corre lungo le pareti della navata principale separando la parte inferiore da quella superiore. La copertura, intonacata e imbiancata di bianco, ha sostituito l’antica soffittatura dorata che, a sua volta, aveva rimpiazzato quella ancora più antica in legno.
Pianta
Quattro gradini consentono di accedere all’interno della Basilica. La pianta del tempio, lunga 46 metri, è a croce latina. L’interno - che comprende tre navate suddivise da 18 colonne (9 per lato) - colpisce per l'altezza e la spaziosità. Le colonne - resti di più antichi edifici - sono diverse tra loro per altezza, diametro e materiale: due di marmo bianco sono scanalate, le altre di cipollino risultano lisce; i capitelli diversi l’uno dall’altro appartengono all’ordine corinzio, tre sono di epoca medievale. Il primo a destra è dorico. Un tempo le pareti interne della cattedrale mostravano affreschi ritenuti opera del Cavallini; tra i pochi affreschi che si possono ammirare oggi va segnalata la “Vergine con il Bambino” ritenuta da alcuni studiosi di scuola napoletana del 400, da altri di scuola senese del 300. L’opera più insigne della navata centrale è la colonna del cero pasquale, opera normanna del sec. XI, di gran pregio per la decorazione di scultura e di mosaici. Nelle navate laterali si aprono 8 cappelle, belle per la semplicità delle decorazioni. Nella navata di sinistra si apre la porta che immette in Piazza Etiopia su cui corre il muro perimetrale della Basilica; un’altra porta piccola porta al Palazzo arcivescovile in Piazza Landolfo I.
Cappelle
Nelle navate laterali si aprono 8 cappelle: esse portano tutte un medesimo disegno e furono chiuse da balaustrate per opera del cardinale Serra di Cassano. Fra tutte ricordiamo la Cappella di S. Giuseppe nella quale trovano posto – in due bellissimi marmorei monumenti – i corpi dei cardinali Cosenza e Apuzzo traslati dal cimitero di Capua in questo Duomo il 30 luglio 1913 così come si legge sulle lapidi marmoree poste sul pavimento, ai piedi dei monumenti. Uscendo dalla sagrestia, a sinistra, si trova la Cappella dove è custodita la statua in legno dell’Immacolata Concezione, opera di abilissimi artisti regalata al cardinale Cosenza dal re Ferdinando II nel 1859. In corrispondenza di questa cappella, nella navata laterale destra, si trova l’artistica Cappella del SS. Sacramento che ha subito trasformazioni in tempi diversi in ampiezza ed ornamenti. Ultimo restauro fu quello voluto dal cardinale Alfonso Capecelatro nel 1884. Salendo due gradini si accede alla Cappella passando per un bellissimo cancello di bronzo. L’architettura è sullo stile del 600; lo zoccolo delle pareti di marmo nero fu fatto venire dalla Francia; più su gira intorno una fascia di marmo rosa detto vitulano. Il pavimento è prezioso per i suoi autentici mosaici, di diverse epoche, finemente intrecciati. La parete di fronte, a forma di abside, tagliata nel muro è di colore azzurro tutta stellata. Desta viva ammirazione il preziosissimo altare maggiore con il suo ciborio, realizzato nel 1777 su disegno dell’architetto Ferdinando Fuga. L’altare è di marmo ornato di bronzo con un Tabernacolo pieno di colonnette di diaspro ed altri decorazioni di pietre preziose, progettato dal padre teatino don Anselmo Cangiano. In questa cappella, oltre all’altare maggiore, ce ne sono altri due laterali, decorati con pregiati marmi ornamentali. I paliotti e i dadi dei due basamenti laterali sono abbelliti da fiorami di marmo intagliati.
