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Fabriano
Fabriano - Matelica
chiesa
parrocchiale
S. Benedetto Abate
Parrocchia di San Benedetto Abate
Struttura; Coperture; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1965)
1244 - 1244(preesistenze intero bene); 1287 - 1290(edificazione intero bene); 1323 - 1337(giurisdizione parrocchiale intero bene); XVI fine - 1590(riedificazione intero bene); 1741 - 1741(ricostruzione volta); 1764 - 1764(costruzione facciata); 1839 - 1840(decorazione volta); 1915 - 1917(restauro coro); 1956 - 1956(restauro intero bene); 1997 - 1997(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di San Benedetto Abate
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Benedetto Abate <Fabriano>
Altre denominazioni S. Benedetto Abate
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (preesistenze)
maestranze marchigiane (edificazione della chiesa)
maestranze marchigiane (giurisdizione parrocchiale)
maestranze marchigiane (riedificazione della chiesa)
maestranze marchigiane (ricostruzione della volta)
maestranze marchigiane (costruzione della facciata)
maestranze marchigiane (decorazione della volta)
maestranze marchigiane (restauro del coro)
maestranze marchigiane (restauro generale)
maestranze marchigiane (ristrutturazione post-terremoto)
Notizie Storiche

1244  (preesistenze intero bene)

La chiesa di San Benedetto ebbe origine come piccola cappella dedicata ai Santi Filippo e Giacomo annessa ad un ospizio fondato da San Silvestro abate per i suoi monaci.

1287 - 1290 (edificazione intero bene)

Nei decenni successivi la creazione dell'ospizio, il sito primitivo fu ampliato tramite donazioni e acquisti che portarono all'edificazione di un nuovo complesso in cui vi fu insediata una comunità di monaci stabile. Il 3 maggio 1287 il Vescovo di Camerino Rambotto diede facoltà a Matteo, abate di S. Angelo “infra ostia” presso Esanatoglia, di porre la prima pietra della nuova chiesa.

1323 - 1337 (giurisdizione parrocchiale intero bene)

La chiesa vide aumentare negli anni il suo prestigio e acquistò la giurisdizione parrocchiale dopo lunghe diatribe durate dal 1323 al 1337 e dovute al tenace contrasto della chiesa matrice di San Venanzo.

XVI fine - 1590 (riedificazione intero bene)

Il monastero, che andava acquistando sempre più importanza e prestigio sia in seno alla congregazione Silvestrina sia presso il popolo e il clero fabrianesi, fu ampliato a più riprese fra il XIV e il XVI secolo mentre la chiesa rimase pressoché invariata fino alla fine del XVI secolo quando si decise di riedificarla secondo i nuovi gusti prebarocchi. Del vecchio edificio rimangono pochissime tracce: parte delle pareti longitudinali, meno alte dell'odierna; resti della decorazione romanica del portale, scomposti e riutilizzati nella muratura; tracce di bassorilievi; ecc.. La ricostruzione fu fatta, probabilmente, su disegno del monaco Lorenzo Rinalducci con la collaborazione di tale Mariano lombardo, e la nuova chiesa fu consacrata nel 1605. Nel 1586 fu costruita la cripta.

1741  (ricostruzione volta)

Il terremoto del 1741, che danneggiò tutto il complesso, fece crollare parzialmente la volta della chiesa che fu ricostruita, pochi anni dopo, su disegno dell'architetto Francesco Nicoletti e decorata di stucchi dal romano Paolo Campana.

1764  (costruzione facciata)

La facciata, rimasta incompiuta nella parte superiore, fu iniziata in questo anno su disegno, secondo alcuni, dell'aquilano Filippo Martelli, secondo altri del monaco silvestrino Girolamo Mezzalancia di Jesi.

1839 - 1840 (decorazione volta)

Nel 1839 i monaci fecero pulire gli ori e gli stucchi della chiesa e commissionarono, al locale Pietro Paolo Serafini, la decorazione della volta ricostruita dopo il sisma.

1915 - 1917 (restauro coro)

In questi anni si cercò invano di trovare delle soluzioni per le infiltrazioni d'acqua nella zona del coro, dovute ad alcuni malfunzionamenti del tetto, che stavano rovinando gli affreschi attribuiti a Simone De Magistris.

1956  (restauro intero bene)

In questo anno la chiesa fu chiusa per lavori di restauro e ristrutturazione che interessarono l'impianto di illuminazione, la sagrestia e le cappelle laterali, le capriate del tetto e il pavimento, che fu rifatto in marmo policromo. In questa occasione furono eliminate le cancellate in ferro davanti agli altari.

