chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Treviso
Treviso
chiesa
periferica
Sant'Agostino vesc. e dott.
Parrocchia di Santa Fosca in Santa Maria Maggiore
Pianta; Interni; Struttura; Coperture; Facciata; Prospetti; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1752 - 1762(costruzione intero bene); 1758 - 1758(consacrazione intero bene); 1997 - 1998(restauro interno bene); 2004 - 2004(restauro copertura)
Chiesa di Sant'Agostino Vescovo e Dottore
Tipologia e qualificazione chiesa periferica
Denominazione Chiesa di Sant'Agostino Vescovo e Dottore <Treviso>
Altre denominazioni Sant'Agostino vesc. e dott.
Autore (ruolo)
Vecelli, Francesco (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1752 - 1762 (costruzione intero bene)

La chiesa di sant’Agostino viene riedificata nella seconda metà del 1700, in sostituzione di una precedente costruzione a pianta rettangolare, su progetto di padre Francesco Vecellio, appartenente al vicino convento dei Chierici regolari di Somasca.

1758  (consacrazione intero bene)

Viene consacrata il 25 dicembre del 1758. La chiesa diventa parrocchiale, e sede della scuola dei calzolai. A differenza di altri edifici della città di Treviso, questa chiesa sopravvive alle soppressioni napoleoniche: viene declassata a chiesa vicariale, mentre i padri Somaschi si trasferiscono nella vicina Chiesa di Santa Fosca in Santa Maria Maggiore, che detiene la titolarità della parrocchia.

1997 - 1998 (restauro interno bene)

A partire dal 1997 è iniziato un intervento di restauro che ha interessato sia la chiesa che i locali da destinare a museo ad essa annessi. Il complesso viene anche dotato di impianti tecnologici.

2004  (restauro copertura)

Nel 2004 viene eseguito un intervento di manutenzione straordinaria della copertura, seguito dallo studio Borsato Claudio.
Descrizione

La chiesa di sant’Agostino viene riedificata nella seconda metà del 1700, in sostituzione di una precedente costruzione a pianta rettangolare, su progetto di padre Francesco Vecellio, appartenente al vicino convento dei Chierici regolari di Somasca. La sua collocazione è molto significativa per la sua storia, in quanto esterno al nucleo antico della città, nei pressi di un importante nodo viario. La facciata principale, in stile barocco, si articola inferiormente con un ordine di paraste e semi colonne che culmina con una trabeazione continua. Quest’ultima funge da elemento di separazione tra la parte inferiore e quella superiore, costituita da un tamburo ellittico. L’ingresso principale è evidenziato da un timpano che si erge sopra la trabeazione. Sopra il frontone principale, un'elegante finestra termale, chiusa al centro, alleggerisce la sovrastruttura. La presenza di numerose nicchie interne è visibile anche dall'esterno, che ne segue il profilo. La chiesa presenta un’unica aula di pianta ellittica, il cui asse principale introduce al presbiterio. Quest’ultimo è incorniciato da quattro colonne di ordine gigante disposte in modo semicircolare, e separato dalle stesse da un piccolo coro rettangolare. Le superfici interne sono decorate con numerosi stucchi: nel soffitto piano sono presenti una serie di riccioli, trofei, cartigli, fiori e conchiglie, realizzati tra il 1757 ed il 1758 da Andrea Solari, posti in rilievo su uno sfondo colorato verde-acqua.
Pianta
La chiesa presenta un’unica aula di pianta ellittica, il cui asse principale introduce al presbiterio. Quest’ultimo è incorniciato da quattro colonne di ordine gigante disposte in modo semicircolare, e separato dalle stesse da un piccolo coro rettangolare. In ciascuno dei lati curvilinei si aprono due archivolti, in cui sono collocati gli altari minori. Tramite due porte laterali si accede alla torre campanaria e ai locali di servizio.
Interni
L'altare maggiore è posto in un'abside semicircolare, aperta col catino, retto da quattro colonne dietro le quali si apre un coretto rettangolare illuminato da una lanterna. Quattro gli altari laterali entro nicchioni, mentre i pilastri corinzi reggono la trabeazione che si chiude con una doppia cornice. Sopra, un attico sostiene il soffitto piano. Le superfici interne sono decorate con numerosi stucchi: nel soffitto piano sono presenti una serie di riccioli, trofei, cartigli, fiori e conchiglie, realizzati tra il 1757 ed il 1758 da Andrea Solari, posti in rilievo su uno sfondo colorato verde-acqua, disposti a raggera ed inquadrati da cornici bianche, anch’esse in stucco. Gli altari sono realizzati con marmi policromi. Tra le opere d'arte, tre belle statue, la Madonna della cintura, Sant'Agostino e Santa Monica, provengono dalla vicina Chiesa di Santa Margherita, ora chiusa al culto. Tra le pale, San Aniano, patrono della scuola dei Calegheri (calzolai) mentre rattoppa una scarpa sotto gli sguardi di San Marco, di San Giuliano e della Madonna di Ludovico Pozzoserrato, quindi un Sant'Agostino consegna la Regola della Congregazione dei padri Somaschi a San Girolamo Emiliani di Antonio Marinetti detto il "Chiozzotto" e altre pale di Carlo Loth e di Domenico Maggiotto.
Struttura
La struttura della chiesa è interamente realizzata in muratura.
Coperture
La copertura, non visibile, è probabilmente realizzata tramite l’utilizzo di capriate lignee.
Facciata
La facciata principale, in stile barocco, si articola inferiormente con un ordine di paraste e semi colonne che culmina con una trabeazione continua. Quest’ultima funge da elemento di separazione tra la parte inferiore e quella superiore, costituita da un tamburo ellittico. L’ingresso principale è evidenziato da un timpano che si erge sopra la trabeazione. Sopra il frontone principale, un'elegante finestra termale, chiusa al centro, alleggerisce la sovrastruttura.
Prospetti
I prospetti laterali sono essenziali e seguono il profilo curvilineo della struttura interna. Il tamburo è qui separato dall’ordine inferiore tramite una cornice.
Pavimenti e pavimentazioni
Il disegno del pavimento in marmo, risalente al 1762, evidenzia la forma ellittica della pianta: un’unica figura circolare nei toni del nero e dell’arancio è posta al centro della sala, spiccando sulla restante superficie di colore bianco.
Adeguamento liturgico

nessuno
Contatta la diocesi