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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Antonio Abate
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
1341 - 1470(fondazione intero bene); 1475 - 1475(citazione intero bene); XVII - XVII(ampliamento intero bene); XVIII - XVIII(restauro intero bene); XIX - XIX(citazione intero bene); 1866 - 1866(variazione d'uso intero bene); 1869 - 1869(citazione intero bene); 1879 - 1879(passaggio di proprietà intero bene); 1915 - 1918(variazione d'uso intero bene); 1924 - 1924(restauro intero bene); 1943 - 1943(distruzione intero bene); 1955 - 1955(ricostruzione
consarazione intero bene); 1969 - 1969(adeguamento area presbiteriale); 1989 - 1989(completamento intorno)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio Abate <Pisa>
Altre denominazioni S. Antonio Abate
Autore (ruolo)
Pediconi, Giulio (progettista)
Paniconi, Mario (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1341 - 1470 (fondazione intero bene)

Il 7 febbraio 1341, l'abate di San Paolo a Ripa d'Arno concesse ai monaci dell'ordine di San Basilio il permesso di costruire la chiesa di Sant'Antonio con l'annesso monastero. I monaci vi abitarono dall'anno della fondazione fino al 1470.

1475  (citazione intero bene)

Il 29 aprile 1475, Papa Sisto IV assegnò il complesso conventuale ai Servi di Maria, provenienti dalla chiesa di Sant'Andrea in Kinzica, demolita dai forentini per costruire la nuova fortezza.

XVII  (ampliamento intero bene)

Nel corso del XVII secolo, per interessamento di Padre Lelio Baglioni, generale dell'Ordine tra il 1591 e il 1597, il convento fu notevolmente ingrandito.

XVIII  (restauro intero bene)

Alla fine del XVIII secolo, la chiesa fu completamente restaurata e riconsacrata il 6 settembre 1795 dall'Arcivescovo di Pisa Mons. Angelo Franceschi.

XIX  (citazione intero bene)

A metà del XIX secolo, con la costruzione della stazione centrale di Pisa, il quartiere di Sant'Antonio riprese vita e la chiesa divenne centrale per quella zona della città.

1866  (variazione d'uso intero bene)

Nel 1866, a seguito della soppressione degli ordini religiosi, il convento di sant'Antonio fu adibito a scuola pubblica e la ricca biblioteca trasferita in quella dell'università.

1869  (citazione intero bene)

Nel dicembre del 1869, la chiesa di Sant'Antonio fu sommersa dall'esondazione dell'Arno.

1879  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1879, la proprietà dell'edificio passò al Demanio che, a sua volta, la cedette al Comune di Pisa con l'obbligo di tenerla aperta per il culto.

1915 - 1918 (variazione d'uso intero bene)

Durante la prima guerra mondiale la chiesa fu requisita e adibita a magazzino per il grano.

1924  (restauro intero bene)

Nel 1924, la chiesa subì un nuovo intervento di restauro ad opera di Padre Sostegno Benedetti.

1943  (distruzione intero bene)

Il 31 agosto 1943, la chiesa fu bombardata e distrutta: rimasero in piedi solo la facciata inferiore e il campanile del XVIII secolo.

1955  (ricostruzione, consarazione intero bene)

Nella seconda metà del XX secolo, la chiesa fu ricostruita su progetto degli architetti Pediconi e Paniconi e consacrata dall'Arcivescovo di Pisa Mons. Ugo Camozzo il 16 ottobre 1955. La parrocchia venne istituita l'8 dicembre 1955.

1969  (adeguamento area presbiteriale)

Nel 1969, l'area presbiteriale fu modificata secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II, su progetto dell'architetto Gaetano Nencini. Il 16 novembre dello stesso anno l'Arcivescovo di Pisa Mons. Benvenuto Matteucci benedì il nuovo altar maggiore.

1989  (completamento intorno)

Sul retro del cortile, fu dipinto da Keith Haring il vasto murale intitolato "Tuttomondo", ultima opera pubblica dell'artista (1989), prima della sua morte nel 1990 per AIDS.
Descrizione

