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Luserna San Giovanni
Pinerolo
chiesa
parrocchiale
San Giacomo
Parrocchia di San Giacomo
Aula liturgica; Presbiterio e altare; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1970 ca.)
1153 - 1153(preesistenza intero bene); 1182 - 1182(passaggio di proprietà intero bene); XV - XV(presenza affreschi); 1467 - 1469(ristrutturazione intero bene); XVI - XVI(preesistenze intero bene); 1584 - 1584(visita pastorale intero bene); 1676 - 1676(ristrutturazione volta); 1686 - 1686(committenza intero bene); 1698 - 1698(ristrutturazione intero bene); 1699 - 1699(visita pastorale intero bene); 1720 ante - 1720 ante(ristrutturazione coro e sacrestia); 1722 - 1722(consistenza intero bene); 1730 - 1730(visita pastorale intero bene); 1730 - 1730(visita pastorale intero bene); 1734 - 1734(aggiunta campane campanile); 1744 - 1744(ristrutturazione campanile); 1758 - 1758(consacrazione intero bene); 1774 - 1774(ristrutturazione campanile); 1785 - 1785(dedicazione altare maggiore); 1814 - 1814(restauro intero edificio); 1845 - 1845(preesistenze intoni); 1846 - 1846(preesistenze carattere generale); 1867 - 1867(ristrutturazione intero edificio); XX fine - XX fine(consolidamento fondazioni)
Chiesa di San Giacomo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giacomo <Luserna San Giovanni>
Ambito culturale (ruolo)
tardo gotico (prima edificazione)
Notizie Storiche

1153  (preesistenza intero bene)

San Giacomo (Luserna Alta) è ceduta nel 1153 da Carlo vescovo di Torino alla prevostura di Vezzolano. E' citata come filiale di San Giovanni. (Caffaro, 1903, vol VI, p. 456); (Caffaro, I, p. 21)

1182  (passaggio di proprietà intero bene)

"Ridotta, per opera della bolla di Lucio del 1182, sotto la prepositura di S. Maria di Vezzolano" (Caffaro, I, p. 79)

XV  (presenza affreschi)

"tracce di affreschi quattrocenteschi." (Signorelli, 2004, p. 114)

1467 - 1469 (ristrutturazione intero bene)

Riparata nel 1467-69. (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 526)

XVI  (preesistenze intero bene)

A fine ‘500, esisteva un altare maggiore in pietra, uno dedicato a S. Anna e uno del Rosario, sul quale viene ordinato di dipingere i misteri. «Quello di S. Rocco, sotto la cappella, è abbastanza rozzo». «la chiesa è abbastanza ampia ma i muri sono pulvere obnubilati; il pavimento si deve acconciare, le finestre sono da munirsi delle invetriate o almeno di telai con tele cerate.» (Caffaro, VI, p. 484).

1584  (visita pastorale intero bene)

"visitata solennemente nel 1584" (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 526)

1676  (ristrutturazione volta)

«nel 1676 le si accomodò la volta.» (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 526)

1686  (committenza intero bene)

Nel 1686 il duca Vittorio Amedeo di Savoia impiegò le prime cure a stabilire la religione cattolica facendo edificare chiese e cappelle con l'assegnamento di pensioni e con l'espressione che le parrocchiali debbano essere patronate dalla corona. Tali provvidenze sono come intra come i seguenti luoghi: San Giovanni chiesa e casa parrocchiale da fabbricarsi dalla comunità dove era l'antica, cappella nell'alto verso Castelluccio, altra verso Angrogna, sopra al forte della Torre. (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 24, ristretto di provvidenze del 1751) (Canavesio, 2005, p. 192)

1698  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1698 le si riedificò la cappella del Rosario, dipingendosene l’icona e il contraltare dal pittore Giulio Cesare Mulazzani». (Caffaro, VI, p. 526).

