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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Collemezzano
Cecina
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Antonio da Padova
Parrocchia di Sant'Antonio da Padova
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1975-1978)
X - X(citazione intero bene); XI - XI(preesistenze intero bene); XII - XIII(citazione intero bene); 1837 - 1837(citazione intero bene); 1852 - 1852(costruzione intero bene); 1858 - 1858(citazione intero bene); 1870 - 1874(citazione intero bene); 1984 - 1984(restauro facciata); 1989 - 1989(restauro interno); 2015 - 2015(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio da Padova <Collemezzano, Cecina>
Altre denominazioni S. Antonio da Padova
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

 (citazione intero bene)

La prima attestazione dell'esistenza del paese di Collemezzano risale al 910 anno in cui venne accordata una permuta di terreni tra il vescovo di Pisa ed il sacerdote Stefano.

XI  (preesistenze intero bene)

In due pergamene della Primaziale di Pisa del 13 giugno 1048 e del 15 maggio 1053, è testimoniata la presenza di una chiesa a Collemezzano dedicata a San Lorenzo.

XII - XIII (citazione intero bene)

Nella bolla di Papa Pasquale II del 19 settembre 1106 la chiesa di Collemezzano risulta dipendente dall'Abazia di Moxi presso Castellina Marittima e, nel secolo successivo, dalla pieve di San Giovanni di Vada.

1837  (citazione intero bene)

Per migliorare l'assistenza spirituale dei fedeli di Collemezzano, il 18 dicembre 1837 la chiesa passò sotto la giurisdizione della diocesi di Volterra.

1852  (costruzione intero bene)

Nel 1852 fu costruita la nuova chiesa di Collemezzano per volere del Granduca Leopoldo II, raffigurato in segno di gratitudine sullla facciata dell'edificio di culto.

1858  (citazione intero bene)

La nuova chiesa fu eretta in parrocchia il 25 novembre 1858 dall'Arcivescovo di Pisa Mons. Cosimo Corsi.

1870 - 1874 (citazione intero bene)

La chiesa fu riconosciuta civilmente il 19 ottobre 1870 da Vittorio Emanuele II e comincio a funzionare come parrocchia nel 1874.

1984  (restauro facciata)

Nel 1984, la famiglia Gelli fece restaurare la facciata della chiesa in ricordo del figlio Giacomo.

1989  (restauro interno)

Nel 1989, in occasione dei Trent'anni di vita della parrocchia, Don Sandro Tredici e la comunità di Collemezzano fecero restaurare l'interno della chiesa.

2015  (restauro intero bene)

Nel 2015, è stato eseguito un intervento di restauro che ha interessato soprattutto le facciate esterne, con la realizzazione di intonaco anti-umido/traspirante nei primi 2,5 metri di altezza: in quest'occasione è stata effettuata una revisione del manto di copertura, senza procedere tuttavia all'impermeabilizzazione.
Descrizione

