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Vallecchia
Pietrasanta
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Stefano Protomartire
Parrocchia di Santo Stefano Protomartire
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1978)
843 - 843(citazione intero bene); 1097 - 1097(citazione intero bene); 1097 - 1700(citazione intero bene); 1097 - 1798(citazione intero bene); XII - XII(costruzione intero bene); 1596 - 1596(restauro intero bene); XVII - XVII(completamento intero bene); 1690 - 1690(costruzione pulpito); 1940 - 1945(distruzione campanile); 1946 - 1947(restauro navata sinistra); 1984 - 1984(restauro navata sinistra); 1986 - 1986(incendio catino absidale); 2003 - 2003(restauro intero bene); 2004 - 2004(restauro organo)
Chiesa di Santo Stefano Protomartire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santo Stefano Protomartire <Vallecchia, Pietrasanta>
Altre denominazioni S. Stefano Protomartire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombardo-lucchesi (costruzione)
Notizie Storiche

843  (citazione intero bene)

La prima attestazione dell'esistenza del paese di Vallecchia risale al 10 maggio 843 ed è contenuta in un documento conservato nell'Archivio arcivescovile di Lucca: secondo la carta l'Arcivescovo di Lucca Berengario allivellò diverse masserizie poste in località Vallecule ad un tale Rodiperto figlio del fu Ratiperto.

1097  (citazione intero bene)

La chiesa di Vallecchia inizia a comparire nei documenti d'archivio solo a partire dal 1097.

1097 - 1700 (citazione intero bene)

Il piviere di Vallecchia comprendeva le chiese di Seravezza, La Cappella, Terrinca, Ruosina, Basati e Levigliani. Nel XVIII secolo, la pieve decadde a favore di Seravezza.

1097 - 1798 (citazione intero bene)

Appartenente alla diocesi di Luni-Sarzana, dal 1787 la chiesa di Santo Stefano passò alla diocesi di Pontremoli e, il 18 settembre 1798, alla diocesi di Pisa.

XII  (costruzione intero bene)

L'edificio di culto a tre navate, in marmo delle cave del monte Solaio, fu eretto nel XII secolo da maestranze lombardo-lucchesi. Della chiesa medievale restano solo l'impianto strutturale e l'abside.

1596  (restauro intero bene)

Nel 1596, Ferdinando I Granduca di Toscana concesse i lavori di restauro alla chiesa e ne affidò la direzione al Maestro Raffaello di Pagno da Pescia. L'intervento comportò la sostituzione delle colonne ammalorate, utilizzando il marmo proveniente dai vicini paesi di Solaio e Riomagno, e la costruzione della porta maggiore e dei nuovi altari e confessionali.

XVII  (completamento intero bene)

I lavori di restauro, iniziati alla fine del Cinquecento, si protrassero fino a tutto il XVII secolo, con l'ultimazione dei pavimenti ed il trasporto dell'altare maggiore grazie al favore e all'interessamento della Granduchessa Maria Cristina.

1690  (costruzione pulpito)

Nel 1690, fu affidata ad Andrea Baratta, scultore carrarese ed autore della scala per il pulpito del duomo di Pietrasanta, la costruzione del pulpito della chiesa di Santo Stefano di Vallecchia.

1940 - 1945 (distruzione campanile)

Durante la Seconda guerra mondiale, la chiesa subì gravi e il suo campanile venne completamente distrutto. Quest'ultimo fu ricostruito in epoca recente.

1946 - 1947 (restauro navata sinistra)

Durante i restauri del 1946-1947, fu riportato alla luce un affresco cinquecentesco riscoperto nella navata sinistra della chiesa, raffigurante la Madonna del Rosario tra Santi.

1984  (restauro navata sinistra)

Nel 1984, la chiesa fu sottoposta ad un nuovo intervento di restauro, a seguito del quale fu scoperto un secondo affresco con l'Assunzione della Madonna, nascosto da tempo sotto l'intonaco.

1986  (incendio catino absidale)

Nel 1986, un incendio scoppiato in chiesa minacciò di bruciare l'affresco raffigurante il Cristo benedicente della seconda metà del XIV secolo, eseguito nel catino absidale.

2003  (restauro intero bene)

Nel 2003, la chiesa fu sottoposta a interventi di restauro e di risanamento conservativo: i lavori riguardarono soprattutto il rifacimento dell'intonaco del campanile e la pulitura della copertura della chiesa.

2004  (restauro organo)

L'organo a canne della chiesa di Santo Stefano di Vallecchia, realizzato dalla famiglia Agati-Tronci a metà del XIX secolo, fu restaurato dalla ditta dei F.lli Marin nel 2004.
Descrizione

