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restauro
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Marciana
Cascina
Pisa
chiesa
sussidiaria
S. Miniato a Marcianella
Parrocchia dei Santi Bartolomeo Apostolo e Michele Arcangelo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno (1926-1927); ambone - aggiunta arredo (1975-1999)
970 - 970(costruzione intero bene); 1011 - 1011(citazione intero bene); 1575 - 1575(citazione intero bene); 1799 - 1799(citazione intero bene); 1803 - 1803(demolizione totale intero bene); 1872 - 1872(restauro intero bene); 1904 - 1927(restauro intero bene); 1926 - 1927(restauro intero bene); 1927 - 1927(passaggio di proprietà intorno)
Chiesa di San Miniato a Marcianella
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Miniato a Marcianella <Marciana, Cascina>
Altre denominazioni S. Miniato a Marcianella
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

970  (costruzione intero bene)

La chiesa di San Miniato si suppone costruita intorno al 970, probabilmente sui resti di un preesistente edificio, sia esso una chiesa precedente, un tempio pagano o una casa romana.

1011  (citazione intero bene)

La chiesa, dipendente dal Piviere di San Casciano, è citata per la prima volta in un documento membranaceo del 1011.

1575  (citazione intero bene)

Con atto rogato nel 1575 venne decretata l'unione tra la chiesa dei Santi Bartolomeo Apostolo e Michele di Marciana Maggiore e quella di San Miniato di Marciana Minore (Marcianella).

1799  (citazione intero bene)

In un inventario della fine del XVIII secolo, l'interno della chiesa è descritto abbellito da stucchi e gessi e caratterizzato da un altare laterale sulla parete sinistra, di proprietà della famiglia Del Seppia. L'Altare maggiore divideva l'aula dal piccolo coro ed ospitava un'antica tavola dipinta raffigurante la Madonna con Gesù bambino tra San Miniato e Santa Maria Maddalena. Esternamente, la canonica era contigua alla chiesa e costituita da due piani e sei stanze.

1803  (demolizione totale intero bene)

Il parroco Don Stanislao Ercolini, agli inizi del XIX secolo, propose alla comunità di demolire la chiesa di Marcianella, ormai in stato di abbandono, e di procedere all'ingrandimento della chiesa di Marciana con il materiale ricavato dalla prima. La raccolta di firme organizzata dal parroco fortunatamente non ebbe seguito: l'opposizione della famiglia Del Seppia e l'intervento dell'Arcivescovo impedirono il disastroso progetto e salvaguardarono l'antico edificio.

1872  (restauro intero bene)

Nel 1872 ebbero inizio i lavori di restauro alla chiesa, documentati da Don Giuseppe Pecori. In quell'occasione, fu demolito l'altare laterale sinistro di patronato della famiglia Del Seppia, mentre la tavola trecentesca fu trasferita nella chiesa di Marciana maggiore, per preservarne l'integrità.

1904 - 1927 (restauro intero bene)

A causa del tetto pericolante, l'edificio fu chiuso al culto agli inizi del XX secolo e riaperto nel 1927 dal Cardinal Pietro Maffi, dopo un radicale intervento di restauro che ne restituì le originarie forme romaniche.

1926 - 1927 (restauro intero bene)

I lavori di restauro, documentati da Don Mazzei, furono radicali: interessarono la ricostruzione del tetto, la rimozione dell'intonaco su tutte le pareti interne, il ripristino delle finestre romaniche, l'abbattimento dell'arco trionfale che divideva il presbiterio dall'aula, la demolizione dell'altare in pietra datato 1686 e la sua sostituzione con quello in verrucano, disegnato dal Prof. Oreste Zocchi e realizzato da Ettore Tozzini, la rimozione del pavimento vecchio e la ricostruzione di quello nuovo a quadroni di terra refrattaria e infine la demolizione del piccolo campanile costruito nella parte posteriore della chiesa.

