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Brindisi
Brindisi - Ostuni
chiesa
parrocchiale
Visitazione e San Giovanni Battista
Parrocchia Cattedrale Visitazione e San Giovanni Battista
Coperture; Scale; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale
presbiterio - aggiunta arredo (2009)
1089 - 1143(costruzione intero bene); 1178 - 1178(realizzazione pavimento); 1191 - 1191(incoronazione reale carattere generale); 1255 - 1255(matrimonio carattere generale); 1743 - 1743(danneggiamento intero bene); 1743 - 1750(rifacimento intero bene); 1780 - 1793(costruzione campanile); XIX - XIX(rifacimento pavimento); 1920 - 1923(completamento facciata); 1941 - 1941(danneggiamento intero bene); 1957 - 1959(completamento facciata ); 1957 - 1959(restauro intero bene); 1957 - 1959(rifacimento campanile); 2007 - 2007(restauro conservativo intero bene); 2016 - 2020(restauro conservativo intero bene)
Cattedrale della Visitazione e San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Cattedrale della Visitazione e San Giovanni Battista <Brindisi>
Altre denominazioni Cattedrale di Brindisi
Chiesa di San Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (costruzione)
Notizie Storiche

1089 - 1143 (costruzione intero bene)

La prima pietra della cattedrale di Brindisi fu posta da papa Urbano II nel 1089 e fu terminata entro il 1143. L'edificio fu edificato secondo le consuetudini architettoniche dell'ambito romanico pugliese.

1178  (realizzazione pavimento)

Nel 1178 viene posato il mosaico pavimentale della cattedrale, visibile parzialmente ancora oggi in lacerti e frammenti.

1191  (incoronazione reale carattere generale)

Ruggiero, figlio di Tancredi, fu incoronato nella cattedrale brindisina re di Sicilia nel 1191.

1255  (matrimonio carattere generale)

Nel 1225 la quattordicenne Isabella di Brienne, regina di Gerusalemme, avrebbe celebrato nella cattedrale di Brindisi le proprie nozze con il signore dell'Occidente, l'imperatore Federico II.

1743  (danneggiamento intero bene)

Lo sciame sismico del 20-21 febbraio 1743, che ha interessato gran parte del territorio della Provincia di Terra d'Otranto, provoca ingenti danni alla cattedrale di Brindisi.

1743 - 1750 (rifacimento intero bene)

La chiesa fu ricostruita dopo il terremoto del 1743. Della chiesa romanica è rimasta la planimetria basilicale, a tre navate senza transetto. L'edificio fu riaperto solennemente nel luglio del 1750.

1780 - 1793 (costruzione campanile)

Il campanile, ove è ammurato lo stemma dell’arcivescovo Giovan Battista Rivellini (1778-95) che ne promosse la costruzione protrattasi dal 1780 al 1793, fu progettato dagli architetti Giuseppe e Carlo Fasano di Ostuni

XIX  (rifacimento pavimento)

Il pavimento musivo di Brindisi, voluto dall’arcivescovo francese Guglielmo (1173-81), ha grandemente sofferto lungo i secoli sino alla distruzione avvenuta per volere dell’arcivescovo Raffaele Ferrigno (1856-75).

1920 - 1923 (completamento facciata)

Negli anni Venti del Novecento si completò la facciata con un timpano ai tempi dell'episcopato di S.E. mons. Tommaso Valeri.

1941  (danneggiamento intero bene)

La facciata della cattedrale e il campanile vengono danneggiati durante i bombardamenti del 1941.

1957 - 1959 (completamento facciata )

Durante l'episcopato di S.E. mons. Nicola Margiotta, il timpano novecentesco viene sostituito dalle statue dei santi Teodoro, Lorenzo, Leucio e Pio X, elementi poi rammodernati nell'ultimo restauro nel 2007.

1957 - 1959 (restauro intero bene)

Durante l'episcopato di S.E. mons. Nicola Margiotta la cattedrale è oggetto di una serie di attività di restauro condotte dall’arch. Lorenzo Cesanelli. I lavori, iniziati nel 1957, si conclusero con la solenne riapertura dell'edificio il 18 luglio 1959.

1957 - 1959 (rifacimento campanile)

Il campanile settecentesco, abbattuto dai bombardamenti del 1941, viene ricostruito sulla scorta dell'antico modello durante i lavori di restauro del 1957-1959.

2007  (restauro conservativo intero bene)

Nel 2007, durante l'episcopato di S.E. mons. Rocco Talucci, la cattedrale è oggetto di un'importante attività di restauro conservativo; durante i lavori si è proceduto con il rifacimento dell'impianto elettrico, il recupero di preesistenze dell'antica cattedrale, la bonifica della copertura e del lastricato solare, la pulitura e la messa in sicurezza degli intonaci interni e la pulitura delle facciate esterne dell'edificio.