1699  (visita pastorale intero bene)

Visita del 1699: «nella navata in curnu Evangelii c’erano tre altari di cui uno dedicato a Santo Stefano, l’altro alla Madonna sotto i titoli del Rosario e dell’Immacolata Concezione ed il terzo ancora a Santo Stefano e a San Rocco. Nella navata in cornu Epistulae l’ultimo altare, completamente disadorno, era di proprietà degli eredi di Giacomo Manfreddi e l’arcivescovo concesse sei mesi per sistemarlo decorosamente, dopo i quali il parroco veniva autorizzato a cederlo ad altri. […] La chiesa aveva un'unica navata, ed era ben pavimentata ma sul campanile c’era una sola campana di piccole dimensioni […]» (Canavesio, 2005, p. 204)

1720 ante  (ristrutturazione coro e sacrestia)

Prima del 1720, furono costruiti il coro e la sacrestia. (Caffaro, VI, p. 527)

1722  (consistenza intero bene)

Nel 1722, oltre all’altare maggiore, c’erano le cappelle del Rosario, di S. Rocco, di S. Sebastiano e della Concezione. Nel 1455 la chiesa aveva quattro cappelle oltre l'altare maggiore. Ma nel 1497 il numero dei suoi altari era aumentato. «La medesima chiesa possedeva un antifonario gotico, due campane di metallo proprie della comunità di Luserna; quattordici quadri rappresentanti il Salvatore, la Vergine e i dodici apostoli.» (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 526)

1730  (visita pastorale intero bene)

Visita del 1730 di Gattinara: «Presso l’altar maggiore brillava la lampada del Santissimo Sacramento ma il presbiterio era aperto e l’arcivescovo ordinò di chiuderlo con una balaustra almeno di legno. A questo altare era eretta la compagnia del Ss. Sacramento. Accanto all’altar maggiore in cornu Epistulae vi era l’altare di S. Stefano, di proprietà del marchese di Angrogna ed il secondo altare era dedicato alla Madonna del Rosario e vi era eretta la compagnia omonima. Dalla parte della chiesa in cornu Evangelii c’era invece l’altare dell’Immacolata Concezione e di S. Rocco, di proprietà della comunità. In questa parte della chiesa era pure situato il fonte battesimale che l’arcivescovo trovò in ordine ma comandò di chiudere a chiave con cancelli di legno. Dalla stessa parte sorgeva pure l’altare dedicato a S. Giovanni Battista, appartenente ai conti di Biliatori e l’altare dedicato a S. Antonio, di proprietà di Francesco Antonio Biandrà. Nel coro c’era pure il sepolcro dei parroci.>>

1730  (visita pastorale intero bene)

La chiesa, pur avendo un’unica navata, era ricoperta di volte, imbiancata e ben tenuta sia nelle pareti che nel pavimento. C’era pure il pulpito, due confessionali e un piccolo campanile con una sola campana.» (AA.VV. Il settecento religioso nel pinerolese p. 211)

1734  (aggiunta campane campanile)

Nel 1734 furono aggiunte due nuove campane alle due che già esistevano. (Caffaro, VI, p. 527)

1744  (ristrutturazione campanile)

1774 «si variava la guglia dell’antico campanile. (Caffaro, VI, p. 527)

1758  (consacrazione intero bene)

"nel 1758, 12 nov., si procedeva con la consacrazione della chiesa" (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1774  (ristrutturazione campanile)

"nel 1774 si variava la guglia dell'antico campanile" (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1785  (dedicazione altare maggiore)

"nel 1785 se ne dedicava l’altare maggiore, adorno d’un quadro provvisto dall’insinuatore Ottaviano Felice Osasco di Luserna" (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1814  (restauro intero edificio)

Nel 1814, a seguito del terremoto avvenuto nel 1808, vennero eseguiti dei lavori di restauro, a spese specialmente del re Vittorio Emanuele, dietro istanza del marchese di Angrogna. (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1845  (preesistenze intoni)

