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Treviso
Treviso
chiesa
sussidiaria
Santa Lucia
Parrocchia di San Pietro Apostolo nella Cattedrale
Preesistenze; Facciata; Pianta; Interni; Soffitti; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (anni 2000); ambone - aggiunta arredo (anni 2000)
1318 - 1318(costruzione carceri carattere generale); 1355 - 1355(edificazione Chiesa di Santa Maria delle Carceri preesistenze); 1389 - 1389(edificazione Chiesa di Santa Lucia intero bene); XVI - XVI(ampliamento intero bene); 1629 - 1647(modifiche cappella del Crocefisso); 1634 - 1636(modifiche sagrestia); 1761 - 1761(modifiche intero bene); XIX - XIX(modifiche finiture); 1821 - 1821(restauro intero bene ); 1920 - 1920(restauro cappella del Crocefisso); 1923 - 1929(restauro cappella del Crocefisso); 1929 - 1929(modifiche facciata); 1970 - 1970(restauro intero bene); 2011 - 2011(risanamento ambientale intero bene); 2011 - 2012(restauro apparato decorativo); 2012 - 2013(restauro balaustre); 2013 - 2013(rifacimento impianto elettrico e di illuminazione); 2014 - 2016(restauro affresco della Madonna del Paveio); 2016 - 2016(impermeabilizzazione muratura parete est )
Chiesa di Santa Lucia
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Lucia <Treviso>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire
Autore (ruolo)
Botter, Mario (restauro)
Crespi, Maria Sole (restauro apparato decorativo)
Ambito culturale (ruolo)
gotico (costruzione)
Notizie Storiche

1318  (costruzione carceri carattere generale)

Nell’area retrostante le absidi di San Vito nel 1318 vengono costruite le nuove carceri. Non si hanno evidenze archeologiche certe per quanto riguarda le relazioni urbanistiche tra il nuovo edificio e il suo intorno, tuttavia l’ipotesi più accreditata colloca l’edificio delle carceri poco discosto dalla chiesa di San Vito, creando uno stretto vicolo.

1355  (edificazione Chiesa di Santa Maria delle Carceri preesistenze)

Nel 1354 l’edificio delle carceri viene distrutto da un incendio; l’anno successivo sul luogo viene edificata la chiesa di Santa Maria delle Carceri. Il nuovo edificio religioso è appoggiato al muro absidale della navata laterale nord di San Vito. La chiesa è un edificio molto semplice a navata unica, di pianta rettangolare, orientato come da tradizione, privo di facciata a ovest, con una porta di accesso posta sul lato nord di fronte alle nuove carceri. Si possono ipotizzare come appartenenti a questo edificio i due setti murari che delimitano ancora oggi la Cappella del Crocefisso: il muro laterale nord e il setto murario meridionale, probabilmente già appartenente alle carceri. Tali setti murari danno luogo ad una sorta di nicchia a muro voltata a botte. Durante i lavori per la costruzione della chiesa, l’altare della chiesa di Santa Maria delle Carceri viene spostato dalla parete est e collocato in questa nicchia in modo da poter eseguire i lavori mantenendo attiva la chiesa.

1389  (edificazione Chiesa di Santa Lucia intero bene)

Verso la fine del XIV secolo viene attuato un grande intervento edilizio che porta alla realizzazione della chiesa al piano terra e degli uffici amministrativi al piano superiore. L’edificazione è un’operazione d’ispirazione laica, funzionale alla realizzazione del piano sovrastante. L’edificio che ne risulta ha struttura mista, con la chiesa inglobata nel volume di una struttura civile. Le dodici campate hanno volte a crociera, con archi a sesto acuto; esse sono rette da lesene e da sei colonne centrali, che danno origine a una pianta a tre navate; la centrale risulta di minor larghezza e alta come le laterali. Inoltre, le tre navate mancano di terminazioni ad absidi o di uno spazio presbiteriale chiaramente delineato. Anche l’interno è inusuale: gli spazi degli altari, affidati alle varie confraternite, sono separati tramite partizioni leggere. Questa suddivisione spiega anche la diversità di tematiche dell’apparato decorativo.