1997  (ristrutturazione intero bene)

Il terremoto del 1997 ha reso la chiesa inagibile e per alcuni anni chiusa per lavori di ristrutturazione.
Descrizione

La chiesa di San Benedetto Abate è situata nel centro storico della città di Fabriano e fu fondata nel XIII secolo da San Silvestro dei Guzzolini da Osimo il quale creò qui una comunità per i suoi monaci. Chiesa e monastero ad essa annesso acquisirono negli anni sempre più prestigio e furono più volte ampliati e riedificati. L'edificio ecclesiastico che vediamo oggi risale all'ultimo rifacimento di fine 1500 e presenta poche tracce dell'originario duecentesco. La chiesa è posta nell'angolo est dell'ex monastero, si manifesta quindi all'esterno con due prospetti liberi immersi nel tessuto edilizio. Il prospetto laterale è caratterizzato da una muratura discontinua, in basso in blocchi di pietra e in alto in mattoni, segno più evidente delle stratificazioni storiche e della vecchia fabbrica duecentesca che era più bassa e più piccola. Qui, inoltre, troviamo riutilizzati, in maniera scomposta, parti del portale originario riutilizzate nel paramento murario. La facciata principale, alla quale si accede tramite un piazzale oggi adibito a parcheggio, risale al 1764 ed è rimasta incompiuta nella parte superiore, ha profilo a capanna ed è caratterizzata da una grande finestra ovale centrale. La porzione inferiore è divisa verticalmente in tre parti da paraste incompiute e ospita i tre portoni di ingresso circondati da portali di pietra decorati. Il portale principale è più alto degli altri due ed è inserito nell'avancorpo centrale. Ai lati, in asse con gli ingressi laterali, sono presenti due nicchie vuote con semi-cupola decorata a conchiglia. L'interno è a pianta rettangolare ad una sola ed ampia navata con dieci altari laterali e uno sfondo scenografico costituito da tre grandi arcate aperte nell'abside circolare che danno accesso al vano retrostante del coro. La navata è coperta da una volta a botte lunetta, che ospita delle ampie finestre, ed è suddivisa in campate da coppie di lesene che decorano i pilastri delle cappelle laterali e trovano continuità nelle cornici della copertura. Molto presenti e caratterizzanti sono gli stucchi, gli ori e i dipinti, in maggioranza eseguiti in stile barocco fra il Cinquecento e il Seicento, che ricoprono tutte le superfici interne. Nel prospetto interno in cui si apre l'arco trionfale che conduce all'abside sono presenti due porte delle quali quella di destra conduce alla sottostante cripta a pianta ovale del 1586. Il presbiterio è rialzato di alcuni gradini ed è coperto da una volta a catino riccamente decorata con statue e dipinti in mezzo ai quali si aprono le grate di una galleria che circonda tutta la chiesa e che, un tempo, era collegata al monastero. Attraverso le arcate dell'abside si accede alla stanza rettangolare del coro che ospita pregiati scranni lignei sormontati da affreschi attribuiti a Simone De Magistris. La chiesa ha oggi perso la sua centralità nella vita religiosa cittadina, è adibita a culto ma viene utilizzata saltuariamente, spesso a supporto delle funzioni della vicina chiesa Cattedrale di San Venanzio. Il monastero annesso, dopo le soppressioni ottocentesche che costrinsero i monaci ad andarsene, fu utilizzato come luogo per l'istruzione e oggi, dopo la chiusura per ristrutturazione causata dal terremoto del 1997, per scopi culturali vari.
Struttura
L'edificio ha struttura verticale in muratura portante costituita da mattoni di laterizio in facciata e, nelle pareti laterali, da muratura mista di blocchi di pietra e mattoni di laterizio che si alternano denunciando le varie fasi di accrescimento della chiesa.
Coperture
La copertura ha struttura tradizionale in capriate lignee e travetti con manto di rivestimento in coppi di laterizio, internamente la chiesa è voltata a botte.
Elementi decorativi
La chiesa è ricca di stucchi, ori e dipinti presenti in ogni angolo. La volta fu decorata di cornici e stucchi a metà Settecento dal romano Paolo Campana e, nel 1840, di pitture del fabrianese Pietro Paolo Serafini. La decorazione dei pilastri e delle arcate della tribuna fu iniziata nel 1629, probabilmente ad opera di maestri locali che rispecchiano le correnti eclettiche marchigiane di quel tempo. L'opera d'arte di più grande pregio, qui trasferita dalla chiesa di San Venanzio nel Seicento, è il coro ligneo eseguito nel 1420 da maestri toscani: su questi stalli sarebbe avvenuto nel 1435 il tragico eccidio in cui morirono i Chiavelli, signori di Fabriano. Le pareti del coro ospitano alcuni affreschi fra i quali quelli raffiguranti la vita di San Silvestro sono attribuiti, con molta probabilità, a Simone De Magistris.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965)
Il presbiterio fu riorganizzato per adeguare lo spazio alle nuove disposizioni conciliari: il vecchio altare fisso in muratura fu smantellato e sostituito con un nuovo altare creato dall'adattamento del pulpito ligneo che era addossato ad una parete della navata; fu eliminata, inoltre, la cancellata che divideva il presbiterio dall'aula dell'assemblea.
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