Nel 1845, «s’innalzava un obelisco in onore del mons. Charvaz […]. la relativa poesia era di Cirillo Massi». (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1846  (preesistenze carattere generale)

Nel 1846 la chiesa aveva i seguenti altari: il maggiore, la cappella di S. Stefano, dell’Addolorata, la cappella del Rosario. (Caffaro, 1903, vol. VI, p. 527)

1867  (ristrutturazione intero edificio)

"rimaneggiata nel 1867." (Signorelli, 2004, p.114)

XX fine  (consolidamento fondazioni)

"Sotto la chiesa sono stati effettuati una ventina di anni fa dei lavori di scavo e di consolidamento delle strutture." "Sono state messe in evidenza le fondamenta di antichi pilastri ed alcune cripte contenenti i resti di generazioni dei Conti di Luserna e dei Priori, ivi sepolti sino alla metà del XIX sec." "Il parroco Don Pedro Quiras Flores segnala che, a più riprese, la chiesa è stata visitata dai ladri che hanno asportato quadri e candelabri" (relazione Gilli, 2003)
Descrizione

La chiesa Parrocchiale di San Giacomo è ubicata nell'omonima frazione del comune di Luserna San Giovanni ed è prospiciente agli ex palazzi appartenuti ai conti di Luserna. L'edificio è libero su tutti e quattro i lati e a metà del lato nord è posto il campanile. La facciata dalle curiose proporzioni, sembra essere posticcia ed addossata ad una precedente, attualmente è composta da lesene binate ai lati, che poggiano su una zoccolatura realizzata con lastre di pietra di Luserna. Superiormente terminano con semplici capitelli e sostengono la trabeazione formata dall'architrave, fregio ornato con una stilizzazione floreale e la cornice aggettante. Al centro vi è il portale formato da paraste con semplici capitelli che sostengono la trabeazione riportante nel fregio l'epigrafe D.O.M., seguita dal timpano lunettato decorato all'interno da festoni floreali. Il portone è moderno in legno con semplici specchiature; sulla destra vi una lapide a ricordo dei caduti nella guerra 1915-1918. Il registro superiore ha agli estremi lesene ad angolo sormontate da un frontone triangolare dalle cornici bianche aggettanti sagomate. In mezzeria campeggia il grande affresco raffigurante San Giacomo, attorniato da una cornice barocca dipinta a trompe l'oeil. Nel timpano del frontone vi è una specchiatura con cornice contenente l'occhio dentro il triangolo raggiante. I prospetti laterali sono composti dai volumi più bassi che corrispondono agli ambulacri seguiti dal piano arretrato della navata centrale. Le superfici sono scandite da paraste, poggianti su una zoccolatura in lastre di pietra di Luserna. A sud vi sono due ingressi secondari con allineate finestre rettangolari. Superiormente i due fronti hanno finestre rettangolari tra le semplici paraste nelle quali sono visibili le chiavi delle catene.
Aula liturgica
L'aula è coperta da volte a botte nella parte iniziale e da una volta a crociera sopra il presbiterio; in esse si inseriscono le unghie per le finestre. Le superfici sono completamente affrescate a lacunari dipinti a trompe l'oeil intervallati da specchiature e festoni ornati con stilizzazioni barocche. Lo spazio dell'aula è scandito dai pilastroni che sorreggono le arcate degli ambulacri, le paraste della navata centrale si impostano a circa 1,50 m di altezza e sono decorate con croci patenti e specchiature dai motivi barocchi dipinti. Esse culminano con capitelli ornati da un motivo a ovuli e sono seguiti da un' elaborata trabeazione composta da architrave bianco sagomato, fregio decorato con stilizzazioni barocche e cornice con fascia a ovuli sormontata dall'aggetto bianco in stucco sagomato. I restanti campi color crema sono ornati da specchiature bordate e sopra gli archi sono ornati da stilizzazioni floreali barocche affrescate a trompe l'oeil. Al fondo vi è la bussola in legno con sopra la cantoria, che ospita l'importante organo, il tutto sorretto da una struttura lignea laccata e decorata. Tre degli ambulacri sono quasi totalmente occupati dagli altari laterali. Vicino all'ingresso a sinistra ve ne si susseguono due dedicati alla Madonna, entrambi hanno un'importante struttura: il primo in legno dipinto con decorazioni dorate e mentre il secondo è in muratura. Dalla parte opposta si trova quello dedicato alla Passione di Cristo, realizzato in legno, finemente decorato e dorato. Sulla parete retrostante si scorgono antichi affreschi.