Presbiterio
In origine il presbiterio mancava e la chiesa finiva dove ora comincia la gradinata di accesso all’area presbiterale. Si deve al cardinale Roverto Bellarmino l’ampliamento della chiesa verso occidente. Questa la parte che, più di ogni altra, fu danneggiata dal bombardamento del 9 settembre 1943: il presbiterio e la cripta scomparvero. All’area presbiterale si accede attraverso un’ampia scala, risultante di 7 gradini ad arco; essa termina con due balaustrate che sorreggono, al loro inizio, due colonne di marmo verde portanti candelabri di metallo dorato. Nella zona suddetta sono collocati, in modo funzionale dal punto di vista liturgico, l'altare, l'ambone e la sede del presidente. Di fronte alla cattedra dell’Arcivescovo è stata posizionata una sede per il presidente non vescovo. In alto, sulla sinistra, alle spalle della sede vescovile, c’è un vano aperto per la "cantoria"; un secondo organo, di minori dimensioni, è collocato nella navata di destra, in posizione utile alla schola cantorum e all'assemblea. A destra e a sinistra, lungo le pareti perimetrali dell’area, ci sono gli alti scanni in legno per i presbiteri. Gli affreschi del presbiterio sono opera di Antonio Rivetta, di Milano. Essi raffigurano uno stuolo di angeli con cartigli, tanti quante sono le invocazioni alla Madonna nelle Litanie Lauretane. Fra gli angeli, in primo piano, i SS. protettori, Stefano ed Agata. L’insieme degli angeli sovrasta un pregevole quadro del Solimena: “L’Assunzione della Madonna”. Gli affreschi laterali rappresentano rispettivamente l’Ultima cena; l’incontro del Signore con i discepoli di Emmaus e Prisco, protovescovo di Capua, nella cui casa - secondo un’antica tradizione - fu celebrata l’ultima cena.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della Cattedrale è particolarmente significativo. Pezzi di marmo, tagliati grossolanamente, sono stati disposti in modo da raffigurare, con un gioco di intarsi policromi, l’albero della vita che, partendo dall’ingresso della Basilica con le sue radici, si dirama verso le tre navate rappresentando tre figure: lo Spirito Santo (simboleggiato da una colomba), la sagoma di Cristo crocifisso e, con una grande lastra bianca, l’immagine del Padre. Visivamente l’albero termina ai piedi della scalinata che immette nell’area presbiterale: qui i pezzi di marmo rappresentano una grande mandorla che - secondo i dettami dell’iconografia cristiana - è da associare alla figura di Gesù, il Verbo divino fattosi uomo.
Campanile
Dichiarato “Edificio monumentale” - con dispaccio del Ministero datato 16 maggio 1873 - è un’opera grandiosa di puro stile longobardo. Il campanile, a pianta quadrata, è alto 40 metri e sormontato da una terrazza su cui - fino al 1456 - c’era un tempietto sorretto da 4 colonnine che, negli anni precedenti, aveva custodito le reliquie di S. Agata, tempietto che fu distrutto dal terremoto di quell’anno. Fatto con grandi massi di travertino, il campanile porta agli angoli 4 colonne di marmo cipollino all’ordine inferiore; i 3 ordini superiori - in mattoni e piperno - hanno 12 finestre bifore con colonnine. Sono presenti sul basamento, tra grossi conci squadrati, alcune feritoie che dovevano assolvere ad una evidente funzione difensiva all’interno del nucleo urbano capuano. Sul prospetto orientale del campanile sono visibili degli altorilievi: un gladiatore ferito in combattimento e un busto di Diana cacciatrice. Sul Campanile, al quale si può accedere per una larga scala, trovano posto 6 campane funzionanti.
