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Tursi
Tursi - Lagonegro
chiesa
parrocchiale
Maria Santissima dell'Annunziata
Parrocchia di Maria SS. Annunziata
Struttura; Coperture
altare - intervento strutturale (2001); ambone - intervento strutturale (2001)
XV - XVI(costruzione intero bene); XVII - XVIII(costruzione intero bene); XIX - XX(ristrutturazione presbiterio); XX - XX(ristutturazione intero bene)
Chiesa di Maria Santissima dell'Annunziata
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Maria Santissima dell'Annunziata <Tursi>
Altre denominazioni Chiesa Maria Santissima Annunziata
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lucane (costruzione)
Notizie Storiche

XV - XVI (costruzione intero bene)

La Chiesa Cattedrale di Tursi, dedicata all’Annunziata, era, con molta probabilità, esistente già nel XV secolo, in relazione allo sviluppo urbanistico della cittadina di Tursi a valle in età moderna, al di sotto del più antico centro storico con la zona del castello e del relativo borgo, anche se il termine storico che accerta la sua sicura esistenza è il XVI secolo come rivelano elementi decorativi quali il gruppo lapideo in pietra dell’Annunciazione, con Angelo e Madonna, attribuito al Maestro di Noepoli e datato al 1519 oltre ai lacerti di affreschi con santi, riferibili alla antica decorazione del 1525, ricomparsi negli ultimi restauri sui pilastri delle arcate laterali del presbiterio. Fu la posizione di tale edificio sacro nel nuovo contesto urbanistico, in loco plano et magis opportuno, e la sua comodità per il Vescovo e la Curia, che avevano visto già lo spostamento della cattedrale da Anglona alla chiesa urbana di San Michele nel 1525.

XVII - XVIII (costruzione intero bene)

La cattedrale assunse gradualmente una forma sempre più solenne così, nel Settecento, essa appare ormai come magnifica fabrica insignis, il Duomo descritto come magnifico con una sagrestia ben provveduta ed ornata, e compare ai margini della cittadina in una veduta degli inizi del XVIII secolo senza campanile, eretto sotto il vescovo Sabatino nel 1718. Gli elementi decorativi che arricchiscono la navata centrale rievocano la soluzione neoclassica definita coi lavori avvenuti sotto il vescovo Ettore Quarti e descritti in un Inventario conservato nell’archivio della cattedrale e trascritto dagli studiosi locali. In particolare le decorazioni a stucco che vennero eseguite da maestranze di stuccatori provenienti da San Severino Lucano, Simone e Gennaro Lanzetta, mentre l’antico pavimento, anteriore al 1728 e rinnovato dopo l’incendio del 1988, fu realizzato da maestranze locali (dal figlio di mastro Giovanni Paolo Spadaforo).

XIX - XX (ristrutturazione presbiterio)

Lo spazioso presbiterio con il recente coro ligneo e la cattedra episcopale, concluso con abside quadrangolare, viene a trovarsi tra la bella sagrestia, definita nei lavori settecenteschi, e la cappella del Sacro Cuore con altare in marmo realizzato sotto il vescovo Acciardi (anno 1856). In esso campeggia l’altare maggiore che, con la balaustra poi eliminata, è opera del maestro tarantino Donato Merodo e porta lo stemma dello stesso vescovo Quarti, evidenziando così la portata intensiva dei lavori che, sicuramente, cambiarono la facies architettonica della chiesa rimanendo imponente fino ad oggi. Nuovi restauri ebbe la chiesa, specie dopo il crollo di parte del soffitto della navata centrale nel 1931, riconsacrata nel 1934 sotto il vescovo Domenico Petroni.

XX  (ristutturazione intero bene)

Nel novembre del 1988 la Cattedrale subì due incendi, il primo distrusse la sagrestia con tutto quanto conteneva (arredi, opere d'arte) il secondo la cattedrale distruggendo il coro ligneo, l'organo a canne seicentesco, e molte opere artistiche, statue, tele, argenteria. Fu ristrutturata e riportata al culto nel 2001 da Mons. Talucci con un nuovo altare che conserva al suo interno le reliquie del Beato Domenico Lentini da Lauria.
Descrizione

La Cattedrale ha forma di croce latina (per una lunghezza totale m 41,20, dall'ingresso all'abside, e una larghezza delle tre navate di m 19,80), il cui braccio corto viene a costituire un vero e proprio transetto (lungo m 30,90 e largo m 8,10) chiuso ai lati estremi da due grandi cappelloni dedicati all'Annunziata e alla Madonna del Monte, entrambi i lati sono caratterizzati da splendidi altari con paliotto in scagliola del 1731. La navata centrale (larga m 9,20) viene affiancata da due laterali (larghe ciascuna m 4,40) più basse e senza finestre, con lunette affrescate dal pittore Paradiso agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo, con scene dell’Antico Testamento a sinistra, e del Nuovo Testamento a destra, recentemente restaurate. Le navatelle, il cui spazio è ritmato dalla copertura con volte a crociera e creando quattro campate in ogni lato, sono separate dalla centrale mediante pilastri che sorreggono archi a tutto sesto, con elementi decorativi dati da lesene terminanti con capitelli a decorazione composita, mentre volti di angeli si alternano sull'estradosso degli archi. È l’ampiezza di tali archi (con una luce di m 2,60) a dare all'edificio, già nel solo impatto visivo, maggiore ampiezza e sviluppo in senso orizzontale. Sopra tali archi, nella parete superiore, le ampie finestre si alternano a oculi decorati con le figure dei profeti minori, attribuiti, dal Nigro, al pittore Salvatore Donati di Roccella e ripresi nell'ultimo restauro.
Struttura
Muratura continua in pietra conslidata
Coperture
Travi reticolari in acciaio con sottostante cassettone ligneo, decorato e dipinto nei medaglioni (Annunziata, Assunzione e Incoronazione) dalla società Decorart Snc
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (2001)
è stato collocato il nuovo altare in marmo rivolto verso il popolo
ambone - intervento strutturale (2001)
è stato collocato il nuovo altare in marmo rivolto verso il popolo
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