Il paese di Vallecchia è situato tra Pietrasanta e Seravezza, alle falde del monte su cui un tempo sorgeva un'antica fortezza chiamata Rocca Fiamminga. La pieve, eretta intorno all'anno Mille in posizione leggermente soprelevata, venne costruita in marmo locale proveniente dalle cave del vicino Monte Solaio, che svetta alle spalle della torre campanaria. Della chiesa medievale rimane solo l'impianto dell'edificio e l'abside, mentre le trasformazioni più significative vennero attuate nel XVII secolo dalla famiglia De' Medici, signori del capitanato di Versilia. La facciata a salienti, complessivamente intonacata, ad eccezione del basamento e del profilo della chiesa costituito da conci di marmo ben squadrati, ricalca l’articolazione dei volumi interni, con la navata centrale più alta rispetto a quelle laterali. Al centro del prospetto si apre il portale principale con cornice in marmo e frontone triangolare, accompagnato da due portoni laterali. Nella parte superiore della facciata è inserito un rosone in marmo traforato. Sui fianchi della chiesa si aprono due portoni secondari, una monofora in corrispondenza della navata sinistra e tre su quella destra, oltre a quattro monofore per lato poste nel cleristorio della navata centrale. La parte tergale dell'edificio, in marmo faccia a vista, è caratterizzata da un'abside semicircolare, dotato anch'esso di tre strette monofore. Sul lato destro della chiesa sorge il campanile a pianta quadrata, completamente intonacato. La cella campanaria presenta quattro aperture per l'alloggiamento delle campane e termina con una copertura piana, profilata da cornice modanata. All'interno la chiesa, intonacata, risulta suddivisa in tre navate da due file di pilastri e colonne, e termina con la zona absidale dominata dall'affresco tardo trecentesco del catino.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in marmo e materiale sciolto lapideo.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate, spartite da una doppia fila di colonne e pilastri. Il presbiterio, rialzato di due gradini rispetto al resto dell’aula, è concluso da un'abside semicircolare introdotta da un arco trionfale. In controfacciata si inserisce la cantoria con balconata in legno, sorretta da mensole.
Coperture
La navata centrale è dotata di una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da tre capriate. Anche le navate laterali sono caratterizzate da orditura primaria e secondaria in struttura lignea. L’abside è costituito da un catino semisferico affrescato. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in marmo di forma irregolare su tutte le superfici calpestabili della chiesa.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, intonacata, è caratterizzata da un basamento in conci regolari di marmo locale, che affiorano anche lungo il profilo del prospetto. La chiesa è dotata di tre portali, di cui il maggiore, in posizione centrale, incorniciato da architrave e stipiti in marmo e coronato da un timpano triangolare. Completa la decorazione il rosone in marmo traforato che si apre nella parte superiore della facciata. Internamente, la chiesa è suddivisa in tre navate da due file di pilastri e colonne: queste ultime, riconducibili all'edificio medievale, sono caratterizzate da capitelli decorati con foglie d'acqua e girali e da basi ornate da figure animali. In controfacciata, è inserita la cantoria in legno dipinto, sorretta da piccole mensole della stessa materia e tecnica. Al centro trova posto l'organo a canne, realizzato nel 1881 dalla Ditta Agati-Tronci. Ai lati dell'ingresso principale sono collocati un fonte battesimale di forma cilindrica in marmo bianco, bardiglio e intarsio romboidale in marmo rosso (a destra), un fonte battesimale a fusto con ciborio scolpito in marmo bianco e breccia, soprelevato di due gradini rispetto all'aula e delimitato da balaustre marmoree (a sinistra) e, alle sue spalle, un tabernacolo a parete in marmo bianco scolpito, riconducibile al XV secolo e rimaneggiato agli inizi del Seicento. Addossate ai primi pilastri della navata centrale, sono collocate due acquasantiere a colonna in breccia, datate 1619. Lungo le navate laterali sono inseriti a parete due confessionali seicenteschi, con intarsi in breccia e marmi policromi. In corrispondenza della prima colonna di destra, trova posto il pulpito marmoreo dello scultore carrarese Andrea Baratta, opera del 1681. Sulla parete esterna della navata sinistra, si incontrano due affreschi cinquecenteschi, molto vicini stilisticamente a quelli conservati nella pieve di San Giovanni e Santa Felicita in Valdicastello: l'Assunzione della Madonna, venuto alla luce durante i restauri del 1984, quando furono rimossi gli strati di intonaco che lo ricoprivano, e la Madonna del Rosario tra i santi Domenico, Caterina da Siena, Stefano, Pio V, Gregorio XIII e Dio Padre benedicente, anch'esso riscoperto nel corso dei restauri compiuti tra il 1946-1947. All'interno di una nicchia scavata nel secondo pilastro di sinistra, si conserva una piccola scultura in marmo bianco della Madonna col bambino, riconducibile ad una bottega apuoversiliese del XIV secolo. In testa alle navate laterali sono collocati due mense d'altare di epoca moderna: a sinistra, inserita entro teca, si trova la statua vestita della Madonna del Rosario del XVIII secolo, mentre a destra un presepe ligneo ottocentesco. Le porte secondarie di accesso alla chiesa, che si fronteggiano dalle navate laterali, sono coronate da due lunette scolpite, attribuite a Francesco e Bernardino del Maestro, opere del XVI secolo, raffiguranti Dio Padre e L'Annunciazione. Il presbiterio è caratterizzato dall'Altare maggiore in marmi policromi datato 1779 e dall'affresco tardo medievale raffigurante Gesù Cristo benedicente del XV secolo, attribuito alla bottega di Turino Vanni.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1978)
Al centro del presbiterio, è conservato l'Altar maggiore preconciliare. Davanti a quest'ultimo, intorno al 1978, sono stati inseriti una mensa in legno per la celebrazione "versus populum" ed un ambone dello stesso materiale, opera quest'ultima realizzata dallo scultore Alfredo Belluomini tra il 1978 e il 1979.
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