chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Treviso
Treviso
chiesa
sussidiaria
San Gregorio Magno
Parrocchia di San Pietro Apostolo nella Cattedrale
Facciata; Coperture; Pianta; Preesistenze; Preesistenze; Pavimenti e pavimentazioni; Interni; Presbiterio
nessuno
XI - XII(realizzazione intero bene); XV - XV(restauro intero bene); XVI - XVI(modifiche area presbiteriale); XVI - XVI(modifiche intero bene); 1521 - 1525(modifiche area presbiteriale); XVII - XVII(restauro area presbiteriale); 1630 - 1630(restauro intero bene); 1640 - 1640(modifiche area presbiteriale); 1668 - 1668(modifiche area presbiteriale); 1750 - 1750(realizzazione altare maggiore); 1763 - 1763(riedificazione campanile); 1768 - 1768(riparazione copertura); 1778 - 1778(riparazione intero bene); 1794 - 1794(modifiche area presbiteriale); 1797 - 1797(modifiche altare maggiore); XIX - XIX(modifiche intero bene); 1801 - 1802(modifiche intero bene); 1807 - 1809(cambiamento funzione intero bene); 1809 - 1809(cambiamento funzione altare della Madonna del Carmine); 1810 - 1810(soppressione altari area presbiteriale); 1870 - 1870(restauro copertura e colonne); 1898 - 1898(modifiche intero bene); 1920 - 1920(modifiche intero bene); 1933 - 1933(restauro presbiterio); 1950 - 1950(ricostruzione e restauro intero bene)
Chiesa di San Gregorio Magno
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Gregorio Magno <Treviso>
Altre denominazioni Chiesa di San Gregorio Papa
Autore (ruolo)
Botter, Mario (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (decorazione presbiterio)
rinascimentale (realizzazione apparato decorativo aula)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XII (realizzazione intero bene)

La mancanza di elementi oggettivi, quali documenti o scavi, lascia aperte varie ipotesi sull’originaria fondazione dell’edificio, tuttavia secondo lo storico Carlo Agnoletti esso «facilmente risale all’epoca longobarda». La data più antica che segna l’esistenza della chiesa è il 1146, quando viene citata in un atto stipulato dal vescovo. Nel 1184, la chiesa è indicata nella bolla di papa Lucio III tra i possessi del vescovo di Treviso e nel 1312, viene ceduta dal vescovo al Capitolo. Un dato oggettivo che attesta l’esistenza della chiesa in epoca romanica è la presenza delle due finestre sul lato sud: due aperture centinate a feritoia con strombatura verso l’interno, tipiche del XI/XII secolo. La disposizione degli spazi interni risponde a una rigida separazione tra area sacra e area ai fedeli; inoltre è prevista una rigorosa divisione tra uomini e donne. L’aula è priva di sedute, solo le personalità più influenti possono sedersi su scranni lungo le pareti.

XV  (restauro intero bene)

La chiesa nel 1416 si trova “totaliter derupte e devastate”, tanto che si teme il crollo dell’edificio. Si procede dunque con un’operazione di restauro finanziato dalla comunità. Le uniche testimonianze della chiesa quattrocentesca sono la presenza di un lacerto di affresco nella parete nord del presbiterio e una nicchia con arco estroflesso scavata nella muratura della parete sud, presso l’altare del Transito di San Giuseppe; si tratta di un armadietto a muro in cui venivano riposti e chiusi a chiave utensili liturgici della confraternita cui apparteneva l’altare.

XVI  (modifiche area presbiteriale)

Nel 1577 l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo fissa alcuni principi per un ritorno alla centralità dell’aspetto liturgico, perseguendo la strada della sobrietà e della pulizia delle superfici, tenendo presente che il fulcro dello spazio deve essere l’altare e che i fedeli devono partecipare alla messa. Per soddisfare le nuove esigenze, nel 1584, vengono rimossi gli altari di San Martino e del Santissimo Sacramento. Nessun altare presente a San Gregorio in questo momento risulta consacrato.

XVI  (modifiche intero bene)

Nel corso del Cinquecento vengono fatti dei lavori in chiesa, come testimonia il soffitto a capriate con tavelle dipinte e il fregio affrescato sulla parte alta della navata con girali vegetali e sfingi alate, di gusto antiquario tipico dello stile definito “lombardesco” o “bramantesco”.

