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beni culturali della Chiesa cattolica
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adeguamento liturgico
Pietrasanta
Pisa
chiesa
parrocchiale
SS. Salvatore
Parrocchia di Santissimo Salvatore
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi; Cappelle laterali; Presbiterio
presbiterio - aggiunta arredo (1968-1989)
XV - XV(citazione intero bene ); 1490 - 1497(citazione intero bene); 1497 - 1497(citazione intero bene); 1523 - 1523(citazione intero bene); 1525 - 1535(costruzione chiesa); 1535 - 1540(costruzione convento); 1597 - 1597(costruzione
consacrazione intero bene); 1608 - 1610(completamento convento); 1619 - 1619(costruzione ala sud-ovest del convento); 1621 - 1621(costruzione loggiato); 1644 - 1644(costruzione cappella Sant'Antonio); 1670 - 1670(costruzione campanile); 1674 - 1676(restauro-completamento intero bene); XVIII - XVIII(completamento chiesa
chiostro); 1711 - 1712(completamento cappelle laterali); 1750 - 1750(restauro intero bene); 1789 - 1789(citazione intero bene); 1822 - 1823(decorazione chiostro
portico); 1847 - 1847(variazione d'uso intero bene); 1883 - 1884(allungamento presbiterio
coro); 1911 - 1911(restauro chiostro
loggiato); 1920 - 1922(lesioni volte); 1990 - 1990(restauro intero bene); 2016 - 2017(restauro campanile)
Chiesa del Santissimo Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa del Santissimo Salvatore <Pietrasanta>
Altre denominazioni Chiesa del Santissimo Salvatore in San Francesco
SS. Salvatore
Ambito culturale (ruolo)
maestranze versiliesi (costruzione)
Notizie Storiche

XV  (citazione intero bene )

Appena sotto le pendici del colle di Capezzano, sorgeva l'antico romitorio della Madonna delle Grazie, detto "della Stregaia".

1490 - 1497 (citazione intero bene)

Alla fine del XVI secolo, il Terziario Fra Pietro, a causa delle gravi infiltrazioni d'acqua che rendevano il convento un luogo insalubre e poco sicuro, decise di abbandonare l'edificio della Stregaia e di donarlo al Comune di Pietrasanta.

1497  (citazione intero bene)

Il Comune di Pietrasanta accolse la donazione, ma a sua volta donò l'edificio all'Ordine dei Minori Osservanti, il Primo Ordine dei Francescani. Costoro ingrandirono l'edificio esistente e vi eseguirono lavori per ovviare ai problemi d'infiltrazione. Non riuscendovi, decisero di abbandonare il convento e di trasferirsi più vicino alla città per fondarne uno nuovo.

1523  (citazione intero bene)

Il 29 maggio 1523, i frati della Stregaia acquistarono un terreno dell'Opera di San Martino di Pietrasanta, situato fuori Porta Genovese.

1525 - 1535 (costruzione chiesa)

Nella prima metà del XVI secolo, i frati iniziarono la costruzione della chiesa: la struttura a navata unica presentava cappelle laterali, secondo il modello tradizionale delle chiese degli ordini mendicanti.

1535 - 1540 (costruzione convento)

Il nuovo convento, disegnato dagli stessi frati, era di piccole dimensioni, lungo quanto la chiesa cui si appoggiava e atto a ospitare dodici frati più qualche pellegrino. Intorno agli anni Quaranta del Cinquecento la comunità si trasferì nella nuova sede.

1597  (costruzione, consacrazione intero bene)

Già dedicata a San Francesco, la chiesa fu consacrata nel 1597 dal vescovo di Luni-Sarzana Giovan Battista Salvago.

1608 - 1610 (completamento convento)

Nei primi anni del XVII secolo, grazie all'aiuto di alcuni benefattori (tra cui la signora Lucrezia Chiariti), furono migliorati i dormitori, realizzato il portico, e decorata la corte del convento con dipinti murali raffiguranti episodi della vita di San Francesco.

1619  (costruzione ala sud-ovest del convento)

Nel 1619, il benefattore Stefano Gamba di Valdicastello fece costruire a sue spese un nuovo dormitorio per il convento. La nuova ala, edificata a sinistra della chiesa (lato mare), concorse a chiudere la corte del convento in un chiostro vero e proprio.

1621  (costruzione loggiato)

Nel 1621 il convento e la chiesa furono completati con la costruzione del loggiato e dell'edificio rivolto a Sud-ovest, grazie all'intervento del benefattore Stefano Gamba di Valdicastello.

1644  (costruzione cappella Sant'Antonio)

Nel 1644, il luogotenente delle milizie locali Jacopo Marchi Garfagnini fece costruire a proprie spese la cappella dedicata a Sant'Antonio da Padova.

