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adeguamento liturgico
Ascoli Piceno
Ascoli Piceno
chiesa
cattedrale
Santa Maria Madre di Dio e Sant'Emidio
Chiesa Cattedrale
Struttura
presbiterio - aggiunta arredo (1969)
VIII - 1490(notizie storiche interno); VIII - XVII(notizie storiche intero bene); XI - XVI(notizie storiche esterno); XI - XVI(notizie storiche esterno); XVI - XVIII(notizie storiche interno); XVIII - XIX(notizie storiche Intero bene); XIX - 1954(notizie storiche interno); 1957 - 1969(notizie storiche interno)
Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio e Sant'Emidio
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio e Sant'Emidio <Ascoli Piceno>
Altre denominazioni Chiesa Cattedrale
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - 1490 (notizie storiche interno)

I settori più antichi dell’attuale chiesa dovrebbero risalire alla fine dell’ottavo secolo e all’inizio del nono. Secondo gl’ultimi studi la chiesa primitiva sarebbe stata ad un'unica navata a croce commissa e un grande transetto comprendenti l’area ora occupata dagli attuali transetto e navata centrale. Di questa forma originaria della chiesa restano all’interno i massicci muri ai lati dell’arco trionfale su cui poggia il tiburio. Tra i secc. XI e XII fu aggiunta la cripta; fu consacrato un nuovo altare maggiore da parte del Vescovo Bongiovanni nel 1287. Se le origini e la forma architettonica del tempio primitivo rimangono tuttora poco chiare, è possibile invece seguire i lavori di restauro e le radicali trasformazioni dell’interno a partire dal secolo XV. Le prime trasformazione furono eseguite nel 1420 dal vescovo Mons. Prospero Caffarelli che edificò la sacrestia. Nel 1481 iniziò la costruzione delle navate laterali, lavoro che dovrebbe essere terminato intorno al 1490.

VIII - XVII (notizie storiche intero bene)

È un edificio composito, risultando da molti adattamenti e sovrapposizioni eseguite nell’arco di 17 secoli. Sorge in piazza Arringo, sul luogo nel quale si trovava un tempio pagano o forse una la basilica, i cui resti sono rintracciabili nella parte esterna del transetto ed all’interno della cripta e della sagrestia. Subì vari rimaneggiamenti: nei secc. VIII–IX, con l'erezione del transetto e della navta longitudinale; nei secc. XI–XII con quella del tiburio (edificato secondo alcuni nel sec. VIII), delle torri, della facciata e della cripta. Mantenne il suo aspetto medievale sino alla fine del sec. XV, quando fu demolita l'antica facciata, e ampliato l’interno, con le navate laterali e le volte rinascimentali in muratura; i lavori furono diretti dai lombardi Andrea Massali e Baldassarre di Paolo. Tra la fine del sec. XV e gli inizi del XVI vennero eretti i due prospetti laterali. Del decennio 1529–'39 è la costruzione della nuova facciata, opera di Cola dell’Amatrice.

XI - XVI (notizie storiche esterno)

Da alcuni scavi eseguiti negli anni 1882-1883 e nel 1967 è stato possibile constatare che la chiesa è sorta sul luogo di un edificio pubblico di età romana, come dimostra il ritrovamento di frammenti di un pavimento mosaicato. Intorno al 1060, si avviò la costruzione della cattedrale romanica. La costruzione a croce latina, aveva una sola navata che corrisponde all’attuale navata centrale. La facciata, arretrata rispetto all’attuale, era affiancata da due torri campanarie. La vita di questa fase romanica termina nel 1481, quando iniziarono i lavori per l’ampliamento da una a tre navate. Un portico si sviluppava di fronte alla facciata, sotto questo portico una serie di cappelle votive dipinte ad affresco; oggi se ne conserva una con affreschi del Trecento. La scalinata centrale conduceva alla cripta, le due laterali al presbiterio.