Il complesso parrocchiale di Sant'Antonio Abate sorge a Sud dell'Arno, inserito nel tessuto urbano dell'omonimo quartiere. La struttura si presenta di forma quadrangolare, costituita dal corpo della chiesa, da quello ad essa collegato dell'ex convento (oggi casa canonica) e dallo spazio aperto che in passato ospitava l'antico chiostro. La facciata della chiesa e il campanile sono le uniche parti rimaste in piedi dopo i bombardamenti del 31 agosto 1943: negli anni del Dopoguerra la ricostruzione fu affidata agli architetti Pediconi e Paniconi. Il prospetto principale dell'edificio di culto, affacciato verso ovest su uno spiazzo destinato a parcheggio pubblico, è suddiviso in due ordini sovrapposti da una spessa cornice marcapiano fortemente aggettante. La parte inferiore, rivestita in lastre di marmo bianco interrotte da sottili fasce di marmo grigio, è caratterizzata da tre arcate cieche: quella centrale ospita il portale principale strombato. La parte superiore, intonacata e tinteggiata, risulta anch'essa tripartita, intervallata da lesene cimate da mensole-capitello modanate molto sporgenti. Nella parte centrale si inserisce lo stemma dell'Ordine dei Servi di Maria recante le lettere S e M coronate, mentre nelle porzioni laterali trovano posto due grandi finestroni ciechi. Al vertice, un frontone mistilineo impostato su una spessa trabeazione conclude la facciata. I prospetti laterali e tergale risultano invece intonacati e tinteggiati, decorati sotto il profilo di gronda da un motivo ad archetti pensili in cotto. Il fianco destro, costeggiato da Largo Padri della Costituzione, è dotato di un portone secondario e di cinque ampie monofore ad ogiva. Il fianco sinistro si affaccia sul cortile interno del complesso, in cui sono ancora visibili le tracce del chiostro medievale, costituite da una serie di archi presenti sui lati sud ed est. A poco meno della metà del prospetto si inserisce il volume della cappella laterale, mentre verso la parte finale si sviluppano perpendicolarmente i locali dell'ex convento. Il retro della chiesa, rivolto verso piazza Vittorio Emanuele, è in parte occupata dal volume della torre campanaria e caratterizzata da una grande monofora centrale, stilisticamente affine a quella aperte sui fianchi. Il campanile, a base quadrata, risulta intonacato e tinteggiato di bianco, con cornici dipinte di grigio: il primo ordine, che si sviluppa fino all'adiacente copertura della chiesa, è dotato di una sola apertura arcata rivolta verso la piazza, mentre il secondo è ornato da quattro archi ciechi e dalla soprastante cella campanaria conclusa da copertura a cupoletta. Sul muro esterno dell'ex convento che affaccia su via Zandonai, si trova il celebre murale "Tuttomondo" realizzato da Keith Haring nel 1989. L'interno si presenta a navata unica con scarsella absidale quadrangolare affiancata da due cappelle adiacenti. Sulla parete sinistra dell'aula si apre la cappella dedicata alla Madonna Addolorata.
Struttura
L'edificio presenta una muratura perimetrale in pietra mista a laterizio, intonacata e tinteggiata sia internamente che esternamente. La facciata, intonacata nella metà superiore, è caratterizzata da un rivestimento in marmo nella metà inferiore.
Pianta
Schema planimetrico ad aula unica con presbiterio sollevato di due gradoni rispetto al resto dell'aula. La scarsella absidale a pianta quadrangolare, compresa nei muri d'ambito, è affiancata da due cappelle laterali anch'esse quadrangolari. Alle spalle delle relative cappelle si trovano, a destra, un locale magazzino-ripostiglio e, a sinistra, il vano tecnico dell'ascensore che porta alla cella campanaria. Sulla parete sinistra della navata si apre la cappella a pianta poligonale dedicata alla Madonna Addolorata. Da questa, tramite una piccola apertura sul lato sinistro, si accede al vano caldaia, mentre, da una porta sul lato destro, si accede alla sacrestia e, da qui, ai locali del convento e della canonica. Si accede alla sacrestia anche direttamente dalla parete sinistra dell'aula.
Coperture
L'aula presenta una copertura a doppia falda costituita da capriate palladiane (con controcatena) binate, terzere e travicelli in legno e mezzane in cotto, manto di copertura in coppi ed embrici. La scarsella absidale e le due cappelle adiacenti sono coperte da volte a crociera intonacata e tinteggiata, come la cappella della Madonna Addolorata, impostata su pianta poligonale.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula presenta una pavimentazione a lastre di marmo bianco e grigio disposte a losanga, inserite in un quadrato più grande composto da elementi triangolari, a colori sfalsati. Al centro, si sviluppa una fascia costituita da piastrelle quadrate in marmo bianco, disposte parallelamente a formare una sorta di guida che dall'ingresso conduce all'Altare maggiore. Quest'ultima tipologia si ripete con dimensioni minori anche lungo le pareti perimetrali della navata. Stesse piastrelle e disposizione per il presbiterio e le cappelle ad esso adiacenti. La sacrestia è dotata di un pavimento con elementi quadrati in marmo bianco e grigio sfalsati. La cappella dell'Addolorata è pavimentata con lastre rettangolari di marmo rosso Alicante, disposte a correre e parallele alle pareti laterali.