1670  (costruzione campanile)

Nel 1670 furono gettate le fondamenta per la costruzione del campanile, che fu terminato otto anni più tardi.

1674 - 1676 (restauro-completamento intero bene)

Nel 1674, Padre Luca Gatti di Capezzano fece sistemare le due cappelle vicine al presbiterio, imbiancò quelle laterali della navata e pavimentò la chiesa per oltre la metà, completata poi nel 1676.

XVIII  (completamento chiesa, chiostro)

Nei primi vent'anni del XVIII secolo, la chiesa e il chiostro furono decorati con marmi preziosi e brecce, impiegati con moderazione e semplicità.

1711 - 1712 (completamento cappelle laterali)

Nell'ultimo quarto del XVII secolo furono eretti gli altari delle cappelle laterali: il loro completamento avvenne nel 1711-1712.

1750  (restauro intero bene)

L'edifcio fu sottoposto a interventi di restauro intorno alla metà del XVIII secolo.

1789  (citazione intero bene)

Il 18 settembre 1798 la chiesa passò dalla diocesi di Lucca a quella di Pisa.

1822 - 1823 (decorazione chiostro, portico)

Negli anni Venti del XIX secolo, i frati affidarono al pittore Luigi Ademollo l'incarico di decorare con pitture murali il chiostro del convento e il portico della chiesa.

1847  (variazione d'uso intero bene)

Nel 1847, la chiesa e la canonica furono trasformate in succursale dell'ospedale di Pietrasanta.

1883 - 1884 (allungamento presbiterio, coro)

Nel 1883, Padre Paiotti fece allungare la chiesa dalla parte del presbiterio e del coro, affidando il progetto all'architetto Enrico Andreotti.

1911  (restauro chiostro, loggiato)

Nel 1911, furono eseguiti interventi di manutenzione nel chiostro e nel loggiato, che comportarono la sostituzione di alcune colonne.

1920 - 1922 (lesioni volte)

La chiesa fu danneggiata dal terremoto del 1920: le lesioni delle volte furono riparate nel 1922.

1990  (restauro intero bene)

Alla fine degli anni Novanata, la chiesa fu sottoposta a lavori di restauro che interessarono l'ala Nord-ovest del convento e gli affreschi del chiostro.

2016 - 2017 (restauro campanile)

Il campanile attualmente è oggetto di restauro e consolidamento strutturale.
Descrizione