1521 - 1525 (modifiche area presbiteriale)

Fino al primo quarto del XVI secolo San Gregorio non ha subito trasformazioni, fatta eccezione per qualche opera di manutenzione. Tra il 1521 e il 1525 vengono eseguiti importanti lavori; il primo documento che da informazioni sul nuovo aspetto della chiesa è la relazione alla visita pastorale del 1552. In essa si dice che esistono, oltre ai preesistenti altari di San Silvestro e della Purificazione di Maria, altri due altari dedicati uno al Santissimo Sacramento e l’altro a San Martino, i quali sono molto piccoli e addossati alle pareti dell’aula in stretta prossimità ai primi due.

XVII  (restauro area presbiteriale)

Vengono aperte due mezzelune nelle pareti del presbiterio.

1630  (restauro intero bene)

Lavori di restauro prendono avvio nel 1630, data così significativa che nella relazione alla visita pastorale del 1869 il vescovo ricorda quell’anno come quello di edificazione della chiesa di San Gregorio. Tali lavori si sono probabilmente interrotti improvvisamente già nel 1631 con la morte del parroco a causa della peste. Durante quest’opera di sistemazione viene consacrato l’altare di San Silvestro e realizzato un chorum ligneum collocato lungo le pareti del presbiterio.

1640  (modifiche area presbiteriale)

Passata la peste vengono compiuti interventi che cambiano in parte la fisionomia della chiesa. Dai dati raccolti durante le visite pastorali del 1642 e del 1647 si evince che l’altare maggiore presenta dossale e tabernacolo ligneo nuovi e dorati; un nuovo altare, dedicato alla Beata Vergine del Monte Carmelo, è decorato con una statua lignea raffigurante la Vergine, ha tabernacolo e dossale ligneo non ancora dorato; l’altare della Purificazione di Maria ha dossale sufficientemente ben fatto; l’altare di San Silvestro presenta dossale marmoreo e mensa dotata di pietra consacrata sulla quale si può celebrare; infine viene citato un nuovo altare dedicato a San Carlo.

1668  (modifiche area presbiteriale)

Nel giro di pochi anni il culto della Beata Vergine del Carmelo si diffonde e cresce di importanza, tanto che l’altare ligneo costruito nel 1647 risulta presto inadeguato. Dei due altari addossati alla parete dell’arco trionfale è quello dedicato a San Silvestro a soccombere nel 1668, poiché la scuola di mestiere che lo possiede è più povera dell’altra.

1750  (realizzazione altare maggiore)

L’altare maggiore viene fatto costruire intorno alla metà del 1700. Sul timpano stanno le statue delle Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità).

1763  (riedificazione campanile)

Nonostante i numerosi interventi di manutenzione alla cella campanaria e al castello a cui erano fissate le campane, nel 1763, si decide di abbattere il campanile per evitarne un rovinoso crollo.

1768  (riparazione copertura)

Nel 1768 viene riparata la copertura della chiesa.

1778  (riparazione intero bene)

Nell’estate del 1778, probabilmente a causa di un evento meteorologico, si interviene sulla chiesa per sistemare la copertura e aggiustare cantoria e organo. Oltre a sostituire parte dei coppie e della grondaia, si cambia anche la struttura lignea in parte collassata.

1794  (modifiche area presbiteriale)

La relazione seguente la visita pastorale del 1794 è il primo documento che fa esplicito riferimento alla distribuzione degli altari all’interno dello spazio chiesastico. L’altare maggiore, curato dalla Scuola del Santissimo Sacramento, è interamente in marmo. Alla sua sinistra si trova l’altare della Madonna del Carmelo, anch’esso completamente in marmo. A destra di quest’ultimo altare è presente quello della Purificazione di Maria, caratterizzato da una struttura lignea. A destra dell’altare maggiore, addossato alla parete dell’arco trionfale, è collocato l’altare del Transito di san Giuseppe, realizzato in marmo. Infine, a sinistra di quest’ultimo, si trova l’altare in marmo di San Silvestro.

1797  (modifiche altare maggiore)

Nel 1797 viene smontato il dossale dell’altare maggiore in modo da poterlo sopraelevare, aumentando l’altezza della zoccolatura inferiore. Questo intervento permette di collocare la pala del santo titolare in posizione più elevata in modo da essere maggiormente visibile.