2016 - 2020 (restauro conservativo intero bene)

Durante l'episcopato di S.E. mons. Domenico Caliandro, la cattedrale è stata oggetto di un'importante attività di restauro conservativo; le operazioni hanno riguardato il consolidamento e restauro della copertura, consolidamento e restauro della cupola e del relativo lanternino, il consolidamento e recupero delle facciate esterne e il consolidamento degli intonaci interni. Il restauro si è concluso agli inizi della primavera del 2020 su progetto presentato e vagliato nel 2016.
Descrizione

La sua origine è “avvolta nella leggenda: il primo Apostolo della città di Brindisi, S. Leucio, si sarebbe recato a Brindisi per liberare la città dagli eretici. Qui volle innalzare una chiesa proprio nel luogo in cui aveva battezzato 27.000 convertiti e dedicarla alla Beata Vergine e a S. Giovanni Battista. I primi documenti che ne attestano l’esistenza sono del XII secolo e due epigrafi su lastre marmoree murate nella sagrestia riportano, con chiaro riferimento, al normanno Ruggero e all’arcivescovo Bailardo che edificò il tempio negli anni 1139-1143. Di questa antica chiesa rimane oggi ben poco: nella notte tra il 20 e il 21 febbraio dell’anno 1743 un violento terremoto causò danni alla Cattedrale, al palazzo arcivescovile e al campanile. Le lesioni causate alla chiesa indussero il clero a ristrutturarla radicalmente, secondo il gusto dell’epoca. Alla Cattedrale normanna appartengono: i resti dell’abside con un doccione a forma di elefante e del pavimento musivo, che fu quasi del tutto distrutto lo scorso secolo dall’arcivescovo Raffaele Ferrigno. Occorsero alcuni anni perché la Cattedrale risorgesse; questo accadde nel luglio del 1750 quando la “nuova” chiesa fu terminata, come attestano le epigrafi a lato del portale. In seguito fu più volte restaurata. Tra il 1920 e il 1923, ad iniziativa dell’arcivescovo Tommaso Valeri (1910-42), si completò la facciata con un timpano, distrutto nei bombardamenti del novembre 1941, cui si pensò di sostituire, coi restauri avviati nel 1957, promossi dall’arcivescovo Nicola Margiotta (1953-75) e condotti sotto la direzione dell’arch. Lorenzo Cesanelli, le statue dei santi Teodoro, Lorenzo da Brindisi, Leucio e Pio X, in cemento, modellate da Alessandro Fiordegiglio. I lavori si conclusero con la solenne riapertura della basilica il 18 luglio 1959. Il campanile, ove è ammurato lo stemma dell’arcivescovo Giovan Battista Rivellini (1778-95) che ne promosse la costruzione protrattasi dal 1780 al 1793, fu progettato dagli architetti Giuseppe e Carlo Fasano di Ostuni; danneggiato dai bombardamenti aerei alleati su Brindisi durante la seconda guerra mondiale, fu ricostruito attenendosi all’antico modello. Della chiesa romanica è rimasta la planimetria basilicale, a tre navate senza transetto. Sulla navata destra si apre il cappellone del Santissimo Sacramento comprendente anche gli altari di S. Antonio di Padova e S. Teodoro d’Amasea. Il pavimento musivo di Brindisi, voluto dall’arcivescovo francese Guglielmo (1173-81), ha grandemente sofferto lungo i secoli sino alla distruzione avvenuta per volere dell’arcivescovo Raffaele Ferrigno (1856-75). Oggi sono visibili alcuni frammenti nella navata laterale sinistra ed intorno all’altar maggiore. Il mosaico fu opera di un artista che probabilmente conosceva i pavimenti di Otranto e Taranto; creò tuttavia una composizione originale sia per lo stile che per l’inserimento di nuove immagini, come la figura di Ascanio e per il rilievo dato ad episodi della Chanson de Roland. Nei frammenti che sono verso il fondo della navata sinistra è la rappresentazione di un tronco d’albero che ha radici sopra un globo con decorazione a giglio, spinto verso destra da due uomini, tra cerchi a larghe bordure e con decorazioni zoomorfe nell’interno. Gli altri vicino l’altare maggiore includono cerchi a larga bordura in cui sono motivi zoomorfi. A differenza di ciò che resta nella navata, vi sono animali non inclusi in cerchi o cornici che giocano dentro e fuori i bordi, alla destra e alla sinistra dell’altare. Questi animali sono movimentati e vari: cani che mordono cani, uccelli con colli legati, bestie con code trasformate in feroci teste ed uccelli appaiati coi colli intrecciati attraverso le eleganti bordature alla base dell’originale muro absidale. L’area presbiteriale fu rialzata, rispetto al piano delle navate, allorché si ripensarono gli spazi della chiesa in relazione alle indicazioni offerte dal Concilio di Trento.
Coperture
Costituita da una successione di campate con volte a stella. L'abside presenta uno splendido soffitto, finemente lavorato nel XIX secolo.
Scale
L'accesso principale presenta tre gradini e si affaccia sulla piazza. Ingresso laterale presenta una scala e si affaccia sulla strada.
Pianta
Pianta a tre navate senza transetto, in cui la centrale ampia e spaziosa, le laterali più piccole.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in marmo chiaro.
Impianto strutturale
Impianto strutturale massiccio e robusto, tipico delle fortificazioni, a tre navate e con alto campanile, composto da conci tufacei lasciati all'esterno a vista e intonacati all'interno.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2009)
Altare in pietra e marmo con elementi figurati decorati a smalto e foglia oro. Ambone in legno decorato con panno porpora filigranato in oro.
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