La chiesa di San Salvatore e l'annesso convento furono costruiti nel XVI secolo dai Padri Francescani, che decisero di abbandonare il Romitorio di Santa Maria delle Grazie alla Stregaia e di trasferirsi in un luogo più vicino alla città. Il prospetto principale a capanna, completamente intonacato, è introdotto da un doppio loggiato caratterizzato da due ordini sovrapposti di archi a tutto sesto poggianti su colonne. Il portale d'ingresso centrale, sopraelevato di cinque gradini, conduce in chiesa, mentre i due laterali consentono l'accesso, a destra, alla cappella seicentesca di Sant'Antonio e, a sinistra, al chiostro del convento. Il secondo loggiato, caratterizzato da sei archi a tutto sesto poggianti su cinque colonnine, è sormontato da un frontone triangolare ornato da pitture murali. Il fianco destro e la parte tergale dell'edificio risultano liberi e presentano rispettivamente tre finestre rettangolari inserite nel claristorio e tre monofore nella parete absidale. Il fianco sinistro invece è interamente occupato dalla struttura del complesso conventuale. Il campanile, edificato intorno al secolo XVII ed oggi sottoposto a interventi di restauro, si erge sul lato destro della chiesa in corrispondenza della zona absidale. Realizzata da mattoni a faccia vista, la torre è caratterizzata da una cella campanaria aperta sui quattro lati da finestre a monofora e da una copertura a padiglione impostata su base quadrata. Internamente la chiesa si presenta a navata unica con scarsella quadrangolare conclusa da un'abside semicircolare. Lungo le pareti dell'aula si aprono quattro cappelle laterali per lato, ciascuna dotata di altare. Dalla quarta cappella del lato destro è possibile accedere ad un'ulteriore cappella. Sul lato sinistro del presbiterio una porta conduce in sacrestia, mentre dal lato destro dell'abside si accede ad alcuni locali parrocchiali.
Struttura
Muratura portante mista, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica con scarsella quadrangolare conclusa da un'abside semicircolare. Lungo le pareti dell'aula sono presenti quattro cappelle laterali per lato: partendo dalla controfacciata, le prime tre risultano rialzate di un gradino rispetto al resto dell'aula, mentre l’ultima è elevata di tre, come l'area presbiteriale. Dalla quarta cappella di destra è possibile accedere ad un'altra cappella, mentre dal presbiterio è possibile raggiungere la sacrestia. Dal lato destro dell'abside si raggiungono alcuni locali parrocchiali. Esternamente la chiesa è introdotta da un loggiato, sotto il quale si aprono due porte laterali: quella destra conduce alla Cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova, mentre quella sinistra al chiostro dell'adiacente convento. Il campanile risulta attualmente accessibile solo dall’esterno.
Coperture
La copertura dell’aula è caratterizzata da quattro volte a vela intervallate da una serie di archi a tutto sesto, mentre le cappelle laterali sono coperte da volte a botte. Il presbiterio presenta una copertura costituita da una volta a crociera e l’abside è dotato di catino semisferico completamente affrescato. La sacrestia è coperta da una volta a vela. Tutte le volte sopradescritte si presentano completamente intonacate e dipinte. Il loggiato esterno è costituito da tre volte a crociera. Manto di copertura in cotto su tutte le falde dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L’aula è dotata di una pavimentazione a quadroni in marmo bianco e bardiglio disposti a losanga. Al centro è inserita una guida in marmo bianco venato che dal portone d'ingresso conduce fino al presbiterio. Anche l'abside, la sacrestia e le cappelle laterali presentano una pavimentazione a quadroni in marmo bianco e bardiglio, ad eccezione della seconda cappella che presenta una pavimentazione elementi dello stesso materiale ma di forma diversa. Il pavimento del presbiterio è composto da piastrelle di graniglia di tre colori differenti, disposti in modo da formare un decoro geometrico.
Facciata
La chiesa sorge al termine di una strada leggermente ascendente, affacciata su una piazza lastricata fiancheggiata da alberi e aiuole. La facciata a capanna è scandita da due ordini sovrapposti di eleganti loggiati: quello inferiore composto da tre archeggiature a tutto sesto poggianti su due colonne e quello superiore formato da sei archi impostati su cinque colonnine. Al vertice, il profilo è concluso da un frontone triangolare caratterizzato da un dipinto murale ottocentesco raffigurante lo stemma della Congregazione delle Stimmate. Sotto il loggiato inferiore si conservano gli affreschi di Luigi Ademollo (1763-1839) raffiguranti scene della vita e miracoli di Sant'Antonio da Padova, eseguiti intorno agli anni Trenta del XIX secolo. Al centro del portico si apre il portale principale che introduce alla chiesa, mentre sulle pareti laterali il portale di sinistra immette nel chiostro del convento e quello di destra nella cappella di Sant'Antonio. Quest'ultima, fatta costruire nel 1644 da Giovanni Marchi Garfagnini, presenta un altare barocco corredato da un dipinto del santo, opera del pittore fiorentino Orazio Fidani.
Elementi decorativi
Internamente la chiesa si presenta ad aula unica con scarsella absidale conclusa da un'abside semicircolare. La navata è scandita in quattro campate da altrettante archeggiature rivestite in marmo e coperta da una successione di volte a botte intonacate: al centro della campata più vicina la presbiterio si conserva il dipinto murale ottocentesco del Cristo crocifisso con San Francesco. Ai lati della navata si aprono quattro cappelle per lato, introdotte da ampi archi a tutto sento anch'essi rifiniti da cornici in marmo. Al vertice di ciascun arco sono collocati dei tondi dipinti entro cornici in marmo, raffiguranti ritratti di santi, opera settecentesca di Padre Alberico Clemente Carlini. Dello stesso autore sono le stazioni della via crucis che adornano le pareti delle cappelle, quattordici dipinti su tela inseriti in eleganti cornici marmoree scolpite da Pietro Cortesi di Carrara. In controfacciata è inserita la cantoria settecentesca in legno dipinto e dorato, che reca sulla balaustra l'emblema dell'ordine francescano. Al centro si colloca l'organo del maestro Lorenzo Pellegrini di Coreglia dell'ultimo quarto del XVII secolo, inserito nello stesso periodo all'interno della ricca cassa in legno intagliato e dorato. Nel 1834, lo strumento fu restaurato e potenziato dall'organaro pistoiese Agati, aumentandone i registri e, di conseguenza, la capacità armonica. Ai lati del portone d'ingresso, trovano posto due confessionali a parete, costruiti nel 1682 in marmi policromi e breccia: la struttura a tre fornici è sormontata da un'ampia cartella quadrangolare per l'esposizione di dipinti.