XVI  (ampliamento intero bene)

I locali sopra Santa Lucia vengono ceduti al Monte di Pietà, ente di recente formazione che acquisirà via via maggiore importanza. Intorno alla metà del XVI secolo si ricerca una soluzione che consenta l’ampliamento volumetrico dei locali assegnati all’ente; la soluzione che viene individuata prevede la sopraelevazione dei locali già esistenti sopra Santa Lucia e la realizzazione di nuovi vasti magazzini sopra la chiesa di San Vito. La sopraelevazione del corpo di fabbrica in cui è inserita Santa Lucia richiede interventi strutturali di un certo impegno. Lo spessore della muratura della chiesa, originariamente in mattoni a tre teste, viene ampliato di una testa. Tale rifodera interessa sia la muratura fuori terra, che le lesene; per quanto riguarda le fondazioni soltanto un tratto, pari circa a metà della loro estensione, viene rifoderato, alla restante parte viene addossato materiale di risulta di cotto a grossa pezzatura misto a terra. Riprese murarie interessano anche l’interno.

1629 - 1647 (modifiche cappella del Crocefisso)

Nell'occasione dell’inserimento di un altare in marmo in sostituzione di un precedente altare “portatile”, viene modificata la profondità della cappella, innalzando un settomurario. Questo ha portato alla distruzione di una parte degli affreschi laterali. Di questi lavori non vi sono riscontri fisici poiché sono stati rimossi durante i restauri novecenteschi.

1634 - 1636 (modifiche sagrestia)

Tra il 1634 e il 1636 vengono unificate le due anguste sagrestie di San Vito e Santa Lucia. A seguito di tale intervento viene modificato anche l’accesso a quest’ultima da Santa Lucia: l’antica porticina viene tamponata e viene aperta sulla stessa parete, in posizione più centrale, una nuova porta di dimensioni maggiori e preceduta da tre gradini. In coerenza con questo intervento, che dimostra l’unificazione delle due chiese in un unico complesso architettonico, viene creato un collegamento diretto tra San Vito e Santa Lucia con l’apertura di un’ampia porta sul muro dell’abside della Cappella del Redentore.

1761  (modifiche intero bene)

Nel 1761 nuove esigenze di ampliamento del Monte di Pietà portano l'ente ad intraprendere una nuova operazione edilizia. Si progetta una nuova ala, perpendicolare a Santa Lucia, da adibire a magazzini e da collegare alla vecchia sede. La vicenda è connessa a una controversia tra la parrocchia e l’istituto causata da problemi di oscuramento ai danni della chiesa: come prima operazione si apre una finestra sulla facciata principale. Sempre nella facciata viene iniziata la costruzione di un corridoio in quota, sostenuto da un porticato. I lavori vengono sospesi perché la controversia non si risolve e, dopo una serie di modifiche del progetto, si rinuncia definitivamente all'operazione. In questa fase si ha una ridefinizione del prospetto est: le aperture vengono ridisegnate. L’intervento sulle finestre è difficilmente individuabile, sia perché non è nota la forometria originale, sia perché le aperture sono state sostituite da nuove in stile gotico durante i restauri novecenteschi.

XIX  (modifiche finiture)

Verso la fine del XIX secolo viene realizzato a Santa Lucia un trattamento di finitura di pareti e volte, con intento decorativo. Non si ha una conoscenza diretta di questa decorazione poiché è stata rimossa con i lavori novecenteschi, tuttavia dalle immagini pervenute risultano presenti delle decorazioni a racemi sulle volte, con abbondante uso del colore, ispirate al gusto eclettico dell’epoca. A completamento dei lavori sulle superfici, nel 1896, viene rimosso l’antico pavimento in pianelle di cotto disposte a spina pesce, sostituendolo con uno nuovo di pietra a scacchi bianco e rosso di Verona.

1821  (restauro intero bene )

Intervento di restauro prevede una ritinteggiatura. In un documento dell’archivio parrocchiale del 1821, redatto dalla Fabbriceria, si legge che il restauratore ha avuto il compito di “imbianchir tutta la chiesa piccola ed abbellir l’altare di Santissimi Giacomo e Cristoforo” (cfr. Archivio parrocchiale, faldone n.2, fogli sparsi).

