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Sant'Andrea a Lama
Calci
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Andrea Apostolo
Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
XI - XII(citazione intero bene); 1046 - 1276(citazione intero bene); 1292 - 1299(citazione intero bene); XVII - XVIII(citazione intero bene); 1702 - 1748(citazione intero bene); XIX - XIX(citazione intero bene)
Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Andrea Apostolo <Sant'Andrea a Lama, Calci>
Altre denominazioni S. Andrea Apostolo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XII (citazione intero bene)

Di fondazione antecedente all'anno Mille, Sant'Andrea a Lama era annoverata insieme a Santa Maria di Willarada come una delle chiese più antiche di Calci. Nell'XI e nel XII secolo, i due edifici svolgevano alternativamente funzioni civiche per la comunità.

1046 - 1276 (citazione intero bene)

La chiesa di Sant'Andrea "de Lama", attestata dalla metà dell'XI secolo, apparteneva a quell'epoca al piviere di Zambra. Viene documentata per la prima volta nel libro delle Decime del 1275-1277 come dipendente dalla Pieve di Calci.

1292 - 1299 (citazione intero bene)

Nel 1292 il governo della repubblica pisana decretò il potenziamento dell'esercito. Tutte le chiese e i monasteri della Diocesi parteciparono a questo progetto secondo le loro possibilità: la chiesa di Sant'Andrea impegnò una campana, che nel 1299 riuscì a riscattare con la vendita di alcuni appezzamenti di terreno.

XVII - XVIII (citazione intero bene)

Nel XVII secolo, la chiesa di Sant'Andrea amministrata dai Monaci Olivetani di San Girolamo ad Agnano: la casa-monastero doveva coincidere con l'edificio di civile abitazione a sinistra del chiasso che conduce alla chiesa. I monaci ressero Sant'Andrea fino alla fine del seicento e l'ultimo monaco-curato fu Padre Andrea Malanima di Calci (1667-1701).

1702 - 1748 (citazione intero bene)

Dopo Padre Andrea Malanima, la chiesa tornò all'ordine secolare: il primo parroco fu il calcesano Don Antonio Simone della Chiostra (1702-1748).

XIX  (citazione intero bene)

All'interno di Sant'Andrea a Lama, com'era uso comune, venivano sepolti i defunti: davanti al presbiterio solitamente venivano seppelliti i rettori della chiesa o i benefattori, mentre nella restante area erano distribuite le tombe più modeste. Nel XIX secolo, il governo napoleonico proibì severamente la sepoltura all'interno delle chiese e decretò la necessità di costruire spazi appositi, esterni agli edifici di culto. Nel 1856, a Sant'Andrea a Lama venne realizzato il nuovo camposanto a spese della comunità.
Descrizione

Percorrendo la strada provinciale che conduce a Castelmaggiore, di fronte al ponte dei Morti (così chiamato in ricordo della feroce battaglia avvenuta nel 1288 tra pisani e lucchesi), si apre sulla destra un chiasso porticato che immette nella contrada di Sant'Andrea a Lama. Il toponimo indica il particolare aspetto del territorio, costituito da forre (o lame appunto) scavate dai corsi d'acqua sui fianchi scoscesi dei Monti Pisani. La chiesa di Sant'Andrea, rialzata dal piano stradale mediante una scalinata formata da sette gradini, è caratterizzata da una facciata a capanna completamente intonacata. Al centro, si aprono il portale d'ingresso principale e una finestra rettangolare, tamponata in laterizi. I fianchi dell'edificio risultano anch'essi intonacati, ad eccezione di alcune porzioni murarie in cui i conci di pietra sono lasciati a vista, ed ospitano due finestre per parte. La zona absidale risulta inglobata dagli edifici adiacenti: sulla destra è addossata la sacrestia, mentre sulla sinistra un locale ad uso deposito unisce la chiesa alla torre campanaria. Quest'ultima, a pianta quadrata, è caratterizzata da pareti intonacate, profilate da lesene angolari. La cella campanaria, dotata di bifore sui quattro lati, è conclusa da una cornice merlata. Internamente la chiesa è costituita da una navata unica con copertura a capriate, terminante con un abside semicircolare. Le pareti interne risultano tutte intonacate, ad esclusione della parete di fondo e del catino absidale, realizzati alternando blocchi di pietra nera di Asciano e conci di verrucano.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio. La parete di fondo e il catino absidale sono realizzati alternando blocchi di pietra nera di Asciano e conci di verrucana.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica, terminante con abside semicircolare. Sulla parete destra dell'area presbiteriale, si apre una stanza utilizzata come sacrestia, mentre sulla parete sinistra si accede ad un locale deposito.
Coperture
Copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da quattro capriate. Il manto di copertura è in cotto su tutte le falde dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in cotto a quadroni su tutte le superfici calpestabili all’interno della chiesa. Nell'area presbiteriale e nella nicchia del fonte battesimale è presente un pavimentazione a quadroni in marmo bianco e bardiglio, disposti a scacchiera. Nella sacrestia il pavimento è in cementine, con mattonelle di forma quadrata bianche e nere, disposte a scacchiera.
Elementi decorativi
La chiesa di Sant'Andrea è caratterizzata da una facciata a capanna intonacata che ospita al centro un portale d'ingresso settecentesco, decorato da una cornice in pietra serena. Poco sopra, è inserita una finestra rettangolare tamponata, anch'essa profilata da cornice in pietra serena: al centro dell'architrave è incisa un'iscrizione che riporta il nome del Dottor Ottavio (Felice) della Chiostra, medico e chirurgo, e la data 1728. Nella parte inferiore della tamponatura è stata fissata una lapide in marmo, in cui si ricorda che la parrocchia di Sant'Andrea fu consacrata al Cuore di Maria nel 1947. Internamente, una cantoria in legno dipinto è inserita in controfacciata ed ospita al centro l'organo tardo settecentesco. A destra del portone d'ingresso, una nicchia ricavata nella parete laterale e delimitata da un cancellino in ferro battuto, contiene un'acquasantiera a fusto in marmo bianco, utilizzata come fonte battesimale. A metà dell'aula, si fronteggiano due altari laterali fortemente rimaneggiati. Stilisticamente molto simili, in realtà risultano realizzati con materiali diversi: l'altare di destra, dedicato alla Madonna del Rosario, è caratterizzato da un dossale in marmo bianco riconducibile ai primi anni del Seicento, come riportato nell'iscrizione incisa sul plinto sinistro, e da una mensa in marmo bianco ricostruita nel Novecento. L'altare sinistro, invece, è dotato di un dossale in pietra dipinta a finto marmo e di una mensa realizzata in marmi mischi nel XX secolo. Tra gli altari laterali e l'area presbiteriale, sono inseriti in parete due confessionali in pietra dipinta, costituiti da tre fornici. La nicchia centrale, conclusa ad arco, reca al vertice lo stemma scolpito della famiglia Della Chiostra e un'iscrizione che riporta il nome del Dott. Ottavio Felice Della Chiostra e l'anno di realizzazione, 1706. L'area presbiteriale, rialzata dal resto dell'aula di due gradini e delimitata da balaustre in marmo, accoglie al centro l'Altare maggiore preconciliare, realizzato nella prima metà del Novecento. La parete absidale, lasciata a pietra a vista, è caratterizzata da una stretta monofora e da una semicupola scandita da fasce bicrome. Sulle pareti del presbiterio si aprono due porte laterali profilate da cornice in pietra dipinta: sull'architrave di sinistra, un'iscrizione riporta la data 1727.
Adeguamento liturgico

nessuno
Non sono stati eseguiti interventi di modifica dello spazio liturgico.
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