Cappelle laterali
Lungo le pareti della navata si aprono quattro cappelle per parte, la cui edificazione iniziò nell'ultimo quarto del XVII secolo e terminò intorno al 1711-1712, col completamento degli arredi e del rivestimento in marmo. La prima del lato sinistro ospita un altare dedicato ai santi Ludovico, Francesco di Paola ed Elisabetta Regina d'Ungheria. E' caratterizzato da un paliotto in marmi intarsiati e da un dossale delimitato da due colonne in breccia a sostegno del frontone ricurvo spezzato con cartella apicale. Al centro è collocato la tela di Antonio Domenico Gabbiani raffigurante i tre santi. Sulla parete sinistra, entro nicchia cinta da cancellino in ferro, trova posto il fonte battesimale in marmo, datato 1941. La seconda cappella è dotata di un altare originariamente dedicato all'Angelo Custode, come riporta il cartiglio al vertice del frontone ricurvo. Il dossale è caratterizzato da due colonne tortili in breccia ed accoglie al centro il piccolo dipinto della Madonna delle Grazie attribuita al Bamberini di Vicopisano. L'immagine fu qui collocata nel 1735 per volontà del capitano Degoli, al fine di proseguire e tramandare la devozione tradizionale a Santa Maria delle Grazie nata presso il Romitoio della Stregaia. Nel 1871, l'architetto pietrasantino Enrico Andreotti restaurò l'altare e inserì una lastra di marmo rosso al centro del dossale come sfondo per il quadro, impreziosito inoltre da una cornice a raggiera dorata. Sulla parete sinistra è inserito un confessionale a parete a tre fornici, di forma rettangolare, eseguito dal marmista Giuseppe Tomagnini nella seconda metà del XIX secolo. Altri tre confessionali identici a quello appena descritto si incontrano nelle cappelle centrali di entrambi i lati della navata. La terza cappella presenta un altare in marmo eretto nel 1670, originariamente intitolato a San Bernardino e successivamente al Santissimo Crocifisso. Caratterizzato da un paliotto intarsiato, da un dossale delimitato da due colonne in marmo portoro e da un frontone ricurvo e spezzato con cartella apicale, l'altare espone il crocifisso ligneo ottocentesco di Dionisio e Roberto Cipriani. L'ultima cappella del lato sinistro è caratterizzata da un altare in marmi intarsiati e breccia, intitolato all'Assunta. Ospita al centro il dipinto di Antonio Nasini raffigurante la Madonna Assunta, ascrivibile alla fine del Seicento. Sulla parete sinistra della cappella si inserisce un confessionale a tre fornici con cornice in marmo bianco e breccia, cimato da una cartella ovale contenente un ritratto scolpito. A partire dalla controfacciata, ripercorriamo il lato destro della navata: la prima cappella presenta un altare dedicato ai Santi Giuseppe, Pietro d'Alcàntara e Diego d'Alcalà: al centro del dossale si trova il dipinto realizzato da Alessandro Gherardini nel XVII secolo. L'altare della seconda cappella è intitolato a Sant'Antonio da Padova, costruito nel 1712 dalla famiglia Lamberti. Nel XIX secolo, i fratelli Andrea e Antonio Chiariti restaurarono il vecchio altare ed inserirono entro nicchia la statua del santo. La terza cappella è oggi intitolata al Sacro Cuore di Gesù, ma originariamente era dedicata a San Francesco. Nella quarta ed ultima cappella campeggia l'altare dell'Immacolata, simile come struttura e materiali al corrispettivo della parete opposta. Al centro del dossale è esposto la tela raffigurante Dio Padre e la Madonna tra Sant'Antonio da Padova e santo vescovo. Sulla parete destra è inserito il confessionale a tre fornici con ovale scolpito, pendant di quello ubicato nella cappella di fronte.
Presbiterio
Il presbiterio, costituito da una scarsella quadrangolare e da un'abside semicircolare, è caratterizzata da pareti laterali rivestite in marmi policromi nella parte inferiore ed intonacate in quella superiore. Al centro di ciascuna, trovano posto due dipinti settecenteschi inseriti entro ricche cornici, eseguiti da Antonio Carlini e raffiguranti Gesù Cristo che caccia i mercanti dal tempio e Gesù nel tempio tra i dottori. Rimasto integro nella posizione originaria, l'Altare maggiore preconciliare fu fatto costruire da Giovanni Mugnai di Pietrasanta nel 1648, in marmo di Carrara e marmi intarsiati. Ai lati dell'altare due porte con rivestimento marmoreo introducono nello spazio destinato al coro. Quest'ultimo fu realizzato da Lorenzo Bonacchelli nel 1833. La parete absidale è dotata di due finestre centinate e da un'edicola centrale, contenente la statua di San Francesco, tutte profilate da cornici in marmo. La decorazione del catino absidale, affidata a pitture murali e a stucchi, è opera di Bartolomeo Busoni del primo Settecento.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1968-1989)
L'area presbiteriale ha mantenuto intatto lo schema preconciliare. L'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento davanti al vecchio Altare maggiore di una mensa per la celebrazione versus populum, realizzata in marmo bianco e bronzo fuso dallo scultore Franco Mozzo nel 1968. Sul lato sinistro del presbiterio si colloca il leggio in legno e bronzo, opera di Romano Cosci del 1989.
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