Cripta
Destinata alla custodia di numerose reliquie, la cripta, a cui si discende per due scale di marmo, occupa uno spazio quasi uguale a quello del presbiterio. Essa, fino al cardinale Caracciolo, non aveva la forma attuale: oggi risulta divisa in 3 navate da una fila di colonne sormontate da capitelli, delle quali alcune di granito ed altre di diversi marmi ornamentali. Il pavimento è cosmatesco; in vari punti sono disposte lastre di mosaici veri dell’antico ambone diaconale. Il cardinale Caracciolo volle fare della cripta un ricordo del S. Sepolcro di Gerusalemme e, pertanto, in un’edicola centrale - simile per pianta, misura e architettura alla Tomba adorata in Gerusalemme - depose il Cristo morto dello scultore napoletano Matteo Bottiglieri, discepolo del Bernini. È una statua di singolare pregio e bellezza per la morbidezza di forma e d disegno. Sull’altare a fronte, consacrato dal papa Benedetto XIII il 23 aprile 1723, il busto marmoreo dell’Addolorata. Nella stessa cripta, alle spalle del tempietto, vi è un sarcofago romano del III secolo su cui è scolpita una pregevole “Caccia di Meleagro”. In furono rinvenute moltissime reliquie di Santi traslate, poi, in altro luogo più sicuro e opportuno.
Elementi decorativi
All'interno, numerosissime sono le opere artistiche che decorano la Basilica Cattedrale. In particolare, vanno menzionate: il “Cristo morto” di Matteo Bottiglieri (XVIII sec.), discepolo del Bernini; la base marmorea del fonte battesimale (X secolo) recante, nelle sue quattro facce, scolpiti i simboli degli evangelisti; due leoni marmorei che, forse, dovevano sorreggere un ambone medievale; nella cripta, sorretta da diverse colonne di granito, alcuni interessanti capitelli decorati con animali e figure mostruose ed un arciere in atto di scoccare la freccia; due monumenti funebri del XIV e XV secolo, di cui uno riutilizza un sarcofago romano del IV secolo; l'Addolorata della scuola del Canova, il prezioso sarcofago romano e le decorazioni musive; i dipinti (secc. XVI-XIX), dei quali alcuni autori sono nomi celebri come Domenico Vaccaro; i monumenti sepolcrali dei cardinali Cosenza e Francesco Saverio Apuzzo (fine 800) nella cappella di S. Giuseppe; le tombe degli arcivescovi Giordano Caetani e Salvatore Baccarini (1930-1962) nella cappella di S. Lucia; la statua della Madonna della Purità (sec. XV) nella cappella del SS. Sacramento, dove campeggia l'inestimabile altare (secc. XVI-XVII) donato al card. Alfonso Capecelatro (fine 800) dai Reali di Savoia; mosaici del primitivo ambone, che abbelliscono la cappella dell' lmmacolata, scultura donata alla Chiesa di Capua da Ferdinando II di Borbone (1830-1859). Una citazione particolare merita il supporto per il Cero pasquale dell'arcivescovo Erveo risalente all'XI secolo, con immagini scolpite nel marmo e decorato con intarsi policromi. Esso è un pezzo di marmo bianco con la base e il capitello ornato con 8 angioletti, alto m.4,50 con una circonferenza di m.1,10. È senz’altro questa l’opera più antica e pregevole della chiesa capuana.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1985)
L’adeguamento liturgico della Cattedrale di Capua risale al 1985 allorquando fu posizionato al centro del presbiterio un nuovo altare che presentava una lastra di marmo (parte dell’antico pulpito rimosso) sostenuta da un supporto in metallo. Davanti, restaurato per l’occasione, un paliotto color oro, prezioso perché nei tempi passati era utilizzato per decorare, nelle solennità, l’altare maggiore. Il nuovo altare fu consacrato dall’arcivescovo S.E. mons. Luigi Diligenza nel 1991.
presbiterio - aggiunta arredo (2014)
Nel 2014 un nuovo intervento ha modificato alcuni elementi del presbiterio: la mensa è stata sostituita da un unico blocco in marmo bianco, minimalista nella forma; in legno, la “cattedra” su cui troneggiano in alto le insegne vescovili in metallo dorato; di forma squadrata, in marmo, anche il nuovo ambone; la vasca battesimale, con base in marmo e vasca in rame, è stata restaurata.
Contatta la diocesi