1927  (passaggio di proprietà intorno)

L'originario accesso dalla parte della Corte Diodati venne spostato frontalmente alla chiesa, grazie al dono del terreno antistante l'edificio.
Descrizione

Introdotta da due alti filari di cipressi che delimitano lateralmente il prato antistante, la piccola chiesa romanica di San Miniato in Marciana Minore è realizzata con conci regolari in pietra verrucana squadrata e levigata. La facciata a capanna, sormontata da un campanile a vela con arco a tutto sesto e punteggiata da tracce di buche pontaie, ospita al centro il portone d'ingresso lunettato. Al vertice, si distinguono una feritoia a forma di croce e un'apertura quadrangolare tamponata. Il prospetto sud dell'edificio è caratterizzato da tre strette finestre a feritoia e da una porta laterale che immette direttamente nell'area presbiteriale. Una quarta monofora, con mensola-davanzale scolpita in marmo, si apre sulla parete di fondo. Internamente, l'aula rettangolare, con soffitto a capriate lignee, è divisa dal presbiterio mediante due gradoni in pietra serena.
Struttura
Muratura in blocchi di Verrucano squadrato e levigato lasciato a vista su ambo i lati.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica privo di abside, con copertura a capanna.
Coperture
Copertura a doppia falda per tutta la chiesa con capriate, terzere, travicelli in legno di Pitch-pine e scempiato di mezzane in cotto. Manto di copertura in coppi ed embrici.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della chiesa è in mattonelle quadrate di cotto disposte in diagonale. L'area presbiteriale, sempre in cotto, è introdotta da due gradoni costituiti da blocchi di pietra serena, utilizzati anche presso la base dell'Altar maggiore. Numerose lapidi terragne si inseriscono nella tessitura della pavimentazione.
Elementi decorativi
La facciata in filari regolari di pietra verrucana ospita al centro un portale d'ingresso sormontato da lunetta, completo di portone in legno di quercia realizzato nel 1927 dal falegname Eugenio Casarosa, su disegno del Prof. Oreste Zocchi. Al vertice, una finestrella cruciforme, sormontata da un campanile a vela, decora il prospetto. Presso l'ingresso, lungo la parete destra, è fissata a pavimento un'acquasantiera a tazza dell'XI-XII secolo, formata da un fusto cilindrico di reimpiego e da una vasca in marmo, decorata sia internamente che esternamente da quattro ampi archi ospitanti rosette, separati da altrettanti alberi-colonna, con foglie nervate al vertice. Il nuovo pavimento in cotto, fornito dalla Ditta Sonnini di Impruneta, accoglie una decina di lapidi terragne che furono qui disposte a seguito dei lavori di restauro 1926-1927. L'Altare maggiore, in pietra verrucana, fu realizzato da Ettore Tozzini di Calci nel 1926, su progetto del Prof. Oreste Zocchi. Al centro del paliotto, venne ideata un'apertura a forma di croce per mostrare la Reliquia di San Miniato, concessa dalla curia di Firenze e proveniente dalla Basilica di San Miniato a Monte e dal Cimitero delle Porte Sante. Sul gradino dell'Altare è collocata la tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna con Gesù bambino tra i San Miniato e Santa Maria Maddalena, inserita in una massiccia cornice in legno dorato delimitata lateralmente da due paraste scanalate che sostengono una spessa trabeazione. La tavola, eseguita dal pittore di origini fiamminghe Giulio di Giovan Pietro Molinginato nella seconda metà del XVI secolo, fu sottoposto a restauro nel 1946 da Niccolina Carusi.
Adeguamento liturgico

nessuno (1926-1927)
L'Altare maggiore, ricostruito in stile nel 1926-1927, ha mantenuto la forma preconciliare.
ambone - aggiunta arredo (1975-1999)
Si segnala la presenza di un ambone in legno aggiunto probabilmente nell'ultimo quarto del XX secolo.
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