Elementi decorativi
La facciata risulta suddivisa in due ordini sovrapposti da un'aggettante cornice modanata: la parte inferiore, opera di Lupo e Giovanni di Gante e Simone di Matteo da Siena (1399 - 1410), è rivestita in lastre di marmo bianco interrotte da sottili fasce in marmo grigio e ospita tre archeggiature a tutto sesto impostate su colonne, di cui la centrale coincidente con il portale principale strombato. Nella parte superiore, intonacata e tinteggiata, due lesene tripartiscono il prospetto: al centro capeggia lo stemma dei Servi di Maria realizzato in stucco, frutto di ristrutturazioni settecentesche, mentre ai lati si inseriscono due finestroni rettangolari ciechi. Al vertice il profilo è concluso da un frontone mistilineo. Internamente la navata unica è caratterizzata da pareti dipinte a fasce bicrome ed è illuminata da una serie di monofore a ogiva con vetrate policrome. La controfacciata, spoglia di ogni elemento decorativo, ospita al centro la bussola d'ingresso in legno ornata da due stemmi dell'Ordine dei Servi di Maria, scolpiti nel 1956. Vicino all'ingresso, sulla parete destra, si inserisce un'edicola rettangolare rivestita in mosaico e suddivisa in due sezioni: la parte superiore, più ampia, accoglie la statua di Sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino, mentre quella inferiore, a sviluppo orizzontale, la statua di Santa Giuliana Falconieri. Sulla parete opposta, in una nicchia dal profilo pentagonale è collocato il fonte battesimale in marmo bianco di forma ottagonale, con facce scolpite da Mario Bertini nel 1957. Sul lato sinistro della navata si apre una cappella laterale dedicata alla Madonna Addolorata, introdotta da un alto arco a tutto sesto. Le pareti sono rivestite da lastre di marmo beige fino all'altezza di circa tre metri da terra e sono ornate da una fascia in pietra di Trani scolpita a bassorilievo dal Bertini tra il 1957 e il 1958, raffigurante una teoria di dieci Angeli. Al centro della cappella sta l'altare in marmo con bassorilievo del Cristo Deposto a decorare il paliotto, opera dello stesso autore. Sopra La mensa si erge un'alta nicchia cuspidata in pietra rossa di Filettole, in cui è inserita la statua della Madonna Addolorata. La parete che incornicia l'abside e le cappelle adiacenti è caratterizzata da tre archi a forte sviluppo verticale, di cui quello centrale maggiore. Al centro del presbiterio si trova una grande mensa in calcestruzzo armato posta su pedana rivestita in parquet. Dietro l'altare, sollevata di due gradoni rispetto all'area antistante, è collocata la sede, costituita da un basamento in c.l.s. in cui sono incassate sedute concave in legno massiccio. Alle sue spalle, si erge una boiserie in doghe di legno che separa il presbiterio dal coro, dove sono posizionate le monumentali canne d'organo. Le cappelle adiacenti alla scarsella absidale ospitano due altari identici, caratterizzati da una mensa in marmo di Carrara, completa di tabernacolo, poggiante su un basamento tronco-conico dello stesso materiale. Il dossale è costituito, nella parte inferiore, da una lastra in marmo nero e, nella parte superiore, da una nicchia centrale per l'esposizione della statua devozionale, ciascuna affiancata da due moderne tavole dipinte. A destra, è esposta la statua del Sacro Cuore di Gesù con le tavole dei santi Pellegrino Laziosi e Antonio Maria Pucci; a sinistra, la statua di San Giuseppe con Gesù Bambino, affiancato dalle tavole dei santi Giuliana Falconieri e Filippo Benizi.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
L'adeguamento liturgico è stato progettato dall'architetto Gaetano Nencini: al centro dell'area presbiteriale, collocato su una pedana in c.a. rivestita in parquet, trova posto l'altare maggiore rivolto verso l'aula, costituito da una grande mensa in calcestruzzo armato gettato in opera. Alle spalle dell'altare, sollevata di due gradoni rispetto al presbiterio, trova posto la sede, caratterizzata da un basamento in cls armato in cui sono incassate sedute concave in legno massiccio. Sul retro, una boiserie in doghe di legno separa il coro dal presbiterio. Sul lato sinistro dell'area è posizionto il leggio, realizzato con elementi massicci in legno.
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