XI - XVI (notizie storiche esterno)

Ai lati della cripta si osservavano due nicchie affrescate e sul parapetto sovrastante erano presenti le quattro lastre di marmo intarsiato, risalenti al secolo XII, che sono attualmente inserite alla base dell’altare maggiore. L’attuale facciata del Duomo, realizzata tra il 1529 e il 1539, si mostra impostata su un solo ordine architettonico; costruita in blocchi levigati di travertino è scandita in tre parti da quattro colonne corinzie. Al centro della facciata si apre il portale d'ingresso alla cattedrale sormontata da una finestra zoppa, ai lati del portale due grandi nicchie che ospitano due sedie in travertino. Agli estremi della facciata si innalzano due torri a base quadrata di travertino risalenti alla seconda metà dell'XI secolo.

XVI - XVIII (notizie storiche interno)

L’interno del tempio rimase tuttavia grezzo per alcuni anni ancora, ad eccezione della nuova pavimentazione della chiesa, rialzata di circa un metro, terminata nel 1502. Circa sessant’anni dopo il vescovo Camaiani fece completare e in parte modificare le volte delle tre navate; all’unico ingresso alla cripta nella navata centrale si sostituirono le due scalinate nelle navate laterali. Da questo periodo crescono le migliorìe: l’altare del sec. XIII fu sostituito di un altro di gusto barocco; sulle pareti furono collocati vari monumenti funebri e nei nicchioni sotto le grandi finestre a bifora vari altari laterali. La parte centrale della cripta subì un primo restauro nel 1704 ad opera di Giuseppe Giosafatti, il quale per introdurre il gruppo marmoreo di Sant’Emidio e coppie di colonne in marmo rosso dovette rialzare il piano del presbiterio riducendo l’arco trionfale a proporzioni goffe; quest’intervento compromise definitivamente l’equilibrio architettonico del tempio.

XVIII - XIX (notizie storiche Intero bene)

Al periodo barocco risale invece la costruzione degli altari laterali (demoliti nel sec. XIX) e la risistemazione della parte centrale della cripta ad opera di Giuseppe Giosafatti, a partire dal 1704. L’ultimo intervento architettonico è la costruzione della Cappella del Sacramento, nella prima metà del sec. XIX.

XIX - 1954 (notizie storiche interno)

Sul finire del 1838 al corpo dell’edifico fu aggiunta la cappella del Santissimo Sacramento. Desideroso di restaurare radicalmente la cattedrale il vescovo Mons. Elia Antonio Alberani (1860-1876) indicò chiaramente le opere da realizzare: rinnovazione totale del pavimento, decorazione parietale, apertura di un unico accesso alla cripta nel mezzo della navata centrale. I lavori furono eseguiti dal 1882 al 1884 sotto la direzione di Giuseppe Sacconi, che disegnò anche il ciborio sotto al cupola. Tra 1884 al 1894 il pittore romano Cesare Mariani eseguì sulle volte della navata centrale e nella cupola un vasto ciclo di affreschi. In sostituzione della vecchia pavimentazione in cotto, logora e sconnessa, nel 1894 fu posto in opera l’attuale pavimento in marmo di carrara a due colori. Al termine della Seconda Guerra Mondiale il vescovo Mons. Ambrogio Squintani fece decorare le pareti della cripta con mosaici eseguiti dalla Scuola Vaticana del Mosaico su disegno di Pietro Gaudenzi.

1957 - 1969 (notizie storiche interno)

Il successore, Mons. Marcello Morgante, oltre a conferire una sistemazione definitiva alla cripta, si occupò dell’adeguamento liturgico con la chiusura dell’accesso centrale alla cripta e la posa in opera di una nuova cattedra e ambone negli anni 1967–1969.
Descrizione