XIX  (modifiche intero bene)

Negli ultimi anni del XIX secolo vengono realizzate alcune opere di risistemazione: viene rifatta la balaustrata posta davanti all’altare della Madonna del Carmelo, vengono risistemati il palco della cantoria e la cassa dell’organo, successivamente dipinti a finto marmo con decorazioni in oro zecchino.

1801 - 1802 (modifiche intero bene)

Tra il 1801 e il 1802 vengono portati a termine un gran numero di interventi tra cui il rifacimento delle cornici in stucco della cappella Maggiore, l’intaglio del parapetto dell’altare maggiore e delle due griglie poste nelle due aperture del presbiterio.

1807 - 1809 (cambiamento funzione intero bene)

Nel 1807 la chiesa di San Gregorio perde la sua funzione di parrocchia; nel 1809 viene aggregata al Duomo e ridotta allo stato di oratorio. Nello stesso anno ne viene decretata la demolizione, evitata solamente perché la Confraternita di San Filippo Neri vi trasferisce la propria sede.

1809  (cambiamento funzione altare della Madonna del Carmine)

Nel 1809 l’altare della Madonna del Carmine perde la sua secolare dedicazione per assumere quella dell’Immacolata Concezione.

1810  (soppressione altari area presbiteriale)

L’altare del Transito di San Giuseppe e l’altare della Purificazione di Maria, appartenenti alle Scuole di arte e di mestieri, vengono soppressi dalla normativa napoleonica e quindi tolti dalla loro collocazione dopo il 1810, quando viene sancita l’abolizione di qualsiasi tipo di associativismo laico o religioso all’interno delle chiese.

1870  (restauro copertura e colonne)

Negli anni ‘70 dell’800 si rendono necessari alcuni lavori. Inizialmente vengono riparate le coperture della sacrestia e del presbiterio. Successivamente vengono rifatte due porzioni di soffitto, complete di ingessatura e imbiancatura. Si prosegue con il rifacimento completo della copertura della sacrestia e la riparazione di alcuni tratti del tetto. Infine vengono restaurate le colonne lignee della cantoria, danneggiate dall’umidità: quelle più vicine al muro vengono sostituite con pietra viva, mentre quelle centrali vengono immorsate con nuovi pezzi di legno preventivamente modanati per seguirne la linea.

1898  (modifiche intero bene)

Nel 1898, per risolvere un secolare problema di illuminazione, si decide di creare una presa di luce sulla parete sud dell’aula; per fare ciò si sfonda un tratto del tetto della canonica. Per realizzare il cavedio si riprogettano i piani d’appoggio, apponendo delle travi in legno e delle lastre che consentono la chiusura delle pareti della bocca di luce.

1920  (modifiche intero bene)

La riparazione dei danni provocati dalle bombe della Prima Guerra Mondiale danno avvio ad una nuova fase di lavori che interessano l’intero spazio della chiesa, a cominciare dalla ritinteggiatura fino all’apposizione lungo le pareti dell’aula di un nuovo rivestimento ligneo.

1933  (restauro presbiterio)

Il cattivo smaltimento delle acque, dovuto alla sopraelevazione dei muri delle case confinanti, provoca ingenti danni al soffitto del presbiterio che crolla in parte. L’intervento tempestivo di puntellamento nei punti in cui si era salvato, di rifacimento del tratto di copertura collassato e del soffitto voltato, fa si che già un mese dopo si riesce ad intonacare la struttura terminata.

1950  (ricostruzione e restauro intero bene)

Le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale distruggono completamente la casa canonica e danneggiano gravemente il tetto della chiesa. Le cattive condizione di San Gregorio, le ristrettezze economiche e la speculazione edilizia che interessa Treviso in questi anni, mettono in grave pericolo la sopravvivenza della chiesa, che si salva solo grazie all’intervento di Mario Botter. Nel 1949 il Genio Civile da avvio ai lavori di ricostruzione della casa canonica; in seguito vengono risistemate le capriate e ricollocate le tavelle dipinte, lasciando la copertura a vista. Nel 1951, rimosso il pulpito e ritinteggiate le pareti con colori chiari e tenui, la chiesa di San Gregorio appare in tutto il suo antico splendore.
Descrizione

