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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
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Piobbico
Sarnano
Camerino - San Severino Marche
chiesa
parrocchiale
S. Biagio
Parrocchia di San Biagio
Interno; Impianto strutturale; Coperture; Elementi decorativi
nessuno
995 - 1005(costruzione intero bene ); 1450 - 1530(decorazione pittorica intero bene); 1500 - 1599(ricostruzione intero bene); 1997 - 2000(restauro e rifacimento del tetto intero bene); 2016 - 2018(eventi sismici intero bene)
Chiesa di San Biagio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Biagio <Piobbico, Sarnano>
Altre denominazioni S. Biagio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
ambito marchigiano (decorazione pittorica)
maestranze marchigiane (ricostruzione )
maestranze marchigiane (restauro)
maestranze marchigiane (rifacimento del tetto)
Notizie Storiche

995 - 1005 (costruzione intero bene )

La chiesa di Santa Maria “inter rivora” fu edificata intorno all’anno 1000 con le donazioni di alcuni nobili locali mossi dal desiderio di redenzione ed espiazione dei peccati. Il successivo avvento dei monaci benedettini determinò l’elevazione della chiesa al rango di abbazia: all’epoca la costruzione doveva godere di un impianto planimetrico composto da tre navate.

1450 - 1530 (decorazione pittorica intero bene)

La chiesa fu affrescata tra la seconda metà del XV secolo e il primo trentennio del XVI secolo: tra gli autori si riconoscono Paolo Bontulli e il Maestro di Piobbico.

1500 - 1599 (ricostruzione intero bene)

Nel secolo XVI la chiesa fu parzialmente ricostruita: fu aggiunta al centro della parete nord la cappella della Madonna e fu affrescata parte del presbiterio.

1997 - 2000 (restauro e rifacimento del tetto intero bene)

Danneggiata dal sisma del 1997, la chiesa fu oggetto di restauro e rifacimento della copertura lignea.

2016 - 2018 (eventi sismici intero bene)

La chiesa è stata fortemente danneggiata dal sisma del 2016 e successivi.
Descrizione

Isolata in una conca verde nei pressi di Piobbico, area rurale a sud ovest di Sarnano, eretta lungo la direttrice ovest - est, la chiesa di San Biagio e una casa ad essa addossata sul fronte meridionale, è quel che resta della gloriosa abbazia di Santa Maria “inter rivora”, posta tra i fiumi Tenna e Tennacola, che fu fondata nel 1030, consacrata nel 1059 e, nel XV secolo, intitolata a San Biagio. L’intera composizione è rifinita con opera muraria lasciata a vista: si riescono, pertanto, a leggere bene i successivi interventi e stratificazioni a seconda dell’impiego della pietra irregolare o del laterizio. Il fronte principale ovest, a capanna, è caratterizzato al centro da un portale con arco a tutto sesto realizzato con conci di calcare bianco ulteriormente bordati con cornice in laterizio modanata, sovrastato quasi in sommità di prospetto da un ampio oculo con adeguata cornice in laterizio. Il fronte laterale sud è caratterizzato da una superficie in pietra, coronata in alto da cornice con beccatelli, segnata da tre file di buche puntaie e, in alto al centro, da un’ampia finestra rettangolare; in prossimità del presbiterio la copertura si alza di quota lasciando libera in alto una fascia ugualmente segnata da beccatelli e da una piccola finestra quadrata, al di sotto della quale emerge il volume della casa canonica segnato dalle bucature di finestra e porta con soglia a quota più elevata rispetto al livello del terreno e raccordata con quest’ultimo tramite scala in legno; l’estrema destra del prospetto corrisponde alla parete laterale destra della scarsella. Il prospetto est, a capanna, corrisponde alla scarsella, è caratterizzato alla base da un muro a scarpa e in alto da due monofore trilobate; rispettivamente ai lati emergono i volumi della casa canonica, a sinistra e di un locale di servizio, a destra. Sopra quest’ultimo ed in continuità con la parete di fondo del presbiterio, si eleva la vela campanaria con unico fornice a tutto sesto. Il prospetto nord, su cui al centro è stato posto un ingresso secondario, è caratterizzato alle estremità dal volume del vano di servizio, a sinistra e da quello corrispondente alla Cappella dedicata alla Madonna, a destra: restano visibili tamponati diversi archi e finestre in laterizio, un tempo aperti alla navata laterale sinistra che completava l’impianto volumetrico della chiesa attuale.
Interno
Un’aula unica rettangolare, stretta e lunga, con copertura tradizionale lignea lasciata a vista così come la muratura delle pareti, caratterizzata sul lato destro da un’ampia fascia di affreschi attribuiti a Matteo da Gualdo e da una nicchia anch’essa affrescata; sul lato sinistro da una sequenza di archi tamponati che poggiano su colonne in laterizio: l’arco più prossimo alla metà della lunghezza dell’aula introduce alla cinquecentesca cappella dedicata alla Madonna, quello successivo circoscrive l’ingresso secondario. Rimarcato dall’arco trionfale, posto a quota più elevata dal piano dell’aula e collegato con quest’ultima al centro da un’ampia scalinata, ai lati della quale due scale minori discendono dal piano dell’aula al piano inferiore della cripta sottostante, il presbiterio, che accoglie al centro l’altare maggiore, è decorato alle pareti da una serie di affreschi attribuiti a Giovanni di Corraduccio e si svolge anche nell’invaso rettangolare della scarsella. Posizionati ai lati, all’inizio della scarsella, i due accessi per un vano di servizio e per la sagrestia. Al livello inferiore la cripta è caratterizzata da colonne in tufo e pietra che sorreggono volte a crociera e che dividono lo spazio in tre navate di cui la centrale termina con abside emiciclica intradossata segnata al centro da una monofora. Ai lati della cripta si aprono due accessi corrispondenti ad altrettanti locali secondari.
Impianto strutturale
Muratura perimetrale portante posta in opera con blocchi di pietra irregolari ed inserti in laterizio.
Coperture
Tetto a due falde con solaio in laterizio rivestito esternamente in coppi, sorretto da impalcato ligneo di capriate, travi ed arcarecci.
Elementi decorativi
Numerosi gli affreschi che decorano aula e presbiterio: oltre alle numerose immagini di Santi, vi è una più intensa Adorazione dei Magi risalente alla prima metà del XV secolo e che si sviluppa sia nel presbiterio, con disegni di Giovanni di Corraduccio, sia nell'aula, con disegni di Matteo da Gualdo.
Adeguamento liturgico

nessuno
Nel presbiterio non sono state eseguite le modifiche suggerite dal Concilio Vaticano II in materia di arredo e spazio liturgico.
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