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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
SS. Stefano e Lorenzo
Parrocchia di Santo Stefano Extra Moenia
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1975-1978)
XI - XII(citazione intero bene); 1122 - 1122(consacrazione altari); XIII - XIII(ingrandimento intero bene); XIV - XIV(preesistenze intero bene); XV - XV(citazione intero bene); XV - XV(distruzione monastero); 1462 - 1462(citazione intero bene); XVII - XVIII(completamento intero bene); 1792 - 1794(rifacimento intero bene); 1821 - 1821(citazione intero bene); 1936 - 1936(costruzione campanile); 1948 - 1971(restauro intero bene); 1975 - 1978(citazione intero bene); 1978 - 1978(restauro intero bene); 2003 - 2003(restauro copertura); 2014 - 2014(restauro casa canonica)
Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di Santo Stefano extra moenia
SS. Stefano e Lorenzo
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XII (citazione intero bene)

La prima attestazione documentaria dell'esistenza della chiesa di Santo Stefano risale all'XI secolo: si tratta di un testamento datato 28 maggio 1085, conservato nell'Archivio arcivescovile di Lucca, in cui tal Guido del fu Ugo donava alla chiesa un certo numero di beni e proprietà. Annesso alla chiesa, sorgeva il monastero benedettino femminile, poi ceduto alla congregazione di Camaldoli. Il vicino ospedale di San Lazzaro, che garantiva assistenza ai poveri, agli infermi e ai pellegrini, compare nelle fonti a partire dal 1180.

1122  (consacrazione altari)

Gli altari della chiesa furono consacrati nel 1122 (s.p.).

XIII  (ingrandimento intero bene)

Nel corso del Duecento, si registra un ingrandimento della chiesa, che fu ampliata verso Est. L'allungamento fu realizzato in laterizio.

XIV  (preesistenze intero bene)

Da una veduta del XIV secolo, conservata presso l'Archivio Storico Diocesano di Pisa, la chiesa di Santo Stefano appariva lunga e stretta, con protiro antistante e rosone centrale.

XV  (citazione intero bene)

Nel 1458, per volontà di Papa Pio II, il monastero fu soppresso e le monache trasferite in altro luogo. Nel 1461 la chiesa di Santo Stefano, l'annesso monastero e il vicino ospedale di San Lazzaro furono concessi all'Università dei Cappellani del Duomo, che ne conservarono il patronato fino al 1975.

XV  (distruzione monastero)

Il monastero andò distrutto nella prima metà del XV secolo, mentre la chiesa sopravvisse anche se in cattivo stato di conservazione.

1462  (citazione intero bene)

A partire dal 1462, i Cappellani del Duomo elessero un parroco per la cura d'anime della comunità che orbitava intorno alla chiesa di Santo Stefano.

XVII - XVIII (completamento intero bene)

Nel XVII secolo l'edifcio di culto versava in pessime condizioni, a causa del disinteresse dei Cappellani del Duomo. Nel corso del XVIII secolo, l'edificio fu sottoposto ad alcuni interventi, consistenti soprattutto nella costruzione di alcune stanze dietro la tribuna dell'Altare maggiore.

1792 - 1794 (rifacimento intero bene)

Tra il 1792 e il 1794, la chiesa fu sottoposta a radicali trasformazioni strutturali: l'edificio fu accorciato nella parte absidale e l'orientamento fu invertito, passando da Ovest a Est. I lavori sono ricordati nell'epigrafe ottocentesca inserita nella navata sinistra.

1821  (citazione intero bene)

Nel 1821 la chiesa di Santo Stefano venne trasformata in Prioria.

1936  (costruzione campanile)

Nel 1936, fu iniziata la costruzione del campanile su disegno dell'ingegnere Renato Lotti.

1948 - 1971 (restauro intero bene)

A partire dalla metà del XX secolo, la chiesa fu sottoposta a nuovi restauri: nel 1948 fu abbattuto l'Altare maggiore settecentesco e realizzato il nuovo pavimento in marmo; nel 1962 la chiesa fu "ripulita" e, nel 1971, il vecchio organo fu smantellato.

1975 - 1978 (citazione intero bene)

Nel 1975, su invito di Mons. Waldo Dolfi, i Cappellani del Duomo rinunciarono al loro patronato sulla chiesa di Santo Stefano e pertinenze.

1978  (restauro intero bene)

Nel 1978, la chiesa venne rinnovata: il presbiterio fu modificato secondo le disposizioni conciliari, le colonne, intrappolate entro pilastri settecenteschi, furono finalmente liberate e l'intonaco rimosso per riportare alla luce il paramento in laterizi e le tracce dell'edificio romanico fino a quel momento celate .

2003  (restauro copertura)

Nei primi anni del Duemila, la chiesa di Santo Stefano extra moenia è stata sottoposta a lavori di restauro e risanamento conservativo alla copertura.

2014  (restauro casa canonica)

Nel 2014 sono stati eseguiti lavori di manutenzione straordinaria della casa canonica.
Descrizione

La chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo sorge nella parte settentrionale di Pisa, appena fuori del perimetro murario della città, in corrispondenza di Porta a Lucca. Il titolo della parrocchia è stato in passato accompagnato dagli appellativi "extra moenia" o "oltr'Ozeri", per indicarne la posizione "fuori le mura", al di là del fiume Auser. Documentata già dall'XI secolo, fu affiancata dal monastero femminile benedettino e, in seguito, dall'ospedale di San Lazzaro. L'edificio è stato pesantemente rimaneggiato nel corso dei secoli e in particolar modo nel XVIII, quando l'orientamento venne completamente invertito e la struttura accorciata dalla parte absidale. Tracce dell'originaria costruzione si ritrovano sul fianco meridionale della chiesa e sull'attuale facciata che, privata dell'intonaco durante i restauri degli anni Settanta, ha svelato l'esistenza di due monofore, della decorazione ad archetti pensili, degli incavi per l'alloggiamento dei bacini ceramici (oggi conservati al museo Nazionale di San Matteo) e dell'imposta d'arco dell'antica abside. La facciata a salienti ricalca l’articolazione interna dei volumi suddivisa in tre navate, con quella centrale più alta rispetto alle laterali. Il corpo principale risulta tinteggiato fino ad oltre la metà della sua altezza, mentre la parte superiore e le ali laterali, libere da intonaco, rivelano l'originaria struttura in cotto. Al centro si apre il portale d'ingresso principale, affiancato da due accessi secondari, ciascuno sormontato da una monofora tamponata. Al vertice, una serie di archetti pensili delinea il profilo a capanna della parte centrale del prospetto. Il fianco sinistro, caratterizzato da un basamento di pietre irregolari e di mattoni, su cui si èleva la parete in conci di pietra locale, presenta quattro monofore, di cui due tamponate. II claristorio della navata centrale, decorato nel sottogronda da archetti pensili e bacini ceramici, è dotato di tre finestre di forma rettangolare per lato. Il prospetto tergale è coperto dalle costruzioni dell'asilo parrocchiale e, sul lato destro, il campanile. Quest'ultimo, intonacato e definito lateralmente da paraste angolari in cotto, è costituito da due ordini sovrapposti, il secondo dei quali ospita la cella campanaria, conclusa al vertice da una copertura cuspidata. Internamente la chiesa si presenta a pianta basilicale, scandita in tre navate da due file di archi di diversa ampiezza, impostati su colonne e pilastri. In testa alle navate laterali si aprono due porte che conducono in sacrestia.
Struttura
Muratura portante mista, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate scandite da una doppia fila di colonne e pilastri. Privo di abside, il presbiterio risulta rialzato di un gradino rispetto all’aula. In testa alle navate laterali si aprono due porte che conducono in sacrestia. Il campanile, disposto sul fianco destro della chiesa, è accessibile dalla sacrestia.
Coperture
La navata centrale è dotata di una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da otto capriate. Anche le navate laterali sono caratterizzate da orditura primaria e secondaria in struttura lignea. La sacrestia presenta una copertura piana costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è costituita da elementi di forma quadrata in marmo bianco e bardiglio. Il presbiterio ha una pavimentazione in marmo bianco con mattonelle di forma rettangolare, di varia pezzatura. La sacrestia è dotata di una pavimentazione in graniglia.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, che ricalca la spartizione interna in tre navate, è realizzata principalmente in laterizio, ad eccezione del basamento in conci di pietra calcarea che affiora sulle ali laterali dell'edificio. Il corpo centrale è intonacato fino ad oltre la metà della sua altezza e lasciato scoperto nella parte superiore, mostrando così il tessuto in cotto. In questo punto sono visibili le tracce dell'imposta dell'arco absidale, che qui sorgeva prima della modifica di orientamento occorso nel XVIII secolo. Anche le ali laterali, prive di intonaco, mostrano i segni dell'originaria struttura con la presenza di due monofore, oggi tamponate. Al vertice del prospetto centrale, il profilo a capanna è decorato da una sequenza di archetti pensili accompagnati da una serie di incavi per l'alloggiamento dei bacini ceramici, oggi musealizzati. La chiesa è dotata di tre portali d'ingresso settecenteschi, di cui quello centrale maggiore, profilato da una cornice in pietra arenaria e sormontato da una mensola modanata. Internamente, la chiesa presenta un impianto basilicale, suddivisa in tre navate da una doppia fila di sei archi di diversa ampiezza: i primi quattro in cotto mostrano un'antica ridipintura a fasce bicrome bianche e rosse. Le archegiature poggiano su colonne ornate da capitelli di epoca romanica, intrappolate nel Settecento in pilastri e alcune "liberate" durante i lavori di restauro degli anni Settanta. Fissate ai primi due pilastri della navata centrale, trovano posto due acquasantiere in marmo bianco a forma di conchiglia, riconducibili al XVII/XVIII secolo. A metà delle navate laterali si collocano due altari seicenteschi: quello di destra è dedicato a Sant'Ansano (di cui è esposta la statua nella nicchia centrale), come recita la cartella al vertice del frontone ricurvo, ed è realizzato in pietra e muratura dipinta a finto marmo. Privo di mensa, reca un'iscrizione incisa nella cornice inferiore del dossale, che attribuisce l'erezione a Domenico Passeggieri nel 1637. L'Altare della navata sinistra, intitolato alla Vergine, presenta la stessa struttura e lo stesso materiale del precedente ed accoglie al centro del dossale la moderna statua della Madonna Addolorata. Nel 1978 fu rinnovato il presbiterio ed eseguito l'adeguamento dello spazio liturgico secondo le disposizioni conciliari: al centro è collocata la mensa rivolta verso l'aula eseguita in marmo scalpellato, accompagnata dal leggio, dal tabernacolo quadrangolare e dalla seduta per il celebrante, realizzati con lo stesso materiale. Sul lato sinistro della parete di fondo si inserisce un tabernacolo per olii santi in marmo bianco, ascrivibile al XVII secolo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1975-1978)
Nel 1978, il presbiterio è stato sottoposto ad un significativo intervento di modifica e restauro, che ha comportato l'eliminazione dell'Altare maggiore preconciliare e l'inserimento di una nuova mensa in marmo per la celebrazione liturgica versus popolum. Sul lato destro del presbiterio si colloca il leggio in marmo e legno, mentre sulla parete di fondo si dispongono la seduta per il celebrante e il tabernacolo a parete.
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