La chiesa di San Gregorio Magno sorge nel cuore della città, alle spalle di piazza dei Signori. La mancanza di elementi oggettivi, quali documenti o scavi, lascia aperte tutte le ipotesi sull’originaria fondazione dell’edificio, tuttavia secondo lo storico Carlo Agnoletti «facilmente risale all’epoca longobarda». La data più antica che segna l’esistenza della chiesa è il 1146, quando viene citata in un atto stipulato dal vescovo. La chiesa è a navata unica, rettangolare, con presbiterio sporgente e due altari laterali, sulla sinistra è presente l'altare della Madonna del Carmine, mentre sulla destra quello di San Carlo. Le pareti longitudinali e quella d’ingresso presentano una cornice a metà della loro altezza che determina anche una differenza nel colore dell’intonaco; nella parte superiore sono presenti finestre che si affacciano sull’esterno e dei piccoli altorilievi che si ripetono. Tramite una scala a chiocciola si può raggiungere la cantoria presente in controfacciata, in cassa dipinta a finto marmo, in cui si trova l'organo a canne, opera numero 52 di Gaetano Callido. La facciata è molto semplice: tripartita da pilastri di ordine ionico con frontone. Sui lati sono presenti due finestre.
Facciata
La facciata è molto semplice: tripartita da pilastri di ordine ionico con frontone. Sui lati sono presenti due finestre.
Coperture
La copertura è costituita da capriate e tavelle dipinte a mano. Il disegno che le tavelle formano è di gusto classico, “formato da quattro file di punte di diamante alternati a una fila con fascia a cane corrente, che si ripetono quattro volte per falda. I colori adoperati sono il bianco e il nero. Le incavallature di adagiano su modiglioni di pietra d’Istria, a loro volta nascenti da un peduccio di terracotta dipinta. Una fascia a girali, raffigurante un’alata sfinge, corre sulla linea delle capriate e tiene sottoposto un largo finto architrave.” (Botter, 1950)
Pianta
È a navata unica, rettangolare, con presbiterio sporgente e due altari laterali; a sinistra dell'altare maggiore c'è l'altare della Madonna del Carmine, mentre sulla destra quello di San Carlo.
Preesistenze
Finestre romaniche sul lato sud: due aperture centinate a feritoia con strombatura verso l’interno, tipiche del XI/XII secolo.
Preesistenze
Lacerto di affresco nell'area presbiteriale raffigurante l'Arcangelo Gabriele. Esso rappresenta il dipinto più antico rimasto a documentare la primitiva decorazione parietale della zona presbiteriale che nei secoli successivi viene scialbata e sostituita da altri affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione Novecentesca decorata con motivi geometrici rossi, bianchi e neri. Sono presenti sottopedane che permettono il riscaldamento a pavimento. Probabilmente sotto il pavimento attuale è presente il mattonato a mantello originale.
Interni
L’interno è rappresentato da un’aula rettangolare che termina con la zona presbiteriale; quest’ultima è affiancata a sinistra dall'altare della Madonna del Carmine, mentre a destra da quello di San Carlo. Le pareti longitudinali e quella d’ingresso presentano una cornice a metà della loro altezza che determina anche una differenza nel colore dell’intonaco; nella parte superiore sono presenti finestre che si affacciano sull’esterno e dei piccoli altorilievi che si ripetono. Nella parte inferiore della parete destra sono presenti delle aperture con grate lavorate che si affacciano sulla sagrestia; in corrispondenza a tali aperture, sulla parete opposta, sono presenti degli affreschi che ne riprendono la decorazione. A metà della parete destra è presente una porta che conduce alla sagrestia, di fronte ad essa, sulla parete sinistra, è presente una piccola nicchia. Tramite una scala a chiocciola si può raggiungere la cantoria presente in controfacciata, in cassa dipinta a finto marmo, in cui si trova l'organo a canne, opera numero 52 di Gaetano Callido.
Presbiterio
La zona presbiteriale è introdotta da una due gradini e una balaustra. Essa è coperta da una volta a crociera affrescata, sulla quale campeggia il Simbolo della Santissima Trinità (triangolo raggiato includente l’occhio divino) in una gloria d’angeli e putti alati. L’ornamentazione neoclassica della copertura è rappresentata da finti cassettoni con rosetta sul sottarco e alcuni brani a finti stucchi. L’altare maggiore marmoreo presenta un timpano con raffigurate le statue delle Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità). Nella parte superiore sono presenti due finestre termali.
Adeguamento liturgico

nessuno
Contatta la diocesi