Presbiterio e altare
La parete absidale ospita l'imponente altare antico tridentino, preceduto da un' ampia predella in lastre di marmo sopraelevata di due gradini. È realizzato in legno pittato a marmorino grigio, con parti dorate in corrispondenza delle stilizzazioni e dei bordi delle specchiature. È composto da un basamento, sormontato da un registro contenete al centro il tabernacolo con crocefisso; su di esso poggiano ai lati colonne scanalate dorate e al centro vi è la pala d'altare raffigurante tra gli altri la Madonna con il bambino. La struttura termina con la trabeazione sormontata da un timpano a salienti finemente lavorati, sulle cui mensole vi sono seduti angioletti. La mensa, ottenuta avanzando quella antica, è in legno pittata a marmorino policromo e ornata da due colonnine scanalate poste ai lati. Le pareti del presbiterio sono decorate con motivo geometrico a rombi sagomati che sembrano in rilievo e da paraste ad angolo. Fanno parte dell'arredo liturgico il fonte battesimale in marmo posto a lato dell'ingresso, l'importante seggio in legno scolpito, l'ambone, il confessionale e i moderni banchi in legno.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è realizzata in bargioline esagonali ferruginose e grigie posate in corrispondenza del passaggio centrale a fasce longitudinali rispetto alla navata. Ai lati della navata e negli ambulacri vi sono bargioline esagonali grigie di grandi dimensioni intervallate da quadrate ferruginose. Il pavimento del presbiterio è rialzato di un gradino ed è separato dal resto dell'aula da una balaustra in marmo grigio fumo venato. È pavimentato con lastre di marmo bianco e rosso venato formanti un disegno geometrico.
Impianto strutturale
L'edificio ha una pianta composta dalla navata centrale affiancata da ambulacri e termina con abside piatto; la sezione è composta dal volume centrale a due spioventi con a lato i corti ambienti più bassi coperti dalle rispettive falde. Le murature sono presumibilmente in pietra a spacco naturale mista a laterizi, unite con malta di calce. Sono presenti catene metalliche di rinforzo della struttura in corrispondenza di tutti gli arconi della navata centrale.
Coperture
Le coperture sono realizzate in lose e sorrette da travature in legno.
Campanile
Il campanile a pianta quadrata è formato da sei livelli, di cui i primi quattro dalle fattezze romaniche sono in muratura in pietra; sono separati da un corso in mattoni e archetti pensili e agli angoli vi semplici lesene. In basso si aprono feritoie, monofore e più in alto bifore quasi del tutto tamponate. Gli ultimi due livelli sono finiti con rinzaffo tinteggiato color crema. La porzione inferiore ospita i due quadranti degli orologi, mentre quella superiore presenta monofore per le campane, protette da reti sporgenti. La costruzione culmina con una cornice bianca aggettante sagomata seguita dalla copertura a padiglione in lose.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970 ca.)
La mensa ottenuta avanzando quella antica è in legno pittata a marmorino policromo, ornata da due colonnine scanalate poste ai lati. Fanno parte dell'arredo liturgico il fonte battesimale in marmo posto a lato dell'ingresso, l'importante seggio in legno scolpito, l'ambone, il confessionale e i moderni banchi in legno.
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