La chiesa di Sant'Antonio da Padova sorge lungo via Gorizia in località Collemezzano, frazione del comune di Cecina che si sviluppa tra Castellina e Rosignano. L'edificio è fronteggiato da un sagrato che si sviluppa parallelamente alla strada, pavimentato con manto bituminoso. Libera sul fianco destro, la struttura risulta addossata alla casa canonica sul retro e costruita in aderenza ad un fabbricato di altra proprietà sul fianco sinistro. La facciata principale, completamente intonacata e tinteggiata, è scandita da tre grandi arcate a tutto sesto, sostenute da pilastri quadrangolari, che costituiscono il portico di accesso. Al di sopra delle archeggiature si dispongono tre oculi di piccole dimensioni, di cui quello centrale tamponato. Conclude il prospetto un timpano triangolare profilato da cornice modanata e aggettante. Sotto il loggiato la parete d'ingresso, interamente decorata da una moderna pittura murale, ospita al centro il portale pricipale affiancato da due strette finestre rettangolari dotate di grata. Sul lato sinistro della facciata si estende un'ulteriore muratura di collegamento con l'edificio adiacente, caratterizzata nella parte inferiore da una stretta finestra rettangolare e nella parte superiore da una piccola apertura circolare: si tratta di una costruzione aggiunta in epoca successiva con l'obiettivo di sfruttare l'intercapedine posta fra la chiesa e il vicino fabbricato. In questo spazio, al piano superiore, ha sede il piccolo museo parrocchiale che raccoglie oggetti sacri, dipinti e documenti storici, in alcuni casi donati dalla famiglia granducale. Sul lato sinistro della chiesa, all'altezza dell'abside, si erge il campanile a base quadrata con cella campanaria caratterizzata da quattro monofore per l'alloggiamento di altrettante campane e conclusa da una copertura a cuspide. All'interno la chiesa si presenta ad aula unica conclusa da un'abside semicircolare. La sacrestia è raggiungibile attraveso una porta ricavata nella parete sinistra della parete absidale.
Struttura
Nella muratura perimetrale non ci sono porzioni prive di intonaco che consentano l'analisi della tessitura muraria sottostante. Tuttavia, data l'epoca di realizzazione e la tipologia dell'immobile, si ritiene cha la struttura muraria sia costituita da pietre miste a laterizio, intonacate e tinteggiate sia internamente che esternamente.
Pianta
Schema planimetrico ad aula unica conclusa da un'abside semicircolare. Sul lato sinistro della parete absidale, un'apertura conduce in sacrestia e da qui ai locali della canonica. Sulla parete sinistra, in prossimità dell'ingresso, si apre una porta che conduce a quella che è chiamata Cappella del Sacro Cuore, con funzione di aula per le confessioni, ingresso secondario ed accesso al piccolo museo parrocchiale.
Coperture
L'aula è dotata di una copertura a doppio spiovente con struttura costituita da capriate e terzere lignee, travicelli dipinti e mezzane in cotto. Catino absidale intonacato e tinteggiato. Soprastante manto di copertura in coppi ed embrici alla toscana. Cappella del Sacro Cuore coperta da volta a botte intonacata e tinteggiata. Volta a schifo per i locali del museo.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è formata da piastrelle di marmo delle dimensioni di 15x30 cm posate a correre in senso trasversale a quello della navata. Stessa piastrella per il presbiterio ma con disposizione accoppiata e posa trasversale. Piastrelle quadrate in gres porcellanato per la sacrestia e i locali del museo. Ceramica smaltata per la cappella del Sacro Cuore.
Elementi decorativi
La facciata, tinteggiata di giallo e rifinita da cornici grigie a delineare gli elementi architettonici di rilievo, è caratterizzata da un portico antistante scandito da tre archeggiature impostate su quattro pilastri. La parte superiore del prospetto è ornata da una serie di tre oculi (di cui quello centrale tamponato) e concluso da un frontone triangolare con cornice aggettante e modanata. Sotto il loggiato, la parete d'ingresso è decorata da una grande pittura murale eseguita ad "acrilico" nel 1989 da Alfredo Giacomelli: l'opera, in cui compaiono la Granduchessa Maria Antonia di Asburgo-Lorena e il parroco Don Sandro Tredici, rappresenta alcuni episodi della Tenuta di Cecina dal X secolo alla metà del XIX secolo. Sulla parete sinistra, a coronamento di una porta secondaria, si trova un dipinto murale con lo stemma della famiglia lorenese realizzato da Pietro Parenti nel 1990, accompagnato dalla seguente iscrizione: PREGHIAMO PER LEOPOLDO II CHE FECE BELLA QUESTA TERRA L'AMORE DIVINO RIPAGHI TANTO AMORE MEM. TEST. POSTA 120 ANNI DOPO LA SUA MORTE 1870-1990. Ai lati del portone principale, collocate su mensole, sono esposte le moderne statue in marmo di Sant'Antonio da Padova e della Madonna con Gesù Bambino. All'interno, la navata unica appare semplice e sobria, coperta da un tetto a capriate lignee parzialmente dipinto e caratterizzata da pareti bianche scandite da lunghe monofore. Le vetrate policrome che le decorano raffigurano i santi Francesco, Caterina da Siena, Elisabetta d'Ungheria e Domenico. In controfacciata si dispone la bussola d'ingresso affiancata da due lunghe finestre rettangolari. Nella parte superiore della parete, tre aperture ad arco ribassato mettono in comunicazione lo spazio della chiesa con quello adibito a museo parrocchiale. Quest'ultimo riunisce oggetti di diversa natura, alcuni dei quali donati dai granduchi (dipinti, ritratti, documenti storici come la Costituzione firmata da Leopoldo II nel 1848), arredi liturgici, e la piccola tela della "Deposizione" di Pompeo Batoni. A metà dell'aula, si fronteggiano due altari laterali gemelli ascrivibili al 1962, costituiti da una mensa in marmi policromi, sorretta da colonnine cilindriche, e da un dossale rettangolare rivestito in breccia, incassato nella muratura. Al centro, entrambi ospiatano una statua devozionale novecentesca: Sant'Antonio da Padova a sinistra e la Madonna del Rosario a destra. Il presbiterio, sollevato di un gradino rispetto al resto dell'aula e introdotto da un arco a tutto sesto ampio quanto la navata, ospita l'Altare maggiore costituito da una mensa in travertino poggiante su basamento a forma di parallelepipedo. Sul lato destro dell'area, trova posto il fonte battesimale datato 1959, eseguito in marmo bianco con intarsi in marmi verdi nelle specchiature della vasca ottagonale e gialli in quelle del coperchio. Al vertice, svetta la statuetta del Battista nell'atto di battezzare Gesù. Sullo stesso lato, accostato alla parete laterale, trova posto il tabernacolo eucaristico, caratterizzato da un volume parallelepipedo sostenuto da un piedistallo a base quadrangolare in pietra lavorata a subbia: la parte frontale del tabernacolo è rivestita in metallo sbalzato, presumibilmente attribuibile allo scultore Mario Bertini. Lungo le pareti dell'aula sono esposti i seicenteschi dipinti di Sant'Antonio da Padova e della Madonna Addolorata, la tela settecentesca dell'Annunciazione e quella attribuita ai fratelli Melani raffigurante la Madonna con Bambino e santi del XIX secolo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1975-1978)
L'intervento di adeguamento liturgico è stato eseguito dall'allora parroco Don Ettore Carugi intorno alla fine degli anni Settanta. Il progetto ha comportato la sostituzione dell'Altare maggiore preconciliare con una nuova mensa in marmo beige e muratura dipinta, rivolta versus popolum per la celebrazione liturgica. Sul lato destro del presbiterio trovano posto il tabernacolo eucaristico e il fonte battesimale. Al centro della parate absidale è collocata la sede per il celebrante.
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