La facciata, in travertino, ad un solo ordine architettonico, è divisa in tre parti da quattro colonne corinzie e richiama la struttura degli archi di trionfo romani a tre fornici. Al centro si apre il portale, fiancheggiato da semicolonne ioniche e sormontato da un timpano triangolare e da una finestra zoppa, cui si accede da un sagrato elevato da cinque gradini dal piano stradale. Il fronte è coronato da una balaustra a colonnine. Delle due torri a base quadrata, in posizione arretrata rispetto all’odierna facciata, quella di sinistra è incompiuta, mentre quella di destra termina con cuspide e balaustra a colonnine. Il fianco sinistro, prospiciente il Battistero, è scandito da lesene corinzie scanalate e coronate da semplici trabeazioni; negli interspazi si aprono bifore, ornate di colonnine tortili e di trafori finissimi. In prossimità del transetto, si apre l'ingresso laterale alla Cattedrale, costituito da due lesene corinzie trabeate, reggenti un timpano semicircolare, arricchito da decorazioni e da cui scendono, lateralmente alle lesene, dei festoni di bacche. L’interno, austero ed imponente, a croce latina e a tre navate, è diviso da sei pilastri poligonali coronati da capitelli reggenti le volte; ad essi corrispondono, nelle pareti, altrettante lesene, terminanti con capitelli corinzi mentre in ciascuno degli interspazi si apre una nicchia coronata da una conchiglia sormontata da un finestrone. La cupola, le volte delle tre navate e l’abside sono affrescate con i 12 Apostoli ed i 4 Dottori della Chiesa sulle vele della volta della navata centrale, mentre quelle laterali con fondo stellato blu. Sulla lunetta dell’arco trionfale è raffigurata l’Assunta, con in basso Sant’Emidio ed i suoi compagni e sullo sfondo la città di Ascoli. Sulla cupola, sono rappresentate le Virtù Cardinali (sui pennacchi), le Storie di Sant’Emidio (registro inferiore del tamburo), i santi venerati nella diocesi ascolana (registro superiore del tamburo), infine nel catino della cupola vi sono Angeli con i simboli della Passione e, nel punto più alto, il Redentore, circondato dai simboli degli Evangelisti. Nelle pareti dell’abside vi è una decorazione a finti arazzi con al centro la raffigurazione del vescovo Alberani e, nella parte superiore il Cristo e gli Apostoli rappresentati simbolicamente come un agnello e dodici pecore che convergono verso di lui; il registro superiore del catino, presenta un finto mosaico con una croce gemmata centrale circondata da foglie d’acanto. Sulla volta, infine, Sant’Emidio in gloria su di un fondo stellato blu. Nella parte inferiore dell’abside vi è il coro ligneo, capolavoro dell’arte dell’intaglio del secolo XV; lo stallo episcopale è riquadrato da quattro pannelli policromi a rilievo raffiguranti l'Annunziata e l’Arcangelo Gabriele (verso l’altare) e Sant’Emidio e San Giovanni Battista (nel lato interno). Verso il termine della navata destra si apre la Cappella del Sacramento. Esternamente ottagonale, è sormontata da una cupola; l’interno è a croce greca e presenta una decorazione a monocromo realizzata da Raffaele Fogliardi comprendente le finte lesene, i pennacchi della cupola, su cui sono rappresentati i Profeti maggiori, e la calotta decorata a lacunari. Usciti dalla cappella salendo la scalinata sulla destra si arriva nel transetto destro alla Cappella del Crocifisso. L’altare maggiore è costituito da plutei in marmo (sec. XII–XIII) con figure di animali mitici e vegetali. L’altare è sovrastato dal ciborio, impostato su quattro colonne di marmo nero e con elementi gotici e bizantini, disegnato da Giuseppe Sacconi nel 1895. Nella parte opposta del transetto è la Cappella della Madonna delle Grazie, con abside decorata da un mosaico del 1963 di scuola ravennate, riferentesi alla proclamazione della Madonna delle Grazie, a patrona della città e diocesi (1961).
Struttura
L’impianto ed ad aula basilicale ripartita da tre navate divise da tre pilastri ottagonali per parte, presbiterio rialzato dall’aula e terminante con tre absidi semi poligonali. Il soffitto a volte reali a crociera. La copertura è a tetto ligneo a capriate. La muratura è a sacco in pietra di travertino.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1969)
Su progetto dell'arch. L. Petrucci e dell'ing. S. Brunori vennero posti in opera la cattedra episcopale e l'ambone. La prima è uno scanno in travertino dalle linee semplici, impostato su piani rialzati, collocato a ridosso del pilone del tiburio; il secondo, anch'esso in travertino, poggia sui gradini della scalinata.
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