1920  (restauro cappella del Crocefisso)

Nel 1920 si interviene nella Cappella del Crocefisso, su proposta di Coletti che dichiara di aver scorto una cappellina antica, nascosta da un diaframma di muro, con pregevoli affreschi trecenteschi; egli propone di rimuovere la parete, smontare e trasportare l’altare, e rimettere in luce gli antichi affreschi. Durante i lavori di demolizione si scopre che anche il muro che si stava abbattendo era affrescato, tornano così alla luce una Santa Maria Maddalena in cornu evangeli, priva della testa ormai demolita, e un’immagine della Madonna dall’altro lato. A seguito di questa fase di riscoperta i lavori vengono restaurati.

1923 - 1929 (restauro cappella del Crocefisso)

Verso la fine del 1922 si verifica un’infiltrazione d’acqua; agli inizi del 1923 si inizia a procedere per riparare i danni. Allo stesso tempo ci si chiede se gli intonaci possano celare degli affreschi: viene chiesto l’intervento di Botter. Il ritrovamento di affreschi determina un’operazione di restauro mirata a rimuovere gli elementi dissonanti con l’epoca medioevale, e a ripristinare quanto rimosso o ammalorato. Quando emergono le tracce delle finestre gotiche un tempo presenti sulla parete est, si decide di riaprirle. L’apertura delle finestre, in un muro già compromesso, pone problemi statici anche a causa dei carichi trasmessi dai soprastanti locali; risulta necessario ricostruire tutto il muro. I lavori di restauro interessano anche le superfici delle volte. La scelta prioritaria è quella di rimuovere la decorazione ottocentesca e rimettere in luce gli antichi affreschi; dove questi ultimi non erano presenti si rende necessario un intervento che si intoni al contesto.

1929  (modifiche facciata)

Nel 1929 la porta centrale viene allargata ulteriormente rispetto al primo allargamento del 1904 e caratterizzata dalla creazione di una strombatura con elementi in cotto lavorati di stile gotico.

1970  (restauro intero bene)

A 40 anni dall’ultimo intervento di restauro, gli affreschi di Santa Lucia si presentano deteriorati dall’umidità e dalle conseguenti efflorescenze saline, e richiedono un nuovo intervento. Esso prevede alcune opere di restauro per il consolidamento degli affreschi, ed opere murarie per la rimozione dell’altare e il taglio dei muri, considerato l’unica soluzione idonea a contrastare il degrado degli affreschi per l’umidità. Nello stesso periodo viene avviato un intervento parallelo per realizzare un impianto di riscaldamento, considerato anch’esso utile a risolvere il problema dell’umidità.

2011  (risanamento ambientale intero bene)

Viene eseguito il risanamento ambientale contro l'umidità di risalita con impianto di tipo befec system ad inversione di polarità con progetto a cura dell'architetto Crespi.

2011 - 2012 (restauro apparato decorativo)

A cura dell'architetto Crespi vengono restaurati gli affreschi trecenteschi delle pareti e delle volte e le integrazioni eseguite da Mario Botter. Vengono altresì restaurati gli affreschi sulle volte interamente realizzati da Botter.

2012 - 2013 (restauro balaustre)

Vengono restaurate le balaustre dell'altare maggiore, e il bassorilievo di Santa Lucia.

2013  (rifacimento impianto elettrico e di illuminazione)

Rifacimento completo dell'impianto elettrico e domotico di illuminazione su progetto dell'ing. Silvano Bovo, della dott. Sara Malgaretto e dell'Arch. Maria Sole Crespi.

2014 - 2016 (restauro affresco della Madonna del Paveio)

Viene restaurato l'affresco staccato collocato presso la cappella del crocifisso attribuito in parte a Tommaso da Modena.

2016  (impermeabilizzazione muratura parete est )

Viene eseguito un intervento di contrasto all'umidità di risalita sulla parete est consistente nello scavo e nella realizzazione di un vespaio aerato esterno verso la piazza adiacente. Il progetto è a cura dell'arch. Fabio Coraccin, della dott. Sara Malgaretto e dell'arch. Maria Sole Crespi.
Descrizione

La Chiesa di Santa Lucia fa parte del complesso monumentale costituito dalle Chiese di Santa Lucia e di San Vito, situato nel centro storico della città di Treviso. La storia della chiesa ha inizio nel 1354, quando l’edificio delle carceri viene distrutto da un incendio; l’anno successivo sul luogo viene edificata la chiesa di Santa Maria delle Carceri. Il nuovo edificio religioso è appoggiato al muro absidale della navata laterale nord di San Vito. La chiesa è un edificio molto semplice a navata unica, di pianta rettangolare, orientato come da tradizione, privo di facciata a ovest in quanto addossato a San Vito, con una porta di accesso posta sul lato nord di fronte alle nuove carceri. Verso la fine del XIV secolo viene attuato un intervento edilizio di grande rilevanza architettonica e urbanistica che porta alla realizzazione della chiesa di Santa Lucia al piano terra e degli uffici amministrativi dell’ex Monte di Pietà, collegati ai contigui Palazzi Comunali, al piano superiore. L’edificio religioso è del tutto anomalo, una sorta di loggiato chiuso da pareti di dodici campate di forma irregolare. Intorno alla metà del XVI secolo si ricerca una soluzione che consenta l’ampliamento volumetrico dei locali dell’ente proprietario dei locali sopra la chiesa; la soluzione che viene individuata prevede la sopraelevazione dei locali già esistenti. Vengono eseguiti interventi strutturali di un certo impegno. Tra il 1634 e il 1636 vengono unificate le due sagrestie di San Vito e Santa Lucia. A seguito di tale intervento viene modificato anche l’accesso a quest’ultima: l’antica porticina viene tamponata e viene aperta sulla stessa parete, in posizione più centrale, una nuova porta di dimensioni maggiori. In coerenza con questo intervento, che dimostra l’unificazione delle due chiese, viene creato un collegamento tra le due, tramite l’apertura di un’ampia porta. Nel 1761 nuove esigenze di ampliamento portano l’ente ad intraprendere una nuova operazione edilizia. In questa fase si ha una totale ridefinizione del prospetto est. I lavori eseguiti nei primi decenni del ‘900 portarono alla scoperta e rimessa in luce di tutto l’apparato decorativo esistente, con un intervento di restauro che punta a ricostruire con quanta più coerenza possibile l'immagine dell'edificio medievale. La chiesa presenta una pianta rettangolare a tre navate di quattro campate, coperte da volte a crociera completamente affrescate, sostenute da colonne in pietra con capitelli a foglia. La navata centrale risulta essere più stretta rispetto alle due navate laterali, con archi più acuti. Nella parete confinante con la Chiesa di San Vito, tre scalini conducono ad un portale che dà accesso all'attuale sacrestia, ex chiesa di Santa Maria delle Carceri, e altri tre scalini danno accesso ad una piccola porta che conduce alla chiesa di San Vito. Le pareti sono principalmente affrescate e con mattoni a vista. Sul fondo della navata centrale si apre il presbiterio dove è posto l'altare in pietra d'Istria, sopraelevato rispetto alla pavimentazione e inserito in un recinto sacro rappresentato da una balaustra lapidea trecentesca. L'altare maggiore è sovrastato da un bassorilievo trecentesco raffigurante Santa Lucia che sostituisce la tela d'altare. La facciata, posta a nord, presenta al centro il portale d'ingresso, ai lati due finestre ad arco ogivale; sopra si trovano tre finestre rettangolari e una monofora che danno luce ai locali interni dell'ex Monte di Pietà; nell'ultimo piano tre aperture quadrate precedono la copertura a spioventi.
Preesistenze
La grande nicchia voltata, oggi Cappella del Crocefisso, potrebbe essere la porzione residua, unica parte non demolita, della chiesa di Santa Maria delle Ceneri, e la volta di questa nicchia la porzione rimasta dell’intera volta che copriva l’edificio.
Facciata
La facciata, posta a nord, presenta al centro il portale d'ingresso dell'edificio religioso, ai lati due finestre ad arco ogivale; sopra si trovano tre finestre rettangolari e una monofora che danno luce ai locali interni dell'ex Monte di Pietà; nell'ultimo piano tre aperture quadrate precedono la copertura a spioventi del tetto. Essa risulta molto manomessa a causa degli interventi che si sono susseguiti nelle varie epoche storiche e dei restauri novecenteschi che hanno inserito nuovi elementi gotici. Tuttavia è rimasto visibile, a sinistra dell’attuale portale d’ingresso, una discontinuità muraria verticale che si sviluppa in altezza fino alla fascia marcapiano intonacata e che corrisponde verosimilmente all’antica angolata muraria, limite est della chiesa di Santa Maria delle Carceri.
Pianta
La chiesa presenta una pianta rettangolare a tre navate di quattro campate. La navata centrale risulta essere più stretta rispetto alle due navate laterali, con archi più acuti.
Interni
L'interno della chiesa di Santa Lucia è suddiviso in tre navate a quattro campate, coperte da volte a crociera sostenute da colonne in pietra con capitelli a foglia. Nella parete confinante con la Chiesa di San Vito, tre scalini conducono ad un portale che dà accesso all'attuale sacrestia, ex chiesa di Santa Maria delle Carceri, e altri tre scalini danno accesso ad una piccola porta che conduce nella navata destra della chiesa di San Vito. Le sei colonne che sostengono la copertura hanno altezze e forme diverse; i capitelli sono riferibili tutti alla stessa tipologia, con foglie grasse rigirate stilizzate, tuttavia, ad un attento esame, presentano evidenti differenze sia nella forma delle foglie che in alcuni dettagli. La sola apparente omogeneità tra i vari elementi dice con certezza che questi manufatti non sono stati realizzati appositamente per questo edificio, ma che si tratta di elementi di reimpiego. Le pareti sono principalmente affrescate e con mattoni a vista; quella di destra presenta otto aperture, mentre quella di sinistra è cieca e presenta solo una porta che conduce all’adiacente chiesa di San Vito. Sul fondo della navata centrale si apre il presbiterio dove è posto l'altare in pietra d'Istria, sopraelevato rispetto alla pavimentazione e inserito, come è solito, in un recinto sacro rappresentato da una balaustra lapidea trecentesca. L'altare maggiore è sovrastato da un bassorilievo trecentesco raffigurante Santa Lucia che sostituisce la tela d'altare; la parete in laterizio alle spalle dell'altare è stata intonacata per portare a livello la superficie con i lacerti d'affresco. In corrispondenza della navata laterale destra, si trova appeso un bassorilievo trecentesco con Madonna del Paveio, che riproduce quasi esattamente l'affresco staccato e posto nella Cappella del Crocefisso; in corrispondenza della navata sinistra è murato il bassorilievo con San Cristoforo, San Giacomo maggiore e la Crocifissione, del XV secolo.
Soffitti
Ognuna delle tre navate è coperta da quattro campate di volte a crociera. Le volte a crociera sono tutte decorate: otto campate sono state affrescate nel XIV secolo mentre le altre quattro sono state dipinte da Mario Botter nel XX secolo.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è costituita da lastre di marmo che formano una decorazioni a rombi bianchi e arancioni.
Elementi decorativi
Le volte a crociera della chiesa di Santa Lucia sono tutte decorate ad affresco: le prime tre campate e le ultime tre in corrispondenza della parete dell’altare maggiore, sono state affrescate nel XIV secolo. La prima campata a nord est riporta affreschi con la Storia di Sant'Antonio Abate. La decorazione trecentesca delle tre campate a sud narra la Storia della vita dei Santi Cristoforo e Giacomo maggiore, raffigurata attraverso la descrizione degli episodi salienti. Sempre trecentesca è la decorazione della Cappella del Crocifisso addossata alla parete absidale della chiesa di San Vito, con il Ciclo della Passione, affreschi attribuiti alla scuola di Altichiero o ad Avanzo giovane. Un affresco staccato, addossato alla parete di fondo, raffigura la Madonna del Paveio, con gli angeli dipinti da Tomaso da Modena. Altrettanto importanti sono gli affreschi di carattere devozionale siti nella stessa parete di confine con San Vito. Le rimanenti sei campate centrali, sono state ornate da Mario Botter nel Novecento con decorazioni non figurative e geometriche.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (anni 2000)
Altare lapideo con basamento in pietra in cui è presente una nicchia con il reliquiario di Santa Lucia.
ambone - aggiunta arredo (anni 2000)
Presenza di un ambone mobile in struttura metallica.
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